Baldur's Gate

Baldur’s Gate e Baldur’s Gate 2: Enhanced Edition – Recensione

Tutto cominciò con Wasteland 2; il gioco sviluppato da InXile Entertainment, sotto la supervisione attenta di due personaggi storici dell’industria videoludica come Brian Fargo e Chris Avellone, giunse sull’ibrida Nintendo l’anno scorso, sancendo l’approdo dei CRPG sulla Switch. Come abbiamo visto nella nostra recensione, questo genere estende le sue radici alle vere e proprie origini del medium videoludico. Perciò, il fatto che una console Nintendo ospitasse un gioco appartenente a questo filone rappresentò già di per sé un evento degno di nota. Ma, come si è intutio dall’incipit, questo fu solo l’inizio. Di lì ad un po’ di tempo, Pillars of Eternity e Divinity: Original Sin 2 si unirono ai ranghi, rinforzando la line-up di CRPG su Switch con il loro importante peso specifico. Però, è sempre cosa buona e giusta dare uno sguardo indietro e vedere come tutto, effettivamente, cominciò. Ed è così che  Skybound Games e Beamdog portano su Nintendo Switch la loro Enhanced Edition di Baldur’s Gate e Baldur’s Gate 2, progenitori indiscussi dei CRPG e veri e propri pezzi di storia dell’industria videoludica.

L’importanza di Baldur’s Gate per il medium dei videogiochi è indiscussa. Il capolavoro uscito nel (ormai) lontano 1998 fu il primo esempio di utilizzare le regole di Dungeons & Dragons in maniera credibile per sviluppare la struttura ludica di un videogioco di questa entità. Ambientato nel mondo dei Forgotten Realms, il giocatore si trova a dover affrontare una vera e propria epopea disseminata di eventi epici e personaggi memorabili. Se avete giocato Pillars of Eternity, o avete letto la nostra recensione, allora sapete benissimo come si sviluppa il sistema di gioco: immancabile visuale isometrica, accento fortissimo sulla storia e la narrazione, ma soprattutto alla posizionamento del giocatore all’interno di questi, e sistema di combattimento in ‘tempo reale’, ma con la possibilità di poter usare una pausa tattica.

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Immagine tratta dal primo Baldur’s Gate

Il sistema di combattimento segue delle regole modificate della seconda edizione di Dungeons & Dragons: rispetto a Pillars of Eternity, per esempio, le battaglie in Baldur’s Gate sono molto più impegnative, e fanno molto più affidamento sui ‘roll’, esattamente come in una qualsiasi campagna di D&D. Non è raro che, soprattutto all’inizio, il party del giocatore cerchi di sconfiggere un mostro deboluccio impiegandoci una quantità di tempo forse pure un po’ troppo eccessiva: si vedono infatti i nostri eroi tristemente mancare il nemico più e più volte, allungando (forse inutilmente) la durata dello scontro. Infatti, nonostante la bontà estrema di questo sistema, è innegabile che sia Baldur’s Gate sia Baldur’s Gate 2 mostrano decisamente la loro provenienza da un’altra era videoludica. Al giocatore è infatti richiesto di calarsi completamente nel mondo di gioco, e di viverlo a pieno così da poter capire la pieghe più nascoste e vederne l’immenso valore. Non aspettatevi indicatori sulla mappa, o che il gioco faciliti la progressione: Baldur’s Gate 1 e 2 non perdonano nessuna disattenzione.

