Good Job!

Good Job! – Recensione

Se c’è una cosa che ho sempre amato di Nintendo, questa è la sua capacità di prendere una storia, una meccanica, un’intero genere, e di stravolgere il tutto al punto da offrire ai videogiocatori un’esperienza completamente nuova e capace di tracciare nuovi standard per i progetti a venire. Questa dote ha persino un nome, la Nintendo Difference, ed in questo periodo più che mai sta prendendo piede anche in titoli che non sono stati concepiti nel headquarter di Kyoto. Non pensiamo necessariamente a tripla A o sviluppatori con a disposizione milioni di budget, più e più volte abbiamo visto la grande N promuovere e finanziare dei piccoli, oserei dire piccolissimi, studi di sviluppo e di renderli protagonisti della scena videoludica.

Quella della quale vi parlerò oggi è la realizzazione del sogno di Paladin Studios, da noi già conosciuti grazie al loro Momonga Pinball Adventure, che ha visto il loro più ambizioso progetto pubblicizzato all’interno dell’ultimo (non poi così) mini Direct. Anche se sul momento avrei voluto tirare le orecchie a Nintendo, che non ha menzionato gli sviluppatori nel breve trailer di presentazione di Good Job!, ritengo che l’idea di far credere all’utenza di aver lavorato in prima linea al progetto possa aver aiutato i più scettici a non fermarsi di fronte al suo stile grafico minimale. Good Job! è infatti un piccolo grande prodotto, capace di offrire un numero non indifferente di ore (nel mio caso quasi 15) di divertimento mentre saremo richiamati a svolgere nel modo più bizzarro una serie di compiti lavorativi, che ci sono stati affidati dal nostro stesso padre.

Good Job!
Signori, largo, arriva l’internet!

Prima di spiegarvi perché Good Job! merita assolutamente ogni centesimo dei 19,99 euro al quale viene venduto, è però bene raccontarvi del tempo che ho passato in compagnia dell’anonimo protagonista e del suo aiutante. Questo gioco non ci racconta una storia complessa, ma ci fionda dritti nei panni di un protagonista che, nonostante potenzialmente sia un classico figlio di papà, deve intraprendere una lunga gavetta per dimostrare di meritarsi di far parte della squadra dirigenziale dell’azienda di famiglia.

Si inizia così con un compito semplicissimo, che consiste nel ritirare il proprio cartellino e l’uniforme, con destinazione il primo piano del palazzo. L’azienda è infatti disposta su diversi piani, nove dipartimenti per l’esattezza, ciascuno con un tema specifico e composto da quattro stanze che ci daranno accesso ai 32 livelli che compongono l’esperienza. La prima cosa che colpisce del gioco è l’estrema semplicità del sistema di controllo, che ci permetterà solamente di far saltare il protagonista (operazione che nel 90% dei casi non serve nemmeno a molto) e di farlo interagire con alcuni elementi interattivi posizionati qua e là. Il feeling è lo stesso che ho provato giocando a Untitled Goose Game, e se avete letto la mia recensione saprete benissimo quanto questa affermazione faccia presagire ottime cose.

Good Job!
Che faccio, mollo?

Il primo piano rientra nella categoria “gestione”, e funge da ottimo espediente per farci prendere confidenza con l’eccellente motore fisico che governa ogni singolo elemento che popola gli stage. Dovremo occuparci di prendere con forza alcuni impiegati sfaccendati e portarli in sala riunioni, sostituire un proiettore malfunzionante, e trascinare un lunghissimo cavo dati per ripristinare la connettività di un intricato ufficio. Seguono “logistica”, “area ricreativa”, ed altri piani che evito di non spoilerarvi perché ognuno di essi è veramente originale e degno di essere scoperto poco per volta in autonomia. Quello che posso sicuramente dirvi è che, se all’interno dello stesso dipartimento alcuni compiti tendono ad assomigliarsi tra loro, da un piano all’altro del palazzo la variabilità è veramente impressionante. Presto potremo comandare veri e propri muletti, gru, e addirittura lucidatrici e irrigatori, sempre con l’obiettivo di svolgere un compito ben preciso e talvolta non così banale.

Una volta soddisfatto il requisito di terminazione del livello verremo ricompensati con un punteggio, proporzionale al tempo impiegato e all’entità dei danni che avremo combinato. Come dite? Quali danni? Beh, se il modo migliore per gestire l’azienda di famiglia è quello di comportarsi come un provetto dipendente posso assicurarvi che la quasi totalità delle missioni è più facile da portare a termine demolendo ogni cosa che ci sbarri la strada. Anche cercando di prestare attenzione è quasi impossibile non rompere nulla, e la presenza di oggetti dorati in mezzo ai magazzini è ovviamente una trovata sadica dei talentuosissimi level designer di Paladin Studios (qualcosa mi dice che comunque anche Nintendo ci abbia messo lo zampino).

Good Job!
Eppure sono abbastanza sicuro che c’è un metodo ben più rapido per pulire tutto!

