Hamsterdam

Hamsterdam – Recensione

(H)Amsterdam

Ok ragazzi, chiaramente c’è una nuova moda di cui non sono a conoscenza, oppure complotto nei miei confronti. Hamsterdam è il secondo titolo che recensisco dedicato a dei roditori nel giro di pochissimi giorni; ma se con Let’s Go Nuts il risultato è stato quantomeno bizzarro e zoppicante, con Hamsterdam arriva fortunatamente la redenzione.

La premessa narrativa non è che il solito pretesto per giustificare l’avanzamento nei vari livelli dell’adorabile protagonista. Nella città di Hamsterdam – cioè la città dei criceti – ma anche la più conosciuta Amsterdam… Beh in poche parole, arriva in città Marlo, un ricco, grosso e grasso cincillà a mettere a soqquadro ogni quartiere ed a rapire per qualche misterioso motivo tutti i poveri Hamsterdiani. Con la sua banda di parassiti composta di moffette, cavie e topolini, Marlo rapirà malauguratamente anche il nonno di Pimm, il piccolo eroe che controlleremo per tutta l’avventura. Pimm ovviamente non può che mettersi sulle orme del nonno mettendo in pratica le sue preziose lezioni di Hamsrter-Fu, facendosi strada lungo orde di nemici sempre più numerosi.

Hamsterdam

Un batuffolo di peli

Le meccaniche di gioco sono semplici ma efficaci. Il titolo punta indubbiamente ad un pubblico meno hardcore e per questo il gameplay è stato pensato principalmente per dispositivi mobile (lo trovate infatti disponibile anche per Android e iOS, oltre che PC e Switch) ed in effetti alcuni dei mini giochi e QuickTime Event presenti risultano evidentemente adattati da una piattaforma originariamente touch; il team MuseGames ha però fatto un ottimo lavoro di adattamento, e giocare con i joycon in mano o il pad pro è facile ed intuitivo. Facile ed intuitivo sono dei termini che descrivono bene anche l’intera opera; non confondete però questi termini con semplicistico. Dopo una breve sezione tutorial, dove il nonno ci guiderà nei primi rudimenti delle arti marziali dalle zampe pelose, ci penserà Marlo a farci mettere subito in pratica ciò che avremo imparato.

Nelle prime fasi il giovane Pimm si limiterà a sferrare attacchi alla pressione del tasto Y per stendere in poche mosse i nostri nemici, ma le meccaniche non mancheranno di evolversi. La prima aggiunta sarà la schivata, che funziona in maniera molto semplice; quando uno dei nemici starà per attaccare questo si illuminerà, dandoci un margine (in realtà abbastanza ampio) di azione, sarà sufficiente puntare la levetta sinistra verso il nemico in procinto di attaccare per acciuffarlo e stordirlo, dandoci nuovamente possibilità di attaccare.

L’attacco di Pimm sarà inoltre più efficace quando verrà eseguito con il giusto ritmo, se continueremo a premere Y quando il cerchio bianco intorno al protagonista sarà quasi scomparso, gli attacchi risulteranno più potenti e caricheranno la barra del KO, una mossa attivabile tramite la pressione dei due grilletti e selezionando la vittima designata sempre con l’aiuto della levetta sinistra.

Hamsterdam

Non finisce qui però. Nelle fasi avanzate di gioco oltre ad incontrare nemici più forti questi avranno a disposizione nuovi attacchi che si risoleranno in dei mini giochi o dei QuickTime Event, dove la prontezza di riflessi ed il giusto ritmo decretano in fretta l’esito della battaglia. Proseguendo ulteriormente troveremo nemici pronti a difendersi con protezioni improvvisate come bottiglie, bastoni e padelle, fino a veri e propri scudi da sommossa; in questo caso Pimm dovrà caricare il suo attacco prolungando la pressione del tasto, per distruggere le protezioni ed aprirsi la strada verso la faccia dell’avversario a Suon di pugni.