Questo elemento può forse rappresentare quello più difficile da digerire per chi si avvicina a questi capolavori per la prima volta, ed è assolutamente normale. Baldur’s Gate 1 e 2 sono giochi molto complessi, che richiedono dedizione, ma che sono in grado di regalare esperienze che ben pochi altri giochi sono in grado di regalare. Come detto, la storia in tutti e due i giochi rappresenta uno degli aspetti più importanti, e il giocatore deve navigarla influenzandola con le proprie decisioni e azioni. Il mondo di gioco è vivo, vibrante, con un fortissimo carattere, popolato da una grandissima varietà di personaggi e personalità, alcuni dei quali si uniranno a noi nella nostra avventura, mentre altri cercheranno di metterci i bastoni tra le ruote. Ed è esattamente questa una delle qualità maggiori di Baldur’s Gate: l’incredibile complessità della storia e del mondo di gioco permettono al giocatore di affrontare l’esperienza dalla propria soggettività, dal proprio punto di vista.

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Immagine tratta dal primo Baldur’s Gate

La cosa veramente rimarchevole di questa coppia di giochi importantissima è il sistema di controlli. Adattare un gioco nato e cresciuto con mouse e tastiera per essere giocato con un controller non è assolutamente un’operazione semplice. Skybound Games e Beamdog hanno fatto un lavoro decisamente pazzesco: la mappatura dei comandi è fatta sulla falsariga di Pillars of Eternity, ma in Baldur’s Gate sembra addirittura funzionare meglio. Certo, siamo ben lontani dalla precisione e dall’accuratezza che mouse e tastiera concedono, ma è incredibile pensare di poter giocare in questo modo un gioco per computer storico come Baldur’s Gate.

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Immagine tratta da Baldur’s Gate 2

Dal punto di vista tecnico, perciò, questa collection non perde un colpo, e risulta realizzata in maniera ad hoc. Dispiace, però, la mancanza del multiplayer, a differenza delle edizioni per PC di questi giochi. Il multiplayer  non è sicuramente una feature necessaria, e anzi il gioco si gode in maniera perfetta in single player, ma di certo avrebbe rappresentato un’aggiunta gradita. Su PC, i giochi possono essere giocati fino a 6 giocatori, risultando perciò come una vera e propria campagna D&D giocata con i propri amici. Comunque, niente di grave, dato che già da soli Baldur’s Gate 1 e 2 presentano molte gatte da pelare, che forse a volte è più rapido gestire il tutto da soli. Questa versione non supporta la lingua italiana, il che può rappresentare un ostacolo non da poco per chi non è particolarmente familiare con la lingua inglese, dato che la quantità di testi da leggere è molto elevata, oltre a rappresentare una dei pilastri dell’esperienza.

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Immagine tratta da Baldur’s Gate 2

Ultimo aggiornamento: 2023-12-05 at 08:54

In conclusione, non c’è bisogno di dire ancora quanto Baldur’s Gate sia un gioco importante per il mezzo videoludico. La bontà di questo gioco è anche dimostrata dalla freschezza dell’esperienza, nonostante siano passati 21 anni dalla sua uscita originale. Questa collection presenta pure le varie espansione, rendendo il totale di ore di gioco per completare entrambi i titoli quasi incalcolabile. Certo, il prezzo della collection è un po’ altino considerando che questi giochi vengono letteralmente dallo scorso millennio; però, il sistema di controlli è stato implementato in maniera molto convincente, e in aggiunta, la possibilità di poter giocare in modalità portatile queste perle è semplicemente meravigliosa. Infatti, per i nuovi giocatori che sono interessati a provare in prima persona un pezzo di storia videoludica, mi sento di consigliare la versione Switch rispetto ad altre: oltre ad avere ciò che tutte le altre versioni hanno (tolto il multiplayer), la portabilità della console riesce a far ringiovanire anche delle vecchie glorie come Baldur’s Gate e Baldur’s Gate 2.

Baldur's Gate
Baldur’s Gate e Baldur’s Gate 2: Enhanced Edition – Recensione
PRO
Capolavori indiscussi
Nonostante abbiano uno 21 anni, l'altro un po' di meno, la bontà della struttura di gioco rimane intatta
Sistema di controlli molto ben implementato
CONTRO
Nonostante tutto, gli effetti del tempo si fanno comunque sentire
8.5
Due pezzi di storia videoludica