Woven

Woven – Recensione

Woven, mondo a maglia

Woven sembra aver dimenticato in qualche cassetto l’avanzamento tecnologico e di sviluppo in ambito videoludico delle ultime due o tre generazioni. Lo so, è piuttosto insolito iniziare la recensione di un titolo con certe parole; oltre a non premettere nulla di buono, sembra trasmettere parecchio astio verso il titolo, ma se mi seguirete nell’analisi di questo titolo poco fortunato ne capirete velocemente i motivi.

Quando Woven mi è stato proposto ho accolto l’occasione con entusiasmo, mi son detto “un titolo che mescola elementi grafici vivaci e teneri contrapposti alla freddezza del metallo e di creature a volte inquietanti, sarà una mossa azzeccata”; ecco, non potevo essere più in errore. Se le intenzioni di partenza sono ottime, così come molte idee dal potenziale inespresse presenti nel gameplay, l’esecuzione lascia invece un po’ a desiderare.

Woven

La narrativa richiama volutamente uno stile infantile e di facile comprensione.  Vediamo subito il nostro piccolo protagonista Stuffy girovagare per delle colline verdeggianti quando la curiosità ha la meglio sulla sua attenzione, facendolo cadere giù da un dirupo. Fortunatamente l’elefantino peluche ha la pelle… beh, così morbida da non subire troppi danni per la caduta, e riesce a continuare la sua passeggiata anche se azzoppato. Nel suo peregrinare nota che nella zona circostante ci sono diversi macchinari fatti di metallo – insoliti per il mondo a cui appartiene – fino ad arrivare ad incontrare un piccolo essere, riassumibile in una lampadina con un occhio sulla base (il primo tra gli elementi inquietanti che troverete) che sembra aver perso ogni ricordo. Glitch, questo il nome dello strano essere, accompagnerà da questo momento Stuffy in ogni suo spostamento combinando le abilità di uno e dell’altro; i due vagheranno per i vari mondi composti di lana, tessuti e metalli per ritrovare i ricordi di Glitch ed i simili di Stuffy. Ad accompagnare le vicende dei comprimari ci pensa forse uno dei pochi elementi veramente riusciti di tutta l’opera: una voce narrante profonda e ben cadenzata, ricca di rime e che riempirà in un modo o nell’altro i tanti, grossi momenti di vuoto mentre si vagabonda per mondi spesso desolati e piuttosto piatti; oltre a darci consigli utili senza i quali sarebbe praticamente impossibile proseguire.

Pad alla mano l’approccio con le meccaniche di gioco è quanto di più macchinoso si possa immaginare. Partiamo dalla camminata: come in ogni gioco lo stick sinistro è riservato allo spostamento, graduale in base alla pressione esercitata. Bene, qui invece se la telecamera non è esattamente alle spalle del protagonista questo rallenterà di poco alla volta girando la testa da un lato come se scrutasse qualcosa che attrae la sua attenzione, anche quando attorno avremo letteralmente il nulla. Non parliamo poi del fatto che il mondo è colmo di muri invisibili ed ostacoli minuscoli che però ostacolano l’incedere, parliamo anche di fili d’erba che bloccano totalmente il cammino. Non avete idea di quante volte avrei voluto poter porre fine alle sofferenze di Stuffy (e mie) semplicemente facendolo cadere da un dirupo, ma tutto ciò è impossibile visto che anche il minimo dislivello impedisce al peluche dalle mille forme di proseguire.

