Fire Emblem Three Houses

Fire Emblem Three Houses – Recensione

Che ci crediate o meno, Fire Emblem fa parte di quel gruppo di saghe videoludiche che ha rischiato svariate volte di cadere nel baratro del dimenticatoio. Uscita per tantissimo tempo come esclusiva orientale, Fire Emblem è arrivato da noi europei soltanto dal 2004 grazie – soprattutto – alla scelta di Sakurai di inserire Marth e Roy in Smash Melee. La saga si è rivelata fin da subito “di nicchia” e – col passare del tempo – ne ha viste di cotte e di crude. Quasi metà dei capitoli dell’intera saga non sono arrivati in Europa perché uscivano soltanto in Oriente (come New Mystery of the Emblem, che ha proposto il primo Avatar giocabile in battaglia dell’intera saga) ed altri ancora si rivelarono anonimi anche per chi seguiva i videogiochi di nintendo. Dopo il capitolo rilasciato per Wii (Radiant Dawn), la saga è entrata in crisi, e rischiava di sparire per sempre. È per questo motivo che si deve dare molta importanza ad Awakening: il primo capitolo per Nintendo 3DS che ha “rivoluzionato” e risollevato il brand. Dopo il successo di Awaekning, il team di sviluppo (Intellygent System) ha proposto due videogiochi: Fire Emblem Fates (diviso in Retraggio, Conquista e Rivelazione) e Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia (remake del secondo videogioco della saga: Fire Emblem Gaiden). Il primo venne massacrato dai fan della saga per svariate ragioni (tra cui l’attuale assenza di alcuni DLC rilasciati in precisi paesi), mentre il secondo cercava di rimettere la saga in un ambiente più “classico”, con design più seri ed il tentativo di proporre meccaniche interessanti per novizi e veterani.

Partendo da queste basi, potete ben capire quanto fossi interessato nel capire dove il team di sviluppo volesse andare a parare con Fire Emblem Three Houses. L’idea di avere un monastero esplorabile ricordava alcune meccaniche recenti… eppure si vedeva che c’era un particolare ritorno alle origini della saga grazie ad un design dei costumi molto serio. A quanto pare questa combinazione sta dando i suoi frutti – dato che questo capitolo ha venduto tantissime copie in poco tempo – ma sarà veramente bello? Cerchiamo di capirlo assieme, con la nostra recensione di Fire Emblem Three Houses!

Fire Emblem Three Houses
Attenzione, caro lettore/lettrice! In questa recensione potrebbero essere presenti piccolissimi spoiler necessari per chiarire al meglio alcune meccaniche. Nulla che rovini l’esperienza… ma ci tenevo ad avvisarvi

Fire Emblem Three Houses vede il giocatore visitare il continente di Fodlàn. Nell’Anno Imperiale 91 avvenne uno scontro catastrofico tra Nemesis e Seiros, e quest’ultima riuscì a sopraffare il nemico. Da quel momento arrivò la pace, che durò per quasi 1.000 anni in maniera più o meno difficile. Allo stato attuale tre imperi controllano tutta Fodlàn, ed i Nobili/Popolani più promettenti vengono inviati nel Monastero della Chiesa di Seiros per imparare l’arte del combattimento. Il giocatore, però, non interpreterà uno di questi studenti. Dopo un inizio rocambolesco, l’Avatar del giocatore (Byleth) si ritroverà ad insegnare proprio in questo posto, e dovrà scegliere quale Casata supportare. Questa scelta sembrerà poco importante, ma farà partire l’intera ramificazione degli eventi di Three Houses.

Gameplay generale

Partiamo dalle cose più basilari: qual’è il vero gameplay di Fire Emblem? Questa saga nasce come JRPG strategico nel quale le unità – posizionate all’interno di un’area di gioco – devono sconfiggere l’avversario o portare a termini certi obiettivi con certe limitazioni. Ad ogni turno, il giocatore può muovere i personaggi in base alle loro statistiche e, se possibile, possono attaccare il nemico. In tal modo si possono portare a 0 i PS degli avversari, uccidendoli.

