Quando Vitamin Connection è stato annunciato per la prima volta, devo ammettere di non aver colto immediatamente lo spirito di questo nuovo gioco esclusivo per Nintendo Switch nato dalla mente dei bravissimi ragazzi di WayForward. Vedere i creatori di Shantae lavorare ad un titolo (apparentemente) incentrato sui minigiochi, seppure dal design accattivante, mi ha fatto temere che questo loro strano progetto potesse essere un furbo modo per temporeggiare durante l’attesa del nuovo capitolo con protagonista la famosa geniessa dalla folta chioma viola. Dopo averne sviscerato ogni singolo contenuto sono più che contento di ricredermi circa il mio giudizio iniziale, poiché ho avuto il piacere di prendere parte ad un’avventura originale che, seppure con qualche difetto, si è dimostrata essere una delle poche che allo stato attuale sfrutta così bene tutte le feature offerte da Nintendo Switch.
Vitamin Connection ci immerge in un contesto alquanto bizzarro, poiché prenderemo parte alle vicende che ci verranno narrate non nei panni della famiglia protagonista dell’avventura, i Sable, ma in quelli di Vita-Boy e Mina-Girl, le due metà di una prodigiosa pillola in grado di curare ogni male. Un totale di sei storie ci mostreranno un giovane Sable alle prese con una lieve febbre, sua madre intenta a curare un forte raffreddore, addirittura il cane in seguito ad un’indigestione di cioccolata, ed alcune altre simpatiche trovate che ovviamente non vi racconteremo per non rovinarvi la sorpresa, il tutto accompagnato dal tipico umorismo che caratterizza le produzioni firmate WayForward.
Tutto incomincia, dunque, all’interno del più grande dei due figli dei Sable; un livello piuttosto semplice che fungerà da ottimo tutorial per illustrarci le bizzarre meccaniche del gioco. Dovendo scegliere un genere con il quale etichettare Vitamin Connection nel suo insieme, probabilmente tirerei in ballo gli shot ‘em up tradizionali, nei quali una navicella deve farsi strada in scenari più o meno stretti stando attenta a non soccombere ai nemici ed agli ostacoli ambientali. In questo gioco si procederà esattamente in questa direzione, affidandoci non ad armi spara proiettili e numerosi power-up ma ad un ben più efficace Raggio Vitaminico in grado di annientare i batteri ostili e di farci strada tra le pareti interne degli esseri che visiteremo.
Già dal secondo livello otterremo la possibilità di comandare un gancio meccanico, con il quale interagire con alcuni oggetti che possono essere trascinati lungo il percorso sia per offrirci riparo sia per essere rimossi dalla nostra traiettoria. Questo gancio si rivelerà molto utile ma altrettanto difficile da manovrare, specialmente se deciderete di affidarvi ai controlli giroscopici della console. In ogni caso con un pò di pratica non avrete alcun problema ad arrivare indenni ai titoli di coda, scoprendo che la vera sfida arriverà nel post game, del quale vi parleremo a breve.
Una delle caratteristiche che più abbiamo apprezzato del level design di Vitamin Connection si sposa con il suo stesso character design. L’idea di rappresentare Vita-Boy e Mina-Girl come fossero parte integrante di un JoyCon rosso-blu infatti non è fine a sé stessa, e viene spesso sfruttata per obbligare il giocatore a rompere alcuni filamenti colorati andando a premere su questi con l’estremità del colore corrispondente della capsula che sta guidando. In questo modo è necessario ruotare costantemente la navicella e dunque prestare attenzione all’ambiente circostante, cercando di non esaurire la propria essenziale energia vitale, comunque ripristinabile parzialmente grazie ad alcune stelline disseminate qua e la.
I livelli di Vitamin Connection non sono lineari, ma offrono diversi bivi (che fungono anche da checkpoint) attraverso i quali raggiungere i punti chiave delle mappe, in corrispondenza degli organi vitali del nostro malato, rappresentati da dei brevissimi minigiochi. Questi non sono moltissimi, meno di dieci, e seppure l’intento iniziale sembrava quello di renderli protagonisti dell’esperienza finiranno per svolgere un ruolo marginale nell’avanzamento nel gioco. In ogni caso i minigiochi risultano molto vari tra loro e sufficientemente ispirati da non dare mai a noia, garantendo divertimento anche in queste sezioni che potremmo considerare le boss fight del gioco.
