Graveyard Keeper

Graveyard Keeper – Recensione

Graveyard Keeper, sviluppato da Lazy Bear Games e pubblicato da tinyBuild, è un gioco simulativo, gestionale, con elementi RPG profondi e stratificati; si presenta complesso, con meccaniche essenzialmente a piramide e che non seguono principalmente l’evolversi della trama: infatti quest’ultima è parzialmente marginale, rispetto all’ambientazione creata invece dal team di sviluppo. L’obiettivo è quello di creare un coinvolgimento attorno ad un incipit drammatico, con schermate piene di dettagli animate in pixel art. Molti sono gli accorgimenti da “gioco di ruolo” davvero interessanti e variegati.

Essendo un titolo che affonda le proprie radici in un genere conosciuto, quale il farming simulator, non stravolge né pretende di risultare originale, bensì mantenga una struttura solida sulle meccaniche di raccolta materiali e quant’altro. Non è certamente ai livelli di Farming Simulator o Little Dragons Café (titoli entrambi da noi recensiti), eppure in circostanze simili di solo gameplay, le connessioni sono più o meni paragonabili: la componente principale è quella gestionale, dove per affrontare al meglio la vita quotidiana nel gioco viene proposta una limitazione del tempo scandita dal ciclo giorno/notte. Elementi di questo tipo possono alla lunga risultare ripetitivi e meccanici.

In aggiunta, le icone troppo piccole e la mole di testo da leggere non garantiscono una buona fruizione del titolo davanti alla televisione. Questo fattore è dovuto ad un problema di adattamento e conversione per Nintendo Switch (console infatti proposta per l’analisi di questa nuova recensione). La progressione può risultare stucchevole e lenta, ma ciò è solamente un incentivo a crescere tramite l’acquisizione dell’esperienza e sbloccare nuove abilità o conoscenze da usare. Saper zappare un orto e piantare delle carote, oppure costruire una fornace per fondere i minerali, sono un piccolo accenno di tutto quello che vi attenderà invece all’interno del mondo macabro e ironico di Graveyard Keeper. Un titolo che affonda le sue radici nel mondo dell’oltretomba, dove i becchini sono custodi famosi e rispettati di cimiteri e la vita da morto con allegria scorre comunque serena nella sua quotidianità tra lavoro e casa: ma sarà abbastanza convincente anche con meccaniche troppo stratificate?

Graveyard Keeper
La mappa di gioco – l’esplorazione del villaggio e dei suoi dintorni è fondamentale per comprendere ogni sfaccettatura della trama legata ai personaggi (png) e può essere sbloccata nella sua totalità in base alle quest risolte con il reame vicino.

Trama & Stile Narrativo – I nuovi custodi del Cimitero sono tornati… al Villaggio!

La storia non si pone con i giusti tempi e tende già dai primi attimi ad essere drammatica, sempre con qualche pizzico incontrastato di ironia. Il nostro protagonista è un uomo intento a tornare a casa probabilmente dopo il lavoro dalla propria donna, solo che attraversando la strada viene invece travolto da un’automobile, causandogli purtroppo la morta istantanea. Qualcuno come la Morte stessa ci conduce in un mondo a noi sconosciuto, in una regione che risulta perlopiù tornata al medioevo, con case rurali, vecchie locande e un reame gestito dal sovrano di turno; un piccolo espediente per far sì che le meccaniche tipiche del genere possano ricevere più spazio. Ciò si racchiude in un incipit narrativo molto forte.

L’intreccio narrativo è affiancato anche da personaggi pittoreschi e simpatici (come un teschio parlante e un fantasma) che dipaneranno la trama con non poca accuratezza: l’uomo travolto da questo nuovo problema, proverà a porre rimedio e tornare a casa dalla fidanzata, in una rocambolesca salita piena di insidie. Il protagonista sarà il nuovo custode del cimitero del “Villaggio” (sì, non ha un nome specifico) e dovrà già dall’inizio convivere con questo disagio, affinché il vescovo possa permettergli di riaprire la chiesa e scoprire di più sul precedente becchino, “colui che è riuscito a scappare dalla morte”, o almeno così si dice in giro.

Per la maggior parte del tempo, saremo impegnati a svolgere delle missioni di routine per convincere uno dei personaggi, come l’oste o il fabbro, ad aiutarci nell’impresa di evadere da questo limbo. Si traduce essenzialmente in quest secondarie un po’ ridondanti come la ricerca o raccolta di elementi, consegne speciali o corpi da riesumare (con i giusti permessi di riesumazione, ovviamente), che affiancheranno la nostra attività principale di tornare nel mondo dei vivi. La scrittura dei dialoghi rafforza la varietà e la curiosità che gli sviluppatori hanno voluto con grande maestria inserire all’interno del gioco, con citazioni spesso velate e altre decisamente palesi; la caratterizzazione dei personaggi infatti beneficia dell’interno complesso e ravviva il contrasto tra il mondo macabro dopo la morte e l’allegria di teschi parlanti o di morti che sotterrano morti. Questo è di per sé fantastico: ma non del tutto corretto. Dopotutto ci espone ad una visione un po’ troppo generalista, che non vuole farsi prendere sul serio e rischia di stancare velocemente o di annoiare un giocatore non “all’interno” a queste storie auto-ironiche e citazioniste.

Graveyard Keeper
La trama ha una forte componente ludica e affonda le proprie radici intorno alla gestione di un cimitero e della chiesa limitrofe.

