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Mosaic – Recensione

Ci siamo, eccoci nuovamente a parlare di un videogioco che contrappone la sua massiccia componente narrativa all’estetica surreale di un viaggio mentale distopico. Le funzioni di un gioco sono molteplici e noi, all’interno del panorama videoludico, le conosciamo quasi a menadito. Ma lasciatemi comunque l’ardire di poter elencare qualche piccolo esempio più esplicativo: il videogioco può dare al giocatore una valvola di sfogo da tutti quei momenti di stress che la vita quotidiana ci sottopone continuamente, oltre a permettergli di immaginare la propria anima all’interno di un mondo estremamente differente dal nostro. Ci dipingiamo guerrieri, eroi, mostri o perfino degli esseri malvagi, solo per poter evadere un po’ dalle quattro mura. Nulla è così curioso (almeno per me, in quanto espressione più soggettiva) come poter vedere la vita sotto il punto di vista più assurdo ed inconcepibile. Tuttavia, in questo momento non ci troviamo all’interno di una tela di un pittore surrealista, bensì in un ambiente ancora più ordinario e sedentario come quello di casa o di un ufficio. 

Infatti è proprio nella consuetudine che risiede il desiderio più nascosto di evadere. Mosaic, oltre ad essere un videogioco, è un’opera che vuole affrontare molte di queste tematiche appena accennate, esasperando dove può in alcune circostanze per dimostrare una tesi alquanto veritiera e fondata probabilmente da molti di noi: la sedentarietà nuoce gravemente all’uomo, ed il grigio non è solo un colore qualunque. I titoli espressivi, dove per espressione si intende il marchio più autorevole e personale dello sviluppatore, nell’ultimo periodo hanno dimostrato di ricevere un seguito non più considerato di nicchia e che riesce ad accontentare più giocatori possibili per varietà ed immersione. Un po’ come accadde per Journey, oppure per il meno conosciuto ma da noi recensito FAR: Lone Sails, un viaggio sia emotivo che ambientale. Giochi che si aggiungono a tutti quelli dove il gameplay è il carburante e si porta carico di espandere una delle componenti che rendono un’opera di questo tipo “più aperta”, mentre la trama o l’espressione vengono solamente accennate.

Vivere una vita monotona può essere asfissiante, alle volte. Mosaic, uscito per Nintendo Switch solamente il 23 gennaio 2020 (dove per altre piattaforme è stato già ampiamente trattato nei mesi addietro), è il prodotto concepito tra il publisher Raw Fury e un gruppo di norvegesi radunati sotto il nome di Krillbite Studio, autori di Among The Sleep. Un lavoro indie abbastanza interessante e che non è passato in secondo piano nemmeno da noi di GameScore, in quanto è già stata nostra premura dedicare al titolo un breve sguardo dei primi minuti di gioco in anteprima italiana. E dopo il gameplay, passiamo dunque alla recensione definitiva per l’amata console ibrida Switch

Mosaic
Sebbene l’insieme sia di grande impatto, si notano alcune problematiche riguardo alle texture poco definite e al frame-rate ballerino.

Consegna revisione in attesa…

In attesa del gioco su Switch, ho avuto modo di provare Mosaic su Apple Arcade, l’attuale piattaforma di gioco marchiata appunto Apple per dispositivi iOS o iPad, e di comprendere quali siano realmente le intenzioni degli sviluppatori dietro a questo atipico videogioco. Il paragone con la versione uscita su Apple Arcade non è così tanto ardito e fuori contesto, poiché si tratta comunque dello stesso identico titolo ma distribuito in piattaforme differenti. Infatti quello che ci si aspetta è che il gioco possa essere fruito senza sostanziali differenze o compromessi quasi immotivati a livello tecnico. Non passano quindi inosservate tutte quelle problematiche che in altre occasioni potrebbero essere considerate solamente come “dimenticanze da risolvere in una prossima patch“. Invece no: la fruizione su console è parzialmente compromessa da un’ottimizzazione o conversione dalla versione principale per PC in maniera non del tutto meticolosa. Dopotutto non sarebbe guastato risolvere i problemi dovuti ai cali considerevoli di frame-rate sulla console ibrida Nintendo prima dell’uscita ufficiale del gioco (il 23 gennaio 2020). Su Apple Arcade questi momenti sono molto rari e quasi impercettibili. Tuttavia qui si intende analizzare la versione uscita unicamente per Nintendo Switch, lasciando comunque intendere che alcune storture sono dovute da altri motivi a noi non ancora comprensibili e che molto presto verranno risolti con una patch risolutiva.

