Days Gone

Days Gone – Recensione

Di storie dedicate ad eventi apocalittici contornati da zombie e affini il mondo videoludico ne è ormai pieno, ma nonostante questo filone narrativo sembri sempre raggiungere un punto di saturazione veniamo puntualmente smentiti da opere che riescono a proporre mondi magari non particolarmente originali ma ben caratterizzati e d’impatto, ricco di personaggi profondi che si trovano a combattere tra l’istinto di sopravvivenza e la volontà di mantenere l’umanità che contraddistingue il genere umano. Days gone è un degno rappresentante di questa categoria, e nonostante il suo processo abbia instillate più di qualche dubbio, posso già anticiparvi che le impressioni erano dannatamente sbagliate.

Days Gone

Avviando Days Gone si notano da subito diversi elementi. Prima di tutto indubbiamente l’interminabile caricamento iniziale, davvero estenuante, ma superata questa soglia ci si accorge di come si rispetti da subito il modus operandi delle esclusive single player targate Sony, caratterizzata da una forte componente narrativa ed un gampelay action contraddistinto da una regia nettamente cinematografica. Eppure se da un lato si percepiscono in maniera forte le derivazioni dell’opera -impossibile non citare The Last of Us- è altrettanto percettibile la maturità Sony Bend Studio rispetto al suo passato. Days Gone ci racconta la storia di Deacon St. John, un poco di buono, un cacciatore di taglie che mastica la strada con la sua moto in un mondo ormai devastato da pericolosi mostri chiamati furiosi. Il titolo inizia il racconto con un flashback che precede di due anni gli eventi vissuti, durante i primi periodi di questa apocalisse; Deacon si trova costretto a fare una difficile scelta che lo separa dalla moglie nella speranza di poterla salvare da una brutta ferita; dopo questa breve ma decisa introduzione ha il via una breve sequenza utile ad introdurre i principali personaggi sia come tutorial. Lo stacco tra il flashback (tecnica che ci accompagnerà in molti momenti dell’avventura) ed il presente mette da subito in risalto quanto lo stesso Deacon sia inevitabilmente cambiato, così come il mondo in cui vive. Il genere umano rischia l’estinzione, ed i superstiti sono raccolti in accampamenti; fatta eccezione per chi, come lo stesso protagonista, decide di diventare un randagio, un uomo libero e solitario ma che rischia continuamente la vita per strada, ma che si ritrova spesso costretto a collaborare con gli abitanti degli accampamenti e a doversi guadagnare la loro fiducia. Questo non è altro che un pretesto per dare il via a gran parte delle missioni principali e secondarie che dovremo affrontare nel corso dell’avventura mentre Deacon cerca disperatamente, ma a denti stretti, di recuperare una dolorosa perdita e di capire se è realmente possibile rimanere umani in un mondo ormai allo sbaraglio.

La trama che affronteremo quindi durante le ore di gioco è solida e ben sviluppata, con l’apice raggiunto verso i tre quarti dell’opera ma che soffre di un piccolo calo nelle fase finali; nulla però che rovini la bontà dell’opera, che rimane comunque coerente e apprezzabile.

Days Gone

Il gameplay alla base dell’opera è altamente derivativo, ogni elemento che troveremo difficilmente risulterà nuovo o mai visto prima, ma tutto ciò che è stato prodotto in Days Gone dal team di Bend Studio è ben sviluppato e soprattutto diverte e funziona, anche se si può notare qualche piccola sbavatura. Il primo elemento da considerare è la moto, mezzo a cui il protagonista è fortemente legato ed indispensabile per muoverci tra le terre dell’Oregon. La guida del mezzo restituisce un feedback abbastanza credibile e realistico, con le dovute ed indispensabili eccezioni derivate dal fatto che parliamo di un elemento cardine del gameplay e quindi risente meno della distruttibilità. La moto è anche personalizzabile in ogni sua parte, ed anche qui ogni modifica è percepibile facilmente con una diversa responsività, velocità e resistenza ai colpi; è inoltre indispensabile avere cura del mezzo, che va costantemente mantenuto in buono stato e rifornito periodicamente di carburante per evitare di rimanere a secco e dover trasportare la moto di forza.