Le prime fasi di Fire Emblem Three Houses sono estremamente semplici e permettono al giocatore di capire quali sono le meccaniche chiave di questo capitolo. A differenza di altri capitoli della saga, in Three Houses i personaggi possono equipaggiare tutte le armi disponibili in base alle proprie competenze, ed ogni studente è caratterizzato da dettagli unici come statistiche, abilità innate e propensione a determinate competenze. Alcuni sono più portati all’attacco, mentre altri possono diventare muri invalicabili. Questo, comunque, non obbliga il giocatore a gestire quell’unità in quel preciso modo. Se si vuole, si può provare a rendere un determinato PG più versatile… oppure stravolgerlo completamente rispetto a quello che potrebbe essere il suo vero potenziale!

In battaglia la gestione delle proprie unità è cruciale, ma risulta fondamentale capire le meccaniche secondarie. Se un’unità amplia la sua competenza in determinate armi, sbloccherà le Mosse: attacchi potenti che permettono di ottenere certi benefici a discapito di eliminare parte dell’integrità delle proprie armi. Se questo non bastasse, il giocatore può sfruttare dei Battaglioni – un insieme di unità secondarie che supportano il giocatore – per infliggere danni ed effetti speciali agli avversari/alleati, al fine di ottenere un maggior controllo del mondo di gioco. Perché tutto questo è così importante? Beh, perché può capitare che il giocatore perda per sempre le proprie unità!

In Fire Emblem: Three Houses esistono quattro difficoltà di gioco (Normale, Difficile, Folle, Infernale. Le ultime due non sono disponibili nel momento in cui sto scrivendo la recensione, ma arriveranno tramite aggiornamenti gratuiti) ma soprattutto esistono due metodi di approccio: Principiante e Classica. Vorrei concentrarmi sulla seconda, dato che è un elemento chiave dell’intera saga di Fire Emblem! In questo caso se qualche unità venisse eliminata… non ritornerebbe più in campo! Questo è uno degli elementi chiave della saga perché obbliga il giocatore a dare sempre il meglio di sé, obbligandolo a muovere le unità con molta attenzione, come se fossero una sola persona. Così come in Echoes, anche qui sarà possibile tornare indietro di X turni al fine di “aggiustare qualche errore”, e questo si rivelerà molto più utile di quanto non possiate immaginare.

Fire Emblem Three Houses
A differenza delle armi, le Magie – divise in Ragione e Fede – hanno un uso limitato in battaglia, ma vengono ripristinate prima della prossima battaglia. Nota bene: in Three Houses sarà quasi impossibile “farmare” oggetti, materiali, relazioni o simili… a meno che non giochiate a difficoltà Normale.

Insegnare, che passione!

Dato che interpretate un insegnante, di certo non potrete rimanere a combattere in battaglia. Per tale ragione dovrete istruire e conoscere i vostri allievi… ma come?

Durante il corso del gioco, il giocatore è chiamato ad istruire i membri della Casata scelta (Leoni Blu, Aquile Nere, Cervi Dorati). In tal modo si possono potenziare le loro Competenze, al fine di aiutarli ad ottenere determinate classi. In questa fase è possibile specializzare le varie unità dove si ritiene necessario, ma potrebbero anche proporre delle modifiche al fine di raggiungere altri obiettivi. Oltre a questo, si può scegliere di potenziare un personaggio tramite insegnamenti specializzati, che gli permetteranno di poter usufruire velocemente di abilità speciali. Per farvi un esempio, l’unità Marianne, dei Cervi Dorati, può apprendere Lancia Ghiacciata se riceve insegnamenti nelle lance. Questi vantaggi potrebbero essere condivisi con altri PG, dando vita ad combinazioni uniche nel loro genere!

Sono molti gli approcci proposti in Three Houses per interagire con le unità e con il mondo di gioco, ma quella che si merita la “menzione d’onore” è la visita del monastero. Ad ogni Domenica, infatti, il giocatore può seguire dei seminari con altre unità, affrontare nemici per migliorare le statistiche oppure visitare il monastero. Questa è probabilmente l’opzione più apprezzata, ed è anche una delle più interessanti.

Il Monastero è, in parole molto semplici, una macro-espansione del concetto del My Castle di Fire Emblem Fates. In questo caso il giocatore aveva un castello personalizzabile, utile per ricevere materiali, armi e per migliorare i rapporti con le altre unità. Il Monastero elimina la personalizzazione… ma rivela di essere enorme e ricco di attività. Ci vogliono quasi quaranta minuti per esplorarlo completamente, e tramite questa funzione si possono cucinare pietanze, aumentare la motivazione degli alleati, pescare pesci, aumentare il Sostegno e scoprire qualcosa di più su questo mondo. Quest’ultima opzione è decisamente la più interessante dell’intero videogioco. Fire Emblem Three Houses è un videogioco dalla trama intricata e piena di misteri, ma solo chi avrà la giusta pazienza potrà scoprire tutto ciò che si cela dietro questo mondo, attraverso l’esplorazione delle varie storie presenti, dei Sostegni e dei Documenti sparsi nel Monastero.

