Warriors Orochi 4 Ultmate

Warriors Orochi 4 Ultimate – Recensione

Non nascondo di essermi sempre trovato interessato al processo creativo dietro Dynasty Warriors, uno strategico d’azione molto versatile e soprattutto divertente. Ricordo con molto piacere  quando da piccolo iniziai ad approcciarmi alla conoscenza di questa vasta saga giapponese con il suo primo esordio nel 1997 per la storica PlayStation. In preda a questo turbinio nostalgico di ricordi d’infanzia, ho provato a recuperare un gioco in particolare della serie de “I tre Regni senza rivali” uscito su PlayStation 2, ovvero Dynasty Warriors 5. Rispetto ai suoi predecessori, il titolo in questione evidenzia un netto passaggio tra lo stile strategico a quello più votato all’azione e all’immediatezza. Infatti non è un gioco casuale, poiché si tratta dello spartiacque, assieme a Samurai Warriors 2, creato dagli sviluppatori Omega Force e Koei Tecmo Games per proporre al grande pubblico Warriors Orochi, un musou hack ‘n Slash condito da mescolanze ludiche abbastanza peculiari e all’avanguardia per l’epoca in cui è stato distribuito. Un’opera che senza mezze misure si è dichiarata nel panorama videoludico orientale – successivamente anche in quello occidentale – per via del sotto-genere imbastito, con degli elementi di gameplay sicuramente semplici da comprendere ma dalla profondità inaudita. Questo crossover delle serie principali di Koei è uno dei più duraturi e acclamato dai fan, poiché affronta molte delle dinamiche che abbiamo imparato a conoscere in generale nei “Warriors” con un pizzico di sperimentazione in più.

Come è ovvio aspettarsi, il nostro punto di vista occidentale verso i videogiochi è leggermente differente rispetto ad esempio a quello nipponico. Ciò potrebbe far intendere che alcuni titoli molto conosciuti e apprezzati in quel versante terrestre, qui da noi, oppure anche in America, non avrebbero la stessa risonanza a livello mediatico. La risoluzione è abbastanza semplice: purtroppo alcuni dei giochi di punta, non sono stati proposti nel nostro mercato e quindi la raccolta della serie è di poco inferiore a quella “originale concepita”. Fortunatamente, questo aspetto importante non riguarda il musou Orochi, che invece ha sempre intrattenuto e proposto una gran varietà di situazioni all’interno di ambientazioni tipicamente da giappone feudale. La longevità è uno degli ottimi tratti indistinguibili che rappresentano l’opera, così come il numero di personaggi giocabili sbloccabili nel corso dell’avventura. Ma sono alcuni degli esempi che è possibile fare, visto la mole di cose da poter seguire in più riprese. Una singola sessione di gioco, riesce a restituire al giocatore un senso di appagatezza grazie alla divisione in capitoli. Non può considerarsi un genere “mordi e fuggi”, bensì un qualcosa che riesce ad intrattenere per la componente massiccia ludica, ma che rientra comunque sempre negli stessi canoni proponendo una trama molto lineare e quasi “sorvolabile”. Ormai lo sappiamo un po’ tutti, il sotto-genere dei musou non eccelle sicuramente per la complessità dei dialoghi o per gli intrecci narrativi. Ad esempio, per gli amanti di Zelda, esiste perfino sulla recente console Nintendo Switch Hyrule Warriors Definitive Edition, un gioco discreto ma che non risalta nessun aspetto della trama e si dimostra senza remora ripetitivo alla lunga.

Per ostentare a questa credenza della ripetitività dei musou Koei ha sviluppato, e successivamente rifinito in una veste migliorata, la quarta edizione uscita al termine del 2018, chiamando il gioco proprio Warriors Orochi 4 Ultimate. Disponibile dal 14 febbraio 2020 (dal 17 gennaio è stato rilasciato in digitale) in versione retail completa dell’edizione base e del DLC su Nintendo Switch e pubblicata dalla divisione Europea di Koei Tecmo, la versione di Orochi 4 Ultimate non si tratta solamente di un’estensione di ciò che abbiamo potuto vedere due anni fa, bensì di un titolo totalmente rivalutato e che aggiunge alla storia principale una moltitudine di personaggi ed eventi. Venduto a chi già possiede la versione “non ultimate” come DLC al prezzo di 39,99 euro. Mentre ai nuovi, dovrete accontentarvi di acquistarlo alla modica cifra di 69,99 euro. Per questo ci tengo a precisare proprio adesso in procinto di iniziare a trattare la recensione sotto un punto di vista completamente oggettivo.

