Furwind

Furwind – Recensione

Se c’è una cosa che hanno capito i ragazzi di BoomFire Games mentre lavoravano al loro Furwind, è che uno dei modi più azzeccati per attirare l’utenza sul proprio progetto è quello di dotarlo di un protagonista dal character design in grado di renderlo allo stesso tempo tanto adorabile quanto temibile. Ed è forse questo uno dei motivi principali per cui vi sto parlando sulle nostre pagine del gioco, un misto tra platform ed adventure in salsa 16 bit che farà la gioia dei nostalgici, offrendo invece ai giocatori meno navigati qualche piccolo grattacapo. Dopo essere già stato pubblicato su Steam lo scorso ottobre, Furwind arriva anche su Nintendo Switch grazie al publisher JanduSoft, trovando nella piccola ibrida Nintendo una nuova linfa vitale per un’esperienza che sembra essere stata originariamente concepita proprio per questa meravigliosa console. Non perdiamoci in chiacchiere, dunque, e cerchiamo di capire assieme se diventerete uno degli acquirenti del gioco quando questo verrà rilasciato in settimana (27 giugno) sull’eShop al prezzo più che onesto di €7,99.

Come tutte le produzioni analoghe, Furwind non si perde in chiacchere e ci offre una trama minima che funge da semplice pretesto per dare il via all’avventura. Le vicende narrano di una splendida foresta nella quale molte creature vivevano felici e protette dai grandi spiriti che vegliavano sulla loro incolumità. Tutto questo fino a quando uno di questi spiriti, ovviamente il più malvagio di loro, cercò di prendere il potere sui suoi fratelli, che riuscirono ad intrappolarlo e scongiurare il peggio, uscendone però fortemente indeboliti. Con il passare del tempo si pensò che la pace avrebbe continuato a regnare sulla foresta, ma purtroppo quella grande forza maligna si risvegliò più forte che mai, riuscendo a liberarsi ed invadendo il regno ancora una volta. Sarà ovviamente compito del nostro eroe, il cui nome è lo stesso del gioco, sconfiggerla una volta per tutte.

Furwind
Un piccolo incipit per una grande avventura!

Non appena preso il controllo della piccola volpe protagonista, ci renderemo conto che nonostante il gameplay del gioco sia piuttosto semplice e privo di meccaniche realmente inedite, questo riesce a raccogliere al suo interno tutta una serie di ottime idee dando vita ad una formula di gioco interessante e che riesce ad acquistare una propria identità man mano che procederemo con l’avventura.

Il primo livello ci aiuterà a prendere confidenza con le possibilità messe nelle zampe di Furwind. La volpe protagonista, infatti, potrà muoversi liberamente lungo i diversi stage affidandosi al doppio salto ed al suo colpo di coda indispensabile per fare fuori ogni nemico intendo a sbarrargli la strada. A questi si unisce un comodo attacco in caduta (il classico schianto a terra) con il quale affrontare le creature ostili anche dall’alto. Ben presto potremo ampliare ulteriormente il nostro “parco mosse”, potendoci affidare ad un comodo scatto in volo ed all’utilizzo di bombe con le quali attaccare i nemici o rompere particolari muri.

Anche se ho apprezzato la varietà nel gameplay, a lungo andare mi sono reso conto che queste ultime mosse speciali non sono state più di tanto prese in considerazione durante la fase di creazione degli stage. Molti di questi, infatti, possono essere completati anche senza fare mai affidamento ai poteri aggiuntivi di Furwind, e quindi saranno veramente poche le occasioni in cui li useremo in quanto strettamente indispensabili. Ed è un vero peccato, aggiungerei, perché il potenziale del gioco è palpabile soprattutto in occasione dei diversi collezionabili che saremo richiamati a raccogliere se vogliamo completare l’avventura in ogni sua parte. Operazione che a causa delle considerazioni appena fatte è fin troppo semplice e, dunque, tende a gratificare meno di quanto avremmo voluto.

Furwind
Alcuni livelli sono molto rapidi, e ci richiederanno “semplicemente” di fare fuori tutti i nemici presenti in un’unica schermata.

Con poche semplici mosse, dunque, riusciremo a raggiungere quasi ogni angolo di ciascun livello, che non sono mai lineari e dunque richiedono una buona dose di esplorazione per poter essere portati a termine. In questo emerge forse l’aspetto più interessante del gioco, che non si limita a imporci di partire dal punto A per raggiungere il punto B, ma ci obbliga a percorrere in lungo e in largo le piccole mappe sapientemente realizzate alla ricerca di due parti di un sigillo indispensabile per aprire il varco che ci permetterà di avanzare verso lo stage successivo.

