Windscape

Windscape – Recensione

Windscape è un’esperienza, prima di ogni altra cosa. Subito dopo, diviene un gioco dalle circostanze – e aspettative – altresì piacevoli, ambiziose. Trova collocazione e un contesto alquanto definito, nonostante possa soffrire di “morbidezze” che avrete il piacere, e spero anche l’occasione, di leggere successivamente in questa recensione. L’incidere del vento – come è possibile distinguere dalla connotazione del nome – è un protrarsi dell’intercapedine e della volontà esplicita e semantica dello sviluppatore Dennis Witte, che assieme al team Magic Sandbox, ha voluto confezionare l’ambito desiderio di un prodotto “a basso budget” e risicato nelle tempistiche di lavorazione. Il mondo vasto e interconnesso di gioco è sì frutto di un ragionamento a monte: creare un open-world in prima persona che possa convincere, ritemprare delle dinamiche già viste in precedenti titoli noti. Possiamo annoverare in questo processo di raggruppamento, il fantastico titolo di Nintendo uscito proprio sulla console ibrida Switch, ovvero The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

Avventura in prima persona, combattimenti, crafting essenziale, gestione delle proprie risorse, side quest interessanti, colori sgargianti e musica sopraffina. Ma è veramente tutto qui? Possibile racchiudere un intero gioco – dalle pretese evidenti, sì non pressanti – in poche parole? Cerchiamo quindi di analizzare ogni sfaccettatura.

Windscape Nintendo Switch
Ida, la protagonista del gioco – sarà il vostro personaggio d’avventura sin dai primi attimi del titolo, quando inizierete all’interno della casa insieme ai genitori desiderosi di una nuova esperienza. Da qui, è possibile vedere le sue texture e la grafica in stile poligonale.

Le rovine di un Open World ambizioso e – alle volte – pretenzioso (seppur in buona fede)

Voler scalare le classifiche, entrare in una vetta che è capitanata da prodotti – allorché possiamo intenderle come vere e proprie esperienze formative –  di un certo calibro, non è sicuramente facile. Allora, dunque, come è possibile collocare Windscape, con delle pretese convinte e un’ambizione quasi folgorante? La retorica non è semplice, nemmeno in casi quando l’atto dovuto del gioco è quello di voler raccontare qualcosa, partendo dalle fondamenta di un gioco di ruolo semplice. Il poligono, da come è costruito graficamente, è sostenuto da un inizio abbastanza lineare, dove ogni vicenda narrata da bardi durante il placido inverno nelle taverne è similare; il contesto, trasmutato in ambiente, è un’ingrediente fondamentale del percorso che andrete a svolgere. Ida, la protagonista del gioco, risiede in campagna, assieme alla sua allegra famiglia composta da madre e padre. Quest’ultimo, infatti, ci invita ad esporre le nostre perplessità ad una vita così “banale”, avviandoci a qualcosa di nuovo e che consiste nel consegnare e far recapitare un pacco ad una città limitrofe. Oggetto che risulterà essere il nostro punto d’inizio, una partenza del percorso che – timidamente – si introduce nelle prime fasi di gioco, dando l’innesco necessario per far sì che il mondo venga conosciuto nella sua forma più estremizzata.
A parte alcune scene d’intermezzo, la nostra eroina difficilmente si farà vedere in pieno viso, o almeno nel suo splendore poligonale. Non sarà dunque possibile cambiare vestiario o armature, bensì adattarsi alle consuetudini e a ciò che verrà successivamente. Imbracceremo un randello come arma, e andremo all’avventura: le prime fasi sono essenziali, perché lo sviluppatore pone come obbiettivo la semplicità, ed è l’essenziale per poter comprendere a pieno il gameplay. Quest’ultimo è fondamentale per lo svolgimento delle ore che seguiranno, dopotutto è qui che il velo inconfutabile degli open-world vuole manifestarsi finalmente. Gli attacchi iniziali con l’arma citata poc’anzi sono molto basilari, poiché non evidenziano le meccaniche vere e proprie, disorientando quasi e facendoci immergere in un action rpg. Ma è solo un’illusione. Basterà poco per farci cambiare prospettiva, e nulla di così sconvolgente – era qualcosa di premeditato, in fondo -.

