Remothered Tormented Father Nintendo Switch

Remothered: Tormented Fathers – Analisi della versione Switch

PREMESSA: A distanza di un mese da questa nostra recensione è stata rilasciata una corposa patch che ha risolto molte delle criticità segnalate in questa recensione. Vi invitiamo quindi di leggere attentamente anche la nostra analisi su questo attesissimo aggiornamento!


Remothered: Tormented Fathers è un Survival horror pubblicato da Darril Arts, sviluppato da Stormind Games e scritto e diretto da Chris Darril. Il primo progetto di una trilogia interamente italiana, che ha visto la sua prima pubblicazione nel lontano 2017 su Steam, nello store Microsoft, e successivamente nel luglio 2018 su console Playstation 4 e Xbox One (versione da noi anzitempo recensita). La versione annunciata per la console nipponica Nintendo Switch diverso tempo addietro e posticipata in questi mesi per migliorare l’esperienza finale del gioco è stata finalmente resa disponibile a partire dal 6 settembre 2019.

Il panorama videoludico italiano conta poche ed originali imprese che hanno avuto un successo così eclatante come il qui presente Remothered, vincendo tantissimi premi e riuscendo inoltre a convincere buona parte della critica mondiale. Il gioco viene definito l’erede spirituale del classico survival horror giapponese Clock Tower, ed effettivamente le somiglianze sono abbastanza palesi, così quanto l’ispirazione ad un’altra saga dalla grande caratura come Silent Hills. Un’opera, quella dell’italiano Darril, che è riuscita a farsi strada in un mercato – riferito al genere proposto – saturo e pieno di titoli facilmente accantonabili, risultando adesso un modello di ispirazione per tutti coloro che vogliono cimentarsi nell’impresa della protagonista Rosemary Reed all’interno della magione Felton.

Il titolo si contraddistingue per l’esaltazione di tutti quei momenti di assoluta inquietudine, ansia e smarrimento che il giocatore  può vivere durante lo svolgimento della partita. Emozioni inserite nel contesto di una trama ben scritta, con un character design decisamente ispirato ed un’ambientazione curata nei minimi dettagli. Alcune dinamiche di gameplay sono sì innovative, ma non del tutto convincenti ed ancora troppo acerbe. Purtroppo, Remothered su Switch è solo un contenitore dell’eccellente idea narrativa del creativo catanese, poiché succube di una conversione ed ottimizzazione poco curata. I mesi d’attesa per risolvere i problemi interni alla struttura tecnica del gioco non hanno sortito alcun effetto, procurando alla versione definitiva una serie di problematiche non certamente preventivate e che si discostano da ciò che sapevamo all’origine. C’è da dire che comunque la console Nintendo non è sicuramente la migliore sotto i punti di vista della prestanza tecnica, disponendo di un tipo di hardware ridimensionato e adatto alla sua versatilità (portatile e fissa). Eppure giochi simili, come ad esempio Outlast, sono stati capaci di equilibrare la risoluzione delle texture ed il frame-rate a 30 fps senza togliere nulla alla componente estetica ed ambientale, che non ha nulla da invidiare a quella presente nelle versioni dedicate alle altre console. Il team di sviluppo, in collaborazione con l’editor giapponese Dico Co. Ltd. incaricato per il porting, non solo ha optato per un abbassamento drastico della risoluzione, ma ha anche abbassato notevolmente la qualità delle texture, non riuscendo comunque a mantenere un frame-rate costante.

Remothered: Tormented Fathers è un gioco eccellente dal punto di vista della componente ansiogena e psicologica ben orchestrata, della narrativa curiosa ed originale, dell’ambiente sicuramente interessante, ma che per la console Nintendo Switch risulta “purtroppo” privo di una buona struttura tecnica, che inficia notevolmente sull’esperienza complessiva del gioco. Andiamo comunque con ordine e analizziamo i punti sia a favore che contro questo titolo survival horror tutto italiano.

Remothered: Tormented Fathers
L’impatto stilistico rimane immutato, sebbene la grafica diminuita renda alcuni tratti inconfutabili del gioco meno soddisfacenti.

Alla ricerca della giovane scomparsa

“Anni ottanta, un furgoncino bianco ed una sigaretta accesa.” Così la storia alla ricerca della verità sulla scomparsa di una ragazza di nome Celeste ha inizio, con la protagonista Rosemary Reed intenzionata ad indagare fingendosi perfino di essere un medico in visita alla magione Felton, luogo dove tutto avviene. Non abbiamo ben presente dall’inizio le intenzioni reali di questa scomparsa e della malattia che riversa il padrone di casa, che vive soprattutto grazie alle cure continue della domestica Gloria e la moglie (quest’ultima non meglio nota).

