Legrand Legacy

Legrand Legacy: Tale of the Fatebounds – Recensione

Neo-JRPG

Chi ha potuto godere del mondo videoludico negli anni 90, specialmente nella seconda metà, ricorderà facilmente come questa decade fu l’apice per il genere JRPG. Grazie all’avanzare tecnologico ed una distribuzione ancora più di massa dei videogiochi, anche in occidente cresceva l’amore per questo specifico genere, infiammato poi dai grandi capolavori del genere, come l’osannato Final Fantasy VII.

Legrand Legacy: Tale of the Fatebounds dichiara già dal suo titolo amarcord l’ispirazione profonda proprio in quei titoli che sono i capisaldi del genere. Reduce da una campagna Kickstarter di successo il titolo, sviluppato da Semisoft e edito da Mayflower ed Another Indie, affonda le sue radici nel passato, cercando allo stesso tempo di risultare più dinamico delle vecchie opere anni ’90.

Legrand Legacy

Un nuovo mondo, un nuovo eroe

Gli intenti sono chiari e si palesano già nella struttura della trama, dove troviamo il più classico del viaggio dell’eroe che parte come un comune ragazzo, in questo specifico caso addirittura sfruttato come schiavo, senza alcuna memoria del suo passato. Il protagonista inizia il suo viaggio in una terra preda di tiranni e malvagità a cui dovremo porre fine. Il primo difetto del titolo pare essere proprio il protagonista; è un protagonista valido e svolge bene il suo compito ma, al contrario di alcuni dei comprimari che avremo il piacere di incontrare (persino quelli più odiosi ed antipatici), pecca di profondità e sembra più essere trasportato dagli eventi che accadono attorno a lui, quasi vittima degli stessi, piuttosto che un autore della propria storia e del proprio destino. E’ un difetto che si riesce a sopportare proprio grazie alla profondità che riescono ad avere altri personaggi che troveremo lungo il percorso del nostro eroe, a volte in netto contrasto con esso, ma che danno spessore ad un trama ed un protagonista altrimenti mediocri.

Legrand Legacy

Il gameplay di Legrand Legacy è invece un elemento che prova, e nella maggior parte dei momenti ci riesce, a collegare le meccaniche del passato con quelle presenti. I classici momenti di esplorazione e livellamento del personaggio sono ben presenti, fortunatamente correggendo molto il tiro negli incontri casuali con i  nemici, adesso ben visibili e contrassegnati da una nube nera, che difficilmente ci coglieranno di sorpresa e ad ogni piè sospinto. A queste classiche meccaniche si aggiunge una piccola parte gestionale, in cui bisogna creare la miglior squadra in base ai nemici da affrontare, in quanto questi saranno più o meno resistenti a determinati elementi. Infine i QTE, presenti ad ogni azione di attacco o difesa, non difficili da gestire mantenendo il giusto ritmo nell’azione, ma tediosi nel lungo termine, dato che il fallimento o la riuscita di un’azione dipenderà da quanto sarete veloci a premere il pulsante nel giusto momento, piuttosto che a particolari skill vostre o del personaggio.

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Legrand Art

L’intenzione nostalgica si palesa anche nella direzione artistica, con la coraggiosa scelta dei fondali prerenderizzati che potrebbe risultare ai più una scelta obsoleta e fuori dagli schemi. La bellezza che traspare poi da ogni fondale disegnato a mano, seppur tra alti e bassi, mette presto da parte i dubbi e ci fa godere i mondi ispirati ed un po’ arabeggianti con un ottimo uso dei colori. Discorso a parte invece per le texture e per i filmati in CGI, i secondi che effettivamente ricordano molto da vicino i capisaldi del gioco di ruolo nipponico anni 90, non lo fanno in senso positivo. In alcune occasioni vi sembrerà di assistere ad un filmato dell’era PSX, forse poco più, giustificabile in parte dal budget pur sempre di un indie. Meno comprensibile è la scelta cromatica ed effettistica di alcune texture, tra cui quella del protagonista, che palesano spesso un effetto bagnato, come se avessero una patina trasparente a coprire il tutto.

Legrand Legacy

Legrand Legacy: Tale of the Fatebounds è a conti fatti un titolo molto valido, considerando il budget alle spalle è un lavoro davvero ben fatto dal team di Semisoft. Soffre purtroppo di alcuni difetti strutturali di un genere ormai in disuso e sviluppatosi nel tempo in qualcosa di diverso, più evoluto, ma sicuramente farà la gioia di fan delle vecchie glorie, fruibile ad un prezzo che non richiede sacrifici. Un’opera coraggiosa che mi ha fatto conoscere un team di cui non vedo già l’ora di scoprire cosa tirerà fuori dal cilindro in futuro.

Legrand Legacy
Legrand Legacy: Tale of the Fatebounds – Recensione
PRO
La trama si sviluppa bene...
Ottima direzione artistica
Un tuffo di testa nel passato
CONTRO
... Ma parte da una lunga lista di clichè
Alcuni problemi di rendering
I QTE tendono ad annoiare
7
Un viaggio eroico