Astral Chain

Astral Chain – Recensione

Ricordo ancora molto bene il giorno in cui Astral Chain fu ufficialmente annunciato al grande pubblico. Era il 13 febbraio 2019, e durante uno dei famosi Nintendo Direct la casa di Kyoto sfruttò l’annuncio di una nuova IP firmata PlatinumGames per rassicurarci sul fatto che lo sviluppo di Bayonetta 3 stava proseguendo per il meglio. Il titolo in questione era ovviamente Astral Chain, nuovo progetto nato sotto la supervisione dello stesso Kamiya, e già all’epoca ci venne promesso che da lì a meno di sei mesi avremmo potuto provare con mano uno dei lavori più ambiziosi del talentuoso team giapponese.

Bastarono 2 minuti di video per non lasciare spazio ad alcun dubbio: che si sia amanti del genere o meno Astral Chain è assolutamente un qualcosa che merita la nostra attenzione, soprattutto in virtù dei grandi nomi che ne hanno reso possibile la realizzazione. Oltre al già citato Hideki Kamiya, il quale dubito necessiti di presentazione alcuna, la nuova IP nata dalla collaborazione tra Nintendo e PlatinumGames può vantare il supporto da parte personaggi del calibro di Takahisa Taura (Designer di NieR: Automata), con il suo primo incarico in qualità di Director, e di Masakazu Katsura (Zetman, Video Girl Ai), il cui contributo si è focalizzato sul design dei personaggi.

Nonostante la forte natura action dell’intera produzione, genere nel quale PlatinumGames è maestra, Astral Chain è un prodotto estremamente versatile e che può essere approcciato con soddisfazione da una moltitudine di utenza differente. Cercate un combat system tanto caotico quanto tecnico? Astral Chain è il gioco che fa per voi! Preferite momenti di esplorazione durante i quali dedicarvi a missioni secondarie, magari incentrate sulla risoluzione di piccoli puzzle? Astral Chain saprà soddisfare questo vostro desiderio! In un videogioco cercate una trama profonda e ricca di colpi di scena? Ancora una volta, se comprerete Astral Chain difficilmente rimarrete delusi!

Personalmente, ho creduto fin dal principio nel gioco, ed è per questo motivo che in seguito al suo reveal ufficiale ho cercato di evitare di proposito qualsiasi forma di informazione che lo riguardasse, che fosse questa un gameplay inedito o semplicemente un nuovo trailer. Questo mi ha permesso di arrivare all’esatto istante in cui ho inserito per la prima volta la cartuccia nella mia console carico di aspettative, che vi garantisco fin da ora che sono state pienamente soddisfatte.

Astral Chain
Il character design di Masakazu Katsura è una vera gioia per gli occhi!

Astral Chain parte letteralmente a bomba, con una meravigliosa cutscente nella quale il giocatore viene di forza trascinato all’interno del contesto narrativo ideato per dare vita alle vicende. Siamo nell’anno 2043, quindi nemmeno troppo sparati nel futuro, ed il mondo è in grave pericolo. A seguito di un violento impatto causato da un meteorite, sul pianeta Terra hanno iniziato a diffondersi più o meno ovunque una gran quantità di portali, attraverso i quali hanno fatto la comparsa mostruose creature note come Chimere. Queste ovviamente sono tutto fuorché pacifiche, ed oltre a rapire gli umani per portarli nella loro Dimensione Astrale creano scompiglio sul pianeta lasciandosi alle spalle una gran quantità di Materia Rossa, capace di infettare la popolazione e trasformarla in Abomini (esseri pericolosi e fuori controllo). In questo scenario la Terra diventa presto inabitabile, costringendo i sopravvissuti a trasferirsi nell’Arca, una pacifica cittadina fluttuante nella quale riescono a ritrovare la pace e dimenticare le mostruosità avvenute per mano delle Chimere.

Da qui si passa direttamente al 2078 quando l’umanità, finalmente ignara di ciò che successe oltre 30 anni addietro, viene nuovamente messa in pericolo. A vegliare sulla popolazione ci pensa l’unità speciale di polizia nota come Neuron, al cui vertice troviamo il comandante Yoseph Calvert, capitanata da Maximilian Howard. Quest’ultimo può contare su una squadra ristretta di Legionis, unità super-addestrate in grado di controllare i Legion, delle vere e proprie Chimere ammaestrate grazie all’utilizzo dei Legatus e tenute al guinzaglio attraverso la Catena Astrale. Un’idea che se ci pensate richiama molto il legame tra i Pokémon ed il loro allenatore, non a caso lo stesso Taura ha ammesso di essersi ispirato ai mostriciattoli portatili di Game Freak durante il processo di creazione di Astral Chain.

