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SuperEpic: The Entertainment War – Recensione

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SuperEpic: The Entertainment War è un grande e sonoro urlo di protesta, un monolitico dito medio alzato contro l’odierno mercato videoludico. Già nel suo stesso titolo il gioco nasconde, in realtà in maniera neanche troppo velata, la sua prima critica ad una certa software house che negli ultimi anni ha decisamente sbancato il lunario grazie ad una produzione ed uno store tanto amati ed odiati dalla community. Ovviamente lo scopo non è tutto qui, ed il titolo si rivela vincente grazie ad uno stile ironico che non si prende mai troppo sul serio ed una difficoltà più accessibile per il suo genere di appartenenza.

Maiali mangia-soldi

Il mondo che ci viene presentato in SuperEpic è una visione distopica dove una software house gestita da maiali, la Ragnantcorp, ha ormai soggiogato le menti del popolo attraverso i suoi giochi free to play e pay to win. In una società dove gli individui non fanno altro che lavorare per spendere tutti i loro averi in giochi di dubbio gusto sui loro dispositivi portatili, in un circolo vizioso senza un’apparente fine, esistono ancora delle mosche bianche. Solitari e rari individui che passano il loro tempo libero a giocare con le vecchie glorie su console e tecnologie datate ma piene di emozioni (e nostalgia) rifiutando totalmente l’idea di perdere le loro giornate su giochi fin troppo semplici e in cui è sufficiente pagare per proseguire nei livelli. Tra questi figurano i due protagonisti principali della storia, il procione Tantan ed il suo inseparabile lama.

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Durante una sessione in multiplayer locale con la cara, vecchia console, Tantan vede apparire sullo schermo un misterioso individuo mascherato che lo invita a prepararsi per la rivolta contro il tiranno Ragnantcorp. Dopo un breve tentennamento iniziale, il procione imbraccia armi improvvisate ed improbabili cavalcando il suo amico lama alla conquista della malvagia software house. Nel suo cammino il nostro protagonista incontrerà ovviamente diversi ostacoli e nemici da battere, ma farà anche la conoscenza degli individui mascherati, che sono particolarmente propensi ad aiutarlo in cambio della giusta ricompensa pecuniaria, vendendo abilità, armi e migliorando gli strumenti a disposizione. Percorrendo la vasta mappa interconnessa, come la scuola dei MetroidVania insegna, attraverseremo sale d’attesa, reception, uffici e sale break per arrivare fino ai sotterranei e al laboratorio di ricerca e sviluppo per farci via via strada verso il capoccia responsabile delle malefatte dell’azienda. Faremo la conoscenza di manager succhia sangue, designer sempre alla ricerca di nuovi modi per far spendere più soldi ai clienti e team leader attenti ad ogni piccola distrazione dei dipendenti, sfruttati come veri e propri schiavi. In tutto questo marasma di figure negative ed ambigue Tantan farà la conoscenza anche della dolce Boxcar, una volpe apparentemente intenta a svolgere la stessa missione di Tantan invitata dai medesimi tizi mascherati. La volpe almeno inizialmente sarà molto restia nel dare confidenza a Tantan, e si limiterà a qualche scambio di informazioni, ma d’altro canto anche Tantan non sa bene di chi fidarsi in questa stramba e pazza avventura dove poter riempire di insulti tutti i cattivi e dubitare di ogni losco individuo. Forse anche di chi ci ha chiamati in causa?

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Nostalgia alla riscossa

Tantan si districherà nel mondo di SuperEpic seguendo le regole basilari del genere MetroidVania. Ci ritroveremo quindi in una mappa interamente esplorabile ma a cui potremo accedere in determinate zone solo dopo il recupero di determinati powerup e nuove tecniche, i nemici riappariranno non appena ritorneremo in una determinata area ed il salvataggio sarà concesso solo… andando in bagno! Beh, d’altronde non è forse l’unica pausa che si concedono i veri videogiocatori?

