The Caligula Effect: Overdose

The Caligula Effect: Overdose – Recensione

Faccio una piccola premessa per dire che io adoro i JRPG. Le saghe classiche le ho provate tutte – non ogni capitolo, ovviamente – Final Fantasy, Dragon Quest, Tales of. Amo questo genere non solo perché sono un appassionato dei combattimenti a turni (riferito ai primi due), ma soprattutto per il modo in cui la storia viene raccontata, specialmente per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi. E’ palese che le narrative in sé di un gioco come Xenoblade Chronicles 2, o Tales of Graces, per esempio, non sono niente di che. Di innovativo, di colpi di scena che uno non si aspetta, oggettivamente ne vengon a mancare. Certo, nulla da togliere al modo in cui si aumenta la tensione del racconto fino a raggiungere il cosiddetto climax – l’effetto che viene generato è sempre lo stesso. Ma quello che davvero aiuta una narrativa particolarmente clichè ad ergersi sopra il muro della mediocrità è il modo in cui i personaggi vengono rappresentati. Banalmente, si potrebbe parlare di personaggi a tutto tondo, ma la verità a volte (attenzione, a volte) si trova nelle risposte semplici. The Caligula Effect: Overdose è un JRPG di produzione NIS America, che approderà il 15 Marzo sulle nostre console PS4, Switch e sul PC. Generalmente considerato come un ‘clone’ dei Persona, il capitolo precedente fu in grado di dire la sua, ritagliandosi una fetta di pubblico (seppur ristretta). Riuscirà la nuova iterazione di questa serie a guadagnarsi l’affetto dei giocatori all’infuori della sua nicchia? Scopriamolo insieme.

the caligula effect overdose

Ho cominciato la recensione evidenziando quello che per me è il punto di forza dei JRPG perché ritengo sia importante mettere in chiaro delle cose. The Caligula Effect è un gioco con delle buone idee, ma che non vengono sviluppate abbastanza, o che comunque faticano a tenere in piedi tutta l’impalcatura. Punto fondamentale di questo è la scarsa qualità tecnica generale, ma soprattutto il modo in cui la storia viene raccontata e il livello della scrittura. Ma procediamo con ordine.

La storia di The Caligula Effect: Overdose narra le vicende di un gruppo di ragazzi che cerca di fuggire da ‘Mobius’, mondo fittizio e virtuale dove una cantante idol di nome Mu ha intrappolato quelle persone che erano inevitabilmente insoddisfatte con la loro vita. All’interno di Mobius, tutti sono costretti a dover rivevere in ciclo gli anni del liceo. Il trucco di tutto sta nel fatto che nessuno è a conoscenza di questo, cosicché ognuno continua a vivere la propria adolescenza senza fine come se niente fosse. Tuttavia, un gruppo di studenti si rende conto che c’è qualcosa che non va, e capito l’inghippo, decidono di fondare un club che porta un nome che rispecchia il loro intento: Go-Home Club. Sfortunatamente, raggiungere il loro scopo si rivela quasi impossibile; almeno, fino all’arrivo del protagonsta, prima persona capace di risvegliare una sorta di potere nascosto.

L’incipit abbastanza interessante di The Caligula Effect: Overdose non riesce a mantenere il ritmo con il passare del tempo, a causa di una scrittura che stenta ad essere all’altezza, regalando scene e dialoghi che difficilmente rimarrano impresse. I personaggi non presentano tratti interessanti, per la maggior parte rimangono caricature abbozzate o semplicemente non credibili. Il modo in cui viene comunicata la storia, perciò, è di una qualità che non sono abituato a vedere nei JRPG. Ritornando a quanto detto nell’introduzione, anche se questo genere di giochi presenta storie simili o non particolarmente originali, la scrittura che delinea e scava nel carattere dei personaggi riesce a far passare oltre alle ingenuità della narrativa portante. Per fare un esempio, Tales of Graces ha probabilmente la storia più banale di ogni Tales of, e pure io personalmente lo ritengo uno dei migliori (non solo per il sistema di combattimento semplicemente geniale) esattamente perché riesce a costruire personaggi credibili verso i quali si crea una grande empatia. In The Caligulla Effect: Overdose tutto questo purtroppo non accade, anche a causa di una colonna sonora che definire invadente è riduttivo. 

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Essendo un mondo creato da una idol dove ogni persona al suo interno è una sua fan, ovviamente è la musica di Mu ad andare in onda 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Inutile dire che l’effetto sulla sanità mentale del giocatore è particolarmente intenso, e a volte può essere necessario mutare l’audio per non perdere la testa. Mi rendo conto però, che questi sono gusti personali ed io non apprezzo il genere musicale delle canzoni di questo gioco. Tuttavia, un approccio più soft sarebbe stato migliore, anche in virtù del fatto che le tonalità sono particolarmente alte e lunghe sessioni di gioco possono essere stancanti anche per l’udito.

