Caos a Deponia

Caos a Deponia – Recensione

A quanto pare con la serie di Deponia Daedalic Entertainment vuole che gli acquirenti di Nintendo Switch compiano un percorso lento e per nulla semplice da percorrere. Tutto cominciò nel mese di aprile di quest’anno con il rilascio di Fuga da Deponia, avvenuto in un momento nel quale gli utenti delle console concorrenti potevano portarsi a casa allo stesso prezzo la trilogia completa avente come protagonista l’eccentrico Rufus (per non parlare di chi su Steam poteva ottenere l’intero pacchetto completamente G-R-A-T-I-S). Un prezzo del biglietto decisamente salato, fissato sulla folle cifra di €39.99, che certamente non metteva l’utenza della grande N nella condizione di acquistare a scatola chiusa quella che è comunque una meravigliosa avventura punta e clicca di stampo squisitamente classico.

Su queste pagine non ci siamo comunque tirati indietro nell’iniziare un viaggio di riscoperta di questa importante fetta del portfolio dell’azienda tedesca, constatando nostro malgrado un porting quasi svogliato e che effettivamente non giustificava l’esborso economico richiesto per prendere parte all’avventura. La speranza era quella di vedere i capitoli successivi scaricabili gratuitamente da chi aveva già acquistato Deponia… ma posso già dirvi che questa cosa non è avvenuta. Fortunatamente (dai, cerchiamo di vederci positivo) il sequel Caos a Deponia potrà essere fatto nostro ad una cifra di lancio pari a €19.99, valore decisamente più digeribile. Ma smettiamola di parlare di cifre e concentriamoci su ciò che è veramente importante… Gal ha nuovamente bisogno di aiuto!

Caos a Deponia
Un’immagine che parla da sola…

Avviando Caos a Deponia la prima sensazione che si prova è quella di deja vù. Se avete già preso parte alle vicende di Fuga da Deponia, e vi consiglio di farlo per potervi godere al meglio questo sequel, vi renderete subito conto di come non solo la struttura del gioco sia rimasta pressoché invariata ma anche di come gli sviluppatori abbiano cercato di offrire un’esperienza che potesse riprendere da dove si era interrotta la precedente senza soluzione di continuità.

E’ così che il tutorial è identico a quello che già abbiamo avuto modo di svolgere in passato, tanto che lo stesso Rufus sembra non voler fare altro se non saltarlo a piè pari, e l’apprezzatissimo menestrello è ancora lì al suo posto pronto ad allietarci durante gli intermezzi animati con la stessa melodia che ci fece innamorare di lui all’inizio di questo percorso. Ritroviamo anche il piacevolissimo doppiaggio in italiano, nuovamente da selezionare a mano al primo avvio, e gran parte dei personaggi che abbiamo conosciuto durante la nostra prima visita a Deponia. Rufus dal canto suo sembra essere maturato molto, riuscendo a convincerci più di prima con un’umorismo più raffinato ma pur sempre fedele all’eccentricità del suo personaggio.

Caos a Deponia
Confermo, ma ogni aspetto del gioco merita di essere vissuto fino in fondo!

Come da tradizione, tutto inizia con un giovane esemplare di Rufus intento a scappare dalla città discarica che porta il nome di Deponia. Il meccanismo che sta cercando di costruire per librarsi nel cielo con destinazione Elysium è decisamente più complesso del precedente, ed ovviamente la procedura avrà un esito tutt’altro che positivo, mettendo addirittura a repentaglio la vita dell’ignaro Doc.

All’improvviso tutto diventa scuro, il menestrello ne approfitta per farci un rapido ripasso degli avvenimenti precedenti, e Rufus si ritrova all’interno di una capsula della funivia limitrofa a cercare di spiegare per l’ennesima volta a Gal come sia stato in grado di combinare questo enorme disastro.

Neanche il tempo di aprire bocca e i due precipitano di sotto, finendo con un gran tonfo sulla nave di Bozo, ormeggiata davanti al porto del Mercato Nero Galleggiante. Una serie di coincidenze che porta al grave danneggiamento dei chip cerebrali installati all’interno della testa di Gal, che si ritrova con la memoria deframmentata e divisa in tre parti, ed altrettante personalità. Da parte il primo importante compito di Rufus, ovvero quello di convincere ciascuna delle tre Gal (spavalda, bambina, agguerrita) a fidarsi di lui ed aiutarlo nel suo piano per salvare Deponia.

Caos a Deponia
Che il nostro viaggio abbia inizio!

Che Daedalic Entertainment sia stata consapevole di aver già svolto un ottimo lavoro con il primo capitolo di Deponia è praticamente un dato di fatto, enfatizzato dal fatto che la formula ludica che possiamo ritrovare in Caos a Deponia non si discosta più di tanto dall’originale. Semmai, il team di sviluppo ha optato, a mio avviso centrando l’obiettivo, per costruire un’avventura con una longevità più soddisfacente, un livello di difficoltà più omogeneo (difficilmente qui ci ritroveremo bloccati su un particolare enigma), ed una mappa di gioco più facilmente esplorabile, finalmente dotata di comodi punti per il viaggio rapido.