Fire Emblem Three Houses
Ci sono molti dettagli da non tralasciare circa Three Houses. Questo è il secondo videogioco ad essere doppiato nel 99% dei casi (inglese e giapponese), sfrutta gli Amiibo per ottenere oggetti e, soprattutto, non è eccessivamente colmo di fanservice. Ci sono poche situazioni o personaggi che giocano su questo tema – come Manuela – ma non l’ho trovato eccessivo rispetto Fates. Piccola nota: è possibile reclutare quasi tutti i membri delle altre Casate… ma non riuscirete a sbloccarli nella vostra prima partita. Questo dettaglio amplia parte della rigiocabilità di Three Houses!

La quadrupla trama

Fire Emblem: Three Houses sfrutta a piene mani uno dei temi più utilizzati da questa saga: la multi-trama. La presenza di più finali permette al titolo di essere giocato per un tempo maggiore, grazie alla possibilità di iniziare e finirlo in molteplici modi. Questo dettaglio si vede su molti capitoli, come Fates, Blazing Blade, Sacred Stones ed altri… ma Three Houses sfrutta questo concetto in maniera coinvolgente. All’interno di questo videogioco sono presenti tre route iniziali le quali, da un certo capitolo, possono diventare quattro. Ciascuna di esse permetterà ad un gruppo di personaggi di prevalere sugli altri, ma curiosamente trasformerà la storia. A metà gioco – infatti – avverrà un salto temporale di ben cinque anni, e si svilupperà al meglio il percorso scelto. Le relazioni instaurate precedentemente avranno un maggior impatto ed ogni trama verterà su un tema diverso del mondo di gioco. Per farvi un esempio senza spoiler, il finale del percorso dei Cervi Dorati è completamente diverso rispetto quello dei Falchi Neri, dato che “si specializzano” su determinate parti della trama. Quello che, però, credo renda tali storie veramente spettacolari è l’assenza di un vero e proprio finale buono. Certo, la propria Casata vince o fa cose eroiche… ma non si ha mai la sensazione di essere dalla parte giusta. Forse tante vite si potevano risparmiare, forse determinate scelte da parte di tutti i personaggi non avrebbero portato a certi eventi… ma fa parte della dura realtà della guerra. Sta al giocatore, quindi, scegliere il finale migliore, che considererà “canonico”.

Il gioco è finito… ed ora?

Una volta completata una qualsiasi route, sarà possibile rigiocare il titolo in modalità “New Game +“. Tale funzione è decisamente utile, dato che propone una serie di modi per convincere i giocatori a rigiocare il titolo. Oltre al fatto che va completato altre tre volte per finire tutte e quattro le storie (e, sapendo che ciascuna di esse dura circa 40-50 ore, si può dire che questo gioco può richiedere 200 ore di gioco per essere apprezzato appieno), sarà possibile sfruttare alcuni oggetti per velocizzare la nuova avventura. I battaglioni, per esempio, non vengono resettati, così come i famigerati Punti Fama, che possono essere spesi in molteplici modi. In questo caso, possono essere usati per ottenere nuovi oggetti e per ottenere velocemente Competenze e Relazioni. Questi sono importanti, dato che vi permettono di ottenere nuove unità. Comunque sia, va detto che alla prima partita non riuscirete a reclutare tutti i PG, e questo incentiva il giocatore a rigiocare ulteriormente questo titolo.

Fire Emblem Three Houses
La trama di Three Houses segue più o meno lo stile classico del brand, ma in svariati casi rivela una natura molto seria. Alcune scene sono volutamente cariche di sofferenza, come quella che vedete in questa foto oppure la cutscene finale del percorso dei Leoni Blu. Ricorda che usciranno dei DLC fino ad Aprile 2020, che conterranno mappe aggiuntive, Costumi ed una Storia Secondaria aggiuntiva.

