Dead End Job

Dead End Job – Recensione

Credo che, col passare degli anni, sia possible affermare che allo stato attuale il tema degli acchiappafantasmi è diventato particolarmente rilevante. Dopo aver spolpato questo tema in opere come Ghostbusters e Luigi’s Mansion, anche altri tipi di prodotti hanno cercato di unire i fantasmi con gli aspirapolveri (o qualunque cosa potesse risucchiarli). Il risultato è variato da gioco a gioco, ed oggi vi mostreremo uno degli esempi di questo tipo. Si tratta di Dead End Job, e con questa recensione cercheremo di capire se questo prodotto bislacco soddisferà o meno le aspettative.

Dead End Job mette i giocatori nei panni di Hector Plasma: un impiegato del team di disinfestazione fantasmi “Ghoul-B-Gone“. Egli affronta le giornate con spirito, ma c’è qualcosa che non va: egli è perseguitato dal fantasma del suo mentore, ed in un solo mese deve riuscire a trovare un modo per salvare la sua anima. Ci riuscirà? Sta alle abilità del giocatore scoprirlo.

Dead End Job
Attenzione al capo del “Ghoul-B-Gone”. Egli vede se il giocatore esegue abbastanza bene il suo lavoro, quasi come se fosse un falco! (per i più curiosi, l’immagine viene direttamente dal gioco)

All’interno di questo prodotto targato Headup il giocatore deve, utilizzando Hector, pulire le stanze delle aree a lui assegnate dai fantasmi che la abitano. Essendo un videogioco del genere roguelike ogni area viene generata casualmente, e lo scopo è quello di completare i nemici nel miglior modo possibile senza morire. In questo modo il giocatore avrà accesso ad una maggior quantità di denaro, utile per ottenere aree aggiuntive e per salvare l’anima del mentore.

Se qualcuno mi chiedesse qual’è il dettaglio chiave del gameplay del gioco, probabilmente risponderei con “l’aspirapolvere”. All’interno di questo roguelike-sparatutto il giocatore può utilizzare la sua arma per colpire gli avversari, i quali hanno tutti una barra della salute più o meno elevata. Questo, però, non è sufficiente per metterli al tappeto. Una volta che il fantasma perde tutta la salute, il giocatore dovrà letteralmente aspirarlo al fine di ottenere bonus e denaro (necessario per raggiungere aree più difficili e per finire il gioco nel migliore dei modi). Ovviamente i nemici non staranno fermi a guardare, e cercheranno di rispondere nei modi più buffi possibili. Alcuni sparano palle appiccicose, altri si lanciano sul bersaglio, altri ancora preferiscono sfruttare metodi curiosi per massacrare il povero Hector. Ogni attacco eliminerà un cuore al povero protagonista, e se questo va KO non solo otterrà pochissimi soldi, ma perderà anche tutti i suoi potenziamenti. Fermi tutti… quali potenziamenti?!?

Dead End Job
In Dead End Job sono presenti molti nemici, e tutti hanno una caratteristica comune: sono ben contestualizzati con l’ambiente circostante! A seconda dell’area i nemici cambieranno, e questo permetterà al giocatore di avere davanti un ambientale ben realizzato. Tra questi fantasmi ne esistono alcuni così forti da avere una piccola “cutscene” introduttiva, come in questo caso.

Una delle meccaniche chiave di questo videogioco non è soltanto la possibilità di assorbire i nemici, ma anche di usarli come potenziamento. Se il giocatore ne assorbe abbastanza, infatti, può premere Y per scegliere uno dei tre potenziamenti proposti. Essi si dividono in tre categorie: Corpo (spesso utili per avere accesso a qualche cura o per aumentare i Cuori), Arma (per potenziare gittata, velocità ed altro dei propri proiettili) e Contratto (che permette al giocatore di avere dei vantaggi quando affronta le varie aree di gioco). Nelle fasi intermedie e finali dell’intero gioco questi potenziamenti sono veramente importanti, quindi si consiglia di scegliere con saggezza.