Detto questo oltre le fondamenta il gameplay è arricchito da alcune chicche che rendono il titolo veramente originale ed appagante non soltanto per il suo stile ironico e satirico ma anche per alcune genialate  semplici ma degne di nota. Intanto avremo diversi tipi di armi a disposizione, principalmente una dedicata agli attacchi orizzontali, una a quelli verticali ed una per gli attacchi a distanza. Ma il vero punto cardine che differenzia il gioco sta nella presenza di alcuni codici QR scansionabili con il proprio smartphone; questi, in base all’occasione ci serviranno per accedere a dei mini giochi sviluppati in HTML5 e quindi fruibili tramite browser. I mini giochi sono volutamente ispirati ai più famosi titoli mobile e qualche vecchia gloria come Frogger, per fare un esempio, e vanno proprio a criticare queste macchine succhia soldi, mettendo anche in evidenza quanto sia semplice il loro sviluppo in contrasto ai guadagni, a volte immensi, che portano ai produttori. Questi mini giochi serviranno per aprire porte che condurranno nella maggior parte dei casi a delle cassaforti contenenti oggetti rari e utili, o grosse somme da riscattare. I codici QR vengono anche utilizzati negli ATM presenti in alcune aree specifiche del gioco; questi codici faranno partire un altro mini gioco dove ci verrà chiesto di aumentare di livello semplicemente facendo tap sul tasto per produrre soldi, in una sorta di sistema bancario distorto, dove i lavoratori continueranno a produrre PigCoin sonanti fino a che non sbloccheremo il “team leader” dell’area che automatizzerà i guadagni. Una volta raggiunta una certa somma, potremo spendere i PigCoin in delle tessere riscattabili tramite codice in SuperEpic e che aumenteranno i crediti disponibili ed altre piccole chicche che lascio scoprire a voi.

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Queste aggiunte anche se apparentemente minime danno al gioco un respiro totalmente nuovo ed inedito, e ci costringono ad utilizzare quei titoli che spesso critichiamo e disprezziamo (per periodi di tempo brevissimi, sia chiaro) su mobile per proseguire nel gioco principale. Una sorta di legge del contrappasso. Questo compensa ampliamento anche un livello di difficoltà leggermente più basso per il genere, il che può essere visto come pregio o difetto in base ai propri gusti, dato che garantisce una maggiore accessibilità a titolo, e quindi un pubblico più ampio.

Tecnicamente il SuperEpic non ha problemi da segnalare, grazie anche ad una grafica in 32 bit che non richiede particolari sforzi di risorse. Le animazioni scorrono fluide ed il framerate non rappresenta mai un problema. Anche la soundtrack che ci accompagna durante tutta l’avventura non evidenzia particolari sforzi ma accompagna bene lo spirito scanzonato del gioco. L’unico difetto che si può riscontrare è qualche strafalcione in fase di adattamento; se in alcuni passaggi si possono apprezzare battute divertenti e brillanti, anche con un linguaggio che passa da livelli da strada a termini di uso decisamente meno comune (definirli aulici sarebbe troppo), in altri punti sembra che le frasi siano tradotte con un traduttore automatico che si scorda anche come si usi il congiuntivo, o il verbo essere al posto del verbo avere; per fare un esempio pratico riporto il piccolissimo passaggio che segue: Ci rivedremo quando abbiate imparato ad usarlo. In alcuni casi sono davvero piccole sbavature, ma che essendo presenti in molti punti rischiano di spezzare il ritmo del discorso e dell’ironia.

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Conclusioni

SuperEpic è un titolo che sorprende inaspettatamente. Un’opera che sarebbe potuta facilmente essere l’ennesimo tentativo di emulazione di Hollow Knight e del suo successo, riesce a distinguersi nettamente grazie ad uno stile fresco e particolare e delle trovate semplici ma geniali che rendono il gameplay davvero divertente e assuefacente, senza mai stancare. Un colpo andato a segno per la talentosa squadra di Undercoders e Numskull Games, chapeau!

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SuperEpic: The Entertainment War – Recensione
PRO
Satira ed umorismo a palate (di quello buono)
Aggiunte al gameplay originali e innovative
Animazioni fluide e veloci
CONTRO
Adattamento in italiano a tratti traballante
Livello di sfida basso rispetto alla media del genere
8.3
Non pago per vincere!