Riot Civil Unrest

Riot: Civil Unrest – Recensione

Riot: Civil Unrest è il classico gioco fuori dagli schemi, la classica creazione che vuole dare di più al mondo videoludico, cerca di insegnare qualcosa, lasciare un’idea o un ricordo… più che giochi li chiamo testamenti videoludici. Una parola ardita, strana, magari anche importante ma è il pensiero di un ragazzo che gioca da tanti anni, ai più disparati generi e risulta difficile da stupire eppure ogni tanto quest’emozione la subisce.

L’ho voluto fortemente Riot: Civil Unrest, per il mio spirito patriottico, visto che è una creazione italiana, e la mia voglia di giochi simulativi ma sapevo che alla base c’era un idea forte, coraggiosa e sui generis. Questa volta non stiamo parlando di una perla perché di difetti non ne ha pochi ma la creazione di Leonardo Menchiari pubblicata da Merge Games ha qualcosa che lo porterà di diritto nei nostri ricordi futuri, una caratteristica che lo ha portato immediatamente sotto i riflettori e anche sotto accusa da parte del Coisp che ha accusato Riot: Civil Unrest di apologia alla violenza.

Riot Civil Unrest
Il caos più totale… ed in questi momenti mantenere la calma è difficile!

Non è il classico gioco in cui userete un eroe per salvare la principessa, non dovrete fare a pugni col il boss finale di turno… siete chiamati a muovermi in alcune tra le più focose proteste e potrete utilizzare sia i civili che la polizia stando ben attenti a come vi muoverete. Stiamo parlando di un gestionale dedicato alle proteste di piazza, un qualcosa che poteva risultare davvero ardito e facilmente bloccabile dalla censura e invece è passato indenne a vari ostacoli e adesso si propone anche sulla piccola di casa Nintendo che accoglie un ulteriore gioco coraggioso e dalle tinte mature.

Purtroppo il gioco soffre di alcuni difetti che ne limitano la giocabilità ma li possiamo definire errori di gioventù e quello che sta alla base riesce ad essere oltre che parzialmente divertente anche didattico. Siete pronti a mettere tutto a ferro e fuoco o sceglierete la protesta pacifica?

Riot Civil Unrest
Se vestite i panni della polizia converrà chiamare rinforzi!

Non è facile tenere tutto sotto controllo quando la tensione è alta…

Leonardo Menchiari conosce bene quello che ha proposto in salsa videoludica visto che ha partecipato attivamente alle manifestazione svolte in Val Di Susa contro la TAV e lo si capisce appena avvierete Riot: Civil Unrest. Dovremo subito scegliere se affrontare la campagna o singolarmente alcune delle storie che ci porteranno ad affrontare le tumultuose proteste della Primavera Araba, la rabbia degli Indignados spagnoli, la battaglia di Keratea o appunto la protesta dei No-TAV.

Potremo decidere se affrontare il tutto nei panni delle forze armate o appunto dei manifestanti ed in ognuno dei due casi vivremo un aria pesante, quasi opprimente, e capiremo davvero che in caso di incidenti non esistono ne vincitori ne vinti… si perde tutti insieme. Se vestiamo i panni dei manifestanti avremo a disposizioni numerose azioni come il dialogo pacifico, usare il potere dei media o la sassaiola verso le forze dell’ordine che a loro volta potranno rispondere con i lacrimogeni o il manganello, chiamare rinforzi e se proprio tutto ciò non basterà anche i carri armati ma la bellezza di tutto il gameplay sta nel fatto che voi non avrete mai totalmente il controllo.

Riot Civil Unrest
Attenzione ai black block sempre pronti a devastare tutto!

Come nelle vere proteste, quelle reali, sarà difficile avere tutto sotto controllo e basterà una scintilla per far scattare i disordini anche perché entrambi gli schieramenti, in queste situazioni, vivono in un eterno stato di tensione, continuo e costante. Ed è facile farsi prendere la mano in qualunque schieramento sceglierete di essere e ve ne accorgerete presto anche nelle varie missioni che sarete chiamati a svolgere.

Il numero di livelli della modalità campagna sono ben sedici mentre in quella Storia sono trentadue ma la parte del leone la fa il multiplayer che ci permetterà di giocare con un nostro amico sia uno contro l’altro o semplicemente in coop contro la cpu.

Riot Civil Unrest
Sembra una protesta civile… speriamo non si perda la calma!

La strada è giusta ma ancora non ci siamo…

Ed è quindi un peccato che Riot: Civil Unrest subisca la presenza di numerosi difetti che purtroppo incidono sul voto ma soprattutto sulla buon riuscita di un gioco che sulla carta aveva dalla sua un’idea vincente. La grafica presenta uno stile in pixel art con colori semplici e un insieme che potrebbe esaltare chi ama questo genere di design; peccato per un framerate che si abbassa vorticosamente nelle fasi più concitate e con più personaggi a schermo, ovviamente la risoluzione è a 1080p in docked e a 720p.

Il gameplay vive di luci e ombre con ottime idee ma una certa ripetitività delle missioni con l’aggiunte di comandi non sempre perfetti e purtroppo una linea di difficoltà che in alcuni momenti diventa davvero ardua se non impossibile portando molta frustrazione. Ma se quest’ultimo difetto potrebbe essere velato dal fatto che nelle proteste reali è facile perdere il controllo della situazione, la non precisione dei comandi e la difficoltà nell’assimilarli l’ho trovato un difetto di purtroppo non poco conto.

In caso di scontro si perde tutti… non esistono vincitori!

Il sonoro invece è eccezionale e ci fa immergere a tutto tondo in questi veri e propri campi di battaglia. Presente ovviamente la lingua italiana ma anche Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Russo, Giapponese e Cinese proponendosi come un gioco facilmente esportabile all’estero. Spiego anche subito perchè al gioco darò comunque una sufficienza e come dicevano a scuola il sei che darò sarà politico. In primis per premiare il coraggio di sfruttare certi argomenti per crearci un videogame, in seconda battuta il provare a raccontare cosa avviene durante queste proteste e l’atmosfera pesante si respira tutta; il fatto di ispirarsi a proteste realmente avvenute non fa altro che rendere il tutto ancora più opprimente.

Leonardo Menchiari ha sicuramente coraggio ed un chiaro talento cristallino; limando alcuni difetti di “gioventù” sono sicuro che potrà dire la sua nel mondo videoludico italiano e in generale. Il futuro è radioso, il presente ha alcune nubi, ma il sole e all’orizzonte.

Riot Civil Unrest
Riot: Civil Unrest – Recensione
PRO
L'idea alla base del gioco è alquanto coraggiosa
Si respira un aria di tensione e incertezza durante tutto il gioco
Riesce ad educare e a farci immergere in alcune manifestazioni "calde"
CONTRO
Comandi non propriamente facili e soprattutto non precisi
Framerate con vistosi cali in alcuni momenti
Difficoltà alta
6
Un sei per il coraggio!