Devil's Hunt

Devil’s Hunt – Recensione

I giochi story-driven sono in grado di regalare esperienze la cui potenza a volte sfugge la comprensione del giocatore. Prendete per esempio Oxenfree, capolavoro di Night School Studio che per essere capito a pieno ha bisogno di essere giocato più e più volte. Insomma, questo tipo di giochi può avere una potenza espressiva che è propria solo del medium videoludico. Per questo dispiace molto quando si hanno giochi tipo Devil’s Hunt, uscito su Steam la settimana scorsa. L’epopea di Desmond Pearce non convince e non riesce a decollare da nessuna parte. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio questo primo gioco sviluppato da Layopi Games.

Il gioco si propone come una sorta di Devil May Cry dove la storia ha un accento ancora maggiore. Devil’s Hunt ha l’ambizione di raccontare una storia che sulla carta potrebbe pure essere interessante, ma quando si tratta della messa in atto, il gioco mostra carenze fin troppo evidenti. La narrazione comincia ‘in medias res’, mostrandoci un mondo in fiamme, disseminato di demoni, e il nostro ‘eroe’ Desmond Pearce che si fa largo tra questi riempendoli di cazzotti. Dopo questo inizio confusionario dove non si capisce bene che succede, il gioco ci propone un flashback, dove viene spiegato che Desmond Pearce è un ricco figlio di papà con assolutamente nessuna cura per il mondo circostante, a parte i suoi amati incontri di box illegali e la sua ragazza Kristin. Dopo essere stato rimproverato da paparino, ed aver chiesto di sposare alla sua partner, va a partecipare ad un incontro di box dove viene pestato per bene da un avversario con uno strano bagliore sinistro negli occhi. Tornato a casa, trova la sua ragazza a letto con il suo migliore amico, il quale vede bene di stendere Desmond con un colpo ben assestato. A questo punto, il nostro protagonista decide di togliersi la vita, e qui finisce all’inferno dove incotra Lucifero, il quale gli assegna la missione di portargli le anime di ‘uomini cattivi cattivi’.

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Ovviamente, appena tornato sulla terra, Desmond decide di andare subito a cercare vendetta, ed è a questo punto che le cose cominciano a precipitare terribilmente. Dopo una serie di vicissitudini, e dopo che Desmond ha incontrato i leader di inferno e paradiso e prende la decisione di non schierarsi e di tornare dalla sua ragazza, si viene a scoprire che il migliore amico di Desmond non è andato a letto con la sua ragazza, ma bensì l’ha stuprata. Però questo ci tiene subito a precisare che entrambi erano sotto l’influenza di un demone. Ed è a questo punto che Devil’s Hunt dimostra di essere un gioco che non vale la pena giocare. Rimanendo su un punto di vista narrativo, utilizzare uno stupro come motivo per lo sviluppo di un personaggio che non è neanche convolto in questo, non ha assolutamente senso. Ma la cosa peggiore di questo fatto, è che Desmond perdona il suo amico e si allea con lui per sconfiggere le forze del male. Tutto questo accade mentre gli effetti di questo stupro sulla ragazza non sono esplorati per niente, dimostrando una completa mancanza di complessità e di comprensione di come funziona il mondo reale da parte degli scrittori.

Questo aspetto gravissimo dimostra da un lato un processo di scrittura svogliato e raccogliticcio, dove uno stupro di una donna viene utilizzato come motivo per lo sviluppo di un personaggio maschile, il quale è quello che perdona lo stupratore. Questa cosa non solo non ha senso, ma si dimostra anche portatore di un messaggio che non sta né in cielo né in terra (per rimanere in ambito paradiso/inferno).

In aggiunta alla narrativa oggettivamente pessima, Devil’s Hunt non riesce a brillare neanche dal punto di vista del gameplay. Il gioco dovrebbe svilupparsi come un picchiaduro sullo stile della seria Arkham di Batman, ma purtroppo risulta carente pure su questo. I combattimenti non sono particolarmente difficili, e la maggior parte delle volte si risolvono nello spammare il pulsante per attaccare senza neanche bisogno di schivare. In sostanza, il sistema di combattimento non riesce a risollevare il piattume generale creato dal sistema narrativo.

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L’altro grande difetto di questo gioco è il comparto tecnico. Il gioco soffre di cali di frame frequenti. In aggiunta, la maggior parte delle animazioni sono decisamente goffe, a volte al limite del ridicolo. Questo vale anche per la ‘schivata’ di Desmond, il quale non si capisce bene che azione compie per interrompere gli attacchi dei nemici (siamo lontani anni luce dalla fluidità di uno Shadow of War, per esempio).

L’unica cosa che si salva è il comparto artistico, il quale riesce a ricreare scenari molto interessanti, alcuni dei quali sono effettivamenti esteticamente piacevoli. Altro aspetto positivo, è la colonna sonora, che risulta particolarmente adatta al mondo di gioco creato.

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In conclusione, Devil’s Hunt è un gioco che non raccomando. Da una parte per i numerosi intoppi tecnici, la mediocrità del sistema di combattimento, e la generale mediocrità dell’esperienza. Ma la cosa che veramente affossa Devil’s Hunt è la storia, la quale viene raccontata in un modo molto confusionario, e che presenta elementi che dimostrano un processo di scrittura svogliato e basato su idee che non si capisce bene da dove derivino: il tema dello stupro non viene per niente esplorato dalla prospettiva della donna, e lo stupratore è perdonato da Desmond, e insieme vanno verso la lotta. Questo è semplicemente sbagliato, e pure il messaggio che manda è completamente sbagliato. Speriamo che per il prossimo gioco, Layopi Games riguardi il suo processo di scrittura così da poter creare esperienze videoludice degne di essere definite tali.

Devil's Hunt
Devil’s Hunt – Recensione
PRO
Buon comparto artistico
CONTRO
Gameplay fin troppo macchinoso
Problemi tecnici evidenti
Storia raccontata in modo confusionario, e con elementi molto problematicit
3
Potenzialità sprecate