Dopo il susseguirsi di alcuni eventi nel gioco, sarete in grado di poter muovere un dirigibile tra le varie isole sospese nel cielo e ampliare e visitare una mappa che si prospetta essere davvero grande. Quattro isole in tutto saranno esplorabile, chi di più e chi di meno. Non aspettatevi, ovviamente, un interesse sempre costante. Anzi, il gioco lungi dal voler, invece, tediare il videogiocatore, premiando in quelle fasi di esplorazione che vanno a rendere alcune dinamiche forse ridondanti bensì adatte al contesto. Non è un simulatore di passeggiate, e offre qualche spunto notevole in certi scontri contro boss inarrivabili e temibili; la continuità si avrà nei puzzle, non troppo difficili e di facile comprensione: il giusto level design poligonale.

Windscape Nintendo Switch
Il dirigibile – una mansione particolare: grazie ad esso, riuscirete a viaggiare lungo la mappa di gioco, orientando infatti il dirigibile in stile vecchi titoli come final fantasy in un luogo ampio.

 Gli oggetti svolgono un’attrattiva interessante nel contesto, anche se soffrono di interdizione nell’interfaccia grafica e di gioco. Spiegandoci meglio, le collisioni – denominate e tracciate da un hitbox – sono restie a creare dei movimenti che valorizzino l’aspetto prettamente ludico del gioco. Attaccare i nemici, affrontarli a viso aperto può costare di molti sacrifici, e del resto all’interno di un mondo virtuale di gioco è sì facile immergersi in queste contese, senza ritenersi spaesati o, per lo più, intimoriti. I momenti di “vuoto e calma” sono presenti, e non disturbano eccessivamente; anzi, le occasioni per camminare e scrutare il paesaggio adiacente sono molte. Eppure è quando si combatte che l’avvicendarsi di certe meccaniche si propone a testa alta, e ne parleremo fra pochissimo.
Sottolineando quanto il combattimento sia essenziale, vorrei porre le dovute attenzioni a come poter interrompere il gioco e proseguire in un altro momento, cioè con i punti di salvataggio. Per usare un nesso logico e divertente, Witte si lascia accarezzare da una struttura chiamata “Totem” che sarà in grado, allorché avvicinati, di porre il tanto ambito salvataggio e ripristinare ogni valore scalato dopo una lotta contro un topo bardato.

Windscape Nintendo Switch
Totem – luogo di salvataggio e ripristino dei parametri vita e stamina, che si attiva nel raggio d’azione del personaggio limitrofe.

Qualche parola in più per i punti di registrazione come i citati poc’anzi Totem: sono sì ben distribuiti nell’ambiente, eppure ogni volta che vi avvicinerete scatterà automaticamente il salvataggio, resettando i parametri al massimo delle statistiche e riportando inoltre – cosa forse più impellente da sapere – i nemici, se all’interno di un dungeon. Stona quasi quanto le mosse che, se innescate male per uno sbaglio, vanno comunque a centrare il bersaglio: ma nel contesto, succede poche volte.

L’aspetto più importante: il Gameplay. Rilassante o ridondante?

Le premesse son modeste, sebbene siano da imputare alcune “criticità” proprio sullo stile che il titolo, per diverse circostanze, vuole ricercare. Ad esempio, non esistono danni da caduta. Se provate a gettarvi da una grande rupe o direttamente dall’altura di una montagna, potrete stare sicuri: non morirete, né perderete vita. Ciò, per quanto paradossale, è forse gratificante ma in parte. Velocizza le scalate e non incide ulteriormente, anche se potrebbe stonare nel contesto; dove v’è una fisica degli oggetti, dardi magici che seguono – superficialmente – una traiettoria parabolica.

Windscape Nintendo Switch
Grafica – luogo iniziale, con appena il primo “totem” di salvataggio e l’erba che viene smossa dal fluente vento. Il cielo, come è possibile vedere da qui, risulta essere più saturato, o per meglio dire con una patina lucida e luminosa.

Le armi, una volta create, possiedono una barra di potenza in basso al centro, e per poter sfoderare un fendente bisogna prima tenere premuto il tasto d’attacco e rilasciarlo nell’attimo corretto; così, con questa dinamica, rispetto ai nemici, si avvicenda una sorta di incontro a turni, non premeditato all’inizio, in quanto possedendo il randello sarà possibile effettuare attacchi a ripetizione tenendo il tasto ZR premuto. Essendo un RPG dalle pretese open world la dinamica della barra di potenza ci può anche stare, però sarebbe stato più opportuno estenderlo ad ogni arma che potrete imbracciare.
Alcune sequenze di platforming sono piacevoli, come ad esempio in una zona – dopo qualche ora di gioco – chiamata Graveyard, alla ricerca della cripta, dove dovrete avvicendarvi con l’uso costante della magia per contrastare spettri e forme oscure, sopra delle piattaforme che scompariranno se immerse nel buio, poiché un fuoco fatuo passerà attraverso la location e voi sarete costretti a seguirlo velocemente, saltando e combattendo senza mai smettere. Dinamica che rende il combattimento più avvincente, anche se a tratti – dipende se siete avvezzi allo action RPG – frustante. Nulla, comunque, di impossibile: ci vuole un’accortezza in più per affrontare queste vicende allorché simpatiche.