Prima di poterci addentrare finalmente nella trama ed in quelle che sono le meccaniche effettive di gioco, la mia intenzione è quella di manifestare tutte le problematiche che affliggono questo curioso titolo, così da togliere immediatamente il dente avvelenato dalla mela. Attenzione però, ciò non vuol dire che Mosaic sia diverso da altri, bensì trovo più corretto dedicare il giusto trattamento per poter fare anche dei paragoni con altre versioni e valutare quindi se acquistarlo sull’eShop o altrove. 

Nelle schermate che antepongono i salvataggi automatici, sono avvertibili dei freeze inconsulti e dei cali di frame-rate per circa due secondi. Da un titolo dove la componente più  in rilievo è l’espressione e la linearità della storia, aspettarsi dei rallentamenti è decisamente fastidioso, anche perché spezza di prepotenza alcuni momenti artisticamente importanti del gioco. In alcune sezioni più aperte e con uno sfondo maggiore è visibile un lieve abbassamento della qualità delle texture, dove però va detto che per il resto dell’avventura si mantiene sempre buono. La grafica è in low-poly, ovvero dei poligoni molto grandi e con tinte uniche. L’estetica complessiva è molto interessante e apprezzabile, le variazioni di tonalità del grigio rendono magistralmente l’idea di ciò che la conduzione artistica voleva dichiarare in più riprese. Sono visibili alcuni bug alquanto irriverenti e che tendono a rovinare ulteriormente l’esperienza finale, così come le compenetrazioni del personaggio e della visuale. Il comparto audio/musicale invece risulta essere davvero convincente e rasenta quasi un’opera di un certo spessore, poiché spazia con gradevoli note di jazz soffuse a lirica cinematografica. Un plauso sicuramente anche alla direzione artistica ed emotiva, forte anche del tema che si è inscenato per rendere il gioco maggiormente più autorevole.

Mosaic
Il minigioco in questione è l’elemento più vasto e interessante del gameplay. Può essere ripetitivo alla lunga, ma avanzando nel gioco è possibile aggiungere “perks” e altre soluzioni per raggiungere la vetta produttiva.

Trovare la propria strada

Mosaic è un grande contenitore di idee e momenti topici di una vita sedentaria. Come ben sappiamo o abbiamo avuto modo di vedere anche in film o altre opere, il lavoro d’ufficio si è spesso dimostrato come un impiego molto stressante ed ai limiti della sanità mentale. Il rischio infatti è quello di essere assorbito dalle dinamiche frenetiche e senza mezze misure che il potere, in questo caso l’azienda a capo della distribuzione energetica della città, può elargire ai propri sottoposti. Il mondo è completamente grigio e non varia nemmeno in quelle zone dove potrebbe invece esserci qualche barlume di salvezza. La natura è stata sostituita dai lavori di ristrutturazione o da nuove palazzine. Il tempo è essenziale ed arrivare tardi in ufficio può costarci l’intera nostra permanenza in quello stato sociale. Come in un grande mosaico, dobbiamo inserire la tessera giornaliera nel posto corretto, oppure rischiamo di rovinare qualunque cosa. Eppure dentro questa monotonia, c’è sempre l’intenzione di disobbedire e quindi di staccarsi da questa fastidiosa morsa. 