Il sistema basato sul punteggio non è purtroppo riuscito ad imporsi sul nostro modus operandi, forse l’introduzione di una classifica online avrebbe maggiormente acceso la competizione, ma idealmente ammazzando il divertimento. Personalmente ho infatti trovato molto più divertente fregarmene altamente delle valutazioni e di farmi trascinare dalle potenzialità del motore fisico e piuttosto concentrarmi sui collezionabili, rappresentati da abiti e cappelli con i quali abbellire il protagonista, quindi il mio unico consiglio è quello di sperimentare oltre la vostra immaginazione. Questi sono spesso ben posizionati, a volte anche troppo, ed alcuni di questi richiedono di pensare fuori dagli schemi per essere raggiunti; esattamente quello che ogni completista richiede in un titolo di questa natura!

Se tutto ciò che vi ho raccontato fino ad ora vale per le partite in single player, sarete ben felici di sapere che facendovi aiutare da un amico in cooperativa locale le vostre speranze di impressionare il papino potrebbero farsi più concrete. Affiancare un secondo giocatore al protagonista è un’idea che non stravolge il gameplay del gioco, di fatto ogni singolo livello era perfettamente gestibili in singolo diversamente da quanto avviene per esempio in The Stretchers, ma permette comunque di ravvivare ulteriormente l’esperienza. La gestione dei due giocatori, che possono collaborare a stretto contatto o suddividersi i compiti al fine di accorciare i tempi di risoluzione dei problemi, viene gestita dal classico sistema basato sullo split screen. Il più delle volte tutto funziona a dovere, ma nelle situazioni più concitate il caos generato dalle nostre azioni potrebbe obbligare i due aspiranti CEO di accorciare le loro distanze, vanificando in parte le potenzialità offerte da questa modalità. C’è comunque da dire che spostare certi oggetti pesanti è più semplice se si hanno quattro braccia e, anche se una componente online avrebbe sicuramente aiutato, ci teniamo sicuramente a premiare gli sviluppatori per questa feature per nulla secondaria.

Good Job!
Dicevano che questo muletto sarebbe stato semplice da manovrare, eppure per arrivare a questa situazione ho dovuto sudare non poco!

Ma allora quali sono i veri difetti di Good Job!, oltre al fatto che arrivare ai titoli di coda è un vero e proprio colpo al cuore? Beh, in questo caso devo ricorrere al classico pelo sull’uovo citando un frame rate che in un paio di circostanze affollate è calato drasticamente ed una telecamera non direttamente manovrabile sulla quale talvolta avremmo preferito avere il controllo. Per tutto il resto non c’è nulla che un semplice respawn forzato del giocatore non possa risolvere, e dunque possiamo certamente sottolineare come il processo di supervisione da parte di Nintendo abbia permesso al gioco di arrivare sullo store in piena forma.

Non ve l’ho ancora detto esplicitamente, ma credo che le immagini presenti in questa recensione siano abbastanza chiare. Il comparto grafico di Good Job! è quanto di più minimale possa esistere, ma è supportato da animazioni ed un motore fisico assolutamente realistico e grazie al quale pad alla mano il divertimento è assicurato. Ogni singolo dipendente dell’azienda, governato da una intelligenza artificiale ben implementata, è rappresentato come se fosse uno dei classici omini presenti nei cartelli stradali, con abiti stravaganti a fare da ciliegina sulla torta. Una scelta artistica azzeccata e che personalmente ho davvero apprezzato. Trascurabile invece l’accompagnamento sonoro, che pur non risultando mai invadente o ripetitivo non spicca per originalità. Poco male comunque, perché come detto l’intero impianto artistico riesce a dimostrare come spesso nei videogiochi l’apparenza inganna.

Good Job!
Alla fine lo capisco, chi non si fermerebbe di fronte ad un bellissimo Nintendo Switch?

Good Job! è, dunque, un “ottimo lavoro” in tutti i sensi. Paladin Studios ha sicuramente dimostrato di essere in grado di gestire progetti molto ambiziosi nonostante la natura indipendente del suo team di sviluppo, e grazie al supporto di Nintendo questo loro gioco avrà molto da dire alle milioni di persone che possiedono un Nintendo Switch. Anche se immaginiamo sia stato fatto in maniera poco invadente, è chiaro come la mano di mamma Nintendo abbia permesso di limare una serie di aspetti del gioco, rendendolo di fatto un must buy per gli amanti del genere.

L’unica cosa in più che, secondo me, Nintendo avrebbe dovuto fare è di concedere ai level designer di abbellire i livelli con qualche elemento a tema, immaginatevi quanto sarebbe stato epico vedere un Pallotto Bill schizzare da una parte all’altra dell’ufficio. Non fatevi dunque ingannare né dallo stile grafico minimale, né dal prezzo perfettamente allineato con quello che il gioco può offrire. Che possiate affrontare l’avventura in compagnia di un amico o meno il divertimento è assicurato, ed è questa l’unica cosa che conta!

Good Job!
Una volta completato il gioco si sbloccherà un simpatico livello, che di fatto è una ricostruzione dell’ufficio di Paladin Studios, con tanto di team completo! Ottimo lavoro ragazzi, davvero!
Good Job!
Good Job! – Recensione
PRO
Gameplay fresco e divertente
Situazioni sempre varie e stimolanti
Collezionabili intelligenti che aumentano la rigiocabilità
Motore fisico eccellente e più che realistico...
Ottima la presenza della modalità coop...
CONTRO
Se fosse durato di più non ci sarebbe certo dispiaciuto
... con qualche lieve calo di frame rate nelle situazioni più caotiche
... anche se lo split screen a volte rende complicato avere il quadro generale della situazione
8.5
OTTIMO LAVORO!