Deadly Premonition Origins

Deadly Premonition Origins – Recensione

Raccogliere all’interno di un videogioco le idee visionarie e stravaganti di un autore alquanto eccentrico come Hidetaka “SWERY” Suehiro è un’impresa assai ardua, che consta di non poche difficoltà in termini di apertura nel panorama videoludico. Deadly Premonition, inizialmente presentato in Giappone con il nome di Rainy Woods, è un’opera atipica che, nel lontano novembre 2010 (data effettiva d’uscita del gioco),  ha spaccato sia critica che pubblico, creando attorno a sé un campo disseminato di mine vaganti inesplose e fiori spinosi con visioni di pensiero tra loro contrastanti. La percezione avuta in quel periodo, quando la generazione di riferimento era per ovvie ragioni Playstation 3 e Xbox 360, è stata quella di un titolo in completa contrapposizione con i canoni predisposti dalle software house, dove la maggior parte dei giochi assorbiva completamente meccaniche degli FPS e degli sparatutto online più frenetici.

Il 2010 è lo stesso anno d’uscita di tantissimi titoli altisonanti, per citarne solo alcuni: lo splendido Alan Wake, Mass Effect 2, Red Dead Redempion, Donkey Kong Country Returns o Super Mario Galaxy 2. Un periodo sicuramente affascinante sotto tanti punti di vista che ha regalato ottime perle in un mondo da noi amato. Il gruppo di sviluppo Access Games a capo del progetto Deadly Premonition ha dovuto dunque competere in un mare di giochi di grandissimo impatto. All’epoca non si aveva la disponibilità economica di una buona campagna marketing in grado di poter reggere il confronto il larga scala mediatica con i giochi citati poc’anzi, eppure “il fu Rainy Woods” è riuscito sin dal suo esordio a segnare i cuori (sia in positivo che in negativo) di molti videogiocatori, che ne hanno apprezzato la sua spiccata e dissacrante qualità narrativa immersa in un ambiente thriller/avventura.

Un sogno che finalmente si avvera per i fan è l’annuncio di un seguito, ossia di Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise per l’attuale generazione di console. Il primo titolo, l’esordio di un cult divenuto indimenticabile per svariati motivi, è uscito a sorpresa su Nintendo Switch, dopo un Nintendo Direct di Settembre 2019 mozzafiato. Deadly Premonition Origins è il gioco che andremo quest’oggi a recensire sviluppato e prodotto nel porting su Switch da Toybox con la collaborazione del manager Europeo Numskull Games, rimasterizzato nelle texture e migliorate alcune meccaniche attraverso le funzionalità aggiuntive della console ibrida Switch.

Deadly Premonition Origins
Il sistema di puntamento e lo shooting in generale è una delle componenti meno soddisfacenti dell’intero gioco, poiché troppo datato e rigido.

Le bizzarre avventure dell’agente Francis York Morgan

La trama di Deadly Premonition è una continua citazione all’aspetto più autoriale e originale creato da David Lynch nella serie TV Twin Peaks già dagli anni novanta. Una storia investigativa e surreale che avanza lentamente, senza troppe spiegazioni e con tantissime interpretazioni diverse. Una piccola parentesi dell’immaginario soprannaturale di una tipica cittadina americana. L’autore del gioco non ha mai nascosto l’evidente similitudine che è possibile riscontrare tra la sua opera e quella di Lynch, con perfino uno dei primi trailer d’annuncio rivelato ancor prima dell’uscita effettiva che ricalca pedissequamente la Loggia Nera ed i suoi fitti misteri. Un’iconografia che non è facile da digerire per via della sua natura molto “d’autore” ed impronta che lascia lo spettatore (o videogiocatore nel caso del gioco) interdetto e pieno di dubbi. Proprio per tal motivo, la conduzione narrativa del titolo giapponese è piena di eventi paradossali e alle volte pragmatici, rischiando effettivamente di annoiare.

Come nei misteri avvolti in Twin Peaks, nel bosco di una gradevole e apparentemente innocua cittadina di montagna Greenvale si nasconde un efferato omicidio. Dopo essere scomparsa per alcuni giorni, una povera bambina di nome Anna Graham è stata trovata crocifissa su un albero con un lungo squarcio nel ventre. Nonostante l’intervento della polizia locale rimasta sbigottita, questo macabro evento ha suscitato l’attenzione dell’FBI, fino a condurre l’agente speciale Francis York Morgan ad indagare sul caso stesso. Facendosi chiamare semplicemente York, l’investigatore è uno dei più brillanti e migliori che si possa trovare in circolazione. Tuttavia è affetto da duplice personalità, che lo rende spesso irascibile contro se stesso e in preda a crisi di nervi. Il suo alter ego è un tale di nome Zack, con la quale si trova la maggior parte del tempo a dialogare e “punzecchiare”. Oltre alle sue abilità innate come investigatore, l’agente speciale York possiede una dote capace di identificare e risolvere tutti quei strani eventi soprannominati “paranormali o bizzarri”.