Rosemary è convinta che Richard Felton sia coinvolto nella scomparsa “intenzionale” della figlia. La donna trentacinquenne prova durante l’incontro con l’anziano signore, medico dell’istituto dove Felton è stato in passato ricoverato, a mediare una discussione che diventa quasi subito accesa, con lei che incalza sulla scomparsa di Celeste o una certa Jennifer. Al nome di quest’ultima, Richard si infervora fino a cacciarla infastidito via di casa dalla domestica. La Reed non demorde e, con discreta attenzione, torna nuovamente all’interno, però questa volta pronta a cercare ovunque senza alcun permesso. Da qui inizia il gioco vero e proprio, con voi nei panni della protagonista che vi muoverete tra i meandri oscuri della magione, nascondendovi negli armadi pur di scoprire qualcosa in più sull’accaduto. L’anima horror pervade ogni momento all’interno dell’opera, con il puro terrore che solletica le orecchie con una musica molto coinvolgente ma allo stesso tempo inquietante.

Numerosi sono i documenti sparsi per la casa che evidenziano le sorti bizzarre della famiglia Felton e che andranno raccolti, così come oggetti disponibili per l’autodifesa della protagonista o per creare diversivi. Essendo Remothered un survival horror, la condizione migliore per raccogliere prove a sufficienza per andare avanti nella trama e sopravvivere è scappare, ed è quello che vi conviene fare nell’arco di tempo previsto tra l’arrivo del padrone di casa e altri nemici. I sottofondi musicali aumentano in modo esponenziale all’avvicinarsi di qualcuno in prossimità della Reed, così da munirvi di uno strumento essenziale per comprendere quando sia il momento giusto per scappare verso la stanza seguente. Ogni azione che eseguite ha un suo piccolo minigioco da risolvere, come la pressione di un tasto velocemente o mantenere l’obiettivo (con l’analogico) all’interno di un cerchio, ad esempio.

La componente senza ombra di dubbio migliore di Remothered: Tormented Fathers è la narrazione sopraffina, originale ed in pieno stile horror, con colpi di scena intelligenti e non jump scare abusati e fastidiosi. La vera paura è quella di essere seguiti senza riuscire a comprendere la reale posizione del nostro nemico e quale sia la strada giusta da prendere all’interno della magione, per allontanarsi dal pericolo il più velocemente possibile o nel riuscirsi a nasconde prima di essere visti. Il Character Design dei personaggi presenti nel gioco è ottimo, con la protagonista dalle fattezze comuni e con delle espressioni facciali davvero suggestive (anche se limitate in questa versione).

Remothered: Tormented Fathers
Una sorta di sfocatura aleggia attorno ad ogni personaggio, oltre alle texture in bassa risoluzione che non favoriscono una maggiore immedesimazione.

Il tormento…

A parte nei primi attimi di gioco, con la grafica a bassa risoluzione e gli evidenti problemi di conversione un po’ destabilizzanti, andando avanti con la trama il tutto viene posto relativamente in secondo piano dall’ingresso della protagonista nella villa Felton (unico luogo perlustrabile). L’esplorazione sotto la luce del tramonto ci mostra un evidente problema di aliasing, condito da un effetto di pop-in e pop-out degli oggetti di contorno ambientali decisamente fastidioso. Le texture sono sgranate ed in bassissima risoluzione: una qualità davvero povera, considerando anche che il gioco pesa nella vostra console solo 3,3 giga; dimostrazione di come si sia scelto di comprimere tutto fino all’osso. Non è fondamentale quanto occupi un titolo nella memoria di Switch, tuttavia ciò può far solo riflettere sull’evidente problema di ottimizzazione.

All’interno della magione qualcosa si muove nel verso giusto, forse perché è stato scelto furbamente di compensare a questi intoppi tecnici abbassando la luminosità, ricreando ambienti scuri e assistiti da poche fonti di luce, assecondando inoltre la trama che segue una direzione interamente horror. La densità poligonale del gioco è sicuramente inferiore rispetto alla sua controparte per altre console, con diversi oggetti (scaffali, poltrone) resi rigidi e parti con specchi furbamente rimossi. La luce non riflette le superfici ricreando quel tipico ambiente più realistico e meno da videogioco, eppure in alcuni scorci questo effetto è presente e non è dato sapere perché. Le animazioni sono un punto alquanto particolare, poiché influenzano di tanto l’effetto coinvolgente a cui Remothered ambisce sin dai primi istanti con il prologo in video. Durante i momenti più frenetici, può capitare di compenetrarsi con il nemico o con gli oggetti, oltre a vedere lunghe animazioni per nascondersi e per uscire dal nascondiglio ridondanti e mal gestite.

Remothered è affetto da una strana gestione tra portatile e modalità in dock. Quest’ultima non ha parecchie implicazioni o migliorie da applicare a carattere tecnico sulla grafica, risultando così identica in entrambi i modi. Il frame-rate si mantiene pressoché stabile nei punti con meno elementi a schermo, peggiorando rovinosamente in due occasioni specifiche: la prima subito dopo il salvataggio (dovrete attendere almeno cinque secondi rischiando di essere presi dal nemico), mentre la seconda compete gli scontri difensivi con il nemico. Purtroppo in quel caso non regge la stabilità dei fotogrammi al secondo, dunque il titolo diventa per alcuni attimi ingiocabile. In modalità portatile questa “condizione” non decade, bensì aumenta a dismisura disorientando il giocatore nelle fasi più concitate. Scappare dal padrone di casa – senza fare spoiler – talvolta è estremamente difficile, e già di per sé lo è per via dell’impostazione di sistema. Nonostante ciò Remothered: Tormented Fathers si fa comunque garante del genere survival horror regalando momenti di puro terrore e una continua sensazione di essere in trappola. In questo il gioco riesce egregiamente, soddisfacendo in quelle condizioni di “fuggi fuggi” mai troppo esasperante.