Ciascuna storia, ad esclusione dell’ultima, contiene al suo interno anche delle stelle ioniche che fungono sia da collezionabile sia da requisito fondamentale per accedere ai cinque livelli bonus che compongono l’avventura, senza i quali è ovviamente impossibile finire il gioco al 100%. Personalmente ho apprezzato molto questa caratteristica, anche se avrei preferito che queste stelle fossero state disposte in maniera meno evidente, visto che raccoglierle tutte non richiede particolari sforzi oltre a quelli di visitare ogni percorso delle mappe. Questo fattore, per esempio, limita la rigiocabilità di Vitamin Connection, le cui ore necessarie per completarlo si contano sulle dita di una mano. Sarebbe bastato rendere l’esperienza più arcade, magari con una leaderboard globale e dei punteggi più sofisticati, che invece si limitano ad un contatore di combo.
C’è da segnalare, comunque, che una volta terminata la storia principale è possibile accedere ad una seconda run separata che funge da modalità difficile. Questa non si limiterà a farci ripercorrere il percorso già tracciato da Vita-Boy e Mina-Girl, ma ci farà prendere parte alla trama del gioco da un punto di vista completamente diverso, nei panni di due nuovi personaggi dei quali avremo già fatto conoscenza. Una trovata simpatica e funzionale, che non rappresenta un semplice pretesto per allungare il brodo ma che anzi ci sentiamo di premiare a pieni voti, visto che anche il gameplay è stato riadattato alle circostanze.
Fino a questo momento non vi ho parlato di Vitamin Connection come se fosse un originale titolo votato al solo single player, ma questo non è assolutamente corrispondente al vero. Se vi parlo della componente multiplayer del gioco solo in questo momento è perché dopo aver provato a fondo il gioco ho piacevolmente riscontrato come, nonostante il titolo stesso spinga il giocatore in tutti i modi di farsi accompagnare da un second player, questo è godibile allo stesso modo in entrambe le modalità.
Fin dal primo istante nel menu gioco ci accorgeremo infatti che di default Vitamin Connection si avvia predisposto per accogliere due giocatori distinti, a ciascuno dei quali viene richiesto di utilizzare un singolo JoyCon in posizione differente. La modalità single player, per quanto identica nei contenuti viene gestita con un save game completamente distaccato. Giocare in due in ogni caso cambia radicalmente l’esperienza, da un lato aumentando la difficoltà generale dell’avventura, che qui ovviamente richiede maggiore coordinazione, dall’altro riuscendo a sfruttare molto di più quelle che sono le caratteristiche offerte dall’ibrida Nintendo. Per fare un esempio concreto, uno dei minigiochi che maggiormente mi ha colpito è uno il cui gameplay è ispirato al celebre Frogger, dove uno dei giocatori deve muovere una navicella lungo l’asse orizzontale mentre all’altro è affidato il compito di attraversare la strada sfruttando il sensore infrarossi del JoyCon. Se considerate che in modalità single player lo stesso minigioco viene gestito semplicemente tramite l’uso combinato dei due analogici capite in fretta quanto queste lievi trovate possano effettivamente rendere il tutto più piacevole. Questo discorso è abbastanza generale, e dunque se non vi spaventa dover procedere con un approccio più trial and error farvi accompagnare da un amico potrebbe essere una decisione vincente.
Una nota di merito va infine agli splendidi accompagnamenti sonori, che non si limitano a semplici motivetti o effetti sonori, ma bensì a vere e proprie canzoni che difficilmente vi usciranno dalla testa in quanto molto orecchiabili e ben contestualizzate con lo spirito della produzione.
Vitamin Connection è insomma un progetto più che riuscito, che dimostra ancora una volta l’enorme versatilità di WayForward, uno degli studi di sviluppo più talentuosi del panorama indipendente odierno. Con il prezzo di 18 euro (per la versione digitale) avrete accesso ad un’avventura originale e che può essere perfettamente goduta sia in single player che in compagnia di un amico, in grado di sfruttare tutte le caratteristiche di Switch come forse nemmeno Nintendo ha fatto fino ad oggi. Noi vi consigliamo caldamente l’acquisto, siamo certi che difficilmente ne rimarrete delusi!