Pillars of Eternity: Complete Edition

Pillars of Eternity: Complete Edition – Recensione

Sono passati ormai 5 anni da quel 2014 che segnò la rinascita dei cRPG. Prima venne Wasteland 2; poi, fu la volta di Divinity: Original Sin. Infine, arrivò Pillars of Eternity. Ognuno di questi si riallacciava a un filone del genere, con Wasteland 2 che proseguiva un’epopea cominciata negli anni ’80; Divinity che strizzava l’occhio a Bladur’s Gate, ma con una spinta innovatrice che ha raggiunto una forma pressocchè perfetta con Original Sin 2; e Pillars, considerato il vero e proprio seguito spirituale di Baldur’s Gate – questo almeno fino a che Larian Studios ha annunciato quasi a sorpresa lo sviluppo di Baldur’s Gate 3. Insomma, è un grande momento per i fan dei cRPG: la qualità dei titoli che sono usciti nel corso di questi 5 anni è altissima. Difficile è dire con certezza quale sia il migliore fra ‘le 3 corone’ sopracitate, e il giudizio finale è lasciato alla soggettività del giocatore.

Dopo aver spopolato su PC e successivamente su console PS4 e XboxOne, i cRPG hanno cominciato ad invadere pure l’ibrida Nintendo. Esattamente come nel 2014, Wasteland 2 è stato il primo ad approdare su Nintendo Switch. Mentre si spera che Larian Studios si prodighi a portare sia il primo che il secondo Divinty Original Sin su Switch, ora è il turno di Obsidian Entertainment e del suo Pillars of Eternity.

Il gioco in sé non ha bisogno di molte presentazioni: dopo una campagna di incredibile successo su Kickstarter (con oltre un milione di dollari raccolti nelle sole prime 24 ore), Pillars of Eternity ha riuniuto sotto lo stesso tetto i veterani del genere, così da poter sviluppare un’esperienza decisamente unica. Per citarne uno fra tutti, Chris Avellone. Lo stesso Chris Avellone che ha messo la firma a giochi del calibro di Planetscape: Torment, Fallout 2, e Fallout: New Vegas. Quando si può contare su una personalità del genere, è molto difficile, se non impossibile, che il risultato finale non sia quantomeno un capolavoro.

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Ed effettivamente, Pillars of Eternity è un vero capolavoro. Il gioco si sviluppa come l’immortale Baldur’s Gate, con molta attenzione posta al world building, così da presentare al giocatore un mondo così complesso da potergli permettere di navigarlo e influenzarlo come meglio crede. Il livello della scrittura è semplicemente sublime: non soltanto dal mero punto di vista di come scorre il testo, ma anche per i temi trattati, e il modo in cui sono trattati. Il mondo di Pillars of Eternity è vivo e vibrante, e la sensazione che si ha muovendosi tra città, foreste, paludi e templi è quella di una terra antica, con una storia che si estende per migliaia di anni.

Come si è intuito, punto forte del gioco è la personalizzazione dell’esperienza, che si modella a seconda del giocatore che la sta vivendo. Qui non si tratta solo di scelte morali, ma anche di azioni morali: non basta soltanto scegliere una linea di dialogo per influenzare la storia, ma saranno le azioni stesse del giocatore che cambiano il mondo circostante e il modo in cui gli NPC si relazionano con lui. Insomma, Pillars of Eternity è un’epopea gigantesca, immensa, con un’inifintà di quest e side-quest che molto raramente sono banali, e nella maggior parte dei casi mettono il giocatore di fronte ad una scelta, costringendolo a confrontarsi con quelle che sono le sue idee e concetti.

Tutto questo ben di dio arriva su Nintendo Switch con la Complete Edition che si era già vista su PS4 e XboxOne. In questa edizione, non solo c’è la versione base, ma anche i due DLC The White March 1 e 2: le ore che il titolo Obsidian vi terrà incollati allo schermo è quasi incalcolabile, e alla fine starà al giocatore decidere quando smettere di solcare le terre di Eora.

