Save Koch

Save Koch – Recensione

In questi tempi in cui non si può lasciare il proprio domicilio, i videogiochi rappresentano uno dei modi che ci permettono di evadere da questa strana realtà che stiamo ora vivendo. Animal Crossing rappresenta forse l’esempio migliore di gioco che ci porta da tutt’altra parte; insieme a questo, come non citare anche quel capolavoro di Stardew Valley. Ma perché invece di metterci nei panni di qualcuno che vive una vita idilliaca, quando potremo giocare come un personaggio che è anche lui chiuso in una stanza dalla quale non può uscire? Questo è Save Koch, gioco di strategia/simulativo sviluppato da Wooden Monkeys e pubblicato da BigGame.

Save Koch mette i giocatori nei panni di un boss del crimine rinchiuso in una stanza anti-panico dopo che ha scoperto che il capo di una banda rivale vuole ucciderlo in 7 giorni. Il gioco è ambientato in una sorta di futuro distopico abitato da animali antropomorfi. L’unica informazione in possesso del giocatore è che nell’organizzazione di Koch è presente una talpa della banda rivale. Dalla stanza anti-panico, il giocatore può fare chiamate e mandare i propri sgherri a svolgere delle missioni per scoprire mano a mano chi è la talpa e chi è la mente dietro tutti gli eventi.

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Il gameplay lo si può definire parecchio minimale, e altrettanto minimalista è il modo in cui viene spiegato al giocatore. Koch non lascia mai la sua scrivania, l’unico contatto che ha con il mondo esterno è tramite il telefono, che il giocatore usa per parlare con diversi personaggi e raccogliere prove ed informazioni in più sul piano per uccidere Koch. Ogni informazione che viene raccolta viene registrata su una ‘lavagna’, che tiene traccia anche delle relazioni fra i vari personaggi con cui si entra in contatto. Come detto, non è facile riuscire ad intuire subito il funzionamento di queste meccaniche, ed il tutorial di Save Koch non è di particolare aiuto.

Il problema fondamentale è il fatto che ad un certo punto, la mole di informazioni diventa abbastanza confusionario, e risulta in ogni caso difficile avere un’idea chiara di quali sono le relazioni fra i vari personaggi. Stesso problema di comunicazione si trova nel modo in cui sono gestite le specialità dei propri agenti.

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Infatti, durante il corso della giornata, numerosi eventi accadono nella città, da rapine, a sparizioni, omicidi, e compito di Koch è quello di andare a vedere se qualcuno di questi è riconducibile alla trama che attenta alla sua vita. I nostri agenti presentano una descrizione vaga che dovrebbe rendere l’idea in cosa questo personaggio eccelle: così se c’è da investigare, si manda il personaggio più acuto nel percepire i dettagli, oppure se c’è da menare le mani, ci sta il nostro fidato topo-generale. Purtroppo, non sempre la specialità di questi personaggi riesce ad essere ben allineata all’incarico, oppure questo viene fallito senza un motivo vero e proprio.

Questa parte di gameplay ricorda molto i vari This is the Police, e compito del giocatore è quello di gestire al meglio le proprie risorse per compiere più missioni possibili, così da raccogliere ancora più informazioni. Tuttavia, il gameplay risulta abbastanza macchinoso ed è ben lontano dalla fluidità e dalla complessità di This is the Police. In ogni caso, il giocatore ha 7 giorni per farsi un’idea più o meno chiara di chi è che sta alle calcagna di Koch. Questo permette alle varie run di essere relativamente brevi, così da spingere il giocatore ha multipli playthrough. Tuttavia, le meccaniche ripetitive e non particolarmente chiare non giocano certo a favore del fattore rigiocabilità di Save Koch.

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La schermata di gestione degli incarichi ricorda molto quella di This is the Police

A risollevare comunque il gameplay ci pensa il comparto artistico: Save Koch eccelle in una cosa, e questa è esattamente la caratterizzazione del mondo di gioco e dei personaggi. Lo stile noir è molto ben realizzato, con uno stile fumettistico che rende molto bene l’idea di questo mondo inevitabilmente corrotto, dove anche le istituzioni partecipano al gioco criminale delle bande in città.

Per quanto riguarda invece il comparto tecnico, Save Koch non è per niente un gioco pesante, quindi non sfrutta le capacità di Nintendo Switch al limite, tutt’altro: il gioco gira bene, sia in portatile che in dock, e in fase di recensione non si sono riscontrati problemi tecnici di alcun tipo. L’unica sbavatura è il sistema di controlli: essendo un gioco pubblicato in principio su PC, Save Koch si presta bene a mouse e tastiera. L’adattamento al joystick non è niente di traumatico come potrebbe esserlo per altri gioci nati su PC, come Pillars of Eternity o Darkest Dungeon, ma al tempo stesso la macchinosità di questa trasposizione contribuisce, seppur in minima parte, alla macchinosità generale del gioco. E’ da notare che tra le lingue disponibili nel gioco non figura l’italiano; l’inglese utilizzato è abbastanza semplice, ma in ogni caso può rappresentare una barriera linguistica che preclude ad alcuni l’accesso a questo gioco.

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In conclusione, Save Koch è un gioco dalle premesse interessanti, che presenta un mondo di gioco peculiare e molto ben caratterizzato; l’idea di controllare un personaggio che non si muove per niente, e nel frattempo decifrare i piani di chi vuole assassinare il protagonista riesce a creare delle dinamiche sicuramente interessanti – sulla carta almeno. In definitiva, Save Koch si presenta come un’esperienza gradevole, vagamente minata da dei problemi strutturali, ma che per delle partite di breve durata è in grado di regalare momenti sicuramente intriganti.

Save Koch
Save Koch – Recensione
PRO
Storia interessante
Comparto artistico molto bello
Gameplay particolare...
CONTRO
...anche se a tratti un po' macchinoso
Fattore rigiocabilità minato dalla ripetitività del gameplay
Mancanza della lingua italiana
6.5
Chiuso in stanza