Kentucky Route Zero

Kentucky Route Zero: TV Edition – Recensione

Atto Zero – Il Preludio inaspettato

Un sibilo costante riecheggia tra le lande deserte di un mondo decaduto. Il buon umore si staglia tra le scure nuvole nel cielo. Le strade da percorrere sono disseminate da tantissime peripezie e non intendono semplificare l’avanzata di un vecchio camion. L’ingranaggio del tempo non sembra cedere ed impassibile prosegue a ticchettare. Non ci sono esitazioni, bensì solo un ambiente già conosciuto che viene nuovamente cavalcato al calar del sole: storia di ogni singolo giorno, senza troppe modifiche sostanziali. Può sembrare una vita monotona, senza alcuna aspettativa, eppure alle spalle si nasconde un’avventura inaspettata e pronta a capovolgere la vostra vita. Un semplice impiegato, il lavoro svolto da tantissimi anni: condurre un mezzo oltre il confine per consegnare dei mobili restaurati. Perfino una persona così sicura di sé può avere delle titubanze dietro ad una missione all’apparenza “normale“. Ma cosa può definirsi normale in questo periodo? Siamo insicuri o persone troppo convinte di farcela?

Kentucky Route Zero è un viaggio introspettivo quasi onirico e surreale, intriso di momenti inaspettati e con una grande suggestione alle spalle. Difficile definire un’opera di questo calibro che, nonostante il budget e la pubblicazione ad episodi, è riuscita a fare scalpore un po’ ovunque nel tempo. Si è affermato non solo come un videogioco dalla forte componente narrativa, bensì anche come un progetto dalle tematiche originali che manifestano uno spaccato della vita odierna e passata. All’interno del titolo troveremo una modesta varietà di elementi: analogismi a periodi storici realmente accaduti, dialoghi spiazzanti ed al limite della credibilità e persino paesaggi vuoti ma al contempo intrisi di significato. Oltre alla ricerca, un viaggio costruito nei minimi dettagli e che fornisce al giocatore solo alcune meccaniche essenziali per potersi muovere tra le location proposte. Nulla a che vedere con altri titoli dal gameplay preponderante. Anzi, qui lungi dal voler essere immediato e di facile comprensione al pubblico più casual (almeno in superficie). Verremo “traditi” da lunghi testi, quasi Infiniti ma che ci spingono comunque a continuare la lettura senza mai smettere. Switch è il luogo più adatto, specialmente se abbinato alla buona malleabilità che il sistema offre per conferire al giocatore un habitat più “convenzionale“.

Abbiamo parlato diverse volte, specialmente nell’ultimo periodo con Mosaic (qui di seguito la recensione), di come un videogioco possa discostarsi fermamente dal gameplay classico e venire invece proposto come un’opera visionaria. La trama non è un semplice surrogato per migliorare il fattore “immedesimazione“, bensì fa parte dell’architettura dell’intero gioco. Kentucky Route Zero: TV Edition trascende qualunque definizione di gioco abituale e dimostra come un indie dalla buona caratterizzazione artistica e letteraria può far ugualmente rumore nell’universo ludico a noi amato. Nell’edizione completa con all’interno i cinque capitoli diffusi in questi sette anni di perenne crescita, il team Cardboard Computer non ha solo sperimentato ma anche rischiato di non farcela. Il titolo è stato pubblicato nel 2013 dopo una campagna Kickstarter ed è stato finanziato nel primo atto con un discreto margine di successo da tutto il mondo. Adesso è tornato nuovamente a far discutere e innamorare giocatori che all’epoca non hanno avuto l’occasione di provarlo, però questa volta in una versione completa e migliorata per la console ibrida Nintendo Switch con il publisher Annapurna Interactive.

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Lo stile grafico è molto essenziale, pulito e dannatamente intrigante. I personaggi sono piuttosto interessanti e curiosi da conoscere nella loro bizzarra quotidianità.

Atto I – Pronti per la consegna: “la narrativa suggestiva”

“La superficie non è stata raschiata in maniera così approfondita come ora.” Dietro ad un’opera di questo calibro, si cela un passato pieno di problematiche e ritardi. Un gioco davvero concettuale, che divide la visione con il gameplay e allo stesso tempo amplifica ulteriormente questi due aspetti importanti. La distribuzione non regolare di ogni singolo episodio (racchiusi in atti nel gioco per esigenze di trama) ha creato non pochi intoppi, diminuendo di conseguenza le aspettative riposte al titolo da una buona parte del pubblico. Per quanto possa essere una soluzione molto conveniente per gli sviluppatori, che in questo frangente hanno avuto l’occasione di spaziare con i generi e inserire meccaniche più sopraffine, la frammentazione di un gioco, per quello che mi riguarda, è solamente un mezzo capace di disorientare il videogiocatore e disperdere ogni elemento buono proposto in precedenza. L’attesa alla volte può danneggiare, così come migliorare: sono due facce della stessa medaglia. Un progetto che finalmente è riuscito a concludersi con il quinto e atteso atto finale, con all’interno delle aspettative non del tutto facili da mantenere o persino superare. Non posso nascondere di come, in questi lunghi anni di pubblicazioni, il gioco in questione mi abbia seriamente tentato, così da prenderlo in considerazione una volta uscito l’ultimo episodio con una versione deluxe, ossia in un’unica raccolta più esaustiva e completa.

