Darksiders 3 - Recensione

Credere nei miracoli

Anche solo immaginare un’ipotetica uscita di Darksiders 3 sul mercato sembrava pressoché impossibile, un miraggio frutto dei desideri di una community ormai rassegnata da quando, nel gennaio del 2013, THQ dichiarò bancarotta e molti dei brand appartenenti alla compagnia andarono in fumo o vennero acquisiti da altre compagnie. Una di queste compagnie fu Nordic Games, che acquisì l’intero brand THQ diventando THQ nordic, ricostituendone parte dei vecchi team di sviluppo tra cui spiccano i Gunfire Games, risorti dalle ceneri di quella Vigil Games che aveva dato il via all’intera serie, anche se con la mancanza di alcune figure chiave come Madureira. Invece eccoci qui, nel 2018 a trattare con attenzione l’uscita del terzo capitolo dell’amata ma sfortunata saga.

Infuria l’Apocalisse

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Ultimo aggiornamento: 2024-04-26 at 17:50

La rinascita di Darksiders riprende la narrazione a metà tra le avventure di Guerra e Morte per concentrarsi su Furia, terzo dei cavalieri dell’apocalisse e con il forte desiderio di divenire la più forte tra i quattro fratelli ed averne le redini. Chiamata al dovere dal consiglio ardente, è da subito evidente che le motivazioni che spingono la guerriera sono tutto fuorché nobili o altruistici, tanto che la presunzione e l’impulsività che la contraddistingue all’inizio dell’avventura la rende stucchevole, antipatica e superficiale. In alcuni momenti sembra che nonostante il suo compito principale sia quello di sconfiggere ed intrappolare i sette peccati capitali, essa stessa sia portatrice dei vizi che andrà a combattere, specialmente la superbia e l’ira, senza le quali – con tutta probabilità – non esisterebbe la furia. Proseguendo nei capitoli e addentrandoci più profondamente nella trama, capiamo che Furia è probabilmente la più umana tra i cavalieri finora conosciuti ed il suo sviluppo è continuo durante tutta la durata dell’avventura; non solo attraverso le sue abilità, come vedremo più avanti, ma è proprio il personaggio a comprendere e correggere i suoi errori, analizzare meglio le situazioni e diventare maggiormente cosciente del proprio ruolo. Ci troveremo in tutto questo a girovagare per un mondo – ormai devastato dalla guerra fra angeli e demoni – amplio ed interconnesso ma non esplorabile da subito, con qualche meccanica metroidvania che ci impedirà di attraversare determinate aree fino al raggiungimento del giusto power-up. Non è tutto rosa e fiori: parliamo comunque di una trama abbastanza lineare e che non fa urlare al miracolo, ma che svolge a dovere il suo compito, perdendosi solo in un finale un po’ frettoloso ed accorciato, anche se sempre fedele alle scelte di trama a regia complessive.

Se le situazioni e le ambientazioni riprendono da vicino i primi due capitoli della serie, il gameplay ha invece una veste nuova. Guerra e Morte avevano un approccio massiccio con i nemici e le animazioni restituivano la pesantezza degli attacchi, Furia di contro è munita di una frusta ed è contraddistinta da attacchi veloci ed impetuosi. Inizialmente i colpi ed i movimenti saranno limitati e sembrerà di svolgere sempre la stessa azione; proseguendo e guadagnando abilità invece Furia diventerà di volta in volta più potente e con un arsenale più amplio e variegato. Le abilità che la feroce guerriera imparerà prendono il nome di Hollow, poteri legati egli elementi che torneranno parecchio utili in battaglia, ed indispensabili per oltrepassare gli ostacoli che si trovano lungo la mappa. Come si accennava prima infatti l’esplorazione è ispirata fortemente al genere metroidvania, con passaggi sbloccabili solo con determinati poteri o elementi e spazi percorribili solo con determinate abilità, lungo una mappa che, nonostante i limiti di un budget leggermente ristretto, presenta delle attenzioni particolari ed un’esplorabilità degna di nota.

A rendere il lavoro degli sviluppatori ancor più lodevole è l’ottimo utilizzo dell’intelligenza artificiale. I nemici che ci si parano davanti mantengono la sfida e la difficoltà sempre ad un buon livello, con pattern da studiare a dovere e da abbattere utilizzando al momento giusto la schivata ed il contrattacco, aiutandoci quando è necessario dalle già citate abilità o sfruttando a dovere la barra della collera. Tra questi spiccano indubbiamente i boss che impersoneranno i vari peccati capitali: Invidia, Ira, Avarizia, Accidia, Lussuria, Gola e Superbia sapranno mettervi alla prova, con un paio di casi davvero ben caratterizzati e insoliti da superare. Peccato che proprio i boss sembrino esteticamente abbastanza generici e non ricordino quasi mai il peccato che sono tenuti a rappresentare; forse una frivolezza, ma che avrebbe dato senza dubbio una profondità maggiore all’intera opera. Insomma con Furia la pazienza sarà ben ripagata, rivelandosi sul lungo periodo un personaggio potente e ben studiato.

Arriviamo dunque al tallone d’Achille di tutta l’opera, ossia l’aspetto tecnico. Nonostante le patch post-release abbiano in parte migliorato le prestazioni, si possono ancora scorgere problemi di fondo che richiederanno certamente più tempo per essere risolti; in determinati frangenti si trovano texture e modelli decisamente datati ed incoerenti con il livello qualitativo generale dell’opera, oppure di fasi in cui l’audio decide di smettere funzionare o scattare fastidiosamente. Sono fortunatamente piccolezze che non impediscono di godersi a dovere il titolo, in generale sofferente di un budget limitato, evidenziato sopratutto da alcune animazioni ormai appartenenti alla scorsa generazione. In ogni Darksiders 3 si tiene in piedi con dignità per la felicità sia dei fan della saga, sia per le nuove leve che la scoprono solo adesso.

La Rinascita

Tirando le somme, Darksiders 3 è prevedibilmente un titolo che non rivoluziona il mondo videoludico, ne si pone l’obbiettivo di farlo; tiene però viva la speranza di quei fan che fortemente hanno desiderato di poter giocare ancora una volta il corso dell’apocalisse e calarsi nei panni di uno dei cavalieri destinati a riportare ordine nel caos. Con un sonoro che si adatta al contesto senza mai stravolgere, è un’opera completa e con un’identità ben definita. Si spera solo che le vendite ne decretino una sorte migliore dei suoi fratelli. Va e devastali tutti, Furia!