Murder By Numbers

Murder by Numbers – Recensione

Questo inizio 2020 non è stato certamente dei più promettenti. Fortunatamente Marzo è destinato a migliorare con uscite di alto profilo e con alcuni dei titoli indipendenti, annunciati nel corso del Nindie Direct di Dicembre. Dopo BloodRoots è il turno di Murder By Numbers, sviluppato da Mediatonic, pubblicato da The Irregular Corporation, e disponibile da oggi su Nintendo Switch a circa 12€.

Murder by Numbers somma una visual novel investigativa al Picross, il puzzle numerato capace di tenere incollati allo schermo per ore. Un connubio strano ma che, fin dal primo caso, mi ha lasciato piacevolmente stupito. Certo, se dietro al character design del cast troviamo Hato Moa (Hatoful Boyfriend), alla colonna sonora Masazaku Sugimori (Ace Attorney, Ghost Trick) ed alla regia Ed Fear (Hatoful Boyriend, Swords of Ditto, Heavenstrike), l’avventura non può che cominciare col piede giusto. Scopriamo perché Murder By Numbers è un titolo imperdibile in questo freddo marzo.

Ambientato nella Los Angeles del 1996, Murder By Numbers ci mette nei panni di Honor Mizrahi, un ‘attrice in un serial giallo, che è appena stata licenziata dal produttore della serie TV. Nel parcheggio, mentre cerca le chiavi dell’auto ancora distrutta per l’improvvisa notizia si imbatte in SCOUT, un robot volante che apparentemente non ha alcun ricordo. Mentre i due discutono, uno strillo li disturba, il produttore della serie è stato brutalmente assassinato. Honor si troverà quindi suo malgrado ad investigare l’omicidio per dimostrare la propria innocenza. La donna scoprirà di essere abbastanza portata per il nuovo lavoro e si troverà invischiata in altri casi mentre legherà sempre di più col piccolo SCOUT.

I dialoghi di Murder By Numbers sono ottimi, ma richiedono una buona conoscenza di inglese.

Pur essendo ambientata nel 1996, la visual novel di Mediatonic tratta temi attuali come il gender, l’abuso sessuale e la ricerca di una propria identità. Che sia quella lavorativa di Honor o quella vera e propria del piccolo Scout, il concetto chiave dell’identità personale è il fulcro della ventina d’ore di gioco. I due protagonisti sono gli attori principali di un ottimo racconto, diviso in quattro casi quasi sempre imprevedibili. Anche il resto del cast, con i dovuti stereotipi, convince il giocatore, in quello che è a tutti gli effetti una gestione degli eventi molto simile ad Ace Attorney, sebbene spogliata dei momenti in tribunale.

Non mi stupirebbe se in futuro arrivasse anche un secondo capitolo per ampliare ulteriormente le disavventure di Honor.

Ryan, l’ex-marito di Honor, nasconde un oscuro segreto.

Ho accennato alle meccaniche d’esplorazione simili alle indagini di Ace Attorney, che fanno da sfondo alle avventure di Honor. Nel gioco di Mediatonic, grazie al radar integrato in SCOUT potremo analizzare gli ambienti di gioco alla ricerca di indizi e prove schiaccianti. Ed è qui che entra in scena l’altro cuore pulsante di Murder by Numbers che lo distingue dalla serie sugli avvocati: il Picross (o Nonogram). Per chi non fosse familiare col puzzle d’ingegno, si tratta di una griglia numerata a cui bordi sono posizionati dei numeri. Queste cifre corrispondono ai quadrati neri da riempire (le celle) che, una volta selezionati completamente daranno vita ad un immagine.

Uno degli enigmi del secondo caso.

In Murder by Numbers è di vitale importanza portare a termine i puzzle, perché ognuno di questi corrisponderà ad una prova o ad un indizio per proseguire nella trama. Gli enigmi sono di difficoltà crescente, così con l’accumularsi delle ore, crescerà anche l’ampiezza delle griglie da affrontare. Risolvendo i puzzle senza aiuti, otterremo un punteggio che andrà a sommarsi e scaturirà nella valutazione finale del capitolo. Ottenere S non è particolarmente complicato, basterà infatti completare tutti i puzzle senza utilizzare gli aiuti offerti dal gioco (la possibilità di evidenziare gli errori o di riempire alcune caselle in modo casuale); verremo quindi ricompensati con altri enigmi da risolvere con cui svelare il mistero della memoria perduta di SCOUT.

Una delle prove del terzo caso.

Gli enigmi di Murder by Numbers sono sia il motivo per cui il gioco è divertente, sia quello per cui potrebbe non essere apprezzato da chi cerca azione o un gameplay frenetico. Ovviamente, se siete il secondo caso, questo non è un titolo che fa per voi, ma avreste dovuto intuirlo dal trailer di presentazione.

Murder by Numbers è perfetto per Nintendo Switch Lite e per la modalità portatile dell’ibrida della casa di Kyoto, nonostante non si possa utilizzare il touch per navigare nelle griglie o nell’esplorazione degli ambienti. Il titolo di Mediatonic è disponibile solamente in lingua inglese, e dati gli argomenti trattati non me la sento di consigliarlo a chi ha una conoscenza poco approfondita dell’idioma britannico.

Forse i giocatori occasionali non hanno mai sentito parlare di Hato Moa, ma nel campo delle visual novel è un character designer molto apprezzato. In Murder by Numbers, Moa ha seguito tutti gli stilemi per rendere facilmente riconoscibili il cast di personaggi principali, un po’ meno invece le comparse, banali e con poco mordente. I lineart 2d dei personaggi si muovono a schermo con una manciata d’espressioni a testa, ma la semplicità del tutto è immediata e riesce a portare in scena le situazioni drammatiche con efficacia.

SCOUT è il personaggio migliore del gioco.

Cullato dalle melodie inconfondibili di Masazaku Sugimori, mi sono lasciato assuefare dalla risoluzione delle griglie, migliorando man mano e apprendendo nuovi metodi di risoluzione dei puzzle. Spicca su tutto il piccolo SCOUT (che abbiamo già lodato qualche paragrafo fa), adorabile sia nell’aspetto esteriore che per la caratterizzazione vera e propria. Quasi da portare a fondo le indagini solo per scoprire tutto sul suo passato dimenticato.

Murder by Numbers è un ottimo ibrido tra due generi: sfruttare le soluzioni dei puzzle come prove per portare avanti il racconto non solo tiene il giocatore attaccato agli enigmi, ma lo spinge anche ad impegnarsi il più possibile per venire a capo dei misteri.

Una qualità difficile da trovare in un agglomerato di Nonegram.

Riuscire nell’impresa di sviluppare un’ottima storia e al contempo far spremere le meningi non è affatto facile. Un plauso quindi all’intero team di Mediatonic, che con poco più di un deca, vi consegna tra le mani Murder by Numbers.

Murder By Numbers
Murder by Numbers – Recensione
PRO
Dialoghi ben scritti e attuali
Puzzle di difficoltà crescente
Ottima colonna sonora
CONTRO
Purtroppo finisce
Non adatto a chi non apprezza il Picross
8.5
Obiez- ah no!