Black Future '88

Black Future ‘88 – Recensione

Raggiungere la cima di un grattacielo pieno di neon fluorescenti e spuntoni in acciaio scuro non è più impresa così ardua come prima. Adesso con le nuove tecnologie del “futuro ‘88” è possibile scalare nuove vette, superare burroni e perfino viaggiare nel tempo. Ehm no, forse il viaggio spazio/tempo ancora non è stato inventato, però ci sono buone probabilità che presto possa accadere. L’essere umano ha subito una repentina e strana metamorfosi delle proprie abitudini quotidiane, rimpiazzando la figura come quella del postino con un drone “lancia giornali”, oppure ad esempio non è più necessario fare file interminabili alla posta: basta un semplice click in endovena ed il versamento è effettuato. Abbastanza semplice e comodo, anche se un po’ rischioso farsi impiantare un chip nelle vene per trasmettere dei dati per via etere. Eppure questi sono i benefici, o svantaggi, di essere nel futuro e di poter usufruire a pieno regime delle nuove infrastrutture fornite dal governo del paese di appartenenza. Non esistono più bandiere, solo delle luci fluorescenti ad accompagnare la strada del neo cittadino, nella speranza che possa essere impiegato nelle “nuove industrie del domani” e rischiare la vita senza alcuna esitazione o rimborso spese.

Il futuro cibernetico elettronico o Synth-Punk è un genere non pienamente conosciuto nel panorama videoludico, rientrando in quella categoria di “ambientazione di nicchia”, ma con tantissime sfaccettature simili al più comune cyber-punk. Infatti il Synth-Punk è più conosciuto nel mondo musicale, dove vede l’accostamento della musica elettronica al Punk in un tripudio di virtuosismi con chitarre elettriche e sintetizzatori. Trovo alquanto bizzarro e atipico incentrare un prodotto, seppur indipendente e molto sperimentale, in un mercato dove si è poco avvezzi alle novità spesso così “spiazzanti”. Anzi, lungi dall’essere nominato in qualunque lista di videogiochi come genere a sé stante: un vero e proprio primo capitolo di una lunga serie, probabilmente. Inoltre, lo stile dell’ambientazione non è solo l’unico aspetto particolare presente nel titolo in questione, ovvero Black Future ‘88, bensì la scelta di sviluppare le meccaniche del gioco in un action shooter con elementi roguelike. L’unione di tutti questi ingredienti formano qualcosa di veramente surreale e particolarmente straniante. Eppure è solo una piccola parentesi, visto l’immenso lavoro dietro al prodotto e all’accostamento di musiche elettroniche-Punk originali di un certo rilievo. Un gioco come VA-11 Hall-A: Cyberpunk Bartender Action, da noi recensito, è uno dei più facili esempi di come il Cyberpunk non rivesta solo i panni della mera ambientazione, bensì anche della trama e del character design influenzando ogni stile di dialogo. Da un lato abbiamo un’avventura votata alla narrazione, dall’alta un gioco incentrato sul gameplay e la progressione del personaggio.

Black Future ‘88 è un gioco realizzato da Super Scary Snakes e pubblicato su console Nintendo Switch (presto disponibile anche su Steam) da Good Shepherd Entertainment, mentre Gambitious B.V. si sta occupando infatti della distribuzione in Europa. Un prodotto ben confezionato che, nel corso di questa recensione, impareremo a conoscere e spero anche ad apprezzare i pregi, considerando ovviamente anche gli aspetti meno riusciti. Un titolo dove, oltre all’ambiente futuristico, sono presenti mondi procedurali sempre diversi tra loro ed elementi shooter action in 2D. Un gioco con ambientazioni che si rinnovano ad ogni partita, impreziosito dalla musica “elettronica punk”, questo è ciò che gli sviluppatori si sono prefissati di trasmettere con questo loro nuovo gioco, in uscita dal 21 novembre 2019 solo in digitale. Procediamo quindi con ordine in questa nuova recensione tutta futuristica.