Il sistema di combattimento prende chiara ispirazione da Baldur’s Gate: questo infatti si sviluppa in modo tattico e in tempo reale, con la possibilità di utilizzare una pausa tattica per poter gestire meglio lo sviluppo del combattimento. Certo, questo sistema non è il massimo, e se non ci si è abituati potrebbe risultare come l’elemento più difficile da mandare giù. Ma nonostante tutto, dopo un primo periodo di apprendimento, si riesce pure ad apprezzare questo sistema, con tutti i suoi pregi e difetti.

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Dal punto di vista tecnico, la versione Nintendo Switch se la cava discretamente. A livello grafico non si notano cambiamenti particolari rispetto alle altre edizioni console – d’altronde, non è un gioco particolarmente esigente su questo lato. La cosa più ardua da realizzare è stata sicuramente l’interfaccia controller, che su Nintendo Switch è uguale a quella delle altre versioni console: un po’ macchinosa, e non particolarmente intuitiva. Ma d’altronde, il gioco nasce su PC ed è difficile, se non impossibile ricreare la precisione di mouse e tastiera con un controller. Ma nonostante tutto, la qualità del gioco è talmente alta che anche questo aspetto finisce per passare in secondo piano; anzi, è incredibile il risultato che sono riusciti a raggiungere con i comandi per controller. Oltre queste piccole imprecisioni che sono comuni a tutte le versioni console, la versione Switch soffre un po’ di più sul lato caricamenti. In generale, Pillars of Eternity ha molti caricamenti, la noia per i quali si fa sentire soprattutto durante lunghe sessioni di gioco. Pure su PS4, per esempio, i caricamenti avevano una durata consistente, e su Nintendo Switch le cose non vanno meglio. Anzi, in modalità portatile questi sono addirittura leggermente più lunghi. In aggiunta a caricamenti eccessivi, in fase di recensione Pillars of Eternity è crashato più di una volta – cosa particolarmente noiosa, dato che c’è la possiblità che sia necessario ripercorrere o ripetere eventi o azioni già fatte. Comunque, i crash sono capitati solo nello spostamento tra una mappa e l’altra: insomma, durante i caricamenti. Aspettando e sperando in una patch già al day one, si consiglia di salvare la partita non solo costantemente (un must quando si gioca a questo tipo di giochi), ma di farlo anche prima di viaggiare tra un’area e l’altra.

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In conclusione, Pillars of Eternity non è un gioco perfetto. Ha qualche difetto, dal punto di vista del gameplay (sistema di combattimento) e dal punto di vista tecnico (caricamenti troppo lunghi). Ma nonostante questi, la bontà dell’esperienza non viene intaccata quasi per niente. Una storia pazzesca, un livello di scrittura visto raramente in una produzione videoludica, una quantità di contenuti immensa, personaggi memorabili ed un mondo di gioco semplicemente meraviglioso. Certo, non è un gioco per tutti, con il suo ritmo lento e le poche indicazioni che dà al giocatore su cosa fare. Ma i cRPG funzionano così, vogliono far immergere completamente il giocatore nel mondo di gioco, nella storia che è accaduta e che sta accadendo nel momento in cui si gioca. Peccato per il sistema di controlli e le imprecisioni a livello tecnico. Da segnalare anche l’assenza dei comandi touch, che avrebbero reso questa edizione di Pillars of Eternity una spanna sopra le altre. Ma già la possibilità di poter giocare ad un capolavoro del genere in modalità portatile è un valore aggiunto di grandissimo peso. Perciò, non resta altro da fare. Il mondo di Eora non aspetta altro che essere vissuto.

Pillars of Eternity: Complete Edition
Pillars of Eternity: Complete Edition – Recensione
PRO
Semplicemente Pillars of Eternity
CONTRO
Qualche imprecisione a livello tecnico
9.1
il capolavoro firmato Obsidian