Nippon Marathon è uno di quei progetti che fin dal trailer di debutto più capire la qualità che propone. Si tratta di un party game folle e stravagante che unisce il classico gameplay di corse col pizzico di ambientazione folle “alla giapponese”. Questo progetto, però, non è così divertente come sembra. Scopriamo assieme perché.
Nippon Marathon si rivela come un Party Game buffo e strampalato. Il giocatore interpreta uno dei quattro personaggi principali (J Darwin, Nishibori, Zenbei e Snuguru) e deve riuscire a completare un percorso pieno zeppo di insidie e stranezze. Per farlo dovrà riuscire a gestire al meglio l’ambientazione di gioco sfruttando i vari power-up presenti. Ogni giocatore può tenere in mano solo due potenziamenti per volta e può usarli in maniera differente. Tutti i potenziamenti possono essere utilizzati per attivare effetti speciali (l’ananas, per esempio, migliora le capacità del giocatore nel salto) ma possono anche essere mangiati per migliorare/peggiorare la propria velocità. Questo dettaglio – unito agli eventi strampalati che possono accadere durante una corsa – rendono Nippon Marathon folle ed interessante.
Nippon Marathon propone tante modalità da scegliere. Oltre alla classica modalità versus (con un massimo di 8 giocatori), è presente una modalità storia che permetterà al giocatore di scoprire nuovi dettagli sui quattro protagonisti principali. Oltre a questo sono anche presenti una modalità PARTY (che propone due minigiochi), un negozio per sbloccare nuovi contenuti ed il “Travel Guide“. Questa sezione particolare racconterà vari dettagli sulla lore del gioco, ma sarà necessario trovare dei volantini durante la corsa.
Nippon Marathon nasce come gioco folle, ma presenta molti difetti che non si possono assolutamente trascurare. Il primo dettaglio che non può essere tralasciato è l’IA del Computer, che risulta eccessivamente “poco umana“. Queso lo si nota non solo giocando (dato che almeno uno dei concorrenti dimostra di avere un’IA decisamente migliore rispetto gli altri), ma anche all’interno di alcuni minigiochi che si possono presentare durante la corsa. In alcuni casi, infatti, la CPU riesce a rispondere alle domande della conduttrice senza che il giocatore abbia il tempo di leggere le varie proposte. Oltre a questo, non ho apprezzato la gestione del gameplay quando almeno un giocatore viene eliminato. In questo caso, infatti, il gioco prosegue fino a quando un solo giocatore rimane in gioco. Solo successivamente, si riprende da un punto X. Questo dettaglio, unito alla gestione dei punteggi, rende il gioco eccessivamente punitivo. Avrei preferito una gestione diversa (magari sfruttando un timer) che avrebbe reso Nippon Marathon più coinvolgente.
Nippon Marathon è un videogioco con delle basi semplici e valide, ma non è in grado di sfruttarle. Il gameplay generale propone un’ottima struttura, capace di far divertire molti giocatori in un’ambientazione simile ai giochi “Takeshi’s Castle” e “Mai dire Banzai”. Sfortunatamente, queste valide fondamenta cadono con troppa facilità: alcune meccaniche del gameplay sono difficili da digerire e la CPU risulta “troppo CPU“. In tutto ciò manca la presenza di un adattamento italiano, che avrebbe reso più interessante questo videogioco. Mi dispiace davvero tanto, ma non me la sento di consigliarlo. Ho capito perfettamente qual’è la direzione che vuole prendere questo gioco… ma ha assolutamente bisogno di solide mura.