La sera precedente alla sua partenza per recarsi tra i boschi dell’omicidio, York vive uno strano sogno “premonitore: di lì a poco, troverà il caso più difficile della sua carriera. Tra particolari battute con Zack e citazioni, parte e raggiunge, anche se con alcuni imprevisti causa incidente con la macchina, il ponte che congiunge Greenvale ad un altro paese. Ad aspettarlo vi sono lo sceriffo George Woodman e l’incantevole vicesceriffo Emily Wyatt, con il primo un po’ riluttante per la presenza di un federale nella sua città. Già dai primi attimi di gioco, lo stile narrativo risulta essere più convincente rispetto al gameplay, con intuizioni di regia e “strane presenze come fantasmi” ad attaccarlo continuamente. L’autore ha voluto intervallare i vari momenti più importanti in episodi, creando così una propria serie interattiva con colpi di scena e riassunto “nella puntata precedente”.

Il prologo mostra infatti uno stile molto simile a ciò che, sempre nello stesso anno d’uscita, è possibile riscontrare in Alan Wake, con visioni che diventano più nitide man mano che avanzeremo con la storia. Per risolvere il caso, il gioco mette a disposizione delle prove che vanno concluse nel migliore dei modi (con obiettivi da spuntare), ad esempio alla ricerca di indizi sparsi ovunque nello scenario o interrogando gli abitanti del posto. La mappa è vasta e completamente esplorabile, forse resa un po’ troppo grande da risultare dispersiva. Sono disponibili anche dei mezzi per potersi muovere, ma la guida risulta come nella sua vecchia riproposizione nel 2010 molto legnosa.

Deadly Premonition Origins
Il sistema di salvataggio, in pieno stile giochi di una generazione passata, non è automatico e deve essere effettuato con le cabine del telefono parlando con Zack.

Un Gameplay legato troppo alla vecchia generazione di console

L’esperienza dell’agente speciale York in quel di Greenvale è sicuramente una delle più atipiche, poiché afflitta da vicende che non gli lasciano il giusto tempo per organizzarsi e comprendere quale sia la cosa migliore da fare. Aldilà degli eventi legati “al lavoro”, le missioni secondarie da affrontare saranno all’incirca una sessantina e tutte scritte abbastanza bene e soprattutto di vario genere. Come avviene in un gioco open world, all’interno della mappa è possibile eseguire parecchie azioni abbastanza normali come ad esempio pescare o acquistare del cibo, mentre creare e organizzare il proprio armamentario è prioritario per affrontare le battaglie contro le avversità soprannaturali della città senza morire.

Ed è qui che entrano in gioco alcune meccaniche portanti, come quella dello shooting. Purtroppo, senza alcuna pretesa, Deadly Premonition Origins ricalca perfettamente lo stile negativo presente nella vecchia versione. Un gioco che al suo tempo, sotto il punto di vista del gameplay, risultava rigido e pesante da affrontare. Sparare è un vero e proprio dramma: sebbene siano stati implementati i comandi di movimento dei Joy-con, estrarre l’arma con il tasto dorsale sinistro, puntare con il dorsale destro e sparare richiede un quantitativo di tempo non indifferente. E tutto ciò ricorda palesemente il primo Resident Evil. Non vi nascondo che in questa versione del gioco su Switch, doversi fermare a sparare e puntare è qualcosa di alquanto stancante, considerando anche l’incentivo non preciso della mira assistita che spezza il ritmo della narrazione. Bisogna comunque sempre contestualizzare e considerare la sua natura da “remastered”, e non rifacimento totale (quindi annesso uno svecchiamento) delle meccaniche di gioco.

La salute dell’investigatore è soggetta a tre parametri fondamentali: il primo la fame, successivamente la stanchezza, che sono possibili da soddisfare banalmente mangiando o bevendo del caffè e dormendo, ed infine una barra legata al battito cardiaco che viene influenzata sia dal movimento in corsa, oltre dall’essere stati individuati dai nemici nelle fasi più stealth. Ogni attività nel titolo richiede una sorta di “scambio in denaro”, voluto anche per creare una piccola parabola con l’esubero di materie prime che al giorno d’oggi vengono vendute senza alcuna remora senza considerare l’impatto ambientale. Il vestiario può essere personalizzato e così anche alcuni oggetti del vostro inventario. Nel complesso, il gameplay è soddisfacente, condito di tante variazioni nel lato investigativo, ma fortemente penalizzato nel carattere action carente e datato.