Astral Chain
Fatti sotto, noi siamo pronti!

Ed è qui che entriamo in gioco noi, in qualità di uno dei due gemelli adottivi di Howard, richiamati all’azione dallo stesso professor Calvert. I fratelli sono due e di sesso diverso, quale migliore occasione se non questa per permettere al giocatore di scegliere quale rendere protagonista assoluto dell’avventura? E’ così che dopo la sequenza filmata introduttiva potremo compiere questa importante decisione, e procedere ad una piccolissima personalizzazione del personaggio, attraverso un pratico editor che ci consentirà di modificarne l’acconciatura ed il colore di occhi e capelli, nonché di assegnare il nome che più ci piace al nostro alterego. Da questo momento il nostro gemello, che probabilmente non ci assomiglierà più di tanto, non uscirà di scena ma ci affiancherà nell’avventura come collega all’interno della Neuron.

Tutto quello che vi ho raccontato fino a questo momento rappresenta la famosa punta dell’iceberg, e ci serve solamente per fornire un contesto concreto per quando entreremo nel vivo del combat system. Per quanto concerne la trama è importante specificare che questa non rivestirà mai un ruolo marginale nell’esperienza di gioco, personalmente ho apprezzato moltissimo la presenza di numerosi intermezzi animati che ben si sposano con lo stile manga con il quale l’intero comparto estetico è realizzato, ed è farcita da numerosi colpi di scena fin dalle prime battute. E’ altresì vero che moltissimi aspetti non verranno mai realmente spiegati, quasi come se l’autore non volesse appesantire la narrazione con un numero esagerato di dettagli permettendo di conseguenza al giocatore di concentrare le proprie attenzioni sull’azione pura, ma nel complesso il tutto si regge bene in piedi ed arrivati ai titoli di coda non proveremo alcuna sensazione di incompiutezza.

Astral Chain
Vi presento Akane <3

Veniamo ora al dunque, e spieghiamo come mai in apertura abbiamo affermato che Astral Chain è un gioco capace di soddisfare ogni tipologia di giocatore. Questo avviene principalmente grazie alla grande varietà di situazioni che saremo richiamati ad affrontare nel corso di tutta l’avventura, la cui durata si attesta sulle circa 30 ore per coloro che se gli dedicheranno il giusto tempo e molto di più per i completisti incalliti. Ciascun capitolo è infatti suddiviso in diverse fasi ben distinte tra loro, le quali richiedono prima di recarsi in un determinato luogo per indagare sugli avvenimenti e solo successivamente entrare nel vivo dell’azione e menare le mani.

La fase investigativa è sempre piacevole ed appagante, e ci permetterà anche di dedicare gran parte del nostro tempo nell’esplorazione alla ricerca di collezionabili e quest secondarie. Queste non sono indispensabili per proseguire ma rappresentano un vincolo importante per l’ottenimento sia del 100% sia della tanto ambita valutazione “S+”. Al di là del puro aspetto arcade che si cela dietro la ricerca del punteggio perfetto, grazie a questo sarà possibile far progredire in un sistema RPG molto leggero sia il protagonista che il Legion, e dunque anche il compito più banale può davvero fare la differenza nelle fasi più avanzate.

Astral Chain
E’ arrivato il momento di fare una bella imboscata di coppia!

Uno degli aspetti più controversi di questa gestione a comparti stagni è che spesso e volentieri ci ritroveremo a progredire involontariamente nella storia, magari risolvendo una missione principale, lasciandoci alle spalle oggetti non raccolti o subquest irrisolte. Quando questo accade, purtroppo, l’unico modo per rimediare è quello di riaffrontare l’intero capitolo e di conseguenza tutta la storia ad esso collegata.