Gameplay – Tra farming simulator, RPG ed elementi medievali gestionali

L’elemento fondamentale è senza ombra di dubbio il gameplay e la gestione focalizzata al mantenimento del cimitero. La nostra esperienza girerà intorno alla cura delle bare: aggiustandole o sostituendo all’occorrenza parti in legno con quelle in pietra levigata, seguendo però l’avanzamento delle abilità. Oppure l’autopsia dei cadaveri trasportati da un grazioso mulo anch’esso parlante, dove per ogni parametro in nostro possesso potremo raccogliere parti come: cuore, sangue o organi vitali per venderli. Infine il trasporto dei corpi all’interno del cimitero è importantissimo per la riuscita di ogni nostro obiettivo con la chiesa e il cimitero. Fatto anche in ordine sparso con altre mansioni nel mezzo, non cambierà praticamente nulla: è essenziale per l’avanzamento della storia stare attenti a come gestire le giornate, poiché essendo caratterizzate da sette simboli, ognuno corrispondente ai sette peccati capitali, alcuni personaggi saranno disponibili nel giorno della lussuria e non in quello dell’accidia, ad esempio.

Le azioni che faremo consumeranno una barra d’energia, che arrivata al culmine non ci permetterà in nessun caso di utilizzare strumenti, costruire o sotterrare i corpi, e ci obbligherà ad usare o una cura energetica (pozione) oppure dormire. Ed è qui che entra in gioco l’aspetto manageriale, con risorse da gestire durante l’arco giornaliero e continue vendite/interazioni con i personaggi. Un titolo che sulla carta ritorna ad essere molto complesso, con tantissime cose da considerare, in pieno stile Stardew Valley, altro titolo valido dal genere farming simulator.

L’esplorazione e il crafting sono ulteriori elementi da tenere in costante aggiornamento, evitando così che le giornate avanzino in vano e innescando eventi di trama non voluti, come il ritardo di alcuni pagamenti o le salme deteriorate. A tutti gli effetti il grinding è qualcosa di veramente inevitabile, dunque tra una missione secondaria e la ricerca di quella principale, dovrete per forza raccogliere ripetutamente risorse e mescolarle con altre per far sì che l’esperienza aumenti, come il continuo tagliare degli alberi. L’intenzione è quella di amplificare il fattore varietà con le tante cose da fare, eppure risulta per una durata complessiva di quaranta ore circa un gameplay poco incisivo, a tratti non chiarissimo e con il peso della mancanza di un tutorial iniziale.

Graveyard Keeper
Il gioco metta a disposizione un albero delle “costruzioni e abilità” onnicomprensivo, acquistabile mediante la mano d’opera e l’acquisizione di punti esperienza, decisamente molto approfondito e dettagliato (perfino nella gestione “skill” di costruzione, gestione cimitero, analisi terreno e tanto altro).

Conclusione & Considerazioni Finali – All’interno di un mondo vivido e quasi spettrale, con cadaveri e chiese da gestire!

La chiesa e il cortile con il cimitero non saranno le uniche cose da gestire, poiché Graveyard Keeper vuole ampliarsi ricreando a tutti gli effetti una vita parallela dopo la morte con ogni mansione possibile da fare. Che sia gestire casa, lasciare che il mercante ci dia in “prestito” l’orto vicino, oppure il combattimento con spada molto lineare contro esseri infestanti della palude: le cose da fare saranno comunque tantissime ed è stato piacevole scoprirle man mano a fronte di una rigiocabilità alquanto elevata.

Un titolo che con molta probabilità può creare veramente assuefazione. Le battute simpatiche, l’ironia e la grafica ben dettagliata sono delle caratteristiche importanti per costruire un gioco che vuole imporsi e affermarsi in un panorama videoludico più action e story-driven, e per fortuna ci riesce. Da annoverare  alcune incertezze tecniche, come micro-lag, compenetrazioni e animazioni rallentate da un frame-rate un po’ ballerino. Il comparto audio è notevole, con musiche che variano a seconda dalla zona di passaggio e la grafica che si adatta a diverse condizioni atmosferiche presenti nella regione. Il gioco è comunque ottimo e dalla longevità sicuramente importante, capace di alimentare in voi la continua voglia di sperimentare, esplorare e comprendere come possa terminare la storia del malcapitato uomo.

Graveyard Keeper
L’interfaccia grafica è essenziale e pulita, reduce di una pixel art che funziona e si può accostare tranquillamente a titoli più di rilievo nel panorama videoludico.

Graveyard Keeper è in uscita il 27 giugno 2019 su Nintendo Switch al prezzo di 19,99 euro (in sconto adesso del 10% a 17,99 euro)!

Graveyard Keeper
Graveyard Keeper – Recensione
Graveyard Keeper, sviluppato da Lazy Bear Games e pubblicato da tinyBuild, è un gioco simulativo, gestionale, con elementi RPG che affronta la vita da becchino o custodi di cimiteri con ironia e curiosità; per quanto la trama non sia del tutto originale e segue un ritmo lento, il gioco presenta comunque dei colpi di scena interessanti, un'interazione ampia con personaggi atipici e bizzarri al "Villaggio" e delle meccaniche complesse e meticolose. Non vi troverete dinanzi ad un titolo completo, alcune tecniche per articolare il tempo e le stagioni sono, purtroppo vaghe e un tutorial assente non è certamente sinonimo di buona comprensione di tutte le attività e azioni invece lì disponibili. L'aspetto positivo è l'albero delle abilità creato magistralmente. Inoltre, le musiche sono orecchiabili e la pixel art (componente grafica) ricreata con molta attenzione è altrettanto ottima.
PRO
CONTRO
8.7
Fantastico!