La mappa del mondo, molto semplice e lineare, rappresenta una piccola chicca da parte degli sviluppatori, che sono riusciti in un ambiente molto ristretto a rendere facilmente riconoscibili le ambientazioni e le atmosfere ispirate alla vera Amsterdam. Mappa che percorreremo a bordo dell’Ham-mobile, un monopattino a doppia ruota che sarà indispensabile anche nei livelli bonus, una sorta di platform dove fare incetta di semi di girasole, la valuta in-game da spendere nel negozio. Oltre ai livelli bonus il monopattino risulta fondamentale anche per alcuni boss, dove dovremo saltare o evitare le bombe che verranno lanciate dai nemici, sempre in velocità sul nostro monopattino.

Hamsterdam

Trappole per topi

Le boss fight si dividono essenzialmente in due tipologie: una ad inquadratura fissa in cui evitare con precisione i colpi sempre più pressanti e veloci di Marlo, che diventerà via via sempre più mastodontico. La seconda è quella già vista in precedenza, in cui saremo intenti ad inseguire o scappare con l’Ham-mobile dalle situazioni più varie; solo in alcune delle fasi più avanzate le due tipologie tenderanno a mescolarsi aumentando la difficoltà della sfida.

In ultimo Muse Games ha pensato di inserire una piccolissima ed abbastanza marginale componente di personalizzazione del personaggio tramite lo shop presente in game, dove spendere i girasoli guadagnati in indumenti a volte puramente estetici, in altri in grado di modificare le statistiche e le abilità di Pimm, raramente sconvolgendo più di tanto le meccaniche di gioco.

Tecnicamente parlando Hamsterdam non impegna particolarmente la console ibrida di Nintendo, ma non per questo risulta esente da difetti (a volte totalmente ingiustificati). Il gioco scorre liscio per gran parte della sua durata, ma in alcuni livelli specifici, quando il numero di nemici presenti su schermo aumenta di qualche unità rispetto ai precedenti, è possibile notare qualche evidente calo di framerate, che in un gioco basato anche sul ritmo rischia di spezzarne l’azione, ma fortunatamente è un’eventualità piuttosto circoscritta.

Hamsterdam

Come detto prima ci scorci che ci offrirà il gioco non saranno mai spazi particolarmente ampli, anzi! Parliamo di zone molto ristrette, spesso per confonderci o tentare di metterci alle strette. Queste zone, così come le schermate di caricamento (fortunatamente ridotte con la patch al D1) o le vignette dedicate alla trama, hanno uno stile colorato e vivace con tratti tondeggianti per delineati da un leggero effetto cell shading. Il protagonista trasmette tutta la tenerezza che era nelle intenzioni degli sviluppatori, ed è volutamente l’unico facilmente riconoscibile per aspetto e stile dal resto dei criceti che salveremo per la città; uno stile che crea un’atmosfera particolare, di quelle che si respirano nei borghi di Amsterdam all’imbrunire, grazie anche alla colonna sonora semplice ma d’effetto, che spazia tra lo smonto jazz e la musica da camera.

Hamsterdam si è rivelato contro ogni aspettativa un gioco valido, che è riuscito a divertirmi ed intrattenermi per tutta la sua durata senza annoiarmi, abbattendo la ripetitività del gioco con piccole ma continue aggiunte ad un gameplay semplice e fresco, adatto a sezioni brevi che scacceranno via i pensieri dalla vostra testa per un po’; una fusione fra picchiaduro, platform e rhythm game azzeccata e che, anche se non sconvolge per originalità e difficoltà, fa bene ogni cosa che fa, divertendoci. Hamsterdam è finalmente libera!

Hamsterdam
Hamsterdam – Recensione
PRO
Gameplay intuitivo e fresco
Tenero e colorato
Più divertente del previsto
CONTRO
Cali di framerate sporadici ma evidenti
Eccessivamente lineare
Si consuma in fretta
7.8
Pugni di pelo