Redout, creato da una giovane Software house italiana di Torino 34BigThings e pubblicato su Nitnendo Switch da Nicalis, è un Racing game (gioco di corse) futuristico, che trae la sua massima ispirazione da titoli davvero altisonanti e conosciuti nel panorama videoludico, quali Wipeout (dove il nome è estremamente evocativo), Rollcage e F-Zero. La versione Redout: Enhanced Edition per Steam è già stata trattata in sede di recensione, dunque quest’oggi ci prodigheremo ad analizzare gli aspetti più importanti – sia positivi che negativi, se presenti ovviamente – e condivisibili del titolo per Nintendo Switch. Il genere gioco di corsa futuristico è una tipologia di gioco che appartiene ad un tempo ormai passato, quando poter cimentarsi in velocità oltre ai limiti del suono stesso era intrigante per il pubblico più variegato e donava quella sorta di assuefazione legate ad uno stile prettamente arcade; potersi sfidare – apertamente, davanti ad un cabinato o in multiplayer locale – in percorsi colorati, pieni di pericoli mortali (come salti, giri della morte e quant’altro) e immaginari con astronavi corazzate modificabili, era ed è qualcosa che ha sempre sostenuto un interesse particolare nel videogiocatore arcade da sala. Dopotutto, per chi è cresciuto nell’epoca d’oro dei videogiochi, non è certamente nuovo a queste dinamiche, e Redout riaccende quella voglia di competizione agonistica che non ha mai fatto male a nessuno, presentandosi, dopo un porting per Switch affatto semplice e con continue complicanze, rigoglioso e completo. Per la console ibrida, infatti, è stata creata una versione con tutti i crismi: 60 percorsi diversi in 12 luoghi, una modalità carriera con oltre un centinaio di eventi – di difficoltà crescente – e una quantità spropositata di modifiche e personalizzazioni disponibili per le astronavi.
I richiami ai giochi citati poc’anzi sono assai palesi, poiché gli sviluppatori per poter affrontare la questione varietà e differenziazione – oltre ad originalità – ha sottoposto questa matrice ad un livello più personale, rendendo il titolo da corsa man mano più usufruibile e mai scontato. Ovvero, dando una maggior caratterizzazione al comparto stilistico e grafico, con percorsi di entità sempre diversi e una personalizzazione dei mezzi che andremo a condurre in estrema velocità. Il modello di guida, per evidenti somiglianze, richiama F-Zero e ciò non è del tutto un aspetto negativo. Anzi, lo scontro generazionale tra giochi è evidente, bensì solo in modo strutturale e in qualità di gameplay. Ma ci arriveremo con calma, dopo aver analizzato la struttura tecnica del porting per Switch. Gli sviluppatori (nostrani) saranno riusciti ad eguagliare e superare il lavoro – oltre alle aspettative – fatto per le sue controparti di Redout già presenti altrove?
Aspetto Tecnico e Stilistico – Una conversione non è mai facile: ma, se realizzata bene, di grande impatto!
Le abilità tecniche del team di sviluppo sono encomiabili, nonostante la conversione diretta – successiva alle altre, dichiarata tempo addietro – non è qualcosa di immediato, e può sfuggire a chi magari non è addentrato a queste meccaniche; affrontare quindi un porting, specialmente per una console ibrida che non ha un hardware avanzato, bensì un sistema moderato che si può interfacciare a più utenze possibili. Redout si è sempre dimostrato un gioco ad alte prestazioni, con limiti grafici seppur evidenti, e che spinge continuamente sull’aspetto ludico e arcade. Il risultato è sicuramente apprezzabile, di grandissimo impatto: il lock dei frame-rate è posizionato ai 30 fotogrammi al secondo, sia in modalità portatile e in dock, e la risoluzione dinamica che varia parecchio. Quest’ultima si focalizza meglio durante le sessioni di gioco davanti ad un televisore, migliorando e risaltando il comparto stilistico e poligonale (ridotti i poligoni della modellazione 3D sia della mappa che delle astronavi per cause maggiori, purtroppo). Durante le fasi più concitate, il rendering video non riesce a restituire un’immagine ben definita di ciò che sta accadendo su schermo, creando una brutta transizione e un calo di qualità troppo evidente.