Ultimo aggiornamento: 2024-04-25 at 13:40

Una volta scesi dalla moto la componente Action la fa da padrona, dividendosi in brevi sezioni stealth ridotte all’osso, in cui il protagonista si limiterà a nascondersi tra i cespugli e distrarre i nemici con l’ausilio di qualche sasso o altri oggetti utili; il grosso dell’azione è costituito invece dalle sparatorie, qui ben costruite e con un ottimo feedback delle armi, accompagnato dalla ruota di selezione, attivabile con la pressione del tasto L1, che ci permetterà di cambiare armi, kit medici e armi secondarie come molotov, mazze chiodate e tutto ciò che può far comodo per far fuori i nemici a patto di aver fatto un bel po’ di grinding per raccogliere gli elementi utili alla costruzione; è anche disponibile una selezione rapida degli elementi indispensabili tramide il D-pad ed il triangolo per cambiare arma. I nemici principali che Deacon affronterà sono i furiosi, facili da eliminare singolarmente ma letali in gruppo o ancora peggio nelle orde. Le orde sono proprio uno dei primi elementi presentati dagli sviluppatori durante l’annuncio del gioco; in questi casi il modo migliore per sopravvivere è creare più trappole possibili ed una corposa scorta di munizioni per le armi, cercando di concentrare la marea di nemici in un unico punto per eliminarli ed aggirarli meglio, per poi bruciarne i nidi e darsi alla fuga. Purtroppo i furiosi non sono l’unica minaccia che ci troveremo ad affrontare; la natura si sa, durante un apocalisse prende velocemente il sopravvento e la fauna non è sempre amica dell’uomo, specialmente se si parla di lupi, leoni di montagna ed altri animali non esattamente docili, che cercheranno, un po’ come tutte le altre tipologie di nemici, anche di speronare Deacon dalla sua moto. L’ultima, ma non meno importante, tipologia di nemici che affronteremo sono gli altri sopravvissuti rivali, disposti a tutto come noi per sopravvivere. Qui le sparatorie assumono un ruolo fondamentale, i ritmi sono meno frenetici delle orde ma sicuramente più ragionati, grazie ad una IA buona, anche se non eccelsa.

Days Gone

Ma come se la cava l’esclusiva soni sotto l’aspetto puramente tecnico? Il colpo d’occhio è sicuramente ottimo ed è difficile notare subito le sbavature presenti. In generale parliamo di un open world abbastanza vasto e vario, ma che richiede ovviamente dei compromessi. Se il protagonista, ed in generali la maggior parte degli esseri umani sono ben realizzati e molto realistici, i nemici riciclano evidentemente gli stessi assets e modelli, così come molti dei mezzi che troveremo abbandonati per le strade ed alcune texture con risoluzione più bassa. Anche l’odiato effetto pop-up si fa notare, specialmente durante le sezioni in moto, ed alcune texture che caricano più lentamente. Per quanto riguarda il framerate risulta abbastanza stabile con qualche tentennamento durante le orde più numerose, sporadici su PS4 pro ma ben più evidenti sui modelli classici. Tutti questi sono nei che in sede di recensione vanno giustamente sottolineati, ma è importante ricordare che si tratta di piccoli nei che non minano il risultato finale dell’opera, che rimane comunque di ottima fattura.

Days Gone

Nulla da criticare sull’accompagnamento sonoro, che accompagna (scusate il gioco di parole) in maniera ottima ogni momento di gioco, sottolineando a dovere sia le fasi più drammatiche che quelle più concitate, restituendo la giusta dose di nostalgia ai flashback e guidando il giocatore nelle fasi di pericolo. Anche l’effettistica dei rumori della natura, i versi degli animali e dei furiosi sono realizzati in maniera impeccabile, riuscendo ad immergere totalmente il giocatore nell’opera.

Days Gone si è rivelato un gioco al di sopra delle aspettative, complice forse una campagna pubblicitaria non gestita nel migliore dei modi. Ma si sa, quando le sorprese sono positive sono sempre ben accette, ed il team Bend ha dimostrato quanto sia maturato e pronto ad un opera che possa lasciare la sua impronta nelle menti dei giocatori. Segnatevi le mie parole, perché da questi ragazzi ne vedremo sicuramente delle belle.

https://www.youtube.com/watch?v=seq8PUNXqxo

Days Gone
Days Gone – Recensione
PRO
Una trama ottima
Gameplay derivativo ma ben sviluppato
Colpo d'occhio accattivante
CONTRO
Caricamenti iniziali eccessivamente lunghi
Alcuni cali di framerate nelle fasi più concitate
Perde un po' di mordente nelle fasi finali
8.3
Il forte, il debole e il disperato.