Black Future '88
Le mappe sono procedurali, dunque è difficile comporre una strada per arrivare al boss: è richiesto molto impegno!

L’architetto del Grattacielo: Duncan

L’ambientazione futuristica è volutamente distopica e piena di grandi riferimenti ai lungometraggi pubblicati a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 (più verso quest’ultimo decennio, dove vede anche l’anno presente nel titolo come buona fonte di ispirazione). Infatti, in Black Future ‘88 sono evidenti i chiari segni del primo film di Blade Runner uscito nel 1982, con una tecnologia che ha permesso la creazione di esseri sintetici chiamati “replicanti” del tutto simili agli esseri umani. Il mondo è stato completamente ricreato dopo che l’uomo ha usato per l’ultima volta le bombe nucleari per affrontare vicende tutt’altro che diplomatiche. L’evidente consumismo e spreco di risorse ha condotto l’estinzione di tantissime specie animali, riducendo così drasticamente il numero di abitanti nei paesini non ancora urbani. Le macchine sintetiche hanno sostituito la maggior parte degli impieghi ritenuti prima umani e tutte quelle azioni che solitamente impiegavano giorni per essere svolte. Adesso non esiste un genere specifico per identificare l’uomo o la donna, bensì degli “ibridi” tutti diversi tra loro; da chi ha solo alcune parti cibernetiche implementate nel cervello, a chi è sostanzialmente un robot a tutti gli effetti e svolge quotidianamente mansioni non più ritenute “normali”. Città che adesso sono pervase da luci artificiali e dove il sole è solo una rara comparsa in quelle giornate sempre nuvolose o piovose.

Colui che viene definito l’architetto del Grattacielo, una struttura imponente e di grande rilievo per l’attuale società futuristica, chiamato Duncan ha manipolato per interi mesi la razza umana, portando solo dopo un lungo processo di mediazione all’estinzione di alcune persone gettando diverse bombe atomiche nelle principali capitali. La prima bomba venne sganciata solamente nell’estate del 1988. Da allora, le persone vivono “alla giornata”, lavorando per pochi spiccioli e mangiando decisamente niente. Sfamare una famiglia è diventato quasi impossibile. il tempo inoltre sembra essersi fermato nell’88: ogni giorno è sempre lo stesso, non cambia mai. Eppure esistono alcuni sopravvissuti che intendono sovvertire questo sistema e scalare il Grattacielo per sconfiggere la supremazia di Duncan. Il motto di questi giovani è: “Sali per morire, muori per sopravvivere!” Cinque sono le persone designate in questa impresa, e con questo piccolo manipolo di uomini dotati di parti robotiche sarà possibile introdursi fino nelle camere dei Boss per sconfiggerli e ottenere nuovi componenti.

La trama, oltre all’incipit abbastanza lineare, non evidenzia così tanti stravolgimenti, dichiarando apertamente di voler essere di secondo piano rispetto al gameplay. Il coinvolgimento emotivo è davvero relativo, dunque non aspettatevi di trovare dinanzi un titolo completo nella componente narrativa tanto quanto la Graphic Novel poc’anzi citata nel paragrafo precedente. Il contorno CyberPunk è ben spiegato tramite alcuni sotto-dialoghi tra i alcuni dei cinque protagonisti. E’ disponibile quasi subito un codex articolato delle creature che incontrerete durante l’avventura, alcune tipologie di personaggio, le armi con una piccola spiegazione ed infine i level-up, ossia la descrizione delle abilità fornite dall’avanzamento di ogni singolo livello. Per ogni musica composta è stato creato un hub nelle opzioni interamente dedicato alla selezione dei brani Synth-Punk, dove aggiungono già dal primo avvio del gioco maggior spessore con la loro sola presenza. Le musiche, così come i suoni, rientrano perfettamente nella componente stilistica, poiché hanno voluto dedicare l’intero genere del gioco su di esse e la loro evoluzione ritmica man mano che avanzeremo nel grattacielo.