In ogni caso, esattamente come avveniva in precedenza, non aspettatevi un avanzamento dell’esplorazione lineare o comunque basato su sezioni di gioco circoscritte in aree ristrette. Fin dall’inizio, subito dopo il tutorial e l’ormai tradizionale ennesimo tentativo di fuga da Deponia escogitato da Rufus, ci ritroveremo abbandonati a noi stessi all’interno del suggestivo mondo di gioco che ci ospiterà durante il nostro nuovo viaggio. In tutto questo, comunque, ci viene data una libertà d’azione maggiore, e quindi il giocatore difficilmente faticherà a metabolizzare ogni schermata del gioco.

Caos a Deponia
Questo locale fungerà da hub centrale nella prima parte del gioco, visto che dovremo spesso tornare a parlare con Gal nel tentativo di convincere ciascuna delle sue tre personalità a darci retta.

Il sistema di controllo è ancora una volta semplice ed immediato da comprendere, e difficilmente rischieremo di perdere qualcuno dei numerosissimi oggetti da raccogliere lungo il percorso. Chiacchierare con i numerosissimi NPC rimane un aspetto fondamentale dell’esperienza, forse più di prima, e ci ha fatto molto piacere riscontrare anche in questo seguito un’ottima qualità del doppiaggio nella nostra lingua.

Anche graficamente non c’è molto da aggiungere a quanto già detto in fase di analisi del primo capitolo di questa trilogia. Rufus ha la possibilità di muoversi liberamente in una grande serie di piacevolissime ambientazioni bidimensionali in stile cartoon, in Full HD e finalmente meno aride e dunque più vive e ricche di particolari. E’ evidente lo sforzo del team di sviluppo nel cercare di migliorare il comparto estetico di partenza senza discostarcisi troppo, e per questo non possiamo essere altro se non soddisfatti. Anche sotto il profilo audio i brani ascoltati sono stati davvero di impatto e sempre coerenti con l’atmosfera di un determinato momento della narrazione.

Caos a Deponia
Rufus detto “sguardo sveglio”!

Anche per quanto riguarda la conversione dedicata a Nintendo Switch è stato fatto un notevole passo avanti. In sede di prova non siamo mai incappati in alcun bug (neppure minore) e tutto ha filato liscio durante le circa 15 ore necessarie a terminare l’avventura. Questo in parte giustifica la lunga attesa richiesta per continuare la trilogia sulla piccola ibrida Nintendo, speriamo che la sua conclusione arrivi quanto prima per poter chiudere questo piacevolissimo viaggio di riscoperta che stiamo effettuando con voi lettori. Peccato solo per l’ancor latitante supporto al sistema di controllo mediante touch, anche se ad essere onesti anche questa volta non ne abbiamo poi sentito così tanto la mancanza.

Nonostante la vastità del mondo di gioco, infine, su Switch i caricamenti sono quasi impercettibili e rendono poco fastidioso il continuo passaggio da una schermata all’altra, azione che vi assicuro compierete molto spesso durante la ricerca della soluzione dell’enigma di turno.

Caos a Deponia
Secondo me a breve questa casa andrà a fuoco…

In conclusione, possiamo considerare Caos a Deponia un “more of the same” ma gestito con gusto ed attenzione ai dettagli, e dunque capace di proseguire alla perfezione il percorso iniziato con il primo capitolo della saga. Nonostante si possa tranquillamente godere di Caos a Deponia anche senza aver preso parte alle vicende di Fuga da Deponia, è inevitabile che coloro che decideranno di vivere l’intera epopea di Rufus saranno quelli che maggiormente riusciranno a cogliere ogni minima sfaccettatura di un ecosistema che continua ad evolversi anche in questo sequel. Gli amanti delle avventure punta e clicca non devono poi avere alcun dubbio, se Daedalic può essere considerata tranquillamente uno dei punti di riferimento per questo genere è proprio grazie a Deponia, e dunque acquistando il gioco difficilmente ne rimarranno delusi. Io nel frattempo mi metto in attesa di potervi parlare anche di “Addio Deponia“.

Caos a Deponia
Caos a Deponia – Recensione
Caos a Deponia è esattamente quello che un sequel dovrebbe essere: fedele al primo capitolo ma ricco di piccole migliorie che lo rendono ancora più piacevole. Su Switch abbiamo dovuto attendere qualche mese, ma visto che il porting è sicuramente stato realizzato meglio del precedente possiamo senza alcun dubbio ritenere ripagata l'attesa!
PRO
CONTRO
7.6
RUFUS CI RIPROVA!