EQQO

EQQO – Recensione

Dopo averci donato Lydia, un’avventura narrativa peculiare che prende spunto dalle esperienze d’infanzia di uno dei suoi sviluppatori, il publisher Nakana.io torna ad immergerci in una storia romantica e personale, che ancora una volta farà appassionare i giocatori al suo particolare protagonista.

Questa volta è il turno dello studio di sviluppo Paralles Studio e del loro EQQO, un puzzle game dalla forte componente narrativa che ha già fatto parlare di sé a seguito del suo rilascio in formato VR per Oculus Go e dispositivi mobili, pronto a sbarcare anche su Nintendo Switch con una versione rivisitata per essere fruita in tutte le modalità previste da questa meravigliosa console.

EQQO
Nel mito del Dio Serpente, questa creatura è simbolo di vita e prosperità.

Eqqo non è solo il nome del gioco, ma anche quello del suo protagonista, un ragazzino nato cieco e con una grandissima passione per i miti e per le leggende della cultura etiope. Tra queste, avremo la possibilità di conoscere quella dedicata al Dio Serpente, un enorme rettile simbolo di vita e prosperità il cui compito è quello di deporre speciali uova da far schiudere successivamente presso l’Albero Madre.

Se da un lato la bianca divinità è tutt’altro che pericolosa e, anzi, ha come compito quello di difendere la natura e le sue creature, dall’altro ci ritroveremo ben presto schiaffata in faccia la crudeltà dell’uomo, in questo racconto rappresenta da una terribile creatura che risponde al nome di Campanaro. Questo, senza alcuna pietà, ucciderà il Dio Serpente e sarà di conseguenza compito di Eqqo, simbolo dell’innocenza, prendersi cura del suo uovo intraprendendo un viaggio educativo che non mancherà di lanciare messaggi di sensibilizzazione al giocatore.

Il carattere di intimità dell’avventura è assicurato dalle modalità di narrazione, che avvengono attraverso una narratrice che non solo è la madre del giovane, ma che fa le veci del giocatore potendo interagire in maniera diretta con tutto ciò che circonda suo figlio. Saeda, questo il nome della dolce donna, riesce a guidare Eqqo attraverso la sua avventura senza mai risultare invadente, permettendo al giovane di instaurare un potente legame con il suo amico uovo.

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La narratrice ha sempre una parola dolce per il suo adorato figlio.

Devo ammetterlo, il primo approccio con EQQO non è stato del tutto positivo. Questo a causa di un paio di fattori, legati principalmente al comparto grafico della prima grande area di gioco ed a un sistema di controllo che va metabolizzato prima di poter essere realmente apprezzato, complice l’origine VR della produzione.

I primi momenti del titolo firmato Parallels Studio li passeremo infatti in una vasta pianura i cui ambienti ci sono sembrati fin troppo spogli considerando il messaggio che il team vorrebbe trasmetterci, ma fortunatamente non è lì che si intende svolgere il racconto. Ben presto infatti varcheremo la soglia di un enorme tempio, all’interno del quale potremo godere non solo di una lunga serie di piacevoli enigmi ma anche di un level design ben strutturato e ricco di dettagli ed oggetti con i quali interagire. Anche le stesse pareti potranno in più di un’occasione prendere vita grazie a dei bellissimi affreschi, il cui scopo sarà non solo quello di deliziare la nostra vista ma anche quello di darci preziose indicazioni sulla storia e su come procedere.

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Non tutte le ambientazioni di EQQO risultano ispirate, ma alcune di queste sono sicuramente di grande impatto.

Per quanto riguarda il gameplay, invece, il discorso da fare sarebbe più ampio ed è necessario fare dapprima un passo indietro e spiegare quelle che sono le origini di questo ambizioso progetto. Come anticipato in apertura, EQQO nasce come un titolo in realtà aumentata, ed è per questo che non saremo in grado di controllare direttamente il protagonista ma bensì di interagire con l’ambiente circostante attraverso una visuale a 360° il cui scopo è quello di rappresentare il punto di vista di Saeda.