Warriors Orochi 4 Ultimate
I combattimenti sono davvero spettacolari, così come alcune mosse e combinazioni tra i tre personaggi del party!

La tempestività prima di tutto!

L’introduzione di personaggi già conosciuti e provenienti dalle rispettive saghe principali come Dynasty Warriors e Samurai Warriors, è di gran lunga un valore aggiunto al titolo Orochi. Koei ha attentamente valutato la selezione assieme al fidato team Omega Force di ogni singolo protagonista da introdurre nel crossover, ampliando così possibili sfaccettature diverse e trame alternative. Dopo aver già costruito una narrazione abbastanza lunga e che non sembra ancora oggi avere fine, quello che sin da subito viene messo in risalto nel musou è la scelta di affidare alcune quest preliminari a personaggi semi-sconosciuti (almeno all’apparenza), lasciando che quelli meglio noti possano fare la loro introduzione solo successivamente al lungo prologo. In questo modo si ha la possibilità di conoscere le basi tecniche e di comprendere lo stile narrativo alle spalle di Warriors Orochi. In quanto deriva di un mondo prettamente feudale giapponese con samurai e guerrieri con lame affilate, di cui storia non differisce dalle precedenti edizioni numerate della serie. A cambiare invece è l’impronta data per seguire il solito incipit.

Ma dove eravamo rimasti l’ultima volta? All’inizio, senza nasconderlo, non lo ricordavo nemmeno io. Diciamo che in questo Koei ha fatto un po’ la mossa più furba: per chi non avesse avuto l’occasione di provare i titoli precedenti o semplicemente è trascorso molto tempo dall’ultima sessione, il gioco propone un piccolo ed essenziale video animato in CG con quello che è accaduto di recente al mondo. Warriors Orochi, per far sì che i personaggi tra i vari “universi” possano mescolarsi, improvvisa delle vere e proprie spaccature dimensionali facendo fuoriuscire chi proviene da altri contesti. Un espediente ampiamente visto e usato, nulla di nuovo. In questa quarta edizione, vediamo l’implacabile e temibile Zeus, divinità Greca presente nell’immaginario dietro il gioco, scagliare al mondo terreste dei bracciali speciali a forma di serpente uroboro in grado di alterare l’uomo dandogli dei poteri “soprannaturali” e non solo. L’avventura ha inizio con lo scontro di più fazioni contrapposte, alla ricerca di questo spasmodico Ouroborus ambito soprattutto dai cattivi di turno che desiderano appropriarsene per raggiungere le vette dell’Olimpo. Il rimando alla mitologia greca è ovviamente sprecato, eppure in Warriors Orochi 4 è sapientemente amalgamato alla storia legata ai singoli personaggi e risolve quei buchi creati dall’unione di saghe non propriamente collegate.

La storia si sussegue in una moltitudine di capitoli racchiusi a loro volta in cinque grandi paragrafi conclusivi, così da dipanare tutte queste sfaccettature solamente accennate poc’anzi. Le variabili di sbloccare personaggi conosciuti dopo la seconda metà del gioco è molto alta, anche perché sono presenti solo pochi colpi di scena di maggior rilievo e che trovano un contesto più che azzeccato solo con la presenza di “certuni”. La componente narrativa è sicuramente interessante e ben articolata. I dialoghi vengono gestiti in più maniere, come ad esempio in sequenze interamente animate, durante gli scontri (abbastanza scomodo soprattutto da leggere) o in riquadri con personaggi sagomati in pieno stile visual novel. In qualunque modo, non rimarrete a secco di parole o retroscena pittoreschi dietro ai personaggi coinvolti nelle battaglie dell’avventura. L’approccio è quello giusto, anche se può ritenersi “esasperante” per il troppo testo se gestito in lunghe sessioni. In aggiunta, la lingua disponibile è solo in inglese, con doppiaggio in giapponese. Gli intervalli con scene animate sono una o due per capitoli, eppure svolgono la funzione di staccare da visuali troppo statiche e che potrebbero annoiare un giocatore meno avvezzo. Le quest secondarie sono parecchie e suddivise come obiettivi da compiere nel bel mezzo dei combattimenti nelle aree proposte come scenari di guerra.

