Fade to Silence

Fade to Silence – Recensione

Avviso: la seguente recensione di Fade to Silence, come avrete intuito dal nome dell’autore, è scritta in collaborazione tra MonsterBoy e Prince Serg. Buona lettura!

La prima cosa che incuriosisce di questo Fade To Silence è sicuramente leggere il nome della software house dietro il progetto, Black Forest Games. Siamo passati dal mondo colorato di un platform ricco e divertente come Giana Sisters: Twisted Dreams, da noi recensito nella sua versione per Switch “Owltimate Edition”, ad una landa deserta piena di nemici, atmosfere cupe e voglia di sopravvivere. Fade To Silence infatti è proprio questo, un gioco punitivo creato da questa software house tedesca, supportata da THQ Nordic, sopravvissuto letteralmente ad un lungo Early Access su Steam iniziato ormai due anni fa e conclusosi con la pubblicazione del titolo su PC, Playstation 4 e Xbox One. 

Fade to Silence

Appena avviato il gioco, grazie ad una breve intro, faremo conoscenza con il nostro protagonista Ash, un uomo sopravvissuto ad un’apocalisse che si risveglia in un mondo devastato e dominato da una forza oscura, malvagia e distruttiva. Alle nostre spalle comparirà lo spettro della forza oscura che ci metterà alla prova con dure parole ma queste saranno anche la forza per andare avanti, per non perderci dietro le mille difficoltà che troveremo dinanzi a noi… insomma un personal trainer ambiguo e spettrale a cui saremo legati a doppio filo. Usciti dalla grotta dove ci siamo appena risvegliati, apriremo gli occhi davanti una triste realtà con il nostro villaggio completamente in fiamme e solo nostra figlia Alice sopravvissuta al massacro e tenuta sotto scacco da vari mostri. Non ci resterà altro che combattere le creature corrotte per salvare la nostra prole e partire alla salvezza del mondo, liberando man mano i villaggi dalla forza oscura della corruzione e purificandoli abbattendo grossi gruppi di nemici. Ma la minaccia non è solo in quest’ultimi visto che anche le scorte di cibo non saranno infinite (a meno che non selezionate inizialmente la modalità Esplorazione) e dovrete stare attenti a vari fattori come la temperatura degli ambienti circostanti e le tempeste di neve che a volte metteranno a dura prova il nostro cammino. La trama, purtroppo spesso fumosa e discontinua, ci viene lentamente rivelata durante il sonno di Ash ed i suoi ricordi sotto forma di sogni che ci aiuteranno a scoprire cos’ha portato il mondo di gioco allo stato in cui si trova.

Fade to Silence

Proprio le meccaniche survivor costituiscono la base del gameplay. Il titolo è un sapiente mix di vari generi – definito dagli stessi autori un horror adventure che incontra il survival – abbracciando di fatto un’esperienza soulslike piena di combattimenti in stile Dark Souls, un approccio perfetto verso la sopravvivenza dura e pura. L’ormai immancabile barra della stamina scandisce il ritmo delle nostre azioni, costringendoci a calcolare molto bene i momenti di attacco leggero, attacco pesante (che prosciuga temporaneamente la barra) e la fuga; è presente anche un sistema di crafting che man mano che l’avventura proseguirà, prenderà un’importanza vitale. Come già anticipato prima, la ricerca delle risorse è alla base della sopravvivenza; se inizialmente saremo soli alla ricerca disperata di cibo e materiali indispensabili per le costruzioni, la vera e più importante ricerca è quella dei compagni da aggiungere al nostro accampamento. Queste ultime vanno selezionate ed aggregate con cura, facendo attenzione alle loro abilità e peculiarità perché rappresentano una lama a doppio taglio, e se da una parte aiutano ad arricchire e velocizzare la crescita dell’accampamento, velocizzando la ricerca di risorse, rappresentano anche bocche in più a sfamare ed un veloce spreco di risorse nei casi peggiori.

Il gioco cambia quando il compagno che ci segue non è un IA ma un amico che ci raggiunge in mutuo soccorso nella cooperativa online; il sistema è molto semplice ed è reso disponibile quasi subito, basterà selezionare il menù della gestione delle risorse e puntare l’icona con due silhouette vicine, dopodiché potremo scegliere tra la lista amici o la selezione casuale. Il gioco prende  una piega decisamente positiva e mostra il suo vero potenziale in questa modalità, dove collaborando ci si facilita – per quanto possibile – il lavoro a vicenda. Proprio la difficoltà è un’altro punto di attenzione del titolo; se inizialmente questa come d’abitudine del genere sembra quasi insormontabile e decisamente punitiva, qui sfrutta degli accorgimenti per non portare il giocatore ad abbandonare il gioco. Una volta terminate le fiamme vitali, che riportano in vita il giocatore dopo la morte, il gioco ripartirà da capo, costringendoci a ricostruire e ripercorrere gli eventi come se avessimo appena iniziato il gioco. La furbizia degli sviluppatori sta in una sorta di albero delle abilità che è possibile accrescere solo ed unicamente dopo una morte definitiva, ed in base alle scelte crea diversi miglioramenti per iniziare con scorte maggiori, qualche costruzione indistruttibile o abilità per velocizzare caccia e ricerca (ma spero per voi che non dobbiate usarlo più di un paio di volte). E’ inoltre possibile recuperare qualche fiamma dopo aver conquistato e purificato le basi sparse per la mappa. Insomma, di carne al fuoco il titolo ne mette davvero tanta ma non tutto scorre in maniera perfetta e soprattutto Fade To Silence potrebbe essere indicato solo ai veri amanti del genere in questione, un’avventura non adatta a tutti.

Fade to Silence

Molti utenti potrebbero essere scoraggiati da un livello tecnico ancora lontano dall’eccellenza, nonostante gli aggiornamenti stiano migliorando la situazione. I titoli survival con mondi aperti o comunque sandbox richiedono un budget ed uno sforzo non indifferente, e per quanto non manchino appunto i difetti come texture caricate in ritardo, un continuo effetto pop up ed una mole poligonale sotto gli standard odierni senza contare numerosi bug – come l’improvvisa materializzazione di alcuni NPC che dalle vostre spalle si ritroveranno magicamente e senza alcuna animazione davanti ai voi – è comunque da ammirare il coraggio del team ed il supporto di THQ Nordic che riescono a portare sul mercato un titolo valido e decisamente più accessibile per il genere a cui appartiene, riuscendo spesso a sfruttare la mancanza di risorse a proprio vantaggio. Fate comunque attenzione alle mie parole, perché per quanto il gioco risulti più accessibile grazie ad una mappatura dei tasti semplice da ricordare ed una lettura chiara delle necessità per la sopravvivenza questo non lo rende più facile, ed ogni piccolo errore può portarvi velocemente al game over.

Fade to Silence prova ad ampliare il bacino dell’utenza survival, ed in parte ci riesce, ma soffre di alcune mancanze tecniche ed una trama eccessivamente sfuggente che non permettono ad una grossa fetta di giocatori di godere appieno delle grosse potenzialità, a momenti inespresse, di un titolo che forse avrebbe richiesto solo qualche periodo di gestazione in più.

Fade to Silence
Fade to Silence – Recensione
PRO
Un survival accessibile e godibile
I limiti tecnici sono ben mascherati...
Punitivo ma non frustrante
CONTRO
Trama sfuggevole e frammentata
... ma rimangono comunque numerosi
Alcuni nemici appaiono decontestualizzati
7
Corruzione da purificare