Into the Dead 2

Into the Dead 2 – Recensione

Quando un titolo dalle origini mobile viene annunciato per Nintendo Switch sono sempre molto curioso, soprattutto quando questo sulla piattaforma di riferimento è disponibile in forma di free-to-play. Tendenzialmente questo tipo di progetti sono pensati appositamente per attirare il giocatore grazie alla loro apparente natura gratuita, e spesso e volentieri nascondono al loro interno un gameplay in grado di creare dipendenza e spingere il giocatore a finanziare gli sviluppatori attraverso i cosiddetti acquisti in-app. E’ proprio per questo motivo che il passaggio al mondo console deve essere gestito molto attentamente, specialmente se l’intenzione finale è quella di offrire il prodotto con un prezzo fissato fin dal principio con al massimo l’aggiunta di qualche DLC a pagamento.

Tutto questo ci porta direttamente nel cuore di Into the Dead 2, che farà il suo gran debutto il prossimo 25 ottobre sul Nintendo Switch eShop e verrà venduto al prezzo di ben €34,99 con a disposizione altri due DLC del valore di €4,99 ciascuno. Un investimento non da poco quello richiesto dagli sviluppatori PikPok e dal publisher Versus Evil, ma che come vedremo a breve ci permetterà l’accesso ad un’avventura completa ed in grado di regalarci infinite ore di divertimento.

Into the Dead 2
Gli occhi di tutti gli zombi di Into the Dead 2 brillano, un fatto decisamente inquietante!

Così come suggerisce il nome, Into the Dead 2 è il secondo capitolo di questa particolarissima serie il cui tema centrale è quello della sopravvivenza da orde di zombi assetati di sangue; insomma la classica apocalisse dentro la quale nessuno vorrebbe mai ritrovarsi. Il gameplay di fatto è molto semplice e ci porta ad ammazzare quanti più “non morti” possibili, mentre corriamo a perdifiato attraverso infinite praterie e fattorie ormai abbandonate, cercando di schivare questi spietati esseri per arrivare il più lontano possibile. Into the Dead è un endless run, e questo significa che non saremo noi a controllare la corsa del personaggio principale ma ci dovremo limitare solamente ad aggiustarne la traiettoria e sparare nel momento giusto cercando al tempo stesso di non sprecare le preziosissime munizioni raccolte lungo il percorso. Anche l’operazione di mirare non è affidata al giocatore, e dunque anche in questo caso la semplificazione dei controlli è massima. Questo non significa necessariamente che il gioco sia semplice, anzi, ma bisogna comunque ricordare che la sua formula è stata concepita per essere fruita attraverso dispositivi mobili e che dunque richiede di quanti meno tasti (che siano fisici o touch poco cambia) per essere accessibile. Abbiamo sicuramente apprezzato che questa decisione sia stata mantenuta anche in occasione del rilascio su Nintendo Switch.

Questa seconda iterazione del titolo firmato PikPok cerca di prendere molti degli elementi che lo hanno reso celebre e li rilancia all’interno di un’infrastruttura ludica decisamente più complessa e capace di migliorare notevolmente ogni sfaccettatura della formula originale con l’obiettivo di offrire un’esperienza più completa e variegata. Innanzitutto ora non dovremo più correre a perdifiato attraverso livelli generati proceduralmente e – passatemi il termine – fini a sé stessi, ma avremo a che fare con un’interessante trama che ci accompagnerà lungo i 60 stage (suddivisi in 7 capitoli) dei quali il gioco si compone (ciascuno con una lunghezza fissa) e si concluderà con uno dei tre finali diversi da scoprire.

Il protagonista di Into the Dead 2 è James, un uomo che nel tentativo di ritornare a casa dalla moglie Helen e la figlia Maggie finisce vittima di un incidente al seguito del quale il suo furgone viene distrutto, ed è dunque obbligato ad intraprendere un lungo viaggio a piedi per raggiungere le due donne nella speranza che queste nel frattempo riescano a mettersi al sicuro da un’invasione zombi appena avvenuta. Anche se la narrativa non raggiunge mai colpi di scena inaspettati o eclatanti, il modo in cui questa viene gestita, attraverso semplici dialoghi tra James e la sua famiglia alla fine di ogni livello, ci è sembrato molto interessante.

Into the Dead 2
Le ambientazioni offrono molti elementi sia in grado di sbarrarci la strada che di offrirci riparo, ma bisogna fare sempre attenzione perché un morto vivente potrebbe comunque sbucare fuori all’improvviso!

Il sistema di controllo, come dicevamo precedentemente, è molto semplice e ci richiederà semplicemente di correggere la traiettoria di James per schivare zombi e ostacoli, operazione che comunque risulta molto “rigida” rispetto alla velocità di crociera e che di conseguenza non ci permetterà di compiere movimenti laterali troppo ampi. In tutto questo, laddove vi siano munizioni disponibili, è anche possibile utilizzare una delle due armi equipaggiate per abbattere dalla lunga-media distanza i nemici pronti a cibarsi delle nostre budella (è un’immagine abbastanza macabra, ma è esattamente quello che succederà se uno di loro riuscirà ad arrestare la vostra corsa). Il gioco ci concederà un solo fallimento, dotandoci di un coltello col quale liberarci dalla presa di un non morto e/o di un compagno di avventura pronto a tirarci fuori dai guai, ed alcune sporadiche casse di rifornimenti fondamentali per ricaricare il nostro arsenale.