Warriors Orochi 4 Ultimate
Il fan service è alto: qui scorre il carattere giapponese di ogni rappresentazione artistica, con una trama molto lineare ma che stupisce di più per i personaggi dalla buona profondità.

Una veste fatta su misura

Come dicevamo all’inizio, il valore che giustifica un po’ la presenza nel mercato di Warriors Orochi 4 Ultimate è la varietà di personaggi e il buon gameplay migliorato sotto diversi aspetti. In primis, questa versione introduce nel florido roster di personalità Ryu Hayabusa, protagonista indiscusso di Ninja Gaiden e presente anche nel picchiaduro Dead or Alive. La sensazione è quella di voler tornare nuovamente a stupire con introduzioni di spicco e che possano convincere sia il vecchio che il nuovo giocatore, lasciandosi trasportare da un genere non propriamente fresco e che aggiunge qualche particolarità all’hack ‘n slash. L’offerta contenutistica è ottima e dai connotati molto più che longevi. Dopotutto raccapezzarsi alla conclusione è un’impresa assai ardua: non è da terminare in una manciata di ore, ma in una quarantina di ore piene di tantissime cose da fare. In più, l’edizione Ultimate aggiunge una quantità di eventi spropositati che da soli vi basteranno per aumentare l’avventura di circa altre venti ore. Tra costumi, aree e oggetti come armi nuove, Warriors Orochi per Switch difende a spada tratta il sotto-genere dei musou, proponendo inoltre un gameplay stratificato su più livelli e dove fa da padrone la gestione in-game (in tempo reale) dei combattimenti con la combinazione dei tasti. La semplicità di passaggio tra un personaggio e l’altro (un party è composto di tre elementi per volta) avviene mediante la pressione di uno dei due grilletti ZL o ZR. In una maniera alquanto repentina, vi ritroverete a dover combinare più mosse e specialità differenti in pochissimi secondi.

La velocità d’esecuzione in un musou è tutto: non basta avere una quantità spropositata di nemici da sconfiggere tutti presenti in location, bensì delle azioni chiamate appunto “mosse musou” che servono per contrastare l’avversario e decimarlo con colpi scenici da maestro. Fra le mosse classiche con armi (esistono personaggi che utilizzano il corpo a corpo come metodo di attacco), esistono le magie offerte dal potere delle divinità. Con questi artefatti potrete invece creare delle situazioni maggiormente di impatto verso il nemico ed avere una profondità del gameplay lievemente migliore. Colpi magici che servono specialmente per colpire quegli avversari chiamati Chaos Origins non soggetti invece ai danni normali. Nel gioco troverete anche situazioni legate alla gestione dei personaggi, come avviene nei comuni giochi di ruolo. Tuttavia questo aspetto è un po’ trascurato, poiché non potrete agire in prima persona sulle statistiche o sulle abilità da scegliere. In questo Orochi 4 è molto guidato, quindi non vi resta che farvi condurre in questa avventura scatenando colpi un po’ ovunque e sconfiggendo i boss per avanzare nelle mappe.

Le aree di gioco sono tante, solo che l’unica pecca è la varietà di oggetti o strutture su schermo che diventano ripetitive quanto il gameplay stesso. Purtroppo il gioco vuole raggiungere l’apertura di un open-world, riuscendoci solamente a metà: le situazioni non sono tante, inoltre gli scontri sono prettamente veloci e non lasciano molte interpretazioni a nascondigli o luoghi segreti da scovare. Il level design è abbastanza valido, non probabilmente uno dei migliori del genere. Rispetto alla variante musou di Zelda, questo si concentra più sull’aspetto dei personaggi e la gestione di essi, non sull’ambiente ricreato dalle due serie principali a cui è tratto. Invece quello che più incuriosisce sono le modalità a nostra disposizione: tra una challenge mode con sfide giornaliere, ad una infinity mode dove dovremo scalare la vetta di una torre dell’olimpo suddivisa in dodici sezioni per raggiungere Zeus, un po’ come accadeva in Mortal Kombat.

