Bendy and the Ink Machine

Bendy and the Ink Machine – Recensione

Bendy and the Ink Machine è un titolo difficile da inquadrare senza averlo prima provato con mano. Stando alla promessa fatta dagli sviluppatori nella descrizione del gioco, ci viene offerta un’esperienza unica nel suo genere che basa gran parte del suo fascino sulla contrapposizione tra uno stile grafico ispirato ad un film di animazione Disney degli anni ‘30 ed un’ambientazione horrifica capace di tenerci sulle spine durante tutta l’avventura. Un ossimoro videoludico che ha già permesso al team di Joey Drew Studios Inc. di far parlare molto della loro creatura in occasione della sua pubblicazione su Steam in formato episodico, e che ora ha raggiunto anche il mondo console grazie ad una versione completa capace di chiudere il cerchio sulle vicende iniziate lo scorso anno. Noi, che di certo non potevamo perdere la ghiotta occasione, abbiamo fatto nostra una versione Switch del gioco; volete sapere come si è comportata sull’ibrida Nintendo? Seguiteci all’interno dello studio di animazione Joey Drew Studios e lo scoprirete presto.

Bendy and the Ink Machine è un survival horror in prima persona le cui vicende vengono narrate attraverso un totale di cinque episodi, ciascuno in grado di mantenere sempre vivo l’interesse nei confronti di una trama mai troppo banale. Il nostro nome è Henry Stein, e siamo uno degli ex disegnatori che un tempo lavoravano per lo studio di animazione di Joey Drew. Un giorno veniamo invitati dal vecchio boss a ritornare nel luogo che anni prima fece dare sfogo alla nostra immaginazione, creando una mascotte che nonostante il suo aspetto allegro sembra essere stata posseduta da un demone inferocito. Bendy, questo il nome del “simpatico” personaggio, è raffigurato ovunque e ben presto inizieremo a vedere le sue sagome comportarsi in modo piuttosto bizzarro. Ovviamente non vi svelerò nulla sulle vere motivazioni che ci hanno richiamato all’interno di questa strana location, ma vi anticipo che non sarete mai soli; oltre a strani mostri composti da inchiostro, prodotto in gran quantità da una macchina che noi stessi abbiamo attivato, ed una versione distorta di Bendy intenzionata a darci la caccia, avremo anche la possibilità di farci un amico un po’ goffo, il cui nome è Boris, le cui sembianze ricordano in maniera abbastanza spudorata quelle del mitico Pippo.

Bendy and the Ink Machine
Tana per Bendy!

Le basi per costruire una trama degna di essere ricordata ci sono tutte, e come da tradizione i dettagli sui retroscena legati a ciò che sta succedendo attorno a noi vengono affidati al ritrovamento di alcuni nastri registrati che fungono a volte da collezionabili ed altre da veri e propri indizi per proseguire. Al giocatore non vengono offerte quasi mai sfide particolarmente complesse, e sarà sufficiente esplorare i vari ambienti, rigorosamente rappresentati mediante tinte color seppia, svolgendo semplici azioni quali l’attivazione di meccanismi ed il ritrovamento di oggetti chiave. Su questi ultimi il titolo dimostra la sua estrema essenzialità, in quanto non esiste un vero e proprio inventario ed in ogni occasione l’elemento necessario per proseguire verrà automaticamente selezionato. Tale alleggerimento del gameplay ci permetterà di concentrarci su quello che è il vero senso di Bendy and the Ink Machine: l’esplorazione spasmodica degli ambienti. Devo ammettere che in molte occasioni mi sono ritrovato perso e disorientato, a causa dello stile grafico non sempre chiaro, ma nonostante questo le atmosfere ottimamente riprodotte mi hanno permesso di non ricadere mai in sensazioni di noia.

Bendy and the Ink Machine
E chi c’ha voglia di passare per questo corridoio?

Come nel più classico dei survival horror, potremo difenderci dai nemici solo in pochissime occasioni, grazie ad armi improvvisate gentilmente concesse dagli sviluppatori. Per i momenti di disperazione più totale, cioè quelli nei quali non avremo a disposizione nessuno strumento di attacco o difesa, potremo affidarci solamente al buon vecchio “hide and seek”. All’interno dello studio, infatti, sono distribuiti alcuni armadietti che potranno offrirci riparo ed evitare di incombere in uno scoppiettante game over. Tale dinamica, purtroppo, il più delle volte può essere ignorata ed anche affrontando il gioco in stile kamikaze è possibile terminare l’avventura affidandoci al trial and error. Una grande falla del level design, enfatizzata da una per nulla eccezionale IA dei nemici, che smetteranno di cercarci anche qualora entrassimo in un riparo posto davanti ai loro occhi.