Remothered: Tormented Fathers
Purtroppo alcuni effetti di luce sono presenti in alcuni punti e in altri, dove ci sarebbe la necessità, no.

… di una versione non completamente affinata!

I grandi problemi di Remothered: Tormented Fathers sono evidenziati da una gestione un po’ ristretta del porting su Switch, che hanno decretato l’abbassamento qualitativo sia della grafica che della componente tecnica. Infatti l’art design del gioco è sì sublime, ma non in questa versione fortemente “penalizzata”. Sindrome che ricade anche nell’esperienza finale con il pad alla mano o in modalità portatile, rischiando di stufare nel giro di qualche ora (il gioco ha una durata media di sei ore). Ed invece il titolo non si merita di essere accantonato, poiché meraviglioso nella resa narrativa e coinvolgente nei momenti di inseguimento. La magione è facilmente esplorabile in poco tempo, un po’ ripetitiva nell’aspetto estetico degli ambienti, ma piena di oggetti da raccogliere e foto da osservare. Oltre ad alcune meccaniche di gameplay curiose (sull’autodifesa o i diversivi), esistono fasi condite da enigmi ambientali che richiederanno più di un tentativo per essere risolti.

Il comparto audio/sonoro è impreziosito dall’unione di Nobuko Toda e Luca Balboni, con sonorità ricercate che gravitano attorno a momenti diversi nel gioco e regalano un giusto coinvolgimento emotivo. Il doppiaggio in inglese è decisamente ottimo. Purtroppo i suoni ambientali, per quanto interessanti, sono collocati in maniera sbagliata e questo accede solo in questa versione, forse a causa di una compressione anche per gli elementi audio, non aiutando il giocatore nel cogliere la giusta occasione per scappare dai pericoli. La voce del padrone di casa riecheggia ovunque, anche al di fuori della stanza in cui siete nascosti, non facendovi letteralmente comprendere cosa fare. Non essendo presente un’interfaccia su schermo per la vita od altro, l’unico modo per comprendere lo stato di salute della protagonista è ascoltare il fiato più affannoso e alcuni versi di dolore, che purtroppo risultano confusi e mal amalgamati nel contesto audio.

In conclusione, Remothered: Tormented Fathers è sicuramente un titolo ambizioso, originale e con una narrativa in ambito horror ottima; una delle più interessanti nel panorama videoludico odierno. Le dinamiche di gameplay sono ben studiate e implementate per rendere l’atmosfera ansiogena e priva di jump-scare forzati. L’elemento fondamentale del titolo è però la conduzione artistica ispirata, che speriamo venga valorizzata con l’arrivo di una patch correttiva, in quanto la scusa delle limitate risorse hardware della piccola console Nintendo, non giustifica assolutamente il mediocre risultato ottenuto dal porting. Chiudendo un occhio (e spesso anche due, tappandosi anche le orecchie) rimane comunque un gioco godibile, ma non sarebbe per nulla corretto consigliarlo su Nintendo Switch, anche nei confronti di chi non ha la possibilità di provarlo altrove.

Remothered: Tormented Fathers
Il nascondiglio è una delle meccaniche meglio riuscite del gameplay, assieme a quella di dover slegare la corda attaccata alle porte, ad esempio.

Remothered: Tormented Fathers è disponibile per Nintendo Switch al prezzo di 29,99 euro!

Remothered Tormented Father Nintendo Switch
Remothered: Tormented Fathers – Analisi della versione Switch
Remothered: Tormented Fathers è sicuramente un titolo molto ambizioso, pubblicato da Darril Arts e sviluppato da Stormind Games (team italiano), e che vede solo adesso una sua conversione dedicata alla console ibrida Nintendo Switch. Il gioco è un survival horror che prende spunto da uno dei capostipiti del genere come Silent Hill e lo reinterpreta senza però risultare stucchevole o ridondante. La componente migliore è la ottima narrazione, la resa stilistica dei personaggi e l'ambientazione attorno ricreata. Purtroppo l'opera è costellata da imprecisioni: una conversione per Switch che limita fortemente la resa grafica e strutturale. Il frame-rate ballerino e instabile, la risoluzione inferiore alla controparte e perennemente sfocata e bug, sono tutti aspetti che rendono Remothered un gioco non convertito alla perfezione, e privo di quel mordente che invece era presente all'origine. Una versione che purtroppo non rende giustizia all'ottima trama.
PRO
CONTRO
7
Poteva fare di più!