In questo aspetto del gioco si annida forse la sua più grande debolezza, assieme ad alcune sezioni platform particolarmente frustranti dedicate al collezionismo estremo, e molti giocatori si vedranno costretti ad accontentarsi di una run per considerare il titolo archiviato. Ed è un gran peccato, sia in virtù della presenza di un New Game+ che di fatto permette di tamponare meglio questa leggerezza da parte degli sviluppatori, sia poiché le potenzialità per offrire una grande rigiocabilità ci sono tutte. Basti pensare che i capitoli sono pensati fin dal principio per essere affrontati più volte, in quanto al loro interno contengono diverse zone raggiungibili solamente sbloccando nuove abilità o altri Legion successivamente.

Avete capito bene! Il Legion che domeremo all’inizio, denominato Spada, non sarà l’unico che ci affiancherà nel gioco. Procedendo infatti saremo in grado di collaborare anche con nuove tipologie di Legion come Arco, Bestia, Ascia e Possente. Non approfondisco oltre questo aspetto perché fa parte del divertimento e delle continue scoperte che Astral Chain ci regala a piccole dosi.

Astral Chain
Ebbene sì, saremo anche in grado di cavalcare il nostro Legion!

Affrontare i nemici attraverso la sinergia che lega il protagonista ai suoi Legion è un dettaglio per nulla trascurabile, e da solo è capace di elevare all’ennesima potenza il godimento nel momento in cui impareremo a padroneggiare ogni possibile mossa a nostra disposizione. Senza voler affatto sminuire il combat system che ha fatto innamorare i fan alla bellissima strega di Umbra, quello di Astral Chain rappresenta l’evoluzione ed il perfezionamento di quel sistema fortemente incentrato sulle schivate e sulle combo. Qui non è affatto possibile procedere premendo tasti a raffica sperando di concatenare attacchi al fine di abbattere il gigante di turno, e senza un vero e proprio lavoro di squadra è impensabile aspettarsi una vittoria semplice, anche giocando a difficoltà normale. Sebbene sia vero che il nostro Legion spesso e volentieri attaccherà i nemici in maniera semi-automatica, è altrettanto vero che spesso dovremo prenderne il comando (mediante la pressione del tasto ZL) e dirigerlo consapevolmente verso il suo obiettivo (attraverso l’utilizzo dell’analogico destro). Questo vale sia nelle fasi esplorative che durante i combattimenti. L’unica controindicazione di questi momenti è che non avremo più accesso alla gestione manuale della telecamera, la quale talvolta fatica a seguire al meglio l’azione.

Le potenzialità offerte da un sistema di controllo così profondo sono molteplici, ce ne verranno presentate in continuazione durante l’arco di tutta l’avventura, e poiché rappresentano un qualcosa di mai visto prima inizialmente potrebbe essere parecchio difficile padroneggiarle al meglio. Una delle prime cose che impareremo a fare, per esempio, è l’utilizzo della Catena Astrale come mezzo per arrestare una carica da parte del nemico; per fare questo bisogna che il nostro personaggio ed il suo Legion formino tra loro una linea perpendicolare alla direzione verso la quale si sta muovendo la Chimera di turno, il tutto utilizzando contemporaneamente i due analogici. Vi assicuro che all’inizio ci sarà davvero da rimboccarsi le maniche per comprendere al meglio ogni cosa, nonostante una serie di tutorial ben confezionati ma, non appena si inizia a metabolizzare il sistema, il coinvolgimento è assicurato.

Il multiplayer locale lascia spazio al divertimento, sia in docked che in portatile è possibile giocare con un amico sfruttando una semplice ed efficace mappatura dei tasti che permette di utilizzare un solo JoyCon a persona! Il giocatore principale guiderà il protagonista mentre il nostro amico impersona uno dei Legion. La combinazione di mosse e combo, fatte dai due giocatori, determinerà il buon successo nelle battaglie con le temibili Chimere. La modalità in coop è attivabile in qualsiasi momento del gioco, nell’apposito menù che si raggiunge premendo il tasto ‘-’.

Astral Chain
Alcune ambientazioni sono semplicemente WOW!!!!

