Whipseey and the Lost Atlas

Whipseey and the Lost Atlas – Recensione

Whipseey!

Nell’esatto momento in cui si avvia per la prima volta Whipseey and the Lost Atlas si ha subito una strana sensazione di déjà vu. Anzi, ancor prima che il gioco si avvii la sua icona ci ricorda un’iconica (scusate il gioco di parole) pallina rosa famosa ormai da decenni in casa Nintendo. Avanzando i primi passi la sensazione di déjà vu si trasforma presto in una certezza, sfiorando presto il sospetto del plagio. La chiara e limpida ispirazione di Whipseey è senza dubbio l’adorabile Kirby, da cui “prende in prestito” cromatura e art direction; ma il gioco, come vedremo, tenta in tutti i modi di assumere un’identità propria, discostandosi in alcuni aspetti fondamentali. Ma ci riuscirà realmente?

Whipseey and the Lost Atlas

L’epopea che la pallottola dal ciuffo ribelle si trova ad affrontare ci viene raccontata dalla brevissima clip iniziale, anch’essa in 16 bit, dove il protagonista in versione umana viene intrappolato in questo magico atlante perduto, che si trasformerà subito nel mondo di gioco, in una mappa che ricorda lontanamente per stile e animazioni l’indimenticabile Super Mario World. Questo semplice e silente incipit fa parte della non-narrazione del titolo, un input posto li solo per giustificare l’introduzione di questa dreamland (pun intended) sognante ed irrealistica, ricca di ostacoli e nemici tanto carini quanto pericolosi.

Palletta Rosa

L’elemento in cui risiede il vero (e forse unico) elemento di distacco di whipseey and the Lost Atlas è sicuramente il suo gmeplay. In contrapposizione con l’environment e le atmosfere fanciullesche e spensierate, troviamo un gameplay sfidante ed inaspettatamente difficile. Le mosse a disposizione sono due e sempre le stesse, l’immancabile salto, utile per raggiungere le piattaforme più alte e stordire i nemici, ed una frusta (da cui prende il nomignolo) indispensabile per fare fuori i nemici ed un aiuto fondamentale nei salti più lunghi. La frusta infatti può essere usata come appiglio negli appositi appigli rosa a forma di anello per poterci dondolare e slanciare ancora più avanti… a patto che calcoliate bene l’input lag. Il primo dei problemi che si presenta è infatti la latenza della frustata, che non comporta grandi implicazioni con i nemici, visto che concedono un minimo margine di errore; la situazione si ribalta invece nella fase platform, dove un ritardo di una piccola frazione di secondo può determinare una rovinosa caduta per il protagonista, che nel migliore dei casi si ritroverà a dover ripercorrere una porzione di livello, se non la perdita di una vita. Proseguendo nel gioco ci si abitua al ritmo della frusta, ma rimane pur sempre una meccanica leggermente frustrante e che richiede sempre un piccolo sforzo di riflessi.

Whipseey and the Lost Atlas

La modalità di gioco prosegue sempre con lo stesso iter, evitando i colpi nemici e gli ostacoli presenti sulla via ed eliminando i nemici che troveremo lungo tutto il percorso, potendo anche roteare in aria la frusta per planare e rallentare la nostra discesa. Il pattern dei nemici ed il loro set di mosse è si diversificato nella maggior parte di casi con rarissime ripetizioni, ma rimangono pattern per lo più semplici e facili da ricordare, rendendo la loro eliminazione semplice una volta affrontati un paio di volte. I boss di fine livello, che è diviso in tante micro-aree, seguono le stesse logiche aumentandone la difficoltà di volta in volta, rendendoli forse il minore degli ostacoli durante il percorso.

La longevità del titolo è in linea con le opere di questo genere. Il titolo vi ruberà qualche ora più per la sua difficoltà che per un effettiva durata della campagna, che per i giocatori con qualche skill in più, o abituati al genere, si potrebbe terminare nel giro di un paio di gettoni, ricordando i cari vecchi cabinati.

Whipseey and the Lost Atlas

La terra dei sogni

Tutto ciò che contorna le azioni di gioco di Whipseey and the Lost Atlas rappresenta croce e delizia dell’opera stessa. Infatti per quanto la pixel art sia pregevole e ricca di dettagli, i continui ed eccessivi rimandi ai vari titoli di Kirby, dalla somiglianza della natura incontaminata fino al design dei nemici (in alcuni casi si potrebbe realmente parlare di plagio, senza remore) vi faranno affrontare l’opera con la continua sensazione di affrontare uno dei titoli dell’icona Nintendo con un gameplay dalla difficoltà aumentata. Anche la composizione musicale, per quanto eseguita a dovere e posta nei punti giusti al momento giusto, rievoca sentimenti amarcord di un’infanzia ormai andata, ma viva nella mente del giocatore. L’insieme di tutte queste scelte di design è quindi fortemente discutibili, ma personalmente ritengo apprezzabile la volontà di omaggiare una tra le icone più conosciute dei videogiochi. Semplicemente non tutti i tentativi fanno subito centro e si è andati un piccolo passo oltre l’omaggio.

Whipseey and the Lost Atlas

Whipseey and the Lost Atlas è un’opera quasi citazionistica, che nasconde la sua identità nel gameplay che si discosta fortemente dall’icona rosa nonostante nasca dalle stesse basi. La sua identità non è però esente da difetti, con un gameplay a tratti frustrante e basato su tentativi ed errori ed una longevità non eccelsa. L’unione di questi elementi danno vita ad un gioco che probabilmente avrebbe ricevuto molti più consensi con una caratterizzazione più originale, e si perde invece in aspre critiche per un paragone, forse ingiusto, con un’opera che macina successi da decenni. Ma è un confronto portato avanti, volutamente o meno, proprio da chi il gioco l’ha ideato e sviluppato. Una frustata che è rimbalzata schioccando sonoramente sul proprio viso, ma che con il giusto allenamento potrebbe garantire faville nei prossimi tentativi. Per il momento, tuttavia, c’è spazio per una sola palletta rosa.

Whipseey and the Lost Atlas
Whipseey and the Lost Atlas – Recensione
PRO
Riporta alla mente tanti ricordi...
Meccaniche di gioco semplici ma funzionali
Pixel art ottima e ricca di dettagli
CONTRO
... Riproposti in maniera fin troppo fedele
La frustrazione vi terrà compagnia in più di un'occasione
Pattern dei nemici fin troppo prevedibili
5
Schiocca la frusta!