Mekorama

Mekorama – Recensione

Esiste un momento nella vita di ogni gamer nel quale si sente la necessità di avviare un titolo più leggero del solito, quell’indie che tutti noi teniamo da parte pronto a farci compagnia tra un tripla A ed il successivo, capace di farci passare qualche partita fugace senza dover avere a che fare con complesse meccaniche di gameplay e che richiedono un impegno non indifferente da parte del giocatore. Attenzione, però, che non sto parlando di un titolo necessariamente facile, ma semplicemente di qualcosa di più accessibile.

Ciascuno di noi ha quel genere con il quale si sente maggiormente a proprio agio, e personalmente se penso ai miei momenti di svago più spensierati questi sono quasi sempre associati ad un puzzle game. Questa tipologia di videogame è capace molto spesso di offrire livelli intricati e “cervellotici” basandosi su idee di fondo molto semplici, ma non per questo poco valide, ed è proprio basandosi su questa idea che nasce Mekorama, creatura nata dalla mente dello sviluppatore solitario Martin Magni (fondatore di Odd Bot Out).

Mekorama

Non c’è molto da raccontare riguardo la storia che si cela dietro Mekorama ed il suo buffo protagonista, un piccolo robot che sembra essere precipitato su un diorama galleggiante dopo che i razzi che gli permettevano di volare hanno di tratto smesso di funzionare. L’intento del drone, però, è chiaro e lampante: ritrovare la strada di casa attraverso una lunga serie di ben 100 livelli dalla difficoltà crescente.

Al giocatore viene affidato il compito di guidare gli spostamenti del protagonista semplicemente “tappettando” sullo schermo il punto in cui si vuole che il robot si diriga, e questo – ovviamente dove possibile – non farà altro che eseguire i nostri ordini. E’ ovviamente possibile ricorrere anche ai controlli tradizionali, mediante analogici e tasti, ma personalmente li ho trovati fin troppo macchinosi per definirli piacevoli. L’obiettivo è sempre lo stesso, ovvero raggiungere la porta che funge da uscita, superando ostacoli e risolvendo puzzle ambientali spesso basati sulla prospettiva. I primi livelli scorrono molto lisci e rappresentano un tutorial tutto sommato ben realizzato, ci permetteranno di entrare in sintonia con il protagonista e con quelle che sono le sue limitate possibilità. Mekko, permettetemi di chiamarlo così d’ora in avanti, non può né saltare né correre e dunque ogni suo spostamento dovrà essere preventivamente studiato per evitare di vedere il suo fragile corpicino precipitare fuori dal diorama obbligandoci a resettare lo stage.

Mekorama

Lo sviluppatore ha fatto un ottimo lavoro nella costruzione dei livelli, che offrono una serie crescente di nuovi elementi con i quali interagire come ascensori improvvisati, piattaforme girevoli, sezioni acquatiche e nuovi compagni di viaggio. Anche la difficoltà ci è sembrata ben equilibrata e capace di seguire una curva di apprendimento che non si adagia mai a momenti di stallo; i livelli del gioco sono inoltre divisi in gruppi da 25, con ogni sezione del menu dedicata ad un livello di difficoltà specifico.

Se 100 livelli non dovessero esservi sufficienti, sarete contenti di sapere che il gioco offre anche un ricchissimo editor di livelli (lo stesso utilizzato dallo sviluppatore per realizzare tutti gli stage giocabili di default) attraverso il quale dare sfogo alla nostra fantasia. In fase di recensione non ho potuto provare le realizzazioni di altri creatori, ma curiosando in rete ho notato che la versione mobile del gioco sotto questo punto di vista è stata molto supportata dalla community; speriamo che lo stesso accada anche con questa versione Switch.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’editor, non essendo un level designer provetto devo ammettere di avere avuto qualche difficoltà a realizzare qualcosa di anche solo lontanamente piacevole, ma posso invece esprimermi su quello che è il tool in sé. Sebbene in modalità portatile l’utilizzo del touch faciliti notevolmente le cose, rispetto a dei controlli tradizionali fin troppo macchinosi, in moltissime circostante ho faticato anche solo nel posizionare dei blocchi in linea retta. Il problema è dovuto principalmente alla scomodità di regolazione della telecamera ed all’obbligo di effettuare zoom fin troppo consistenti per riuscire ad essere precisi nelle azioni. Un sistema onestamente poco pratico e che spero i giocatori più determinati riescano a sopportare più facilmente.

Mekorama

L’estetica di Mekorama è minimale, ma riesce a restituire un feedback abbastanza piacevole grazie al un design industriale con il quale il mondo di gioco è rappresentato. I diorami sono infatti composti da semplici mattoni, componenti metalliche, vetrate e meccanismi che ricordano proprio le gru da costruzione, il tutto posato su fondali acquatici e/o ricchi di vegetazione. Se è vero che sotto questo punto di vista la varietà non è delle migliori, il tutto è stato assemblato in maniera intelligente, offrendo livelli sempre piacevoli e mai troppo banali.

Anche le animazioni sono ben realizzate e a tratti riescono a dare una personalità al piccolo Mekko. Quello che invece tradisce è, come spesso accade in questa tipologia di progetti, l’accompagnamento sonoro che seppure piacevole alla lunga finisce per risultare ripetitivo e martellante.

Mekorama

Mekorama, ovviamente, non è un titolo esente da difetti, ma nel complesso riesce a divertire ed intrattenere senza troppe pretese. Oltre alle considerazioni già fatte ritengo di dover segnalare qualche piccola incertezza nel sistema di controllo della telecamera, elemento fondamentale per questo genere di avventure con visuale isometrica. Spesso è infatti fondamentale osservare per bene i vari diorami per capire come aprire il percorso che guiderà Mekko verso l’uscita, ruotando a 360 gradi le intere strutture. Questo è certamente possibile, ma solamente lungo l’asse orizzontale, rendendo meno agevole l’osservazione dei livelli che si sviluppano in verticale.

Detto questo, direi che è anche corretto sottolineare il prezzo al quale Mekorama viene offerto, ossia soli €4,99. Considerando la gran quantità di contenuti offerta dal gioco, soprattutto in un’ottica di successo del suo editor di livelli, sarei davvero folle a non concludere che tale prezzo è assolutamente meritato e, anzi, suggerisco a tutti gli amanti del genere di passare sopra alle criticità che vi ho finora segnalato.

Mekorama
Mekorama – Recensione
PRO
Level design mai banale
Graficamente piacevole
L'editor di livelli è una gradita aggiunta
CONTRO
Controlli tradizionali scomodi
Gestione della telecamera non sempre ottimale
7
MEKKO