Black Future '88
Il Codex è la vera anima dell’intero gioco, con tantissimi approfondimenti sempre utili e dettagli difficili da assimilare durante la partita in movimento.

La contaminazione di un Roguelike spietato!

Black Future ‘88 è un prodotto che a livello di gameplay restituisce davvero tanto, non limitandosi alla linearità creata dalla narrazione e non focalizzandosi ulteriormente per troppo tempo alle componenti action shooter. Il feedback è abbastanza immediato, dunque non è presente un imput lag dei comandi: alla pressione di un tasto azione, corrisponde subito dopo l’attacco o la schivata, tranne nel caso in cui vi troviate davanti a più nemici, dove sono avvertibili dei piccoli rallentamenti. In giochi simili è essenziale la velocità di esecuzione, ed in questo i ragazzi del gruppo Super Scary Snakes sono riusciti ad equilibrare, anche se con qualche piccola sbavatura, le dinamiche più usate nel gioco come lo slash (lo scatto in avanti velocizzato) o l’aggiunta di armi sia melee (scontri corpo a corpo) che da lancio o da fuoco. Esistono diversi modi per poter uccidere un nemico, ed uno dei più caratteristici è gettarsi contro per affrontarlo faccia a faccia. Sono contemplati ovviamente tutti gli scontri da lontano con le armi da fuoco, che solo una piccola parte dei cinque personaggi disponibili può usare effettivamente e con i giusti bonus. Per ogni partita, che non sarà uguale da quella precedente essendo il gioco “procedurale”, avrete l’occasione di cambiare protagonista, ma solo in alcuni momenti prestabiliti come ad esempio il raggiungimento dell’hub centrale, una stazione ferroviaria con un treno ultraveloce. Solo in tre modi è possibile arrivare alla stazione, ossia morendo, tornando indietro o con un teletrasporto. Quest’ultimo richiede il pagamento di alcune risorse in game per essere usato.

Dopo essere entrati nella locomotiva dall’hub centrale, verrete immediatamente trasportati nel piano corrispondente all’ultima volta che siete morti. Infatti la morte è un evento assai ricorrente in Black Future ‘88: un roguelike che non perdona la mancanza di attenzione, come pochi altri riesce a fare. Uno spessore decisamente da annoverare nei pregi, essendo che il titolo mette a disposizione nello opzioni richiamabili con il tasto select (diverso dal menu pausa con start) anche una modalità assistita, ovvero non ci sono limiti per usare tutte le abilità del personaggio e il danno delle armi principali aumenta esponenzialmente. Il gioco consiglia, ovviamente, di provare la assist mode le prime volte, così da godersi l’avventura con estrema tranquillità e divertimento. Un tasto (Y) è dedicato interamente allo sparo da tutti quei protagonisti con dei fucili in dotazione, i colpi sono già di default selezionati contro l’avversario, una sorta di mira assistita che velocizza l’azione in sé. Per chi invece volesse un po’ più di sfida, il team ha mappato come seconda alternativa per l’arma da fuoco l’analogico destro che è possibile direzionare assieme al colpo luminoso. Il tasto B è devoluto al salto; con la doppia pressione, si può effettuare un double jump che aumenta in base al livello di altezza in cui il personaggio si trova nella location. Uno dei cinque personaggi può ottenere un potenziamento sul salto che lo rende ancora più rapido nella scalata.

Il titolo è interamente in 2D e molti elementi di level design sono particolarmente ripetitivi, ripresentandosi abbastanza di frequente. In alcune location è abusata la presenza di una piattaforma rossa dove il nemico sosta il più delle volte dietro ad un muro completamente nero, proteggendosi così dai colpi da arma da fuoco. In generale, il gameplay è facilmente comprensibile e immediato, esistono però delle condizioni sfavorevoli dove il gioco acquista dei connotati un po’ strani. Ad esempio, contro alcuni Boss, l’uso delle armi da fuoco è totalmente inutile, poiché possiedono degli scudi quasi impenetrabili dai laser. Ciò rende l’uso di un personaggio melee forzato, limitando di poco lo stile di ogni videogiocatore. Inoltre, l’uso delle abilità è strettamente legato alla barra di energia blu presente sotto a quella della vita, che può essere ricaricata con alcuni oggetti non facilmente reperibili nelle mappe.