Se sulla carta tutto questo funziona in maniera pressoché perfetta, e di fatto utilizzando la console in modalità portatile potremo sfruttare quest’ultima esattamente come fosse un visore, muovendoci liberamente nell’ambiente in maniera simile a quello che avviene per esempio nell’ultimo DLC introdotto in Super Mario Odyssey, controller classico alla mano non tutti potrebbero godere a pieno di questo pur sempre piacevole puzzle game. Dover muovere un cursore per “cliccare” il punto in cui far spostare il protagonista a volte tende infatti a spezzare il ritmo di gioco, soprattutto quando contemporaneamente dovremo anche far ruotare una visuale non sempre di chiara interpretazione. La macchinosità con cui, poi, è possibile spostare di posizione la telecamera è tale da non farci mai sentire troppo padroni di quello che sta accadendo, con il rischio di introdurre inutile disorientamento nel giocatore.

Fortunatamente tutto cambia decidendo di interagire attraverso il display capacitivo della console, con il quale trasformare il gioco in una sorta di punta e clicca. In questa configurazione EQQO trova il giusto compromesso tra usabilità ed originalità, permettendoci di svolgere un’ampia gamma di operazioni che con il controller tradizionale ci avevano fatto desistere dal proseguire.

EQQO
Un ragazzo cieco e grandi voragini non vanno certamente d’accordo. Fortunatamente Eqqo non può cadere in questi grandi burroni.

Detto questo, se riuscirete ad entrare in confidenza con il sistema di controllo di EQQO difficilmente rimarrete delusi da ciò che questo ha da offrire. I suoi enigmi anche se mai troppo complessi risultano sempre piacevoli e ben contestualizzati, molti dei quali necessitano di sfruttare l’uovo del Dio Serpente come se fosse la chiave necessaria ad attivare alcuni dei meccanismi che regolamentano diverse componenti del tempio che ci ospiterà per le circa 5 ore necessarie a portare a termine il nostro viaggio.

Vi è anche la presenza di numerosi collezionabili, spesso ben celati nell’ambiente, grazie ai quali enfatizzare il senso di esplorazione offerto dal particolare sistema di gestione della telecamera e dagli enigmi che spesso ci obbligano a guardarci attentamente attorno.

Su Nintendo Switch, infine, è possibile anche acquistare un “DLC donazione” dal costo di 1€ con il quale piantare all’interno del gioco uno dei cinque alberi realizzati dagli sviluppatori. Allo stesso tempo, Nakana.io devolverà il ricavo netto di queste donazioni alla ONG ecologista WeForest, che ci promette di utilizzare tali proventi per finanziare le proprie attività di riforestazione del pianeta.

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Tieni duro ragazzo!

Tra le lingue offerte dal gioco troviamo con estremo piacere l’italiano, anche se purtroppo solamente per quanto riguarda i testi che risultano ben tradotti anche se con qualche innocuo strafalcione nell’utilizzo degli articoli determinativi (“il schermo”, “lo pergamena”), mentre per il parlato dovremo affidarci ad un numero ristretto di lingue. Tra queste spicca per cura e poesia il francese, lingua che grazie alla delicatezza di molti suoi termini è riuscita a convincerci più di tutte e farci sentire di conseguenza molto coinvolti nella narrazione.

In definitiva, EQQO è un titolo che nonostante alcuni difetti (talvolta piuttosto evidenti) è riuscito a farsi amare grazie al suo stile narrativo unico ed alla progressione comunque piacevole ricca di enigmi con i quali intrattenere il giocatore. Certo, anche il prezzo di lancio fissato a soli 6€ potrebbe rappresentare un ottimo incentivo per provare con mano il titolo firmato Paralles Studio, che cela nel suo cuore il nobile intento di sensibilizzare i giocatori su tematiche tanto attuali quanto drammatiche come quelle della distruzione del pianeta per mano dello stesso uomo. Ogni tanto è bene fermarsi e riflettere, e noi oggi desideriamo ringraziare Nakana.io per aver creduto in questo piccolo indie dal grande valore.

EQQO
EQQO – Recensione
PRO
Enigmi semplici ma sempre piacevoli
Narrazione intima e mai banale
Il DLC con il quale donare 1€ a WeForest dimostra ancora una volta il grande rispetto di Nakana.io per tematiche sociali
CONTRO
Alcune problematiche con il sistema di controllo
La natura VR del gioco non è adatta a tutti
Non tutte le ambientazioni sono curate al meglio
7.1
un diamante grezzo