Fire Emblem Three Houses è un progetto molto ambizioso, ed in questa recensione ho trattato solo quello che ritenevo necessario spiegarvi per non incappare in spoiler… ma quali sono i suoi lati deboli? A parte la presenza di un level design delle mappe buono ma non sempre convincente a causa della sua possibile natura “spoglia”, non ho apprezzato molto la gestione dei supporti S. Essi sono il supporto amoroso che i vari PG fanno con Byleth, e spesso portano ad un futuro matrimonio. In alcuni casi, però il risultato è un supporto platonico, che non riesce ad essere completamente soddisfacente. Oltre a questo, la visuale della camera più ravvicinata possibile – che dona al gioco un approccio estetico più interessante ed è uno dei dettagli che permettono di apprezzare la collaborazione tra Koei Tecmo ed Intellygent System – non è il massimo della comodità, a causa di una maggior difficoltà a capire quali sono le intenzioni nemiche. Concludendo, devo ammettere di non aver apprezzato appieno la gestione dei Punti Fama, ma questa è un’opinione decisamente personale. Ultimo dettaglio da dover prendere in considerazione – soprattutto per i giocatori portatili – è il consumo della batteria. Se giocate Three Houses in modalità portatile riuscirete a fare solo un paio di ore di gioco consecutive. Nulla che danneggi eccessivamente l’avventura, sia chiaro… ma secondo me potrebbe essere una buona idea tenersi il caricabatterie a portata di mano.

Ci sono molti altri dettagli presenti in questo gioco, ma ho deciso di fermarmi qui. Concludendo, cosa mi sento di dire circa questo videogioco? Per quanto mi riguarda, non si avvicina al mio capitolo ideale della saga… ma ci va tremendamente vicino! Ho apprezzato tantissimo la narrazione proposta, la cura nell’ambientazione e la versatilità dei vari personaggi, così come la continua ricerca di un approccio più vicino ai Fire Emblem classici… ma mantenendosi stretti i fan più recenti con un compromesso tra serietà, ilarità, design e fanservice. È vero, ci sono alcuni dettagli che non ho particolarmente apprezzato (come la gestione dei Punti Fama o della visuale ravvicinata), ma devo dire che nel complesso reputo Three Houses un capitolo della saga che fa egregiamente il suo dovere. Preparate le vostre armi, scegliete la vostra Casata preferita, schierate i vostri battaglioni… e sperate di aver scelto la strada giusta!

Ultimo aggiornamento: 2023-12-14 at 19:40

Fire Emblem Three Houses
Fire Emblem Three Houses – Recensione
PRO
Versatilità nella gestione dei PG molto elevata rispetto ai capitoli precedenti
Altissima rigiocabilità, grazie a quattro route ed a vari contenuti secondari!
Quattro trame differenti, le quali propongono un approccio diverso alla storia narrata
Tantissimi segreti e contenuti nascosti in molte parti del gioco
Mondo di gioco colmo di dettagli interessanti, che solo i più attenti riusciranno a trovare
CONTRO
Level design delle mappe non sempre convincente
In alcuni casi, poteva essere necessaria una "ricamatura" migliore dei contenuti, come la visuale ravvicinata
Supporti S non sempre soddisfacenti, a causa dell'utilizzo del "Supporto platonico"
Parte dell'approccio proposto potrebbe non piacere ad alcuni giocatori
9
"Reach for my hand"
Caporedattore
  1. quindi è anche molto vicino al capitolo per Mobile…dove siamo noi a scegliere come potenziare e cosa far imparare al nostro PG?? Mi garba poco la presenza di DLC che potrebbero essere più “completi” rispetto a quelli classici Nintendo (che sono in genere extra di cui si può fare a meno). Non ho mai giocato un Fire Emblem a parte il capitolo Mobile e nessuno strategico a parte Pikmin 3 (ho provato e giocato per un po Banner Saga 3…che dopo un po mi ha annoiato). Non saprei dunque decidermi se dargli una possibilità o meno.