Specialmente all’inizio dell’avventura, ci renderemo conto che la quantità di munizioni necessarie ad uccidere tutti i nemici è nettamente inferiore al loro numero, e dunque impareremo a centellinarne l’utilizzo e a cercare di schivare quanti più avversari possibili. Questa operazione è spesso possibile, ma non ci garantirà sempre un lieto fine e, soprattutto, con questa particolare condotta non riusciremo a superare le numerose sfide offerte dagli stage. Ciascuno di essi ci chiederà infatti, oltre all’ovvia sopravvivenza, di soddisfare particolari richieste come l’uccisione di un certo numero di zombi con una determinata arma, il ritrovamento o attraversamento di specifiche location o l’utilizzo di alcune armi “monouso” recuperabili in loco come la motosega o la mitragliatrice fissa.

Into the Dead 2
Quasi fin dall’inizio faremo la conoscenza di un dolce cucciolo a quattro zampe, al quale io ho assegnato il nome di Ciosky, che sarà pronto a difenderci e scovare munizioni aggiuntive. Così come le armi, anche lui è potenziabile e ne incontreremo altri esemplari lungo il cammino.

Questo ultimo aspetto, se entrerà a far parte delle nostre corde, ci garantirà infinite ore di gioco dedicate all’ottenimento di tutti gli achievement degli stage ed i conseguenti bonus con i quali il titolo ovviamente premia il giocatore, permettendogli di accedere ad armi sempre più potenti ed in grado di aumentare le sue probabilità di sopravvivenza. Sempre qui, però, alberga la natura free-to-play del progetto che spinge il giocatore ad effettuare numerosissimi tentativi prima di poter raggiungere l’obiettivo prefissato. Personalmente avrei reso in questa occasione il progresso più rapido, o per lo meno la quantità di risorse ottenute a fine livello più generosa, per ridurre il fattore ripetitività al quale si può inevitabilmente andare in contro. La difficoltà generale non è comunque mai eccessiva, ed un pò di trial & error è da mettere in conto.

A variare la formula ci pensano comunque un’ottima modalità arcade, con la quale partecipare a livelli nei quali la scelta dell’arma non viene effettuata dal giocatore e l’obiettivo non è più quello di raggiungere la fine del percorso ma quello di ammazzare un numero minimo di creature per poter proseguire allo stage successivo. In questa modalità l’unico pensiero è quello di sparare, sparare a più non posso, ed infatti la quantità di casse è superiore a quella della campagna principale, per la gioia dei giocatori amanti dell’azione pura.

Se questo non bastasse, Into the Dead 2 offre anche una serie di tre storie secondarie gratuite, grazie alle quali esplorare più a fondo le vicende del gioco nei panni di altri sopravvissuti, ottenendo armi e ricompense aggiuntive ed attraversando ambientazioni inedite. In questa modalità sono presenti anche due DLC a pagamento, dedicati a Ghostbusters e La notte dei morti viventi di George A. Romero, che come detto in apertura richiedono un ulteriore investimento di €4,99 ciascuno. Personalmente ho trovato questi due contenuti aggiuntivi molto validi, soprattutto quello dedicato agli acchiappafantasmi che aggiunge un pizzico di freschezza al gameplay, ma poiché sono giocabili solamente una volta aver completato rispettivamente gli scenari 60 e 47 della modalità storia, vi suggeriamo caldamente di valutare l’acquisto strada facendo e non di lanciarvi a capofitto sul pacchetto completo fin da subito.

Into the Dead 2
Un bagliore verde con del fumo significa rifornimenti, raccoglierli potrebbe essere di vitale importanza!

Focalizzandoci sulla versione dedicata a Nintendo Switch, gli sviluppatori hanno ben pensato di sfruttare a dovere l’HD rumble, che riesce nel suo compito di enfatizzare i nostri movimenti soprattutto quando andiamo inevitabilmente a sbattere contro qualche ostacolo o zombi, ma allo stesso tempo hanno completamente rimosso la possibilità di sfruttare il touch screen della console quando questa viene utilizzata in modalità portatile. Una decisione sicuramente insolita, ma che personalmente non abbiamo sentito come una grave mancanza di questa edizione. Sul fronte tecnico nulla da segnalare, se non qualche sporadica perdita di frame in occasione dei menù di raccolta delle ricompense.

In conclusione, l’unico vero nemico di Into the Dead 2 potrebbe essere ritrovato nel suo prezzo, forse eccessivo nonostante l’enorme quantità di contenuti offerti dal gioco. Abbiamo trovato ogni modalità offerta ben caratterizzata e la varietà di armi e situazioni sicuramente all’altezza di un titolo che comunque è bene ricordare proviene dal mondo mobile. Consigliamo l’acquisto agli amanti delle avventure endless run, nonostante in questa circostanza la formula è frammentata in livelli bel delineati, e a coloro che amano ripetere gli stage con l’obiettivo specifico di soddisfare ogni singola sfida in questi celata. Se riuscirete a digerire le sue meccaniche peculiari, vi ritroverete tra le mani un titolo potenzialmente infinito ed in grado di regalare tanta soddisfazione.

Into the Dead 2
Into the Dead 2 – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Into the Dead 2 grazie ad un codice gentilmente offerto per la recensione. Da completista incallito ho apprezzato le meccaniche di grinding che stanno alla base del gameplay, ma mi rendo conto che molti giocatori potrebbero trovare il titolo fin troppo ripetitivo dopo alcune ore. Nonostante questo ritengo il secondo capitolo della serie firmata PikPok ben riuscito, se solo costasse un pò di meno...
PRO
CONTRO
7.8
Corri James, corri!