Warriors Orochi 4 Ultimate
Più colpi riesci ad eseguire nel minor tempo possibile, maggiore sarà il danno e l’esperienza acquisita successivamente.

Il tripudio di Koei Tecmo Games: tra Dynasty Warriors a Samurai Warriors

Se dal lato puramente ludico del gameplay il gioco si propone come una garanzia del sotto-genere degli hack ‘n slash, come si comporta piuttosto Warriors Orochi 4 Ultimate tecnicamente su Nintendo Switch? La componente tecnica è davvero buona sotto il punto di vista del frame-rate quasi fisso. Ci sono alcune incertezze quando l’azione diventa più concitata e gli elementi poligonali si sovrappongono fra loro. Ciò avviene in maniera più precisa quando useremo una delle abilità speciali disponibili dal potere magico contro una mole di nemici superiore al normale. In teoria, gli avversari “identici” e sacrificabili si suddividono in blocchi da cinquanta unità o più. Eppure questa non è la norma, poiché possono capitare delle squadre sovrapposte dovute dallo spostamento del nostro personaggio tra una sezione della mappa all’altra senza aver ucciso nessuno. In questi casi sì, sono avvertibili i cali dovuti probabilmente da un caricamento trasparente del nuovo scenario. Un altro problema strutturale del gioco è la scarsa profondità di campo, con pop-up invadenti quasi a ridosso del vostro personaggio. Non avendo avuto modo di provare altre versioni al di fuori di quella per Switch, non ho l’occasione di convalidare se questo sia un problema isolato o riguardi anche le altre console.

La veste grafica invece è ottima. I personaggi sono molto curati nell’estetica, così come gli ambienti statici di ogni location. Le animazioni sono rese molto più veloci volutamente, quindi non c’è nulla di strano a riguardo. Essendo un musou, l’accessibilità e la resa è tutto. Del resto il genere cardine quasi impone che sia così e tutto sia fatto con estrema precisione. Per quanto riguarda il comparto audio/musicale, le sonorità espresse in Orochi sono abbastanza orecchiabili e invogliano il giocatore a proseguire negli scontri con la stessa intensità. Gli scontri in campo aperto sono accomoagnati da un sottofondo ben orchestrato e coinvolgente. La musica dopotutto fa parte del gioco quanto la narrazione, si tratta di un elemento molto importante e che non andrebbe mai sottovalutato.

Warriors Orochi 4 Ultimate
Purtroppo è davvero difficile seguire i testi ed i dialoghi durante gli scontri, sopratutto perché la lingua doppiata è in giapponese.

In conclusione, Warriors Orochi 4 Ultimate è un musou action davvero interessante e che sotto tanti punti di vista merita di essere giocato. Sotto il punto di vista di un fan, l’edizione non aggiunge molto alla serie. Nello stesso modo, se siete già in possesso del gioco principale, il DLC ha un prezzo un po’ troppo elevato rispetto a quello che propone: le migliorie grafiche (aggiornate comunque di default nell’edizione base), nuovi scenari e nuovi personaggi potrebbero non saziare il vorace stomaco di un fan appassionato. Piuttosto, per un novizio gli aspetti sono nettamente diversi: si tratta del titolo più completo in circolazione e che, oltre ad essere una forte garanzia del genere, dispone di una qualità molto elevata. Immediato come pochi, facile come tanti.

Warriors Orochi 4 Ultmate
Warriors Orochi 4 Ultimate – Recensione
PRO
L'esecuzione della storia è interessante;
Un buon capostipite del sotto-genere dei musou;
Gameplay veloce e divertente;
Una mole di personaggi invidiabile;
Colonna sonora buona.
CONTRO
Molto ripetitivo alla lunga;
La versione DLC purtroppo non aggiunge molto al gioco base (visto il prezzo);
Qualche sporadico calo di frame-rate;
Profondità di campo limitata (pop-up a ridosso del personaggio).
8.3
Avvincente!