Nella sua controparte portatile, non restituisce a pieno le emozioni che fin’ora abbiamo avvertito durante la prova in-dock; la risoluzione grafica cala drasticamente, sebbene mantenga alto il livello di tollerabilità del gioco e sia comunque una bellissima esperienza. I cali di frame, per entrambe le modalità, sono inesistenti e restituiscono un’immediatezza sopraffina, oltre alla fluidità e velocità dei caricamenti (quasi inesistenti, se non per quello iniziale con qualche micro-lag). Perdere una gara e riprovare, non vi farà pesare nulla: basteranno pochissimi millesimi per esseri riportati in pista, pronti. Ciò fortifica invece la complessità dietro al porting, bensì la realizzazione con compromessi richiesti sia buonissima.
Gameplay – La velocità e la gravità è tutto!
Per poter affrontare al meglio il gioco, Redout, bisogna prima avere una piccola base su come muoversi all’interno di una pista così lineare. Non saranno presenti bivi da scegliere, rallentamenti o strade peggiori: dovrete, piuttosto, percorrere una pista piena di tornanti e giri della morte. La componente più importante da tenera a mente è proprio l’inclinazione dell’astronave durante le curve, poiché vi saranno a disposizione diversi modi per poterlo fare e gestire la gravità (ed è comunque difficile): l’analogico sinistro consente di muoversi in tutte le direzioni, mentre quello destro – non spostando la visuale – può convergere l’asse e deviare il movimento in base a dove si vuole andare, così da accompagnare il mezzo in pista. Si potranno raggiungere velocità inaudite, pari a 1000 Km/h. I comandi del gioco sono abbastanza semplici e mappati nel migliore dei modi per Switch, perfino con tre configurazioni pre-impostate diverse (la migliore è Redout).
La varietà delle piste, il gioco frenetico e le modalità disponibili, rendono questo gioco piacevole e di intrattenimento. La modalità carriera, restando in tema, è una perfetta dimostrazione di come avanzare di livello per sbloccare future corse e astronavi. La progressione nel sistema è ben bilanciata, complice inoltre le combinazioni ottenibili dai power-up, un supplemento al gioco che dona spessore e carattere. Quest’ultimi, i power-up, potranno essere equipaggiati a seconda delle vostre esigenze: uno slot disponibile per gli attivi e uno per i passivi. In base al superamento di una corsa, con un punteggio rientrante nei primi tre classificati, si otterrà un quantitativo di soldi che, se accumulati, serviranno proprio per acquistare nuovi pezzi aggiuntivi e generare un profilo più vicino al vostro stile di gioco. Ci saranno anche delle missioni a contratto che ogni tanto si paleseranno, dunque non si avverte la mancanza di una storia non presente.
Conclusione & Considerazioni Finali – La tecnica non troppo prestante può sostituire l’immediatezza di un gioco di corse futuristico?
Gli sviluppatori nostrani, 34BigThings, ci hanno voluto comunque regalare un gioco fantastico, pieno di adrenalina e difficile nel suo complesso. La componente artistica è evocativa, sebbene sia frutto di ispirazione ai titoli di cui fa riferimento, e gestisce al meglio la variante del gameplay. La longevità è ampia, legata inoltre al multiplayer solo online (purtroppo, rispetto alle sue controparti per console e PC, non presenta il consueto split-screen per giocare in due. Probabilmente a causa della gestione hardware che non può consentire la riproduzione e il rendering costante di due schermate uguali nella stessa mappa, bensì con mezzi diversi) e crea spunti di vista piacevoli, sfidando chi si ritrova ai tuoi livelli o superiore. Questo avviene sopratutto dal gameplay, forte e vigoroso, che non viene per nulla limitato – se siete appassionati a questo genere – e intensifica il suo interesse non appena raggiungerete l’esperienza tale da comprare e sbloccare nuovi mezzi. La pecca più grande resta la questione tecnica: il rendering dei modelli poligonale rimane sparuto, poco significativo, oltre a non consentire una fedeltà immediata dei colori e lo sfruttare di asset qualitativamente alti. La componente musicale è fantastica, piacevole e molto ritmata, specialmente durante i tornei o le sfide a tempo. Resta comunque, in conclusione, un gioco considerevole, molto arcade e veloce: la costante multiplayer online intensifica l’esperienza e restituisce un feedback più concreto. Il consiglio, ovviamente, è quello di provarlo attaccati alla televisione, sopra un divano e in sessioni non prolungate.
Il gioco Redout è disponibile per Nintendo Switch sull’eShop al prezzo di 39,99 euro!
Ultimo aggiornamento: 2023-12-15 at 01:50