Black Future 88
Gli scontri con i Boss sono croce e delizia del titolo, poiché in alcuni casi i nemici saranno tanti e con pattern sempre uguali, appiattendo di molto l’esperienza finale dello scontro.

L’estetica complessiva è piacevole!

Le aree esplorabili nel gioco sono solamente cinque e con una varietà non del tutto esaltante. Black Future ‘88 è un roguelike che può essere giocato anche in cooperativa locale con un amico, basta usare uno dei due joy-con ed è fatta. Così facendo, aumentano le statistiche di resistenza dei nemici, oltre al danno che essi potranno fare ai vostri personaggi. Giornalmente si può affrontare una sfida con delle caratteristiche sempre diverse e che non sono attinenti alla trama, dove è possibile mettersi alla prova con il resto del mondo in una classifica globale. In questo caso, il motto è: “Non combatti solo per sopravvivere, ma per distinguerti!” Una sfida giornaliera che, nel complesso, trova maggior senso anche in questo caso, dove il titolo si propone con una buona offerta più o meno interessante per chi ama il genere. Nonostante le mappe siano quasi tutte identiche nello stile, i nemici possiedono una buona caratterizzazione sia estetica che nei move-set.

La componente grafica è quella più suggestiva e curiosa, che aggiunge di una ulteriore spanna in positivo verso l’alto il gioco. Il frame-rate, tranne in alcuni sporadici e ormai consueti momenti di troppi elementi su schermo, rimane fluido. Mentre non ho notato altre aberrazioni grafiche per camuffare qualcosa di abbozzato. Lo stile è retrò, una pixel-art che convince ma non risulta perfetta. Ciò che invece convince è il comparto musicale e sonoro. Ne abbiamo già parlato, eppure vorrei dedicare una piccola menzione alla musica. Il gioco propone un jukebox con tutti i brani composti in chiave Synth-Punk, tra assoli di chitarra in chiptune e sintetizzatori vocali a creare la giusta atmosfera pienamente soddisfacente.

Il livello estetico in 2D è molto alto, un buon punto a favore, oltre al fatto di poter vedere così tanti colori fluorescenti assieme ad una buonissima colonna sonora Synth-Punk.

In conclusione, Black Future ‘88 è un action shooter roguelike in 2D davvero strabiliante, un gioco che con queste musiche indipendenti non ti aspetti. Eccelle nel gameplay, nella semplicità e nell’immediatezza, nonostante sia davvero punitivo ai livelli più alti. Oltre alla musica, è presente una buona progressione del singolo – e anche del gruppo poi – componente a vostra disposizione. Sicuramente la modalità cooperativa in locale è un’aggiunta di grande rilievo. Ma quello che invece è sicuramente da rivedere è la varietà di alcune aree di gioco, un level design troppo anonimo e degli scontri con i Boss forzati. Da annoverare la mancanza della lingua italiana tra quelle supportate, che sono altresì: Tedesco, Inglese, Francese, Giapponese, Russo, Cinese. Un gioco che è venduto al prezzo di 19,99 euro su Nintendo Switch entra prepotente in quella categoria di prodotti con elementi roguelike di grande rilievo e di qualità soddisfacente in pixel-art 2D.

Black Future '88
Black Future ‘88 – Recensione
PRO
Trama interessante ma...;
Gameplay solido e veloce;
Character design convincente;
Alcune meccaniche di gioco come la scelta delle abilità per ogni piano sono intriganti;
Sfide giornaliere sempre diverse;
La difficoltà è molto esponenziale.
CONTRO
... troppo altalenante e con pochi intrecci;
Decisamente punitivo per alcune tipologie di videogiocatori;
Alcuni Boss sono ripetitivi nei move-set e scontati;
Level Design di alcune location un po' anonimo.
8.5
Futuristico!