L’assioma dell’anima
Sarà capitato anche a voi, in qualche momento della vostra vita, di chiedervi cos’è l’anima e cosa la definisce. Una domanda molto più profonda e complessa di quanto possa inizialmente apparire e a cui forse non riusciremo mai a dare una reale risposta durante tutta la nostra esistenza. Soul Axiom Rebooted cerca di rispondere almeno parzialmente a questo quesito; cos’è un’anima se non l’insieme delle esperienze, dei ricordi e delle scelte compiute da un individuo? E’ con questa premessa che il gioco ci fa sprofondare nel mondo virtuale di Elysia, un contenitore dove poter visitare le anime nel passato, nel presente e per sempre.
Benvenuti su Elysia
Per quanto sia palesemente un elemento secondario nel pacchetto complessivo, la trama di Soul Axiom Rebooted si rivela più interessante del previsto. Certo fa largo uso di cliché ben conosciuti nell’ambito fantascientifico ed in particolare cyberpunk, peccando di originalità, ma non per questo poco interessante o priva di personalità. L’avventura che affronterà il protagonista è una sorta di viaggio metafiscio, in molti momenti sconnesso e fumoso, ma che si farà sempre più chiaro proseguendo nell’avventura, ma lasciando ampio margine all’interpretazione del giocatore. Ci ritroveremo appunto all’interno di Elysia, un database di anime, in questo mondo interpretate come i ricordi degli individui; i ricordi che andremo ad analizzare, ci renderemo presto conto, non appartengono al protagonista, ma sono un insieme di memorie appartenenti a diversi individui e diversi periodi storici, che ci aiuteranno però a ricostruire il profilo del nostro alter ego videoludico. La possibilità di avere a disposizione i ricordi di diverse persone non è altro che un pretesto per offrirci una varietà più amplia di situazioni e ambientazioni molto diverse loro. Il problema rimane sempre lo stesso ed appartiene più o meno a tutti gli esponenti dei puzzle game così criptici: a volte il fumo che contorna la trama diventa davvero difficile da diradare tanto da comprometterne la fruizione in più di una fase.
Soul Axiom Rebooted gioca tutti i suoi assi sul gameplay. Se la trama risulta un ottimo antipasto, la portata principale si rivela proprio impugnando i JoyCon (o il pro controller). La visuale in prima persona ci fa immergere ancora di più in un gameplay sicuramente peculiare ed originale. Non ci saranno infatti sparatorie o armi bianche da impugnare, le nostre sole armi saranno le nostre mani ed i poteri che di volta in volta sbloccheremo. Non è neanche corretto in realtà parlare propriamente di armi, dato che quando useremo i poteri sarà principalmente per interagire e risolvere i vari puzzle che ci ritroveremo lungo ogni ricordo. Anche i poteri che padroneggeremo daranno il via a situazioni disparate e diversificate fra di loro, adesso materializzando e smaterializzando oggetti, ora controllando le tecnologie, ora spostando oggetti avanti e indietro nel tempo; queste sono solo alcune delle soluzioni che il gioco ci mette a disposizione per risolvere puzzle impegnativi ed articolati, tanto da richiedere l’ausilio di carta e penna per aiutare la memoria tra le varie zone di gioco, senza fortunatamente cadere nella frustrazione ma proponendo di continuo situazioni diverse ed originali. La difficoltà del gioco si colloca nella media, con dei picchi nelle fasi finali che tendono ovviamente a puntare l’asticella verso l’alto, con un ritmo che va dal rilassato al concitato, alternandolo con le giuste dosi. Volendo fare un paragone azzardato, il gioco ha la stessa carica innovativa di Portal nell’ormai lontano (videoludicamente parlando) 2007, data la sua natura indie ed un comparto tecnico non privo di qualche problema, come analizzeremo poco più avanti, l’impatto e la risonanza che ha avuto nel settore è ovviamente inferiore, neanche paragonabile al capolavoro di Valve, ma i ragazzi di Wales Interactive hanno sicuramente dimostrato il loro pontenziale ma ancora di più di essere una fucina di idee in produzione continua.
Una perla grezza
Se la trama e il gameplay saziano a pieno la nostra fame virtuale rivelandosi delle ottime portate, è un vero peccato non poter dire dulcis in fundo. In realtà l’aspetto meno riuscito dell’opera si palesa fin da subito, parliamo ovviamente del comparto tecnico. Non fraintendetemi, non parliamo di un comparto tecnico pessimo, ma è un po’ quando al ristorante dopo una cena da leccarsi i baffi, per chiudere vi si presenta sul piatto un dolce palesemente preconfezionato; il gusto non è cattivo, ma rischia di compromettere l’esperienza che fino a quel momento è stata perfetta, ancor di più se pensiamo che questa versione di Soul Axiom è la Rebooted. L’opera mostra a pieno in questo senso la sua natura indie, dove la coperta è necessariamente corta per i soliti motivi economici, e tirando di qua e di là qualche parte rimane sempre scoperta. Ci si accorge da subito che la quantità di poligoni presenti a schermo sono piuttosto limitati, ricordando in molti momenti un’opera di due generazioni fa e le texture fanno poco per migliorare la situazione. Quantomeno la resa grafica è migliorata grazie ad un aumento della risoluzione, 900p in dock e 720 in modalità portatile. Fortunatamente le risorse a disposizione sono state utilizzate per rendere le animazioni il più possibile fluide ed i comandi responsivi e privi di input lag. Fatta eccezione per qualche bug minore, che non ha mai intaccato la fruibilità del gioco, il gioco non presenta grossi errori rimanendo quindi tutto sommato un esperienza fluida e godibile anche sotto l’aspetto tecnico.
Sotto l’aspetto artistico il titolo invece si difende piuttosto bene, ricordando molto da vicino la veste grafica di Tron grazie anche alla sua veste grafica in low poly che restituisce a pieno la sensazione di un mondo virtuale e con bordi e dettagli evidenziati da luci neon, presenti anche per molti degli effetti dei poteri presenti nelle nostre mani.
A patto di non ricercare il graficone, Soul Axiom Rebooted saprà regalarvi circa quindici ore di puro ed originale intrattenimento grazie ad un gameplay fuori dagli standard più blasonati e tante idee convincenti. In questa edizione sarà anche disponibile giocare grazie ai sensori di movimento dei JoyCon, così da poter utilizzare i poteri come se fossero realmente nelle nostre mani, una piccola chicca in più per un titolo che, con tutti i suoi difetti, riesce comunque a regalare un’esperienza unica ed appassionante, divertendo dall’inizio alla fine.