Una menzione particolare bisogna farla al gameplay: il gioco, per quanto è stato originariamente strutturato, è diviso in due macro parti. La prima, fino al primo reale verso Boss del dungeon iniziale, è molto semplice e lineare. La seconda parte, purtroppo, forse perché aggiunta in seguito – dopo aver affrontato un breve viaggio con il dirigibile o aircraft – è leggermente divagante; ci sono alcuni errori, non troppo fastidiosi, che non sono altro che bug non risolti. Ma, per stare tranquilli, la nostra prova è stata effettuata sulla prima versione 1.0. La mappa deserto non è tanto vasta in larghezza: si estende solo su alcuni sotto-dungeon figurali. Solo la piramide è una ottima sfida, nonostante si possa rincorrere a quei famosi bug che non consentono di vivere l’esperienza con serenità. Ad esempio, giunti dinanzi ad un bivio in un grande atrio con quattro porte sbarrate (non specifico ulteriormente, per lasciare che siate voi a provarlo eventualmente con l’ipotetico acquisto), in una di esse c’è una trappola che può essere disinnescata. Fatto? Sì, eppure ricaricando il gioco, gli spuntoni sono ancora presenti ed il personaggio non ha modo di uscire da quel punto. Siamo allorché costretti o a sperare che il bug possa venir risolto in tempo breve dal sistema, oppure iniziare la partita da capo. Ciò non vuole assolutamente inficiare sul titolo complessivamente, non snatura nessuna meccanica né “distrugge” un possibile apprezzamento. Solo una considerazione, di un bug che – probabilmente – è elitario, un caso isolato. Fortunatamente.

Lo stile narrativo è semplice: parli con un Npc, ti racconta cosa è successo e da lì intraprendi un viaggio per risolvere la sua quest. Ho notato, con dispiacere, che gli eventi secondari sono sparuti, minori a quello che nello svolgersi della vostra partita potreste vivere tranquillamente. Ed invece, ben poco. Ma non fatevi ingannare dalle mie parole, non è qualcosa di negativo, ci spinge a fare una riflessione sulla longevità del gioco. Non lo è molto, la durata complessiva si attesta – a seconda di come vi muoverete e con che velocità – ad una decina di ore scarse.

Windscape Nintendo Switch
Interfaccia di combattimento – Ida sarà in “prima persona”, ciò vuol dire che vi muoverete e attaccherete in questo modo, impugnando le armi e osservando solo una porzione ristretta dell’ambiente.

Confronto grafico, fisica del gioco e interfaccia stilistica

L’interfaccia grafica è semplice, pulita ed efficace, ma molto minimale; non aspettatevi, dunque, qualcosa che rasenti uno stile vicino ad un cel shading costruito nel migliore dei modi. In effetti, la presenza di ombre e strutture che orbitano alla luce non sono presenti, lasciano il posto alla configurazione basata – per esigenze di tempo, probabilmente – su poligoni decisamente vistosi e dichiarati fatti a mano. Alcune alterazioni grafiche evidenti – e a tratti fastidiose – è il continuo pop-up dell’ambiente circostante: piante, alberi, oggetti, appariranno ad una certa distanza, non appena la telecamera di gioco entrerà nel loro raggio di collisione. Dunque, vi è una profondità di campo altresì “minimale“, perlopiù abbozzata e che non rende efficace alcune visioni d’insieme del panorama, che invece – sottolineo – merita veramente. Intorno al vostro personaggio, non appena entrerete nelle prime fasi di gioco in azione, vi renderete conto che uno strano alone circonda l’ambiente, come se per rimediare ad una mancanza grafica della console, abbiano aggiunto opportunamente un filtro per illuminare maggiormente le zone dove sarà possibile osservare il cielo e/o le nuvole adiacenti.
Windscape possiede una fisica degli oggetti presenti nel gioco anch’essa abbozzata, perché il paragone che può giungere immediatamente è nei confronti di Skyrim, poiché ci sono diverse somiglianze; un oggetto come la sedia, ad esempio, se accostato al vostro corpo, inizierà quasi subito a spostarsi. Una collisione forse troppo vorace e che consta di una dinamica non del tutto “reale”, facendo cozzare inevitabilmente l’oggetto in questione con altri presenti nella location, dando vita a – seppur sporadiche – compenetrazioni simpatiche. Non sono comunque da imputare al titolo, né sembrano inficiare all’esperienza complessiva.

