Il Parassita
HyperParasite è un titolo indie tutto italiano, frutto del lavoro del team Troglobytes Games, che vi trasporterà come per magia a cavallo tra gli anni 80 e 90 ai tempi dei cabinati e delle avventure arcade sfidanti ed impegnative, per impossessarvi dei corpi dei poveri malcapitati sotto il terribile parassita.
Le informazioni che ci vengono date sul parassita e la trama che lo circonda non sono certo l’elemento fondamentale in un titolo del genere, eppure gli avvenimenti su schermo seguono un filo piuttosto logico, per quanto assurdo. Più che di trama in questo caso è più utile parlare di lore del gioco, in quanto le nostre avventure verranno portate avanti dall’intervento radio di un agente segreto che ci guiderà nella nostra evasione seguendo costantemente le nostre azioni, lasciando le fasi precedenti all’evasione alla nostra immaginazione.
Assorbimento
Preso il pad in mano trascorrerà davvero poco tempo prima di passare all’azione. Dopo un lungo tutorial, che ci esporrà in maniera precisa e dettagliata le meccaniche di gameplay, entreremo nel vivo del gioco. Impersonati i panni di un parassita dalle fattezze grottesche e provvisto di lunghi tentacoli, inizieremo a mietere vittime via via sempre più appetitose. HyperParasite infatti ci permette di impossessarci dei corpi dei cittadini che malauguratamente passeranno sotto le nostre mani; clochard, passanti, agenti di polizia, atleti e una lunga lista di altri corpi non saranno altro che un modo alternativo per rappresentare nuove abilità e caratteristiche.
Il parassita nella sua forma base sarà una facile preda dei colpi nemici e poco, se non per nulla, resistente agli attacchi. Non ci resta quindi che armarci di astuzia e velocità e vagare per la città alla ricerca dei corpi più utili. Una delle azioni fondamentali durante tutto il gioco è senza dubbio la schivata; senza di essa infatti basteranno pochi colpi per privarci del corpo posseduto e lasciarci nudi alla mercé degli avversari. Il tutto sembrerebbe facile, ma dovrete vedervela con nemici veloci e spietati, il cui unico scopo sarà quello di annientarvi senza mezze misure, facendovi così ripartire da capo. Sul lato offensivo il parassitario protagonista dispone essenzialmente di due attacchi, uno normale sempre disponibile e con una cadenza di fuoco piuttosto alta, ed uno speciale che richiede un certo periodo di ricarica una volta utilizzato.
Il bello però non finisce qui, infatti ogni volta che cambieremo corpo, gli attacchi e la resistenza del nostro protagonista cambieranno con essi, trasformandosi adesso in un carrello da lanciare contro i nemici, una vera e propria arma da fuoco, o una potente palla da basket da lanciare a tutta forza contro gli avversari, ampliando così a dismisura la varietà e le possibilità, senza dimenticare una quantità di upgrade degna di nota.
In un contesto semplice ma difficile da gestire nella sua interezza, l’unica nota stonata riguarda la mappatura dei comandi, da cui si evince la derivazione dedicata a mouse e tastiera. Muoversi è semplice, ma farlo mantenendo la mira e schivando i colpi diventa scomodo nei momenti più concitati, complice anche la concentrazione di gran parte delle azioni ai grilletti ed ai dorsali posteriori, complicando il lavoro richiesto dalle dita in fase di movimento.
Dal punto di vista estetico l’opera è una nostalgica lettera d’amore al passato, dove i pixel vanno a comporre un mosaico retro-punk fatto di neon e ultraviolenza, con colori tendenti principalmente al blu ed al violetto con qualche squarcio di giallo e altri colori piuttosto accessi, in contrasto con uno sfondo piuttosto cupo e dalle tinte scure. Il tutto coerentemente accompagnato da tracce synthwave ed effetti sonori che contornano perfettamente ogni situazione donando la giusta atmosfera e risultando sempre azzeccate.
Come abbiamo potuto valutare in precedenza l’aspetto tecnico di HyperParasite si pone su ottimi livelli, non richiedendo particolari sforzi alla nostra Switch, restituendo comunque una sensazione di caos controllato simile a Doom, anche se in maniera necessariamente più ragionata e controllata. L’unico neo viene rappresentato dal suo sistema di controllo, ma specifico che non si tratta di un vero difetto, non ve ne accorgereste neanche se non confrontandolo con la controparte pc. Cerco di semplificare il tutto: su pc grazie all’aiuto del mouse cambiare direzione mantenendo l’arma sempre in direzione del nemico risulta estremamente facile grazie al puntatore del mouse, delegando ai tasti destro e sinistro e alla tastiera il resto delle azioni necessarie.
Sul controller quest’operazione risulta particolarmente macchinosa soprattutto per la mano sinistra; dover mantenere costante il movimento con lo stick sinistro e contemporaneamente premere il tasto L e ZL tende a stancare la mano distraendoci dall’operazione. E’ qualcosa che non arriva nell’immediato, ma dopo qualche tempo passato a giocare ci si rende conto che molta della difficoltà deriva più dalla mappatura dei tasti non perfetta, oltre che all’IA vera e propria dei nemici. Il gioco rimane tranquillamente giocabile anche qui, ma la differenza si percepisce sempre di più nel tempo.
HyperParasite è un ottimo Twin Stick Shooter e Shoot ‘Em Up che in alcuni frangenti arriva a trasformarsi in un Bullet Hell impegnativo e degno di nota, che palesa tutto l’amore per le esperienze arcade che i cabinati ci hanno regalato per tanti e tanti anni. Nonostante dei controlli rivedibile, che abbassano inevitabilmente di circa mezzo voto il totale, il gioco rimane comunque più che piacevole da giocare e la sfida maggiore potrebbe sicuramente rappresentare un plus per una certa utenza, sempre alla ricerca di nuove sfide, per un titolo che non ha nulla da rimproverarsi in nessun altro aspetto, caricando la vostra adrenalina al massimo.