Silence

Silence – Recensione

Accostare il nome di Daedalic al genere delle avventure grafiche punta e clicca è un pò come fare altrettanto con Nintendo nei confronti dei platform. La software house ha, infatti, nel proprio curriculum una notevole quantità di progetti che ricadono in questa categoria, particolarmente apprezzata dal sottoscritto e da tutti coloro che amano immergersi all’interno di storie ricche di puzzle ed arricchite da una trama mai banale e spesso capace di emozionare il giocatore. Tra questi spicca senza ombra di dubbio la serie Deponia, che fino ad oggi è riuscita a narrare le peripezie di Rufus nell’arco di ben quattro capitoli principali, presto in arrivo anche su Nintendo Switch. Nel repertorio dell’azienda tedesca rientra anche un titolo che forse in pochi (me compreso) avranno avuto il piacere di giocare, e che risale agli albori della loro carriera; mi riferisco a The Whispered World, altra avventura grafica del lontano 2009 e disponibile solo su PC nella quale una giovane Deadalic seppe far parlare di sé dopo aver trattato con estrema delicatezza (ed un pizzico di ironia) un tema delicato quale quello del coma, situazione fisica che pone l’essere umano in bilico tra la vita e la morte.

Silence
Momenti di puro pericolo in quel di Silence!

Silence, il gioco del quale vi parlerò oggi nella sua versione Switch, vuole essere il sequel diretto di quel The Whispered World che ci aveva salutato con un finale strappalacrime che con un colpo di scena rivelò ai giocatori che tutto ciò che avevano vissuto all’interno del mondo di gioco altro non era se non la proiezione mentale di un ragazzino in coma, finalmente svegliatosi tra le braccia amorevoli del padre. Siamo ora lontani da quegli avvenimenti ma interpreteremo nuovamente i panni di Noah, quel bimbo ormai diventato un adolescente con l’importante compito di prendersi cura della sorellina Renie, in un contesto serio come quello della guerra. Durante un raid aereo avvenuto in un luogo non meglio precisato, avvolto da una candida nevicata, i due fratelli si rifugiano in un bunker abbandonato e decidono di intrattenersi a vicenda riportando alla mente del giocatore la storia di Sadwick, l’alterego di Noah che -sotto forma di clown- fu il protagonista di The Whispered World. Con questo semplice espediente gli sviluppatori sono riusciti, anche se non fino in fondo, a creare un simpatico pretesto con il quale riepilogare gli elementi salienti del primo episodio, che verranno spesso richiamati da questo Silence.

Quello che a conti fatti rappresenta anche il breve tutorial con il quale ci vengono illustrate le semplici meccaniche di gameplay, delle quali vi parlerò a breve, viene presto interrotto da un violentissimo bombardamento al seguito del quale ci ritroveremo catapultati all’interno di Silence, il mondo onirico del quale vi ho precedentemente parlato. Questo può significare una sola cosa, qualcosa di brutto è successo ai due fratelli e sarà nostro compito indagare cercando di strappare il loro destino dal mirino del tristo mietitore. Il mondo di Silence non è poi così diverso da quello reale; anche qui sembra impazzare una strana guerra, che ha creato una fazione di rivoltosi contro la “falsa regina” ed i Cercatori, i suoi terribili servitori. Non vi voglio raccontare altro poiché l’aspetto narrativo di Silence è una delle sue caratteristiche portanti, però ritengo doveroso avvisarvi che questo si pone sulle fondamenta di ciò che venne mostrato nel capitolo precedente.

Silence
Alcuni personaggi che incontreremo sono davvero simpatici!

Come vi ho anticipato, nell’analizzare Silence ho deciso volutamente di non recuperare prima The Whispered World, con l’intenzione di tastare con mano quanto questa mancanza potesse influenzare la mia esperienza di gioco – dopotutto l’inesistenza di una versione per il mondo console credo abbia tagliato fuori da questa possibilità una grande fetta di pubblico, che si ritroverà molto probabilmente con le mie stesse basi di partenza. Dopo aver assistito per ben due volte ai titoli di coda a causa dell’esistenza di finali multipli, la cui scelta va presa successivamente all’ultimo salvataggio automatico, posso affermare che Silence è un’esperienza perfettamente godibile come “standalone” ma che in moltissime occasioni riesce ad arrivare meglio al cuore di coloro che hanno già accompagnato Sadwick all’interno della sua personale avventura 2D. La mancanza del primo episodio, infatti, crea dei momenti in cui è difficile cogliere alcune citazioni che vengono invece date per scontate; fortunatamente durante alcuni dialoghi è possibile compiere delle scelte, alcune delle quali aiutano il giocatore che può chiedere ai diversi personaggi chiamati in causa di essere più espliciti in merito a quello che questo potrebbe non sapere (o semplicemente ricordare). Quello che invece mi sento di criticare nei confronti della narrazione, è che questa si basa fin troppo sui concetti già esplorati all’interno di The Whispered World, perdendo lievemente il fascino di un racconto che vive a metà tra il puro intrattenimento e la voglia di lasciare un messaggio forte al giocatore. Anche i rapporti tra i diversi personaggi, giocabili o meno, hanno l’aria di essersi già stati rafforzati in precedenza, consegnandoci a conti fatti una trama il cui plot principale non sembra affatto intenzionato a donarci interessanti ramificazioni attraverso le quali poterci affezionare all’uno o all’altro protagonista – limitando così in parte anche la longevità complessiva, che si assesta attorno alle cinque ore complessive.

