Homo Machina

Homo Machina – Recensione

Immaginate il corpo umano rappresentato come una gigantesca fabbrica degli anni ’20, controllata da minuscoli umanoidi che si prodigano per assicurare il corretto funzionamento dei suoi ingranaggi vitali. Se ci riuscite senza alcuna fatica le motivazioni sono molteplici; o anche voi siete dotati di una immaginazione senza paragoni oppure conoscete la più grande opera di Fritz Kahn, medico tedesco appassionato di anatomia e pioniere dell’infografica che nello scorso secolo riuscì a descrivere i complessi meccanismi del nostro organismo attraverso le sue visioni ed il suo enorme talento nella divulgazione scientifica.

Sviluppato da Darjeeling Production e pubblicato su Nintendo Switch da ARTE, un’emittente televisiva francese che si occupa principalmente di cultura, Homo Machina si ispira proprio all’opera avanguardista di Kahn e ci accompagnerà attraverso un (breve) viaggio che tocca le tappe salienti della giornata di un individuo, dal risveglio fino ad una serata galante con una dolce fanciulla. Tutto comincia dal nostro cervello, dove un non troppo in forma Direttore inizia ad impartire ordini ai diversi dipartimenti che costituiscono “la macchina perfetta” al fine di coordinare la messa in moto dell’organismo. Aiutato dalla sua fedele segretaria Josiane, e da una fitta rete di comunicazione che collega il cervello ad ogni altra parte del corpo, il Direttore prende presto contatto con il centro visivo ordinando agli operai presenti in loco di mettere in funzione la vista del soggetto, che ne frattempo si sta svegliando grazie ai profumi della colazione che tentano di penetrare attraverso il suo naso apparentemente intasato. E’ dunque doverosa una fulminea telefonata al reparto odori per assicurarsi che tutto venga risolto il prima possibile, poiché i ricettori olfattivi sono in attesa di analizzare la natura di tali fragranze al fine di individuare il menù del giorno e comunicare i risultati al centro che regola l’appetito.

Homo Machina
Se avete qualcosa da dire fatelo ora o tacete per sempre!

Una serie di azioni che spesso diamo per scontate, vengono dunque studiate una ad una da questa simpatica produzione, che riesce sempre a cogliere gli spunti tratti dal grosso tomo frutto degli studi di Fritz Kahn. In Homo Machina viene introdotta anche una simpatica componente narrativa, che ci farà assistere a dialoghi comici tra il Direttore e gli altri componenti della fabbrica; l’appuntamento galante dell’umano è in particolare centro di ogni discussione, dopotutto lo sappiamo bene che certi avvenimenti importanti riescono a monopolizzare i nostri pensieri, cosa che in questo gioco non fa affatto eccezione.

Homo Machina
Scusate ragazzi, io ci ho provato!

Le meccaniche di gioco sono semplici ed immediate. Aiutati dal touch screen della console, da tenere in verticale se usata in modalità portatile, o dal preciso sistema di puntamento offerto da uno dei JoyCon se decideremo di affrontare l’avventura attraverso il televisore, saremo richiamati a risolvere semplicissimi puzzle atti a mettere in funzione di volta in volta ciascun dipartimento della fabbrica. Generalmente ogni nostra azione dovrà essere rapida e precisa, poiché i riflessi e la prontezza d’azione saranno le due caratteristiche fondamentali per evitare che gli operai cadano sotto il severo giudizio del Direttore. C’è da dire che comunque non esiste un vero game over, e quindi non metteremo mai a rischio la vita dell’intero organismo; non riuscire a stare dentro i tempi ristretti concessi a ciascuna richiesta, o più semplicemente non comprendere istantaneamente il puzzle di turno, farà solo sì che i laboriosi omini al lavoro entrino in confusione, obbligandoci a ristabilire l’ordine generale prima di proseguire. Non essendoci un vero e proprio tutorial, al giocatore spetta il compito anche di comprendere come le varie sezioni di gioco vadano gestite, poiché non sempre è chiaro fin da subito come procedere. Nel complesso comunque non esistono parti veramente complesse o in grado di offrire una vera sfida, ma probabilmente non era nemmeno l’intenzione degli autori, che invece hanno ben pensato di creare un pacchetto che fosse più educativo che un vero e proprio videogioco.