    1. Ciao, Sheykan. Grazie mille del commento, ed apprezzo quello che hai chiesto. In tal modo posso aggiungere dettagli circa questa recensione.
      Per quanto riguarda il discorso di potenziamento dei PG, ad ogni settimana di gioco circa è possibile potenziare le competenze dei vari PG tramite insegnamenti mirati ed indicandogli i vari obiettivi. Se – per esempio – vuoi rendere il personaggio Claude un Tiratore Scelto, avrai bisogno di dire al personaggio di potenziare tale competenza. Alcune volte sono gli stessi PG a proporre al giocatore di potenziare determinate competenze per raggiungere certe classi, ma si da’ sempre al giocatore l’ultima parola. Ricorda che ogni personaggio tende a specializzarsi in qualcosa ma – grazie alle classi – può diventare versatile. Già avere a che fare con un PG che può usare Lance, Spade, Asce ed Archi propone una versatilità veramente interessante! Il risultato è che due persone potrebbero far evolvere lo stesso PG in maniera differente, rendendo il tutto ancor più personale.

      L’avatar del giocatore (Byleth) si discosta leggermente da tale tema, dato che ha bisogno di lezioni per ampliare determinate competenze complesse da gestire per lui/lei (soprattutto le Magie)… e dargli lezioni porta spesso ad eliminare tempo per gestire parte delle proprie unità. Devo ammettere che è più facile farlo rispetto a spiegarlo, ma questo è un dettaglio che si nota molto nella prima partita. Dalla seconda in poi la gestione dell’Avatar risulta più semplice e versatile.

      Per quanto riguarda i DLC di Fire Emblem, credo che tu possa star tranquillo. Anche se Intellygent System adora tanto i DLC (il Season Pass di Echoes costava di più del gioco), spesso non sono fondamentali, e risultano utili principalmente per velocizzare il gioco o per aggiungere qualche piccolo contenuto. Finché non punti alla difficoltà Infernale, direi che non è necessario pensare ai DLC.
      Dato che hai già giocato ad Heroes, conosci già come funziona il gameplay base e potresti valutare l’acquisto, ma personalmente tendo sempre a consigliare Awakening come “videogioco con cui iniziare a conoscere la saga” grazie alle sue meccaniche base molto semplici e ad un approccio più godibile per tutti. Va detto che sono tantissime le persone che hanno iniziato proprio da questo capitolo, quindi potrebbe piacerti.

      P.S. sappi che è ancora in corso la collaborazione tra Three Houses ed Heroes, quindi se compri questo gioco e riscatti i punti Oro riceverai l’unità M!Byleth in Heroes

      1. Grazie per le rassicurazioni. Non posso iniziare prendendo Awakening perché ho solo switch come console e poi ho pc e smartphone. Mi stuzzica e non poco…sarei più propenso forse a prenderlo usato al momento visto che vorrei spendere più soldi in una certezza come Zelda. I gestionali mi garbano poco e non tendo mai a perdere troppo tempo neanche in Echoes…perlopiù mi limito un po al caso :D, al limite a volte ho rigiocato alcuni capitoli per far accrescere il livello al personaggio e fargli prendere esperienza da spendere per acquisire nuove abilità. Mi hai sicuramente invogliato ancora di più con la tua risposta e le tue delucidazioni…ma di prenderlo a prezzo pieno ancora non sono convinto al 100%…ma mi hai messo sulla buona strada 🙂

  2. Complimenti G. Bislacco ottima recensione, volevo chiederti ma se uno studente del mio team muore in battaglia in modalità classica, scomparirà anche dal monastero e dalle cut scenes o semplicemente non potrà più essere giocato in battaglia?

    1. Ciao! Grazie mille del commento, rispondo volentieri alla tua domanda.
      Partiamo da una semplice base: non tutti gli studenti possono morire. Per capirci, i lord della casata (Dimitri, Claude, Edelgard) – assieme a Byleth – non possono morire in Classica, pena Game Over immediato. Per quanto riguarda tutti gli altri (come Manuela, Marianne e simili) possono uscire in due modi: come “feriti gravemente” oppure “morti”. Nel primo caso non sono giocabili ma hanno ancora un ruolo nella storia (come Azura in Fates, che rimane viva ma non partecipa più agli scontri), mentre nel secondo svaniscono letteralmente. Comunque sia, nella modalità classica quasi tutti i personaggi muoiono, sparendo quindi dalla circolazione ed eliminando possibili Appendici o dialoghi con gli altri personaggi. Ci sono casi in cui questo non succede, ma spesso escono dai giochi.

      Riprendendo la tua domanda, se un PG cade in battaglia non appare più in circolazione soltanto se non è un elemento chiave per la narrazione. Gli unici che non seguono questa regola sono i Lord e Byleth, che causano Game Over istantaneo.

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