Intervista a Fabio "Kenobit" Bortolotti

Intervista a Fabio “Kenobit” Bortolotti – L’importanza del retrogaming e della musica a 16 bit

Benvenuto su GameScore! Per me è un estremo piacere e altresì un onore poter “chiacchierare” con il conosciutissimo Fabio Bortolotti, chiamato in arte e principalmente sul web Kenobit. Insieme ad un gruppo di appassionati del retrogaming, porta sul proprio canale (Kenobisboch) Twitch – nota piattaforma di streaming dedicata al mondo del gaming – parecchie rubriche interessanti, tra le più in rilievo: Buongiornissimo ARCADE, Retrogaming Postprandiale ed i famosi speciali Bisboch + Kenobit tendenzialmente la sera. Un progetto votato all’intrattenimento e alla diffusione della cultura dei videogiochi, che noi di GameScore apprezziamo tantissimo. Abbiamo già trattato l’argomento, dunque potete anche consultare “Come è stata realizzata la musica su SNES?

https://www.facebook.com/kenobitmusic/photos/a.10153126903491614/10153126903196614/?type=3

Innanzitutto, visto la breve panoramica introduttiva su cosa ti focalizzi, vorrei rompere il ghiaccio con una domanda molto semplice: sappiamo, dalle tue recenti apparizioni, che sei tornato da poco dal Giappone. Potresti raccontarci, anche brevemente, un piccolo aneddoto – magari a tema videoludico – che hai vissuto nella magica terra nipponica?

In Giappone i videogiochi sono parte del patrimonio culturale nazionale, quindi sono ovunque. Superato lo shock delle grandi sale giochi di Tokyo, mi sono appassionato a quelle dei paesi più piccoli. Quest’anno sono capitato in una sala giochi a Nara, vicino a Tokyo, dove ho fatto una bellissima partita a Parodius. Accanto a me c’era un giapponese sulla cinquantina che stava DISTRUGGENDO Gradius 2. Uno spettacolo!

Molto interessante e divertente allo stesso tempo! Passando comunque all’argomento cardine, come esprimeresti l’arte del retrogaming (e se è possibile definirla come tale), che è dissociata infatti dall’attuale generazione di videogiochi ormai diffusa? Pensi che sia una prerogativa solo di chi è cresciuto con i titoli retro?

Faccio sempre il paragone con il cinema. Nel 2019 puoi essere un fruitore occasionale del cinema, andando al cinema di tanto in tanto e guardando i nuovi film che escono. Alcuni, però, del cinema si innamorano: vogliono conoscerlo, studiarlo, magari farne un mestiere. Ed ecco che all’improvviso si interessano ai grandi classici, da Chaplin a Hitchcock, magari arrivando fino ai film di Eisenstein sulla rivoluzione…
Per me il gaming è interamente sovrapponibile al cinema, in quest’ottica. Se vuoi puoi giocare solo le novità, ma se vuoi trasformare in un mestiere la passione per i videogiochi devi studiarne le origini. Qui entra in gioco il retrogaming, che vedo come un atto di preservazione e scoperta. C’è anche la nostalgia, certo, ma quella è una prerogativa di chi c’era (cioè noi). Quando noi non ci saremo più morirà la nostalgia, ed è per questo che è importante preservare e raccontare i capolavori a beneficio delle nuove generazioni.

È possibile dunque fare un parallelismo tra il gioco (concept, realizzazione, hardware, meccaniche e interfaccia) di oggi e quello degli anni fine ’80 e inizio ’90?

Sono cambiate troppe cose. Una volta i giochi venivano realizzati in pochi mesi da team di poche persone, costrette a misurarsi con grandi limiti tecnici. Oggi abbiamo una tecnologia fantascientifica e i giochi vengono prodotti in anni di lavoro da team di migliaia di persone. Sono due mondi completamente diversi. Forse è per questo che molti subiscono il fascino dei giochi indie: non avendo alle spalle grandi studi ci restituiscono un po’ lo spirito punk e pionieristico degli anni 80.

L’importanza storica e culturale della musica a 16 bit sui videogiochi: cosa ha rappresentato per te e può, eventualmente, dimostrare ancora adesso, in un contesto sociale che “pretende” molto ed è quasi troppo vorace?