Silence
Una delle prime sezioni di gioco, nella quale si può già apprezzare la collaborazione tra Noah ed il tenero Spot.

Come ogni avventura grafica che si rispetti il fulcro dell’avanzamento sono gli enigmi, i quali possono essere risolti o mediante azioni specifiche o trovando prima l’oggetto fondamentale per sbloccare la situazione. La prima cosa che noterete è la completa mancanza di un sistema di inventario. I puzzle infatti sono generalmente molto semplici (anche se la loro soluzione non è sempre scontata) e non si basano su una serie consistente di oggetti da raccogliere ed utilizzare altrove. Anche perché ogni sezione di gioco si svolge attraverso poche schermate, rendendo l’esplorazione tutt’altro che dispersiva. Questo è sicuramente un bene, ma coloro che cercano un livello di sfida sopra la media (per esempio come avviene nel bellissimo The Wardrobe o in Thimbleweed Park) sappiano che qui il gameplay è ridotto all’osso e che saranno pochissime le situazioni in cui potrebbero veramente trovarsi bloccati.

In Silence avremo a che fare con tre personaggi giocabili, che dovranno collaborare tra loro al fine di procedere verso uno dei due finali. Assieme a Noah e Renie, infatti, si affiancherà nuovamente il bruco mutaforma Spot, il quale sarà in grado di modificare il proprio corpo appiattendosi o gonfiandosi a seconda delle situazioni. Una trovata che funziona e che aggiunge situazioni sicuramente insolite nelle quali sarà fondamentale ragionare un po’ fuori dagli schemi. Oltre a questo la sua presenza aggiunge un pizzico di tenerezza al tutto, aspetto che in questo tipo di avventure non guasta mai.

Silence
Non sono tenerissimi insieme? *_*

Per quanto riguarda il comparto artistico non c’è veramente nulla da criticare al lavoro di Daedalic. I fondali, ancora una volta disegnati a mano, vibrano di colori e riescono ad apparire sempre piacevoli e ricchi di dettagli al punto giusto. Questi sono prerenderizzati e disposti su diversi livelli di profondità, restituendo un feedback “premium” al giocatore che si ritroverà inevitabilmente nel perdersi nella loro bellezza. Il design tridimensionale dei personaggi e degli oggetti con i quali è possibile interagire appare anch’esso ben caratterizzato, riuscendo a fondere gli elementi in un tutt’uno che funziona e, soprattutto, convince. Anche le animazioni dimostrano l’estrema cura che è stata riposta nella componente estetica di Silence; ogni movimento dei personaggi viene infatti gestito in tutta calma, non sacrificando nemmeno mezzo frame in favore della loro rapidità d’azione. In un’avventura grafica questo non compromette affatto la giocabilità, ma anzi esalta l’ambientazione ed il coinvolgimento del giocatore. Questo viene trascinato nella scena anche grazie all’ottimo accompagnamento sonoro, che risulta efficace e soprattutto mai soporifero (cosa non scontata quando si parla di punta e clicca narrativi).

Silence
Alcune stanze sono veramente splendide da osservare!

Una menzione va fatta anche sul prezzo al quale Silence viene “offerto” su Nintendo Switch. Stiamo parlando di un biglietto di accesso ad un’esperienza, ribadisco comunque molto piacevole, che costa la bellezza di €39,99. A a fronte della mancanza di feature esclusive, quali per esempio lo sfruttamento del touch screen, l’unica vera motivazione che potrebbe spingere il giocatore ad acquistare il gioco sull’ibrida Nintendo -oltre a quella ovvia di possedere solamente quest’ultima- è legata alla volontà di giocare al titolo di Deaedalic in mobilità. Rimane comunque un prezzo “furbetto” in quanto al lancio su PS4 costava €29,99 (la scusa della cartuccia qui non sussiste visto che Silence è distribuito solo tramite eShop) ed ora con circa 15 euro è possibile portarsi a casa il gioco in formato fisico.

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Concludendo, Silence rappresenta un ottimo esponente delle avventure grafiche, e lo fa principalmente grazie al potere comunicativo di una trama mai banale ma forse troppo ancorata a quella del capitolo precedente. Nonostante di fatto sia possibile giocare solo a Silence, per apprezzarlo ritengo utile recuperare -possibilmente prima- anche The Whispered World. In questo modo riuscirete non solo a cogliere meglio ogni singolo riferimento alle avventure di Sadwick ma anche a digerire meglio un prezzo che vale essere speso solamente da coloro che ritengono irrinunciabile il concetto di portabilità, poiché altrove l’esperienza rimane identicamente valida e decisamente più economica. Questo comunque rimane un mio semplice consiglio; Silence è un’avventura che nonostante la sua scarsa longevità è in grado di rimanere nel cuore del giocatore grazie a diversi momenti emozionanti della sua trama e l’assoluta simpatia dei suoi protagonisti, in particolare Renie ed il piccolo Spot!

Silence
Silence – Recensione
PRO
Trama interessante...
I personaggi giocabili sono ben caratterizzati...
Enigmi semplici ma efficaci
Comparto artistico curato in ogni aspetto
CONTRO
... che potrebbe perdere profondità per coloro che non hanno giocato a The Whispered World
... un pò meno quelli secondari
Gameplay ridotto all'osso
Prezzo di lancio furbetto
7.8
non sempre serve ridere per divertirsi