Beholder: Complete Edition

Beholder: Complete Edition – Recensione

Sid Meier, storico game designer che annovera fra le sue creature giochi del calibro di Civilization, in un’intervista una volta ha affermato che i videogiochi non sono altro che “una serie di decisioni significative”. Quello che vuole intendere, è che giocare ad un videogioco significa compiere delle decisioni su come manipolare il gameplay che ci viene proposto. Da un punto di vista di rappresentazione delle complessità, il medium videoludico si presta in modo particolarmente adatto a dar voce a tutte quelle sfumature di cui è composto il mondo contemporaneo. Tuttavia, parlando di complessità, risulta difficile riuscire ad avere una comprensione generale, quanto piuttosto bisognerebbe puntare ad una accettazione dell’impossibilità di conoscere e ad un riconoscimento che la complessità esiste e va trattata in quanto tale. Molti giochi ci mettono di fronte a questo tipo di difficoltà, e il genere dei gestionali è sicuramente uno dei maggiori esponenti di questo modo di fare – per questo Sid Meier definisce il videogioco in questo modo, se pensiamo al suo Civilization, appunto. Accettare la complessità significa che qualcosa per forza non andrà nel verso giusto. Le nostre decisioni non possono racchiudere tutto questo ‘gomitolo’, di conseguenza l’unica possibilità è quella di seguire un ‘filo’ solo, cercando di limitare i danni il più possibile. Beholder è un titolo che fa di questo ragionamento il fulcro dell’esperienza di gioco, mettendo il giocatore di fronte a dilemmi morali e decisioni importanti dove il confine tra giusto e sbagliato non esiste.

beholder

Questo gioco prende forte ispirazione da giochi del calibro di Papers, Please e This War of Mine. Come Papers, Please, pure Beholder è ambientato in una fittizia nazione dell’Est Europa dove un regime totalitario opprime la popolazione su praticamente ogni aspetto della vita privata. Il giocatore veste i panni di Carl, nuovo custode di un condominio, ma anche spia del governo. Il nostro compito è quello di spiare gli inquilini e scoprire se compiono qualche atto illegale. In realtà, nel corso del gioco, si rivelerà necessario più volte consegnare alle autorità delle persone, altre volte addirittura ricattarle.

beholder

In Beholder, le cose che dovremmo gestire sono fondamentalmente tre: le richieste del governo, i vari appartamenti e la nostra famiglia. Riuscire a trovare un equilibrio fra i tre è impossibile, ed inevitabilmente le conseguenze delle nostre azioni a volte sono devastanti. Il gioco ha una visuale tipo This War of Mine o Fallout Shelter: l’edificio occupa l’intera schermata e il giocatore si muove all’interno, fra i vari appartamenti e stanze. Per spiare i nostri vicini, avremo a disposizione un intero arsenale di telecamere, ma al tempo stesso è possibile sbirciare attraverso il buco delle serrature e, quando in casa non c’è nessuno, frugare fra gli oggetti (e anche rubarli). Il fulcro di Beholder è rappresentato dai dilemmi morali cui mette di fronte. Come Papers, Please – qui bisognava trovare un equilibrio fra la propria famiglia, il governo e la propria morale – anche Beholder fa di tutto per fornire contesto narrativo ai vari avvenimenti così che il giocatore è ben cosciente di quello che le sue decisioni comporteranno.

Mentre cerchiamo di gestire le direttive del governo, bisogna badare anche alla propria famiglia. Molto spesso i soldi che ci vengono chiesti per sostenere determinate spese sono decisamente superiori alla paga che ci viene fornita, per questo motivo, il giocatore ha a disposizione diversi modi per superare questo ostacolo: fare qualche lavoretto sottobanco che gli viene proposto da qualche inquilino, oppure ricattarli. Gli scenari che si vengono a creare seguono una spirale di disperazione e stress che spingono il giocatore a compiere gli atti più turpi e reprensibili. Per fare un esempio, ad un certo punto del gioco nostra figlia si ammalerà, l’unico modo per salvarla è raccogliere una cifra decisamente spropositata. Al tempo stesso, bisognerà pagare la retta dell’università di nostro figlio, il quale andrà a lavorare in miniera se non potrà continuare gli studi – inutile a dirsi, ma la cifra richiesta è altrettanto alta. Che fare, quindi? Fare tutti è due insieme è impossibile, e decidere su l’uno o l’altro comprometterà inevitabilmente il futuro di uno dei due personaggi. Al tempo stesso, si può decidere che lavorare per il governo è più importante, ed è meglio puntare le nostre risorse in questa impresa.

beholder

Come affrontare tutto questo sta unicamente al giocatore e a come si pone di fronte a determinate tematiche. La storia del gioco è cupa, pesante, alla quale non manca qualche picco di humour. Rimane tuttavia una storia di un regime totalitario che vuole controllare ogni aspetto della vita della propria gente, ed il gioco fa di tutto per fornire al giocatore tutto il contesto di cui ha bisogno per decidere come affrontare le varie missioni e trasmettere una sensazione di disagio e oppressione.

beholder

Beholder è perciò un gioco molto bello, che fa sicuramente spremere le meningi e chiudere gli occhi per quando dovremo compiere scelte spiacevoli. Questo è il suo pregio ed il suo difetto: il gioco è fatto così bene da restituire in maniera eccellente una sensazione di disperazione, stress, oppressione –  a tal punto che alla lunga il cuore potrebbe appesantirsi.

beholder

Il comparto artistico di Beholder è delizioso, è molto caratteristico e funziona benissimo nel contesto narrativo. La versione Nintendo Switch arriva completa del DLC ‘Blissful Sleep’, dove vestiremo i panni del predecessore di Carl, così da funzionare quasi come una sorta di prologo. Il DLC si presenta con lo stesso tipo di gameplay, anche se con leggere differenze: non ci sarà una famiglia a cui dovremo badare (al contrario, avremo un gatto) e trovare oggetti incriminanti nelle case degli inquilini è più complesso, costringendo il giocatore a dover passare più tempo negli appartamenti con il rischio di essere scoperto. A parte questo, ‘Blissful Sleep’ si presenta come un’esperienza praticamente uguale al gioco base, anche se con una storia diversa, ma altrettanto bella, profonda e straniante.

beholder

Per concludere, Beholder: Complete Edition è un gioco che costringerà il giocatore a prendere decisioni scomode senza possibilità di mediare: il giusto ed il sbagliato non esiste, non tutti possono essere accontentati, di conseguenza le nostre decisioni ed azioni porteranno inevitabilmente ad una spirale di disperazione dalla quale è molto difficile uscirne sani.

Beholder: Complete Edition
Beholder: Complete Edition – Recensione
PRO
Mondo di gioco molto ben caratterizzato
Parte gestionale ben fatta
Sistema decisioni e conseguenze
Comparto artistico
Atmosfera generale
CONTRO
Potrebbe diventare ripetitivo alla lunga...
...e anche un po' pesante (dipende dal giocatore ndr)
8
Da che parte stai?