RAD

RAD – Recensione

Come dicevo già in altre recensioni, ormai un tripudio di nostalgia ci ha inondati, soprattutto se ci giriamo e ripensiamo agli anni ’80 e sembra difficile che tutto ciò sia solo un momento, un attimo… sembra destinato a durare. Questa nostalgia poi viene alimentata come un costante fuoco che arde tramite serie tv, film e soprattutto videogames che ci fanno tornare bambini e ci restituiscono, almeno mentalmente, i bei tempi che furono.

Molti giochi che sono arrivati a noi, come ad esempio Thimbleweed Park, sono riusciti nel coniugare un ritorno al passato con una costante voglia di migliorarsi e di proporre un prodotto di qualità godibile tanto da chi gli anni ’80 li ha vissuti tanto da chi non era neanche nato e sicuramente a tutto questo ha pensato la software house Double Fine Productions, fondata da Tim Schafer e poi acquisita da Microsoft, nel proporre il suo ultimo prodotto, RAD.

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Raggi laser e contaminazioni!

Pubblicato con la collaborazione di Bandai Namco, questo gioco è un roguelike 3D duro e puro che ci porterà in un mondo post apocalittico donandoci però un messaggio attuale e importante rendendo il tutto, oltre che ovviamente divertente, anche educativo. Se fosse stato presente in una sala giochi dei tempi passati, RAD sarebbe stato letteralmente preso d’assalto e avrebbe danneggiato economicamente molti genitori ma i tempi son cambiati e ogni volta che morirete non dovrete usare un ulteriore gettone e questo, a mamma e papà, sicuramente piacerà.

Questo gioco non nasconde per niente la voglia di celebrare gli anni ’80 e ve ne accorgerete presto: celebrazione di icone (ovviamente Namco) di quegli anni come Pac-Man e Galaxian, tv a tubo catodico addirittura fonte di venerazione da parte di alcuni popoli, musicassette e floppy disk da raccogliere al posto del denaro… manca qualcosa? Ah si, la paura dell’atomica frutto anche dell’incidente occorso a Chernobyl nel 1986; insomma Welcome Back ’80s!

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Territori devastati e nemici agguerriti…

Tra passato e futuro…

Il nostro mondo non è più come lo conosciamo, i paesaggi sono devastati e tutto ciò a causa di ben due apocalissi: la prima causata da un popolo denominato gli Antichi che danneggiarono il pianeta terra con esperimenti e radiazioni e la seconda, dopo molti anni, per colpa dei Guaritori che tentarono di salvare quel che era rimasto non riuscendoci e anzi peggiorando solo la già drammatica situazione. Proprio come in Ready Player One di Spielberg, ci troviamo di fronte a sopravvissuti che si godono il presente senza pensare al domani, usufruendo delle ultime tecnologie presenti, giocando ininterrottamente davanti ai cabinati di Pac-Man e venerando televisori a tubo catodico come un vero e proprio feticcio… insomma se del doman non v’è certezza allora godiamoci il presente.

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Bello da vedere questo Rad che trasuda anni ’80 da tutti i pori

Ma presto l’energia viene a mancare e serve qualcuno di coraggioso che si inoltri nelle steppe oscure come un moderno Dante per cercare nuove fonti di energia e chi meglio dei ragazzi più giovani? I più piccoli vengono visti come generazione senza speranze e soprattutto futuro, pronti ad essere sacrificati con il miraggio di premiarli e di donargli una qualità di vita migliore ed invece vengono utilizzati esclusivamente per permettere ai più grandi di godere della spensieratezza momentanea della vita riducendo al minimo possibili le privazioni.

La scelta ricade proprio su di noi che dovremo partire ed esplorare queste terre oscure e ricche di pericoli armati solo, almeno inizialmente, di una mazza da baseball ma potendo contare sulla riplasmazione, un assunzione di radiazioni che permetterà di mutarci e accrescere la nostra furia distruttiva; insomma saremo vera e propria carne da macello. Man mano che l’avventura proseguirà perderemo irrimediabilmente i nostri tratti umani prendendo sembianze animalesche, vedendo il nostro corpo mutare e acquisendo poteri sempre diversi che ci aiuteranno a salvare la terra ma ci allontaneranno dal nostro popolo che spaventato dalla nostra forma prima ci deriderà per poi abbandonarci ai margini della società.

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Che altra mutazione subiremo ora?

Una favola dark in un mondo devastato

RAD inizialmente ci farà sorridere, ci sembrerà l’ennesima favola a lieto fine ma appena abbasseremo la guardia ci colpirà dritto al volto per poi darci un pugno dritto nello stomaco donandoci una storia che di allegro ha ben poco. La paura per le contaminazioni e le radiazioni frutto di incidenti atomici allontana i popoli ma soprattutto mette ai margini chi, non a causa sua, ha subito i danni di questi tristi effetti.

Graficamente il gioco presenta un cell-shading molto old school con effetti particellari buoni e ottime animazioni, il tutto con una risoluzione in full HD a 1080p e un frame rate molto stabile che non subisce molti rallentamenti o lag. Il gameplay è tipico dell’hack’n’slash, frenetico e divertente, ma quest’apparenza di semplicità decade con il passare delle ore di gioco lasciando spazio ad una profondità inaspettata dovuta alle mutazioni del nostro protagonista e ad un incedere incerto specifico dei rogue like basati sulla generazione procedurale.

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Gli effetti particellari sono davvero ben fatti e di qualità!

La trama è meravigliosa e ben spiegata grazie anche ai sottotitoli in italiano con chiare ispirazioni agli anni ’80 e a film come Hunger Games e Ready Player One ma il tutto con una propria anima; inoltre il tutto è condito da tantissime citazioni che rendono l’atmosfera perfetta. Nel comparto sonoro possiamo toccare il nirvana con una soundtrack perfetta che riesce anch’essa a portarci a circa trentatré anni fa ed effetti ottimi e particolareggiati come quando dinanzi le sale giochi sentiremo il classico suono del raggiungimento record.

Già dall’intro avevo capito questo RAD dove voleva portarci e davvero riesce a far risalire la nostalgia fin dalle prime battute peccato che comunque ha alcuni difetti. I nemici si comportano quasi allo stesso modo rendendo il loro abbattimento molto facile una volta capiti i loro movimenti ma soprattutto il gioco, oltre la modalità single player, non ha altre modalità, neanche una co-op locale che sarebbe stata davvero gradita. Ma comunque son difetti di poco conto di fronte ad un insieme di tutto rispetto e che riesce a convincere al cento per cento.

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RAD – Recensione
PRO
Si respira anni '80 costantemente
Una trama ben spiegata e davvero intrigante
Difficoltà buona e mai frustrante
CONTRO
Nemici non propriamente ispirati
Nessuna modalità oltre la single player
8.3
Welcome back '80s