Kentucky Route Zero è, senza mezzi termini, un’avventura introspettiva e che manifesta l’esigenza dell’essere umano di orientarsi come meglio crede nel mondo. Non esistono strade nascoste o città sommerse, bensì solo desolazione e tristezza. Oppure il contrario? La Route Zero è un elemento che avrete modo di approfondire all’interno di ogni singolo atto. Ma attenzione, mettete da parte lo scetticismo: lo spettacolo è altrove, e non solamente nei dialoghi. Una conduzione artistica meravigliosa, che permea in un ambiente congenito e vittima di prospettive sfalsate. Con il suo fedele cane (è possibile scegliere uno dei nomi proposti nelle linee di testo, come Omero o Blue) al seguito, Conway è il protagonista di questa nostra allegorica avventura. Il suo viaggio ricade quasi casualmente, per via di una spedizione da fare per conto del negozio di antiquariato dove lavora. Un indirizzo abbastanza ambiguo e che nelle mappe non è più visibile: “Dogwood Drive, numero 5 – prendi la rotta zero, nello stato del Kentucky dopo l’interstrada 65″. Ed è così che ha inizio questa spedizione con un vecchio e malridotto camion: l’ultimo viaggio proviene da una decina di anni prima, che cosa bizzarra. Lysette, la proprietaria del locale e capo di Conway, gli ha suggerito di parlare con un tizio aldilà della stazione di benzina. Un incipit che manifesta l’intenzione degli sviluppatori di andare piano con la narrazione, lasciando che siano le battute tra il cane e il protagonista o lo strano benzinaio cieco a raccontare l’identità del gioco.

Non avremo modo di identificare con lo sguardo i volti di ogni singolo personaggio, che appaiono invece sfocati ed anonimi. Una soluzione che sembra donare al titolo un ulteriore alone di mistero, anche perché dal versante compositivo della storia sono presenti diversi modi escogitati dal team per inserire misticismo, simbologia e visione. Delle tecniche, come quella artistiche di una famosa installatrice di opere d’arte Marquez (presente nel titolo), che si continuano ad intrecciare per modificare la prospettiva e la realtà delle cose. Il gioco è un palcoscenico che rifiuta la comunicazione convenzionale e lascia il posto alle anomalie o possibili incomprensioni. I testi da leggere sono davvero tanti e non bisogna lesinare nemmeno su un piccolo dettaglio, poiché dietro ad alcune battute si nasconde una sottile verità o intenzione dell’opera di proseguire con la storia. Non vi troverete personaggi semplici, bensì comprimari veri e propri con caratteri enigmatici e dal passato “burrascoso”, un po’ come Conway. Route Zero è un sentiero pericoloso e che identifica il passaggio tra la vita e la morte. I paesaggi sono coinvolgenti e pieni di dettagli finissimi da non trascurare, molte delle volte vi troverete a guardare il tramonto o altro da contemplare. Niente è dato al caso e la trama viene dipanata con il giusto ritmo: tra i vari episodi è ora presente un intermezzo dove dovremo trascorrere il tempo con personaggi differenti ed esterni alla narrazione principale, come accade spesso in una quest secondaria importante.

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I testi da leggere sono tanti e per fortuna gli sviluppatori forniscono le strumentazioni giuste. Inoltre è studiato anche lo sfondo nero con dialoghi bianchi, così da non affaticare la vista.

Atto II – Shannon, cosa succede?

Se da un lato abbiamo una forte ed abbondante componente narrativa/artistica, dall’altra il gioco dispone di meccaniche di gameplay davvero interessanti. Identificato come un punta e clicca d’avventura, Kentucky Route Zero è in realtà un grande romanzo videoludico con impasti letterari e artistici. Ciò che definisce lo stile di gioco è appunto la possibilità di poter interagire con i personaggi attraverso dialoghi a scelta multipla, oppure utilizzando argomentazioni piuttosto che altre. Spiegando meglio questo sistema, in un classico titolo punta e clicca quello che viene richiesto al giocatore è di utilizzare degli elementi su schermo – impropriamente degli oggetti – e cmbinarli per arrivare alla prossima location. Invece qui dovremo utilizzare delle proprie argomentazioni per andare avanti, ovvero parlare con qualcuno, creare un legame o scoprire qualcosa e continuare il viaggio. Perfino le pause sono essenziali perché trasmettono dati importanti. Siamo liberi di scorrazzare per la mappa, non siamo per nulla vincolati nel seguire ciò che il gioco ci propone. Ovviamente è presente un limite che ci blocca e ci ricorda di continuare la storia.