Deadly Premonition Origins
Ricostruire una scena è essenziale per risolvere il caso, anche grazie alle doti speciali dell’ispettore in grado di avere dei flash-back di trama importanti.

L’atmosfera creata è l’unico punto a favore?

Il genere d’appartenenza adventure horror è solo un pretesto per affrontare temi cupi e controversi, analizzando una storia che evolve perfettamente e scatena in voi delle diverse sensazioni. Il gioco è ricordato sicuramente per il suo aspetto più estroverso, ossia aver diviso stampa e pubblico a metà: chi vi dirà che è il gioco migliore che abbia mai provato, e chi invece lo distrugge nella forma più completa. Invece, in questa attuale generazione, Deadly Premonition è un’opera autoriale di grandissimo spessore, anche se afflitta da problemi che rendono il giudizio finale nella media di ogni presunta aspettativa. Sia chiaro, l’opera mi ha convinto a pieno: ma oggettivamente i difetti sono molti. Oltre al gameplay datato e figlio del suo tempo, l’altro è sicuramente il comparto tecnico.

Le texture sono state, per fortuna, riadattate per una risoluzione più alta rispetto all’originale, eppure l’impatto generale è sottodimensionato con una evidente sfocatura presente come se volesse “ammorbidire” la prestanza tecnica non molto efficiente e dinamica. Il pop-up è eccessivo, oggetti e alberi che spuntano all’improvviso, peggio di qualunque altro jump-scare costruito di proposito. Il frame-rate è nella norma, varia solamente dopo i caricamenti ed in generale rimane ugualmente godibile. Il gioco non risulta rispetto ad altri titoli con una grafica poligonale evidente molto energivoro per la batteria, e quindi confermando una buona prestazione di 3,5 ore consecutive di gioco nella modalità portatile. L’aliasing è un tipico problema che coinvolge una mole non indifferente di titoli, e qui non è da meno: la sua presenza però almeno non infastidisce. Tutte queste condizioni sono riferite sia in portatile che su TV.

Per molti Deadly Premonition Origins è considerato alla pari di un Trash-movie dei vecchi anni ‘80, solo che non è corretto chiamarlo in questo modo. L’evidente surrealismo e pragmatismo è arricchito dalla buona presenza di citazioni sane e battute sagaci, che non rovinano l’esperienza finale. Non è un’opera votata per annoiare, bensì è l’esatto contrario: vuole coinvolgere chiunque con una vastissima varietà di contenuti e una longevità che si attesta sopra la ventina di ore. Un gioco, in conclusione, che è capace di tenervi incollati su schermo per tantissimo tempo, con colpi di scena efficaci e un comparto musicale di grande effetto. Lo stile narrativo e stilistico ricalca (piacevolmente) opere di altissimo livello come il tanto citato Twin Peaks, con l’unica presunzione di essere sempre dissacrante, pungente e raffinato in tantissime idee. Le pecche più grandi sono sicuramente la sua anima “da vecchia generazione”, una tecnica ormai superata ed elementi da shooting legnosi. Il secondo capitolo, che uscirà il prossimo anno, sarà molto probabilmente all’altezza di ogni nostra più rosea aspettativa.

Deadly Premonition Origins
Lo stile grafico rimane identico alla versione precedente, eppure l’ambientazione ricreata è fenomenale e piena di tantissimi dettagli cromatici.

Deadly Premonition Origins è disponibile in digitale su Nintendo eShop di Switch al prezzo di 29,99 euro! La versione fisica sarà disponibile da Novembre!

Deadly Premonition Origins
Deadly Premonition Origins – Recensione
Deadly Premonition Origins, sviluppato per Nintendo Switch da Toybox e pubblicato da Marvelous, è l'opera concepita dalla folle mente di un creativo giapponese di nome Hidetaka "SWERY" Suehiro, che è stato capace di condensare all'interno del suo gioco un'ottima narrativa sempre scorrevole, piena di tantissime citazioni al mondo del cinema degli anni '80 e '90 e tematiche horror investigative alla pari della serie TV Twin Peaks dell'amatissimo David Lynch. Il gioco è una versione riadattata e corretta per l'approdo sulla console ibrida Nintendo, con alcune funzionalità come quella dei comandi di movimento aggiunte. L'atmosfera è davvero coinvolgente e rende perfettamente, anche se l'aspetto tecnico e il gameplay è un po' carente e datatoUn capolavoro che è riuscito, nel 2010 quando è uscito, a spaccare sia critica che pubblico, creando così un vero primato assoluto e richiamando a sé molta attenzione. In attesa del secondo capitolo annunciato per il prossimo anno, questo è il momento giusto per gustarvi una buona trama e qualche pizzico di surrealismo di altri tempi.
PRO
CONTRO
7.8
Surreale!
Redattore