La musica dei videogiochi mi ha cambiato la vita, quindi non sono imparziale. Detto questo, i suoni di Super Nintendo, Megadrive e Amiga hanno plasmato una generazione di musicisti elettronici. Consiglio l’eccellente miniserie di documentari di Redbull “Digging in the Carts“, che affronta proprio questo fenomeno. Nonostante la società sia vorace, in ogni caso, il sound a 16 bit è ancora apprezzatissimo e ascoltatissimo, soprattutto in casi virtuosi come quello di Yuzo Koshiro.

Quanto è fondamentale il comparto audio di un videogioco, ancora più specifico riferito ad un titolo retro? E quali sono le potenzialità e gli svantaggi – se presenti – della musica elettronica?

L’audio è vitale nei videogiochi, soprattutto per quel che riguarda il feedback delle azioni del giocatore e l’anticipation di quelle del nemico. Non dimentichiamo anche l’atmosfera: quando la grafica aveva i suoi limiti, l’aiuto di una colonna sonora memorabile era fondamentale. Non mi addentro nella questione “musica elettronica vs strumenti veri“, ma credo che nel videogioco moderno possano convivere alla perfezione. Ora che non abbiamo più limiti tecnici, dal mio punto di vista vale tutto, finché c’è una direzione artistica sensata.

Quale titolo, secondo te, (comunque a 16 bit) racchiude maggiormente le caratteristiche che fino ad ora abbiamo evidenziato?

Parlando di colonne sonore, nel mondo dei 16 bit è difficile non citare Streets of Rage 2 di Yuzo Koshiro. Capolavoro, oggi come allora. Parlando di feedback audio e SFX, Super Mario World per Super Nintendo rimane imbattibile (oltre che perfetto su tutti i fronti).

Qual è l’hardware che incarna meglio lo spirito dei 16 bit? E perché il Sega mega drive e non lo SNES?

L’hardware che incarna meglio lo spirito dei 16 bit è il tostapane con il quale mi preparavo pane burro e marmellata per poi giocare a Street Fighter 2 con il mio compagno di scuola. 😛

Se dovessi parlare di videogiochi (anche di retrogaming) ad una persona che non è molto avvezza, come inizieresti? Cosa gli potresti consigliare?

Consiglierei di giocare, innanzitutto. Gli parlerei di emulazione (grande risorsa), ma anche di real hardware. Gli spiegherei la dualità ormai dimenticata tra gioco da casa e gioco da bar. Gli proporrei una selezione essenziale di giochi, dopo aver sondato i suoi gusti personali. Gli consiglierei di seguire il nostro canale di retrogaming (e in generale la community italiana, piuttosto attiva) per scoprire i giochi che vanno oltre i soliti nomi blasonati. E poi gli attaccherei una pezza infinita sul perché Bubble Bobble è il gioco più bello di tutti i tempi.

Sappiamo, ovviamente, che ti occupi – oltre alla divulgazione e intrattenimento sul tuo canale – di tradurre moltissimi giochi famosi che poi approdano nella nostra nazione: cosa ti piace di questo lavoro e cosa, magari, non sopporti tanto (se ci sono aspetti negativi)?

Amo tradurre videogiochi perché imparo una parola al giorno. A volte lavorare su un progetto mi rende informatissimo su un tema a caso (quando ho tradotto Silent Hunter sono diventato un espertone di sottomarini!), altre mi permette di aggiornarmi sulle nuove tendenze della cultura pop. E poi, inutile dirlo, sono felice di poter lavorare con i videogiochi, come sognavo da piccolo. La traduzione è comunque un lavoro impegnativo, che a volte non conosce orari, soprattutto durante l’estate. Tenere in piedi l’attività da streamer e il lavoro di traduzione è sempre più difficile!

Ultima domanda! In conclusione, cosa ne pensi di Nintendo Switch: cosa è in grado di offrire ora per te? Cosa potrebbe offrire la console se fosse stata creata da te?

È la mia console preferita. Strimmando tanto, i miei momenti di gioco privato sono preziosi, e proprio per questo amo lo Switch, che mi permette di giocare ovunque: sulla TV grossa, sulla poltrona mentre mia moglie guarda la TV, in treno, in spiaggia. Ho sempre amato le console portatili, e Switch al momento è l’handheld definitivo. Cosa offrirebbe se fosse creata da me? Bella domanda. Credo che vorrei una virtual console ricchissima, dove non si acquistano giochi singoli ma si paga un abbonamento ragionevole per avere accesso a una sorta di “Netflix del retrogaming”.

Potresti dedicare un caloroso saluto a tutta la community di GameScore?

Ciao amici e amiche! È stato un piacere. Divertitevi, giocate e voletevi bene. A prestissimo! ♥