Un nodo semplice alla cravatta e si parte per il lavoro. Anche questa volta, davanti a noi c’è un’enorme fila. Il protagonista di questa vicenda è un’uomo qualunque, un signore dalle fattezze non troppo definite e dalle vesti identiche a quelle di tutti gli altri cittadini. Il suono della sveglia ci riporta nella monotonia, dopo aver fatto uno strano sogno intriso di colori e speranze. Con sé ha uno smartphone: solo alcune app, tra cui una denominata BlipBlop (ne riparliamo nel paragrafo sotto). Usciti di casa, nessuno ci degna di uno sguardo o sorriso; chiunque è rivolto verso il proprio telefono, donando al gioco un’atmosfera ancora più macabra e vuota. Mosaic è un viaggio abbastanza particolare e non è nemmeno semplice da digerire tutto in una volta. Un processo lungo all’incirca tre ore reali e con alcuni “traguardi” che è possibile archiviare dentro il nostro cellulare. Il titolo si svolge esattamente nell’arco di cinque giorni, dove dovremo vivere la giornata nella maniera più convenzionale possibile. L’interazione con il mondo esterno è minima e per fortuna, oltre ai tradizionali comandi legati ai Joy-Con, è possibile usare il touch-screen di Switch per gli spostamenti del personaggio. Nell’arco della giornata, potremo quindi fare delle piccole deviazioni o scegliere azioni diverse dal giorno precedente, così da arricchire la nostra avventura. Un gioco che deve essere goduto con calma e senza aspettarsi capovolgimenti improvvisi. L’unico consiglio è quello di lasciarsi trasportare e seguire i colori.

Mosaic
Ma il colore esiste veramente, giusto pesce?

La monotonia del grigio 

L’incipit iniziale non aggiunge molto ai fini della comprensione dell’intera storia. Proprio per questo motivo il gameplay è ridotto ad alcune interazioni in pieno stile avventura grafica o dei mini giochi camuffati in momenti salienti. Non si può nemmeno parlare di elementi puzzle caratterizzanti e capaci di coinvolgere, poiché difficilmente presenti tranne per la sezione dedicata al lavoro. In quella parte invece avremo un grande tabellone e dei quadranti pentagonali dove interagire per scalare un mosaico bianco/nero e raggiungere dunque la produzione di energia. Lo scopo è quello di diffondere con la scelta del percorso, che varia in base a degli ostacoli in continuo aumento avanzando con l’avventura, delle sfere energetiche per incrementare il prodotto finale dell’azienda. Una metafora quindi alla vita in continua frenesia e che non vuole arrestarsi mai per un attimo. 

Nel corso dell’avventura, come dicevamo poc’anzi, è possibile compiere delle scelte e così alterare seppur di pochissimo il nostro percorso. Ovviamente è tutto premeditato, non ci sono finali alternativi o segreti nascosti. Un gioco lento, meraviglioso nelle intenzioni espressive, ma che nasconde troppo poco. Il sapore amaro è alto: ci saremmo dunque aspettati qualcosa in più, visto che il team norvegese si è perfino fatto aiutare dalla Norwegian Film Institute. Il lato artistico e ispirazionale è davvero alto, ma ciò non giustifica pienamente la mancanza di alcuni elementi “più da videogioco” che avrebbero reso questo titolo tenace. In Mosaic è disponibile BlipBlop, un’app di gioco dove bisogna cliccare all’interno di un riquadro per aumentare così il punteggio (disponibile anche in versione stand alone gratuitamente su android e iOS). Un piacevole passatempo che distrae dall’opera solo per qualche minuto. Dopo aver scoperto i traguardi, ci sentiremo un po’ insoddisfatti. Alcune trovate sono piacevoli, ma nulla di troppo sconvolgente da potersi definire innovativo. 

In conclusione, Mosaic di Krillbite Studio è un’opera atipica e poco convenzionale. Ci sono troppi compromessi da dover digerire per chi è interessato alla versione su Switch. Eppure tralasciando per un attimo ciò che può essere tranquillamente risolto con una patch, il gioco è esteticamente suggestivo e di forte impatto. Tocca delle corde importanti e che non vanno prese sicuramente alla leggera. La durata è troppo esigua per lasciare un senso di completezza. Più che un videogioco, Mosaic può definirsi un’opera surreale: un viaggio contemporaneo tra la monotonia del grigio e la ricerca del colore. Il gioco è disponibile sul Nintendo eShop al prezzo di 17,99 euro.

Mosaic
La verità è solo una e risiede…
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Mosaic – Recensione
PRO
Artisticamente meraviglioso: un viaggio inaspettato;
Emozionante...;
Musiche suggestive;
Localizzato in italiano.
CONTRO
Frame-rate ballerino;
... seppur di breve durata;
Ti lascia l'amaro in bocca per il poco gameplay e per alcune idee non sfruttate;
Bug frequenti;
Compenetrazioni evidenti.
6.8
Surreale e grigio