Un’esperienza perlopiù testuale localizzata finalmente anche in italiano, ma che come dicevamo poc’anzi dispone di alcune idee curiose. Una volta usciti nella mappa del Kentucky, avremo l’occasione di guidare attraverso le strade: però il movimento avviene in maniera alquanto minimale e con alcune semplici sfaccettature, come seguire le linee con l’icona di una ruota che rappresenta il mezzo di trasporto. Troveremo punti d’incontro con i personaggi, punti da osservare o nuove aree da visitare in maniera più immersiva. La visuale proposta nel gioco è in terza persona. Siamo sia spettatori di ciò che accade (continua allegoria alla televisione e mondo dello spettacolo in declino) che artefici del destino di Conway e dell’anziano cane. Un’altra interessante meccanica e non-meccanica è la realtà aumentata: ma in cosa consiste? In alcune sezioni è presente un cambio netto di regia, con visuale in prima persona e che ci permette di guardare direttamente tutto ciò che avviene attorno a noi. Potremmo quindi ruotare la testa del personaggio per leggere qualunque dialogo od osservare alcune pittoresche installazioni artistiche. L’unico problema è per chi potrebbe soffrire il mal di mare, senza alcun supporto ai controlli giroscopici. Non nascondo di aver subito il contraccolpo in una scena, poiché era richiesto leggere con molta frequenza dei testi sparsi in tutte le angolazioni per poter andare avanti con la storia. Passato il momento, torneremo alla normalità (se così può definirsi in quest’opera videoludica).

In più di alcune scene, il gioco ci sottopone ad una serie di puzzle ambientali da risolvere in terza persona. Avremo a disposizione un taccuino con scritte le note più importanti, le mappe del posto ed eventualmente la planimetria dell’edificio o luogo da esaminare. Questi enigmi sono abbastanza lunghi, sebbene siano semplici ed intuitivi. Nel menù dedicato alle sequenze del gioco, potremo inoltre collezionare alcuni oggetti e chissà anche usarli. Questo ovviamente dipende da come avete intenzione di muovervi. Uno stile che si adatta perfettamente alle vostre scelte e che negli ultimi atti può diventare veramente decisivo.

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L’interazione è buona, non ai limiti di un gioco punta e clicca classico. Eppure ci sono delle soluzioni che meritano tanto e donano sfarzo in più al titolo già di per sé ottimo.

Atto III – L’influenza del realismo in un contesto surreale e ipotetico

Questo meraviglioso videogioco, nonché opera, ha termine con uno degli espedienti narrativi più originali e costruiti che si possa trovare in un titolo indie. Tuttavia questa è una considerazione dal punto di vista meramente soggettivo, poiché l’impressione sul finale o sul quadro atto cinque potrebbe variare a seconda del vostro stato emotivo e dal tipo di impronta che avete deciso di dargli. Lo stile grafico invece è quello che regge l’intera struttura coreografica e dispone di tantissime soluzioni diverse, anche se alcune già viste nel corso di questi anni. Rispetto ad un titolo apprezzatissimo come Limbo, Kentucky Route Zero, dove trasforma e spiega meglio il significato dell’intero comparto narrativo, sperimenta molto sui poligoni e su ambienti in 2,5D, oltre alla regia e gestione della visuale. Le prospettive ed il cambio delle inquadrature in maniera simultanea sono un corredo davvero importante e che il gioco regala con estrema parsimonia.

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Scovare alcuni nascondigli è fantastico, perché ti rende ancora più partecipe della storia originale e surreale che permea intorno al gioco.

Il comparto audio/musicale si conferma essere magnifico quanto quello artistico narrativo. Sotto questo punto di vista, le sonorità utilizzate sono un misto tra il jazz e varie colonne sonore create appositamente, perfettamente in sintonia con le scene più concitate o con quelle più serene. Kentucky Route Zero: TV Edition, in conclusione, è un’opera di altissimo livello e che andrebbe supportata specialmente per l’impegno e la dedizione del team di sviluppo. Ci troviamo davanti ad un titolo che è riuscito ad osare e proporre una formula di gioco che non risulta per nulla stantia nella sua durata complessiva di una decina di ore. Non sono presenti bug su Nintendo Switch di grande rilievo o problemi tecnici, e per fortuna scorre in maniera fluida in qualunque circostanza. Essendo che la mole di testo da leggere è parecchia, gli sviluppatori hanno sapientemente implementato nelle opzioni la possibilità di variare la grandezza del font e adattare la visuale sia per la modalità portatile che per quella davanti alla televisione. Senza nemmeno dover sfruttare altre caratteristiche di Switch, Route Zero è uno degli esponenti del genere migliori che si possa trovare attualmente in circolazione sull’eShop e disponibile dal 28 gennaio 2020 al costo di 22,99 euro!

Kentucky Route Zero
Kentucky Route Zero: TV Edition – Recensione
PRO
Dall'ottima componente artistica;
Gioco con dialoghi sempre originali e azzeccati;
Gameplay semplice ma buono;
Soluzioni grafiche quasi perfette;
Molto malleabile per Switch.
CONTRO
Non adatto a tutti;
Modalità realtà aumentata molto disorientante e difficile da assimilare per chi soffre il mal di mare.
9.3
Visionario e surreale!