Woven

A proposito di mille forme, uno dei perni di Woven è proprio la possibilità di cambiare forma al nostro protagonista, modificandone anche le sue abilità. Questo è probabilmente uno degli aspetti che maggiormente mi provoca dolore, perché il modo in cui è eseguito denota una spiccata originalità, vanificata con un livello produttivo tristemente scarno e che lascia con l’amaro in bocca. Tornando alla meccanica, Stuffy e Glitch si troveranno in alcuni specifici punti dei macchinari che il gioco si diverte a chiamare macchine da cucito; queste in realtà somigliano più a dei carillon con braccia automatiche. Se saremo abbastanza bravi e veloci da spostare nei punti giusti le braccia per trapuntare le note giuste il premio in palio è una nuova forma per Stuffy, che dalla sua forma base da elefantino può presto trasformarsi in topo, cervo, capra, gorilla e così via. Ogni forma ha delle sue abilità peculiari legato ad alcuni componenti del corpo, che possono essere mischiate in più combinazioni. Potremo per esempio utilizzare una gamba d’elefante per dare delle potenti zampate per far tremare il terreno, ed un’altra da cervo per spiccare dei salti quando il level design lo permette. questo è solo un esempio delle numerosissime forme e abilità che è possibile mescolare insieme per creare risultati unici e sempre più funzionali al gameplay. Ciò che potrebbe essere un’esperienza di gameplay unica ed originale si trasforma presto in un’agonia di ripetizioni lente e macchinose; per usufruire di qualsiasi abilità dovremo mantenere premuto il grilletto destro per quelle di stuffy, e quello sinistro per quelle di Glitch, selezionando poi con lo stick corrispondente l’azione da far compiere, rendendo il tutto veramente goffo, derivante da un sistema di controlli per pc ad uno dedicato alle console sicuramente non adattato nel modo più furbo ed intuitivo. Per quato riguarda Glitch si occuperà per lo più di attivare i macchinari metallici, fare luce nei punti più bui e scansionare pattern da collezionare. Oltre alle forme infatti Stuffy avrà una serie di colori e temi da poter applicare alla sua pelliccia, con un numero di varianti piuttosto impressionante e diversificato.

Oltre a trasformare il nostro protagonista il punto focale del gioco è l’interazione con l’ambiente, che avviene tramite semplici puzzle o punti specifici in cui sfruttare qualche abilità peculiare delle tante forme di Stuffy. Infine l’interazione con i nemici consiste in quasi tutta l’intera prima parte nell’aggirarli o ignorarli, fino a quando non troveremo la giusta forma che ci permetterà di affrontarli, tenendo sempre però conto del metodo descritto prima per accedere alle abilità, che spezza fin troppo il ritmo dell’opera.

Woven

Una gatta da pelare

Veniamo ad un altro punto dolente. L’intero mondo di gioco di Woven risulta incredibilmente datato sia per quantità di poligoni che per qualità delle texture; che si guardi ai protagonisti, alle ambientazioni o alle altre creature che popolano il mondo di gioco risultano spigolosi e abbozzati, con texture a volte sfocate e sempre sofferenti di una risoluzione bassa. A condire il tutto ci pensa un comparto animazioni rudimentali, che come un colpo di grazia rende tutti i movimenti legnosi, lenti e pesanti, in un circolo vizioso che non sembra avere fine dal menù di avvio sino allo spegnimento della console. Woven non si salva neanche da qualche bug ed errore di calcolo da parte degli sviluppatori, al netto di qualche schermata di freeze, un blocco totale del gioco e qualche lieve calo di frame rate, la situazione più fastidiosa è stata dover chiudere e riavviare il titolo per una mancanza degli sviluppatori; mi è capitato di trovarmi in un angolo di mappa molto ristretto e con un’unica via d’uscita, che richiedeva una specifica abilità che non avevo a causa della forma che aveva assunto stuffy poco prima. Peccato però che la zona non fosse provvista ne di un macchinario da attivare per cambiare forma, ne di una via d’uscita alternativa, con l’unica soluzione di dover ripercorrere un’intera fase di gioco che aveva richiesto la risoluzione di un puzzle non immediato. Decisamente frustrante.

Woven

Neanche il comparto sonoro ne esce indenne, con un tema sempre uguale e rumori ambientali sufficienti. Ma ciò che vi rimarrà impresso è sicuramente lo sguardo dei tanti, troppi occhi che ritroverete lungo tutto il gioco, che vi perseguiteranno nei vostri sogni per scavare fino a trovarvi l’anima e probabilmente prenderla a calci.

Woven si rivela a malincuore il gioco probabilmente più deludente che mi sono ritrovato a giocare durante il 2019. Una serie di scelte, dettate non soltanto dal basso budget del progetto ma anche da una visione un po’ troppo ancorata al passato, rendono il titolo poco appetibile e soprattutto non giustifica una spesa di 20 euro sull’eshop, dove con la stessa cifra potrete trovare sicuramente pane per i vostri denti, qualunque sia il vostro genere preferito.

Woven
Woven – Recensione
PRO
Una base di gameplay stuzzicante ed originale...
CONTRO
... rovinata da una serie eccessiva di difetti
Comparto tecnico preistorico
4.3
A volte una toppa non basta.