Per ricomporre il sigillo non ci dovremo limitare a scovare i suoi due frammenti, in quanto per ottenere ciascuno di essi sarà necessario anche affrontare dei particolari nemici (molto più forti di quelli tradizionali, tanto che potremmo considerarli dei mid-boss) o risolvere semplici enigmi, principalmente basati sulla memoria. Tale meccanica l’ho trovata particolarmente azzeccata, in quanto rompe un pò i canoni classici del genere ed aggiunge molta più azione alla formula.

Furwind
Per ottenere questo frammento di sigillo dovremo fare molta attenzione all’ordine dei colori. Un enigma classico, ma che funziona sempre!

Tra un livello e l’altro ci ritroveremo ad esplorare una semplicissima mappa di gioco, composta da tre mondi, che ci permetterà sia di ritornare al nostro villaggio per discutere delle vicende con il saggio sia di raggiungere un mercante in grado di migliorare alcune caratteristiche del protagonista in cambio dei cristalli raccolti durante l’esplorazione e gli scontri con i nemici. Non solo, i collezionabili dei quali vi parlavo in precedenza sbloccheranno alcune sfide, che metteranno a dura prova i nostri riflessi e ci permetteranno di dimostrare il nostro grado di sintonia con Furwind. Sebbene molte di queste sfide non sono obbligatorie, non potremo passare da un mondo di gioco al successivo se prima non ne avremo superate un certo numero – assieme all’ovvio requisito di aver fatto fuori il boss di turno, che tra l’altro rappresentano uno degli elementi meglio riusciti della produzione.

Furwind
Primo boss del gioco, tanti tentativi per sconfiggerlo ma un sacco di soddisfazione nel vederlo soccombere!

Una piccola osservazione sulla difficoltà di gioco. Personalmente ho trovato Furwind particolarmente complesso, sia a causa di una curva di difficoltà che tende ad impennarsi piuttosto rapidamente sia per colpa di una gestione non propriamente “friendly” dei checkpoint. Questi non solo sono spesso posizionati in punti poco utili dei livelli, ma richiedono una certa quantità di gemme per essere attivati (volendo è possibile utilizzarli più volte, ma il prezzo richiesto raddoppierà ogni volta).

Anche certi stage li ho trovati oggettivamente troppo difficili, addirittura al limite della frustrazione. Mi riferisco in particolare ad alcuni livelli completamente al buio, nei quali dovremo fare affidamento ad alcune lucciole per farci strada, le quali poco per volta ci abbandoneranno e se non saremo sufficientemente rapidi per trovarne di nuove moriremo nell’oscurità. A mio modesto parere, almeno in queste occasioni gli sviluppatori avrebbero dovuto costruire dei livelli più lineari, all’interno dei quali i giocatori si sarebbero sicuramente sentiti più a loro agio.

Furwind
I livelli al buio sono forse tra quelli meno riusciti, mi hanno dato fin troppo filo da torcere!

Graficamente Furwind appare convincete, grazie ad una grafica a 16 bit semplice ma efficace. Gli stage sono piacevoli e sufficientemente ricchi di dettagli, sempre accompagnati da musiche capaci – seppure mai indimenticabili – di guidare il giocatore con la giusta carica. Forse si sarebbe potuto fare di più con il design dei nemici, che sembrano non aver ricevuto le stesse attenzioni riposte sui fondali del gioco.

Apprezzabile anche la presenza di un narratore, che accompagnerà alcune fasi della storia, a volte prendendosi la libertà di non leggere neppure il testo che appare a schermo. E’ dunque palese come la fase di localizzazione (scordatevi l’italiano) e di doppiaggio abbiano avuto momenti di revisione differenti, cosa che sono sicuro strapperà anche a voi qualche sorriso.

Furwind
Volete essere più forti? Basta pagare!

In definitiva posso consigliare Furwind ai giocatori dotati di molta pazienza e che non si scoraggiano a dover ripetere alcuni livelli più e più volte a causa di alcune scelte di design che finiscono col mettere in difficoltà coloro che non sono abituati a titoli con un livello di difficoltà tendente verso l’alto. L’esperienza confezionata dai ragazzi di Boomfire Games merita sicuramente una possibilità, specialmente da parte di coloro che hanno vissuto l’epoca 16 bit, ma ha dei difetti che sicuramente potrebbero accendere la frustrazione in coloro che cercano invece un’avventura più leggera ed alla portata di tutti.

Furwind
Furwind – Recensione
PRO
Intervallare livelli e sfide rende il gioco piacevole e vario
Graficamente convincente
Interessante la gestione non lineare dei livelli...
CONTRO
Alcuni poteri specifici sono poco sfruttati
Gestione dei checkpoint poco permissiva
...anche se personalmente non la avrei applicata agli stage al buio!
7
una volpe retrò