Durante questo breve viaggio la nostra vista sarà stimolata da piacevolissime animazioni cartoonesche, grazie alle quali i minuscoli operai al lavoro vengono rappresentati in un mondo bidimensionale che strizza continuamente l’occhio al lavoro di Kahn. A volte è davvero sorprendete osservare come il risultato finale sia estremamente fedele al tomo originale, che in questo porting curato da Seaven Studio sembra quasi prendere vita dentro la nostra console. Il lavoro grafico è dunque notevole, così come l’attenzione e la cura che è stata riposta nel comparto sonoro. Così come suggerito dal gioco stesso, infatti, il modo migliore per giocare ad Homo Machina è dotandosi di un paio di cuffie.

Homo Machina
Basta signor Direttore, lei non pensa davvero ad altro oggi!

C’è veramente poco da criticare a Homo Machina, in quanto nel complesso il tutto viene gestito in maniera intelligente e soprattutto interessante. Forse avremmo voluto che le idee messe in campo fossero state sviluppate più a fondo. Alcune sezioni di gioco, infatti, appaiono meno ispirate di altre, semplicemente per il fatto che non entrano nel dettaglio dei vari meccanismi chiamati in causa durante la giornata. Un livello nel quale dovremo comandare il sistema nervoso con l’intenzione di dare i giusti impulsi ai vari organi vitali, per esempio, ci farà semplicemente partecipare ad un lungo minigioco nel quale dovremo azionare di volta in volta il tasto corrispondente alla parte del corpo sollecitata, con un severo timer a scandire il tutto. Entrare nel merito di questi meccanismi avrebbe sicuramente aiutato a rendere il tutto più interessante e, senza alcun dubbio, mai monotono.

Homo Machina
Semplici azioni come quella di osservare il mondo sono in realtà gestite da meccanismi molto complessi.

Il vero dispiacere, a dirla tutta, l’ho avuto arrivando ai titoli di coda. Questi giungono quasi inaspettati dopo appena un’ora di gioco, lasciando il giocatore abbastanza sorpreso. Personalmente non mi viene da criticare troppo la longevità come tale, visto anche un prezzo del tutto onesto di soli €3,45 al quale il gioco viene venduto (lo stesso costo che questo ha sugli store iOS e Android), ma il fatto che per quel poco che si è visto di idee messe in campo ancora da sviluppare ce ne sarebbero ancora a volontà. La grossa rete di collegamento mostrata continuamente durante i piacevoli intermezzi animati, infatti, palesa l’enorme complessità del corpo umano e non lascia spazio a dubbi sul fatto che di dipartimenti ai quali dedicare qualche simpatico minigioco extra ce ne sarebbero stati a bizzeffe.

Al netto delle ultime osservazioni, comunque, Homo Machina rimane un esperimento interessante ed un ottimo titolo con il quale passare qualche momento di spensieratezza durante il quale prendere consapevolezza di quanto sia complesso il nostro organismo. Personalmente ho apprezzato lo sforzo di Darjeeling nell’interpretare in chiave moderna il lavoro di Kahn e ritengo Nintendo Switch l’ambiente ideale per apprezzalo al meglio. Se volete farvi uno o due viaggi all’interno del corpo umano vi consiglio di sintonizzarvi sull’eShop a partire dal prossimo 25 aprile, giorno in cui Homo Machina sarà finalmente disponibile.

Homo Machina
Homo Machina – Recensione
Homo Machina più che un videogioco è un omaggio ad uno degli scienziati più visionari dello scorso secolo. Richiamando in maniera piuttosto fedele i suoi bozzetti originali, il titolo di Darjeeling riesce ad intrattenere il giocatore in un viaggio all'interno del corpo umano, qui rappresentato come fosse una fabbrica degli anni '20. Divertente e spensierato, l'unico suo limite è la longevità davvero ridotta, che sarebbe potuta sicuramente migliorare esplorando più a fondo l'immenso universo che è il nostro organismo.
PRO
CONTRO
7.7
ESPLORANDO IL CORPO UMANO