Oltre al gameplay base, quali sono gli altri contenuti che rendono Dead End Job un titolo interessante? Oltre ad un comparto sonoro degno di nota ed una gestione dei collezionabili assai simpatica, questo videogioco riesce a trasportare il giocatore all’interno della storia attraverso uno stile grafico simile ad alcuni cartoni degli anni ’90 ed una serie di gag comiche decisamente ben realizzate. A dirla tutta la trama non è particolarmente ricca di colpi di scena, ma la sola presenza di questi due contenuti riuscirà ad intrattenere tutti coloro che acquisteranno questo titolo. Come ciliegina sulla torta vi è il multigiocatore locale, nel quale il secondo giocatore interpreta il mentore di Hector. Quest’ultimo può soltanto rallentare i nemici, ma allo stesso tempo quando subisce dei danni sarà semplicemente stordito, evitando quindi di dare troppo intralcio al suo compagno.

Quali sono, però, i difetti di Dead End Job? Vorrei sottolinearne tre, in quanto sono quelli più evidenti all’interno di questo titolo. Il primo che vorrei trattare è la gestione dell’HD-Rumble. Per simulare l’effetto dell’arma i controller vibreranno ogni volta che il giocatore attacca… ma il problema è che la vibrazione risulta eccessivamente forte, diventando spesso fastidiosa. Concludendo, il gioco non possiede alcun adattamento italiano. A dirla tutta il titolo è decisamente affrontabile anche se si conoscono solo le basi della lingua, ma si rischia di perdere parte della comicità proposta, dato che in alcuni casi sono giochi di parole oppure si usano termini particolarmente insoliti. Vi consiglierei di tenervi vicino un dizionario… ma sappiate che i balloon proseguono in automatico (in maniera simile a Thief of Thiefs).

Dead End Job
Fate attenzione, acchiappafantasmi: se si usa l’arma eccessivamente spesso si andrà in surriscaldamento, ed obbligherà il giocatore a non poter colpire per un po’ di tempo. Questo porterà il giocatore ad essere inerme, e di conseguenza i nemici potranno massacrarlo senza troppe difficoltà. Nota finale: il gioco salva automaticamente un sacco di volte, quindi se fate un Game Over probabilmente sarà inutile cercare di riavviare il gioco: ormai dovete accettare la sconfitta

Concludendo, Dead End Job è un videogioco roguelike semplice e simpatico che, per quanto mi riguarda, è perfetto per apprendere le basi del genere. Attraverso un gameplay basilare ma carico di carisma, il giocatore sarà coinvolto in un’avventura ricca di fantasmi gelatinosi da colpire, aspirare e spolpare. Attraverso una narrazione simpatica il giocatore affronterà millemila avversità, e grazie alla struttura del gioco sarà probabilmente necessario rigiocarlo svariate volte, al fine di riuscire a scoprire l’intero potenziale di questo titolo. Va detto che sono presenti alcuni difetti, ma per quanto mi riguarda il rapporto qualità-prezzo è decisamente accettabile. Dead End Job è un titolo consigliato per tutti gli amanti dei roguelike che sono alla ricerca di un prodotto semplice ma con un’idea base simpatica, ed allo stesso tempo è consigliato anche a chiunque voglia iniziare a conoscere questo genere. Attenzione, però: per alcuni potrebbe essere più punitivo di quanto non possa sembrare!

Dead End Job
Dead End Job – Recensione
PRO
Comparto narrativo semplice ed esilarante
Gameplay semplice ed efficace, perfetto per veterani e novizi...
Tanti collezionabili, che incentiveranno il giocatore ad ottenere il 100%
Design dei personaggi e dei nemici ben contestualizzato
Ottima colonna sonora
CONTRO
Adattamento italiano assente
... ma per alcuni giocatori potrebbe risultare punitivo
gestione dell'HD-Rumble poco efficace
8
Buffo!