Ultimo aggiornamento: 2024-04-24 at 15:30

Dal punto di vista del gameplay, The Caligula Effect: Overdose si sviluppa in diversi ‘dungeon’ da esplorare pieni di nemici e con la presenza di un boss. La palette di colori predominante è alquanto ‘asettica’, così come la struttura del level design, con corridoi e stanze molto simili fra di loro. La varietà, quindi, non è molta, e al lunga andare questa ripetitività può frustrare, anche perché spesso ci ritroveremo a fare avanti e indietro nel dungeon. Capita che alcune stanze siano grandi abbastanza da permetterci di evitare i nemici che la infestano, oppure, può capitare che un corridoio sia troppo stretto costringendoci così a dover affrontare ogni nemico presente, facendo alzare particolarmente l’asticella del grind. Dove la narrativa e il level design risultano carenti, il sistema di combattimento riesce invece nell’impresa di risollevare il tutto.

Il sistema di combattimento di The Caligula Effect: Overdose ricorda molto quello di Transistor, solo che, a differenza di quest’ultimo, il primo si svolge a turni e controllando un team di 4 persone. Invece di fermare il tempo come nel capolavoro di Supergiant Games, in Caligula Effect abbiamo a disposizione il nostro turno per decidere l’azione da fare. Ogni membro del nostro party possiede abilità particolari, che, se trovata la combinazione giusta, possono essere unite per sferrare degli attacchi devastanti. In ogni caso, nel momento in cui il giocatore seleziona una abilità, parte una breve animazione che mostra quello che accadrà una volta sferrato l’attacco. Sfruttando le tecniche degli altri personaggi, per esempio, possiamo far volare un nemico in aria e crivellarlo di colpi. La strategia, e la parte veramente divertente di questo sistema, sta nel fatto che bisognerà stabilire bene il tempismo dei nostri attacchi, regolando una sorta di ‘barra musicale’ che si trova sulla parte superiore dello schermo. Una volta selezionate tutte le mosse, si da il via all’azione che finalmente si scioglie di fronte ai nostri occhi. Nonostante la bassa difficoltà delle battaglie – facilmente risolvibile alzando la difficoltà – questo sistema di combattimento risulta veramente intrigante e da solo riesce a tirare fuori dall’impiccio un gioco che tenta di tutto pur di dire la sua.

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In aggiunta a tutto questo, è presenta un’altra meccanica il cui scopo sarebbe quello di rendere il mondo di Mobius più vivo e dare più consistenza ai vari NPC. Infatti, è possibile parlare con ognuno di loro, avere una qualche sorta di rapporto, scambiarsi messaggi e così via. In questo modo, si cerca di umanizzare quelli che sono dei poveri personaggi non giocanti, dando nel frattempo un briciolo di profondità in più al mondo di gioco. Peccato che l’idea, per quanto molto interessante, non venga sviluppata a dovere, tanto che non passerà molto tempo prima che alcuni dialoghi cominceranno a ripetersi.

Purtroppo, anche dal punto di vista tecnico, The Caligula Effect per Switch non riesce a stare al passo. Xenoblade Chronicles 2 pure, per esempio, soffriva di problemi tecnici, specialmente in modalità portatile. Tuttavia, i suoi colori sgargianti, il suo mondo vivo e pulsante facevano passare le incertezza tecniche in secondo piano. The Caligula Effect: Overdose, come detto, è dominato da dei colori ‘asettici, che non riescono a far chiudere un’occhio  sull’evidente calo di risoluzione in modalità portatile: tutto risulta sgranato, il contrario di un piacere per gli occhi. In modalità dock, però, il comparto grafico riesce a tirarsi un po’ a lucido, anche se la grafica in generale non è granché e le animazioni dei personaggi sono decisamente goffe.

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Per concludere, The Caligula Effect: Overdose non riesce a uscire fuori dalla sua stretta cerchia di pubblico, e NIS America ci presenta un gioco che farà sicuramente felici i fan e gli appassionati. Per tutti gli altri, e per chi si affaccia anche per la prima volta al genere, a causa di una serie di difetti che sono sì insiti nei JRPG, ma che di solito riescono a tranquillamente in secondo piano, nel caso di The Caligula Effect, ci sono una serie di elementi che non sono proprio di qualità sufficiente. Il sistema di combattimento risulta divertente, soddisfacente, una vera boccata d’aria fresca all’interno di questa esperienza. Tuttavia, rimane purtroppo un elemento isolato che per alcuni difficilmente giustificherà un acquisto.

The Caligula Effect: Overdose
The Caligula Effect: Overdose – Recensione
PRO
Sistema di combattimento molto divertente e originale
CONTRO
Gameplay in generale particolarmente legnoso
Narrativa con un incipt abbastanza interessante, trascinata giù da una scrittura decisamente non all'altezza
Colonna sonora troppo invadente
Alcune meccaniche, seppure interessanti, non sono state sviluppate a dovere
Comparto tecnico sotto la media
6
Overdose di Mu