Ultimo aggiornamento: 2023-12-05 at 08:30

Se devo essere sincero, presa la consapevolezza di questi difetti, ho iniziato ad analizzare il titolo con occhio più critico, rendendomi conto di quanto eccezionale potesse essere stato il gioco se solo si fossero presi i giusti accorgimenti in fase di sviluppo. Non voglio certo ostentare conoscenze che potrei non avere, ma penso che un survival horror che basi interamente il suo fascino sull’atmosfera dovrebbe essere curato maniacalmente in quelle che sono le sue dinamiche cardine. In Bendy and the Ink Machine, per esempio, l’elemento principale è rappresentato dall’inchiostro; personalmente avrei apprezzato se questo fosse stato integrato meglio nel gioco, anche semplicemente facendo in modo di rilasciare impronte sul pavimento dopo averlo calpestato. Fortunatamente la vera star, sulla quale sono stati concentrati i maggiori sforzi, è proprio la mascotte degli Joey Drew Studios; questa sarà sempre pronta a comparire e scomparire davanti i nostri occhi (anche dopo averla distrutta), spesso in maniere non banali, ma causandoci più sorrisi che spaventi.

Bendy and the Ink Machine
Se c’è qualcosa di crudele qui, questo è il tuo discutibile costume!

Sull’ibrida Nintendo il titolo gira alla perfezione quando la console viene utilizzata in modalità portatile, mentre invece mostra il fianco qualora decidiate di giocare riponendola nel dock per sfruttare il vostro televisore. Questo a causa di una risoluzione generale molto bassa (non si conoscono dati precisi a riguardo ma suppongo non sia superiore ai 720p canonici dello schermo capacitivo di Switch) che causa aliasing e non permette al comparto grafico di valorizzare gli azzeccatissimi richiami allo stile di disegno tipico delle animazioni Disney degli anni ‘30. A questo si aggiunge una terribile resa dei testi che compongono le diverse note audio reperibili, che il più delle volte si presentano a schermo al limite del leggibile. A darci il colpo di grazia, una localizzazione italiana spesso imprecisa e ricca di errori; in una delle missioni, per esempio, ci viene suggerito di cercare alcuni oggetti al nono piano dell’edificio quando in realtà il nostro obiettivo corrente dovrebbe essere l’undicesimo. Considerando che non è nemmeno possibile modificare la lingua di gioco dai menù, e che bisognerebbe necessariamente agire sulle impostazioni di sistema, ho dovuto convivere per tutto il tempo con alcuni scivoloni lessicali che spero prima o poi di riuscire a dimenticare (SUGGERIMENTO: cerca ed uccidi gli inchiostri spessi).

Bendy and the Ink Machine
Hey Boris, che succede? Non mi dirai mica che questo gioco fa paura!

In conclusione, ho trovato l’esperienza offerta da Bendy and the Ink Machine abbastanza altalenante, a causa di alcune falle nel level design e nell’IA dei nemici che non mi ha permesso di sentirmi in completa sintonia con il protagonista del gioco. Fortunatamente, diversi momenti di gioco veramente interessanti hanno permesso al titolo di risollevarsi e di farsi apprezzare, anche se meno di quanto sperassi. Ciascuno dei cinque capitoli è terminabile in un tempo che non supera mai l’ora di gioco, rendendo la longevità generale al limite della sufficienza. Considerando il suo prezzo di ben €29.99, sinceramente, ci aspettavamo un’avventura più densa e ricca di contenuti, capace di rendere giustizia all’ottima idea di fondo che ne ha diretto le vicende. Se solo il titolo fosse stato maggiormente curato sicuramente vi avrei consigliato di fiondarvi sull’eShop ad acquistarlo, ma viste le circostanze credo che dobbiate prima assicurarvi di non vedere deluse le vostre aspettative, magari provando la DEMO presente su Steam.

Bendy and the Ink Machine
Bendy and the Ink Machine – Recensione
PRO
Stile artistico ispirato
Ottima caratterizzazione di Bendy
Enigmi piacevoli...
CONTRO
In modalità docked il comparto grafico mostra il fianco
Localizzazione italiana da rivedere
IA più artificiale che intelligente
... anche se spesso troppo semplici
7
BENDY, NON MI SPAVENTI!