Storm Boy: The Game

Storm Boy: The Game – Recensione

Una semplice storia

Quando ho visto per la prima volta il trailer di uscita di Storm Boy: The Game mi è venuta immediatamente la voglia di giocarci, attratto da uno stile artistico che sembra disegnato a mano ed un’atmosfera sognante e fiabesca che riporta alle stagioni estive dell’infanzia. Appena avviato il gioco mi accorgo che questi elementi sono effettivamente presenti, ma c’era qualcosa che non tornava già dalla primissima fase. Vi spiegherò tutto in questa recensione breve e concisa, un po’ come lo stesso videogioco di Storm Boy.

Storm Boy

Storm Boy

La storia che affronta il titolo è basata sull’omonimo film del 1976 e di cui vedremo presto un remake in uscita nel 2019 – a loro volta ispirati dal romanzo di  Colin Thiele del 1964 – dove vengono raccontate le avventure di un ragazzo e dei tre pulcini di pellicano che troverà a seguito della morte della madre degli stessi – elemento che intuiamo automaticamente dal contesto – e di cui decide da subito di prendersi cura. Tra il ragazzo ed i pennuti si stringerà un profondo legame simile a quello tra padre e figli, dato che i pulcini sono troppo piccoli per procacciarsi il cibo da soli ed uno di loro sembra in uno stato di saluto a rischio. Passano i mesi ed i pellicani diventano adulti e troppo ingombranti per la casa dove il ragazzo vive insieme al padre, che fa capire al ragazzo che per loro è arrivato il momento di essere liberi ed indipendenti; triste ma consapevole della realtà, il ragazzo accompagna i suoi tre amici sulla spiaggia per l’ultimo addio, lasciandoli librare in cielo verso l’orizzonte. Uno di essi, Mr. Percival, fa però marcia indietro dopo poco tempo, ormai inseparabile dal suo compagno a cui è estremamente legato, diventando a tutti gli effetti un animale domestico, e seguiremo le loro ulteriori avventure.

Un mare tempestoso

Storm BoyCome detto in precedenza, già avviando il gioco ci si accorge di qualcosa di diverso all’interno dell’opera, non necessariamente qualcosa di negativo, ma qualcosa che lo differenzia dalle esperienze ludiche a cui siamo solitamente abituati. I comandi sono talmente semplici da non presentare un tutorial, tant’è che inizialmente l’unica operazione sarà limitata alla levetta analogica per far correre Storm Boy (oltre ad essere il titolo è effettivamente il nome del protagonista) mentre la storia ci viene raccontata con delle scritte che appariranno quando attraverseremo specifici punti. Il succo del gameplay è composto essenzialmente da dei mini giochi in cui ci troveremo ora a librarci in cielo nei panni di un Ibis, ora a raccogliere delle conchiglie dalla spiaggia e varie altre attività, contraddistinte da un ritmo perlopiù rilassato e con il fine ultimo di aggiungere dei dettagli e delle sfumature nel racconto complessivo. Il titolo di Blowfish Studios mostra però il fianco sia sul fronte della narrativa che del sistema di minigame; se da un titolo incentrato sulla narrativa è tollerabile l’assenza di un vero e proprio gameplay, o di situazioni dinamiche al cardiopalma, è davvero un peccato che la storia venga affrontata in maniera superficiale, senza approfondimenti e che lasci tanti elementi alla pura intuizione del giocatore che non ha potuto assistere al film. Ad ogni situazione sembra che i mini giochi siano totalmente accessori ai fini della trama, con il solo scopo di tentare di far affezionare il giocatore alle ambientazioni o a Mr. Percival, ma non scavano a sufficienza in profondità per riuscirci. Il risultato finale non è da bocciare ma si salva esclusivamente grazie al finale, che per quanto sia citofonato lascia il giocatore  con delle emozioni, ma probabilmente poca voglia di ripetere l’avventura.

Storm Boy

Storm Boy è un esperimento non del tutto riuscito, causa un’imprescindibile conoscenza pregressa del film di riferimento ed uno scarso approfondimento degli avvenimenti su schermo, che si limita a qualche punto cruciale del racconto, il cui unico obbiettivo sembra arrivare il prima possibile alla parola fine e il cui forse unico merito è la curiosità che fa scaturire nei confronti dell’opera originale, che merita di essere vista e che speriamo mantenga la sua grande dignità anche nel remake di prossima uscita.

Storm Boy: The Game
Storm Boy: The Game – Recensione
PRO
Stile originale e accattivante
Atmosfere spensierate
Finale toccante
CONTRO
Trama affrontata superficialmente
Mini giochi accessori
Longevità limitata
6.1
Un mare in tempesta