Stranger Things 3 the Game

Stranger Things 3 the Game – Recensione

Le cose più strane

La serie di Stranger Things rappresenta una scommessa vinta da parte dei fratelli Duffer. Dopo tanti rifiuti ricevuti da Hollywood e dai classici distributori televisivi, la serie è da subito diventata una delle galline dalle uova d’oro della famigerata piattaforma streaming Netflix; e tra tanto merchandising, action figure e vari gadget a tema non poteva di certo mancare la controparte videoludica.

Attenti agli spoiler!

Come suggerisce il nome, la trama di questa terza trasposizione in videogioco della serie segue passo passo gli eventi che si sviluppano durante gli episodi della terza stagione, quindi se non volete anticiparvi nulla sugli ultimi eventi presenti in Stranger Things tenetevi momentaneamente alla larga dal titolo. In questa sede cercherò il più possibile di mantenere i contenuti spoiler free, ma qualche soft spoiler, anche per spiegare banalmente alcune dinamiche, potrebbero sfuggire; gamer avvisato mezzo salvato. Così come nella serie la scena con cui ci viene aperto il titolo è quella di un laboratorio sovietico (comprensibile dalle uniformi e dall’iconografia tipica) alle prese con un misterioso macchinario per aprire un portale verso il sottosopra, tentativo che fallisce miseramente. La scena ci trasporta poi velocemente verso i volti noti nonché protagonisti della serie; di questi inizialmente potremo controllare soltanto Mike e Lucas, al momento alle prese con le questioni tipiche delle fasi iniziali dell’adolescenza.

Stranger Things 3 the Game

Presi i comandi dei due giovani inizieremo finalmente a prendere confidenza con il sistema di controllo. Il titolo riprende in maniera chiara e dichiarata tutte le caratteristiche delle avventure di successo nei cabinati e nelle console a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, dove pixel art, azioni macchinose e caricamenti ad ogni spostamento la facevano da padroni, elementi trasposti anche qui per filo e per segno. La grossa mole di scelte decisamente anacronistiche si ripercuotono inevitabilmente nel corso di tutta l’esperienza.

Il gameplay è pensato principalmente per un’esperienza cooperativa, ma che viene sostituita in maniera abbastanza efficace dall’intelligenza artificiale. I personaggi che controlleremo su schermo si troveranno raramente da soli, e potremo alternare il controllo di uno o l’altro tramite la pressione del D-pad o cambiare squadra tramite la pressione del grilletto posteriore. Cambiare personaggio diventa spesso indispensabile a causa delle abilità peculiari che variano di personaggio in personaggio; ognuno di essi è provvisto di un attacco base che pur avendo la stessa funzionalità cambia in alcuni aspetti, come la gittata, la potenza e l’avvelenamento. Ciò che cambia realmente la funzionalità di ogni personaggio è l’attacco speciale, che necessita di almeno una carica dalla barra presente subito sopra l’energia; questi cambiano in base ad ogni protagonista e sono anche fondamentali per proseguire in alcuni punti della mappa. Lucas ad esempio può rompere dei varchi tra le rocce più fragili con la sua fionda, Dustin è invece in grado di decodificare le serrature elettroniche, Undici abbatte grossi gruppi di nemici grazie alle sue onde d’urto, Hop carica in maniera forse e violenta gli avversari con le sue capocciate e così via per ogni personaggio.

Stranger Things 3 the Game

Questo pone un ulteriore limite alla mappa, suddivisa in ambienti abbastanza ristretti con brevi caricamenti per passare da un punto all’altro, perché per superare alcuni ostacoli servono determinate abilità appartenenti a membri non presenti nell’attuale squadra o che incontreremo più avanti; ma questo non è che un pretesto per giustificare il pesante backtracking richiesto dal gioco che ci porterà a visitare lo stesso posto più e più volte, ma che non mancherà di farci visitare quasi ogni location presente nella trasposizione televisiva, seppur con gli ovvi limiti legati alle tecnologie utilizzate. Tornare più e più volte in posti già visitati è indispensabile anche alla risoluzione di alcuni enigmi ambientali che troverete lungo la strada; la difficoltà di questi ultimi varia di caso in caso, ma presenta uno dei principali problemi dell’intera opera. Come detto in precedenza la trama segue (quasi) passo passo quella della serie e giocarlo senza averlo visto rovina quasi del tutto l’esperienza, ma se giocherete il gioco dopo aver completato la serie vi ritroverete a conoscere spesso la soluzione degli enigmi o comunque intuirla molto più velocemente del dovuto, risultando meno soddisfacenti da risolvere; questo aspetto inficia tutto il gioco, che finirete nel giro di poche ore, a cui contribuiscono poco le side quest. In ultimo il gioco dispone di alcuni piccoli elementi GDR, con la possibilità di creare oggetti utili e indispensabili per proseguire l’avventura e potenziare la squadra, raccoglimento i vari oggetti sparsi nelle ambientazioni.

Stranger Things 3 the Game

Feel the eighties

Tecnicamente parlando abbiamo già accennato a quanto il gioco sia volutamente datato. La pixel art, creata comunque con cura e che rende ogni personaggio ben riconoscibile, accontenta quella fetta di pubblico che ricerca un esperienza dal gusto retro e nostalgico, ma sul lungo periodo scopre il fianco ai limiti ormai largamente superati come gli ambienti estremamente ristretti ed i caricamenti perenni anche nel minimo passaggio tra interni ed esterni con macro aree ridotte all’osso. Ma parliamo comunque di un prodotto molto specifico e rivolto quasi unicamente ad i fan della serie, che non disprezzeranno le scelte artistiche adottate dal team di BonusXP.

Stranger Things 3 the Game è indubbiamente un titolo carico di limiti. La scelta di adottare uno stile così datato e che raramente ha avuto fortuna anche durante il proprio periodo di appartenenza è una via di mezzo tra il coraggioso e l’incosciente. In realtà il limite maggiore, se si riesce a soprassedere sui limiti tecnici, è l’eccessiva attinenza alla trama e agli eventi della trasposizione televisiva, che limitano necessariamente l’una o l’altra esperienza togliendo gran parte della sorpresa (nel caso della serie) o della difficoltà. Da giocare solo se appartenete allo zoccolo duro dei fan di Stranger Things.

Stranger Things 3 the Game
Stranger Things 3 the Game – Recensione
PRO
Segue in maniera precisa la trama...
Un tripudio di citazioni
CONTRO
... Fin troppo
L'effetto nostalgia si trasforma preso in arretratezza tecnica
6.3
Si torna ad Hawkins