3000th Duel

3000th Duel – Recensione

Sono state spese milioni di parole sull’impatto che la serie dei Souls di From Software ha avuto sull’orizzonte videoludico. Tanta è stata la sua influenza, che è stato solo una questione di anni prima che i vari sviluppatori indie prendessero quel concetto e lo riproponessero in maniera personalizzata. Primo esempio di questo filone fu Salt & Sanctuary, vero e proprio clone di Dark Souls, che però riesce a mantenere una personalità propria, presentando un’esperienza che in definitiva non ha quasi nulla da invidiare a ben più blasonati action/rpg. Oggi, andiamo a vedere 3000th Duel, gioco che rientra nello stesso filone “inaugurato” da Salt & Sanctuary. Il gioco sviluppato dallo studio coreano Neopopocorn si presenta come un’esperienza solida, in grado di regalare un livello di sfida abbastanza alto, in un mondo di gioco con una discreta personalità. Riuscirà questo gioco a rendere onore alla tradizione cui si allaccia? Andiamo a scoprirlo insieme.

3000th duel

Prendendo forte ispirazione dalle recenti produzioni From Software, anche in 3000th Duel la storia rimane vaga e soltanto proseguendo nel gioco, si avrà più cognizione di cosa sta accadendo nel mondo di gioco ed al protagonista. Motivo scatenante della narrazione è comunque la ricerca della memoria del protagonista, che per qualche misterioso motivo è andata persa.

Il gameplay è quello classico di qualsiasi metroidvania: il giocatore si muoverà all’interno di una mappa di moderate dimensioni; alcune parti di questa mappa però sono irraggiungibili, e per arrivarci è necessario avere l’oggetto o l’abilità necessaria. Le varie parti della mappa sono disseminate di nemici, sconfiggendo i quali si raccolgono i punti karma. Questi punti karma funzionano come le anime di Dark Souls: questi infatti vengono spesi per aumentare le varie statistiche, e quindi avanzare di livello. Chi è familiare con la serie di From Software, avrà una sensazione familiare a navigare la schermata con le statistiche, che è particolarmente uguale a quella in Dark Souls. Oltre ai punti karma, è presenta anche un albero delle abilità che si possono sbloccare avanzando di livello.

Per salire di livello, bisogna recarsi presso delle statue che sono collocate all’inizio di ogni nuova area. In aggiunta a questa, è presente anche un’altra statua che permetterà di recuperare tutta la vita, le pozioni di guarigione, e anche di salvare il gioco.

3000th duel

Come detto, avanzando per la mappa ci si imbatterà in numerosi nemici, e il giocatore ha a disposizione diversi modi per sbarazzarsene. Durante il corso del gioco, vengono trovate diverse tipologie di armi che possono essere equipaggiate: tra spade, asce, e chi più ne ha più ne metta, riesce a garantire una buona varietà nell’approccio alle battaglie. Questo perché, ovviamente, ogni arma ha un moveset diverso, e sta al giocatore provarle tutte e trovare quella con cui si trova più a proprio agio. Oltre agli attacchi fisici normali, e ad un attacco/abilità la barra del quale si ricarica più colpi si infliggono al nemico, e anche due slot per le magie, le quali vengono acquisite nel corso del gioco. Purtroppo, non è possibile parare gli attacchi dei nemici, è però possibile utilizzare una schivata, che richiede un po’ di tentativi prima di essere padroneggiata alla perfezione.

Pezzo forte di questo tipo di giochi sono le boss fight, e 3000th Duel non è sicuramente da meno. Queste battaglie sono discretamente impegnative, e bisogna imparare bene il pattern del nemico per poter uscire vittoriosi dallo scontro. In caso di sconfitta, così come anche contro I mob normali, il giocatore morirà e ricomincerà dalla versione di questo gioco del falò, e tutti i punti karma saranno persi. Per recuperarli, bisogna ritornare nel luogo dove si è stati sconfitti, dove si troverà una sfera fluttuante la quale, una volta distrutta, restituirà i punti karma perduti.

3000th duel

Per quanto riguarda il comparto artistico, 3000th Duel presenta un’estetica 3D non particolarmente ispirata, ma con carattere sufficiente per essere abbastanza unica. Gli ambienti non sono molto memorabili, ma si limitano a fare il loro dovere. Altro discorso invece per l’artwork dei mob e dei boss, che sono di qualità notevole. La colonna sonora, sulla falsariga di un qualsiasi Dark Souls, passa un po’ in secondo piano e si limita a fare il suo dovere, senza risultare memorabile. Essendo il gioco molto leggero e non particolarmente pesante sulla GPU né sulla CPU, non si sono riscontrarti problemi in corso di recensione, e 3000th Duel gira alla perfezione con una buona responsività dei comandi.

In conclusione, così come aveva fatto Salt & Sanctuary, anche 3000th Duel vuole presentarsi come un clone di Dark Souls, il quale però strizza l’occhio anche ai platformer. Muovendosi per la mappa, il giocatore passerà il tempo a farsi strada a suon di fendenti e a saltare da una parte all’altra, cercando di aprire la scorciatoia che riporta alla statua per salvare il gioco. Con uno stile artistico discreto, 3000th Duel si presenta come un metroidvania non particolarmente ispirato, ma comunque godibile ed in grado di offrire un buon grado di sfida. Se andati matti per i vari Dark Souls o per i metroidvania in generale, 3000th Duel è una buona alternativa e va ad aggiungersi alla lista di indie metroidvania capaci di regalare qualche ora di divertimento.

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Qui di seguito le specifiche del computer dove è stata eseguita la recensione del gioco:

  • Sistema Operativo: Windows 10
  • Processore: Ryzen 5 3600
  • GPU: Nvidia RTX 2060 Gaming Z
  • RAM: 16 GB

Requisiti Minimi:

3000th Duel
3000th Duel – Recensione
PRO
Buon grado di sfida
Ha tutto quello che un metroidvania dovrebbe avere...
CONTRO
...ma non ha niente di diverso rispetto a qualsiasi altro metroidvania
Colonna sonora un po' sottotono
7
Un discreto metroidvania