Ponderate bene se costruire diverse linee di gioco: seguire la trama linearmente e senza evadere, forse potrebbe risultare magari stancante per un titolo open-world ma passabile. Non snatura il complesso, anche se incide sull’esplorazione dei luoghi. Ed è qui che vorrei soffermarmi, perché potersi avventurare nelle quattro aree del titolo è fondamentale, sì conseguenziale a ciò che l’autore vuole infatti proporre. Se avete già giocato ed affrontato qualcosa di simile – come Breath of the Wild -, sicuramente vi dirà poco in quanto meccaniche di gameplay, eppure l’estetica generale ci assomiglia, seppur velatamente, ci tengo a sottolineare.

Windscape Nintendo Switch
Grafica e stile poligonale – Il confronto è diretto con altri titoli, eppure nelle zone più buie come le rovine o i cunicoli delle miniere il gioco tende a risaltare e abbellire il suo stile grafico poligonale. Davvero essenziale e bello da guardare!

Conclusioni & Note finali – Cosa ne penso, vale veramente?

Gli strumenti analizzati, sono dirette conseguenze della prova effettuata del gioco, che favorisce una panoramica abbastanza ampia – e anche esaustiva per il gameplay – su ciò che ha realmente da offrire. Dal carattere personale ma, purtroppo, non del tutto originale. Non sono limitazioni da amputare alla creatività dello sviluppatore, che invece ha saputo amalgamare – in senso relativamente buono – dinamiche di giochi open-world famosi, senza rischiare assolutamente di rimanere scottato in una eventuale competizione. Non meriterebbe, se parallelamente parlassimo di un confronto, il podio; eppure, ciò è sicuramente dovuto dall’essere un’esperienza indie, creata da un team sparuto. Non è qualcosa di negativo. Anzi, tutt’altro, perché nei videogiochi non conta solo il comparto grafico o l’alta risoluzione, bensì anche il messaggio, quello che potrebbe donare durante il suo percorso. Ecco, qui Windscape vuole collocarsi: tra le complessità di aziende altisonanti con budget sicuramente non infinitesimali, l’avventura semplice e colorata di Ida ci regala un respiro fresco, pieno di vita e che ci estranea dal resto del mondo.
Non lasciatevi quindi ingannare dal primo impatto, non falsate la vostra esperienza con la visione solo del trailer. Lasciatevi immergere nei meandri di terre lontane, affronta entità malevoli usando abilità magiche acquisite, utilizza le tue abilità nel crafting per dar vita a pozioni curative o in grado di aumentare le statistiche: molto altro vi aspetta ancora, dopotutto. Il mio consiglio è di non avere pregiudizi e magari giocarlo durante sessioni leggere, alternate da una colonna sonora apprezzabile e che rilassa tantissimo. Le potenzialità aggiunte a quelle di Nintendo Switch, innescano meccanismi simpatici e creativi.

Windscape
Windscape – Recensione

I floreali paesaggi, le stagioni cangianti, la lenta e indissolubile litania del vento e della pioggia, rendono Widscape un magico mondo in chiave open-world completamente da esplorare. Vive di una stretta simbiosi con la natura, con un level design dignitoso e una grafica poligonale non stucchevole - non sempre però, dipende dai dungeon affrontati -. La conversione e, successivamente, l'adattamento del titolo da PC a Nintendo Switch è palpabile: la compatibilità con la texture ad alta definizione (sebbene sia troppo opacizzato e luminoso il contorno del mondo), la portabilità innegabile della console ibrida (che sia in versione undocked o in Tv, il frame rate è stabile quasi sempre) donano a questa avventura un'esperienza colma e piena di vicende. Tuttavia, le perplessità sono varie, e non poche. Innegabile, comunque, l'impegno che il creatore e il Team di sviluppo hanno voluto intingere nel gioco, dandogli una personalità tutta propria, ma che manca di originalità in alcune parti del gioco. Ad esempio, quella intermedia e l'ultima. In conclusione, il merito del voto è anche reduce di un voler osare tanto, avvicinandosi a colossi come The Legend of Zelda o perfino Skyrim, altresì senza arrivarci nella sua totalità, ma rievocando sicuramente un profumo che i veri videogiocatori Nintendo riescono a percepire.

PRO
CONTRO
7.7
Immersivo
Redattore