Se gran parte delle meccaniche suonano di nuovo e si nota fin da subito che sono nate appositamente per sfruttare il legame Astrale con i nostri Legion, ve ne sono anche alcune che sono state pescate da altre opere del passato. Vi ricordate il capitolo della serie Metal Gear Solid sviluppato in collaborazione a PlatinumGames? Quel titolo si chiama Metal Gear Solid Revengance, ed in Astral Chain l’attacco Slash del Legion Spada deriva proprio da lì! Un altro interessante spunto ha permesso di realizzare la visuale I.R.I.S., utilissima nelle fasi investigative; beh, dovete sapere che assomiglia tantissimo alla “modalità detective” della serie Arkham dedicata al cavaliere oscuro, ovviamente targata Rockstedy. E le ispirazioni non finiscono qui: il sistema RPG da Nier: Automata, l’ambientazione di gioco ispirata all’anime Ghost In The Shell… nell’insieme sono piccoli spunti che innestano dei piacevoli dejavu nella mente del giocatore, che non può risultarne altro se non appagato.

Astral Chain
L’interfaccia I.R.I.S. di Astral Chain e la “modalità detective” della serie Arkham a confronto!

La grafica di Astral Chain non griderà al capolavoro assoluto, certo, ma il lavoro di luci, riflessi, animazioni sono meravigliosi! L’intero world design è molto avvincente ed offre al giocatore un’atmosfera unica e ben distinta da tutti gli altri titoli firmati PlatinumGames. In dock il titolo usa la Dynamic Resolution Scarling (DRS) per stabilizzare la performance su una risoluzione che oscilla tra i 720p ed i 900p; il risultato è molto soddisfacente e la qualità delle immagini è notevolmente superiore rispetto a quella già eccellente dei due porting di Bayonetta. Nella modalità portatile le cose cambiano leggermente; la risoluzione è sempre dinamica ma ovviamente con un cap superiore di 720p, inoltre è completamente assente il filtro anti-aliasing ma, fidatevi, nel piccolo schermo della vostra Switch non noterete nulla che possa minare la vostra esperienza di gioco. Parlando di frame rate, in entrambe le configurazioni è stato fissato un target sui 30 fps, e nonostante la presenza di qualche sporadico calo complessivamente la fluidità dell’azione è sempre garantita.

Il comparto sonoro è stato scritto e prodotto principalmente da Satoshi Igarashi, creatore dei brani musicali in Bayonetta 2. Oltre all’ottima colonna sonora, Igarashi ha usato un diverso sottofondo musicale a seconda della rispettiva scena. Ad esempio se il gioco ci porterà in un momento drammatico, sentirete musica orchestrale, se l’atmosfera è tesa il metal la farà da padrona; nei momenti tranquilli invece, come durante le nostre ricorrenti visite alla sede centrale della Neuron, un sottofondo da lounge-bar si rivelerà azzeccatissimo. Nintendo ha addirittura suggerito al team di sviluppo di acquisire due cantanti per la creazione di una base che fungesse da tema del gioco. Le due cantanti pop giapponesi, scelte dagli stessi Iragashi e Taura, sono William Aoyama e Beverly; l’intenzione era quella di rappresentare le due voci con i doppi protagonisti del gioco.

Astral Chain
Non è bellissimo????

Il titolo di PlatinumGames, insomma, è pura dose di adrenalina con un mix di colpi di scena da mandibola aperta! Il gameplay vi terrà incollati per ore, con l’obiettivo di affinare sempre di più le battaglie con i propri Legion. La grafica mozzafiato spinge le potenzialità della console a ritmi elevati (anche in modalità portatile) e la longevità è al top grazie anche ad un vastissimo sistema di achievement. Insomma, Astral Chain è un gioco da comprare ad occhi chiusi! Ancora una volta “quelli di Osaka” hanno sfornato un capolavoro che raggiunge, a mani basse, l’Olimpo assieme a Bayonetta, Nier: Automata e The Wonderful 101!

Ultimo aggiornamento: 2024-04-25 at 13:40

Astral Chain
Astral Chain – Recensione
PRO
Elevata rigiocabilità…
Fasi investigative ben realizzate
Combat system originale, profondo ed appagante
Narrazione appassionante e ricca di colpi di scena
Longevità ben oltre le aspettative
Un gioco adatto a qualsiasi tipologia di giocatore
CONTRO
… ma che ogni volta ci obbligherà a ripetere la storia
... quelle esplorative non sempre all'altezza
Ogni volta che si procede da una zona all’altra di un ambiente non si può più tornare indietro
La telecamera a volte non riesce a seguire l’azione, specie quando usiamo l’analogico destro per controllare il Legion
9
Platinum fa nuovamente centro!