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The Walking Vegetables: Radical! Edition – Recensione

Che belli gli anni ’80. Camicie sbottonate, petti villosi, baffoni a manubrio, verdure mutant…no, aspetta. Gli anni ’80 rappresentati in The Walking Vegetables hanno una particolarità che non ricordavo: a quanto pare, un’invasione di frutta e verdura zombie ha minacciato la tranquillità della Terra. Allora, la polizia ha reagito, afferrò pistole, fucili, lanciamissili e si tuffò in questa mischia mortalmente salutare.

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The Walking Vegetable Radical! Edition non è altro che la versione aggiornata – anche per console – della versione vanillia dello stesso gioco uscito su PC nel 2017. The Walking Vegetable si presenta come un twin-shooter con elementi roguelike, il tutto caratterizzato da un’estetica vagamente vaporwave e da una colonna sonora composta da musica sintetica. Detta così, questo gioco desta ben più di una curiosità – e non soltanto in quelli che odiano le verdure. Questa “narrativa” sopra le righe accompagnata da uno stile artistico divertente e affascinante allo stesso tempo, rendono The Walking Vegetable un gioco splendidamente costruito. Tuttavia, come per ogni roguelike, l’elemento frustrazione è dietro l’angolo e The Walking Vegetable non fa quasi niente per superarlo – anzi, a volte sembra abbracciarlo con un sorriso. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa è che rende questo gioco un’esperienza da ricordare, nonostante tutto.

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Come detto nell’introduzione, la narrativa del gioco è abbastanza blanda. Il protagonista è un poliziotto e viene incaricato dal capo della polizia di andare a controllare un quartiere nel quale stanno accadendo cose strane. Neanche a dirlo, le verdure mutanti sono ovunque. Tocca quindi a noi armarci fino ai denti e far scorrere succo di limone per le strade di questa città.

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Le meccaniche del gioco sono semplici così come lo è l’idea di fondo. Seguendo delle frecce, dovremo ripulire varie zone di una mappa, fino a che non arriverà un piccolo alieno che, una volta battuto, ci apre l’accesso alla battaglia contro il Boss del livello. Il giocatore può sparare tramite il grilletto destro e mirando con la levetta destra. In più, con il pulsante R si possono sferrare colpi melee. The Walking Vegetables ricorda sotto molti aspetti Enter the Gungeon, gioco pubblicato da Devolver Digital dove bisognava farsi strada a suon di proiettili in labiriti generati proceduralmente. Allo stesso modo, in The Walking Vegetable la conformazione delle mappe varia leggermente da partita a partita. Pure i nemici che affronteremo cambieranno ogni volta che cominceremo un nuovo playthrough: da broccoli, zucche e cipolle, fino a mele, porri e limoni. Proprio i limoni sono uno dei nemici più infidi, perché ogni tanto rilasceranno del succo acido che ci leverà della vita se ci cammineremo sopra. La varietà della frutta e verdura è alta, ed è decisamente spassoso vedere in che modo gli sviluppatori hanno interpretato la mutazione di uno specifico ortaggio.

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Per combattere la noia della ripetitività tipica dei roguelike, The Walking Vegetable ha un sistema di abilità – in tutto venti – che si sbloccheranno se riusciremo a soddisfare determinati prerequisiti. In totale, si possono equipaggiare solo quattro abilità, rendendo perciò “fresca” ogni nuova partita – almeno per quelli a cui piace sperimentare soluzioni diverse. Inoltre, uccidendo i nemici, distruggendo lo scenario o aprendo casse, è possibile trovare armi da aggiungere al nostro arsenale (per quella partita). Fondamentale è cercare di avere abbastanza armi e proiettili prima di affrontare i boss – non è proprio consigliabile cercare di buttare giù un broccolo gigante con solo una pistola.

In aggiunta, il gioco presenta anche una modalità multiplayer locale. L’unica limitazione sta nel fatto che non è possibile utilizzare solamente un Joy Con per giocare, ma è necessario utilizzare la coppia oppure il Pro Controller, in alternativa. Anche se questa cosa fa storcere leggermente il naso, ormai possiamo dire che ci siamo abiutati a giochi che non utilizzano questa peculiarità della Nintendo Switch. Uno fra tutti, per fare un esempio, Salt & Sanctuary.

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Ma vero fiore all’occhiello di The Walking Vegetable è il comparto artistico. La grafica a 8-bit è accompagnata ad un’estetica leggermente vaporwave: possiamo infatti notare una prevalenza dei colori rosa e fucsia, tramonti, palme, e il richiamo alla tecnologia passata, in questo caso, i VHS. Tutto il gioco appare come se fosse stato registrato su una videocassetta. Inutile dire che l’effetto finale è semplicemente meraviglioso. Ad dare il tocco di grazia a questo comparto artistico così ispirato ci pensa la colonna sonora, con tracce di musica sintetica che si stampano nella testa senza via di scampo. Un gioco simile che aveva fatto largo uso dell’estetica vaporwave è Hotline Miami – ovviamente, solo sul piano dell’ispirazione per il comparto artistico queste due opere si assomigliano.

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L’unica pecca di The Walking Vegetables è che non ammette (quasi) errori. Dovremo farci largo fra i vari livelli senza avere mai la possibilità di recuperare vita se non raccogliendo cuori in giro per le mappe – sempre se li troviamo. Le abilità si sbloccano molto lentamente, facendo impiegare un tempo forse eccessivamente lungo al gioco per decollare. Diventa decisamente frustrante riaffrontare orde di frutta e verdure da capo, prima di poter andare effettivamente avanti. Questo anche perché il gioco è tutt’altro che facile. Non per dire che è difficilissimo o che richiede abilità fuori dal comune per essere completato, ma The Walking Vegetables vuole una certa maestria per essere portato a termine – e anche un sacco di amore e volontà per essere riaffrontato più e più volte. Il lato positivo del fattore rigiocabilità è da una parte il comparto artistico delizioso e dall’altra la possibilità di giocare in cooperativa. La noia della frustrazione o la difficoltà di un livello vengono decisamente a meno se portiamo un amico a compiere strage di ortaggi insieme a noi.

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Per concludere, The Walking Vegetable Radical! Edition è un gioco interessante, con un’estetica ed un comparto sonoro che catturano incredibilmente l’immaginario del giocatore. Il gameplay è molto divertente. Guardare quei mini broccoli o quelle zucche esplodere regala una certa soddisfazione. Il sistema di abilità, seppur valido, è un po’ lento a decollare, ma infine è in grado di motivare il giocatore a rigiocare i livelli per sbloccarne altre o tentare un nuovo approccio. Questo gioco è particolarmente adatto per sessioni brevi, ma molto intense. Perdere tutte le armi e i progressi fatti dopo decine di minuti passati a far scoppiare pomodori, non è sempre facile da digere. Tuttavia, il fatto che The Walking Vegetables può essere giocato in multiplayer locale aiuta a combattere la ripetitività di fondo derivata dalla natura roguelike di questo gioco. Tutto sommato, non c’è niente di meglio che stare insieme ai nostri cari e sparare a delle verdure assassine.

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The Walking Vegetables: Radical! Edition – Recensione
PRO
Comparto artistico e sonoro deliziosi
Le verdure mutanti sono adorabili
Modalità cooperativa molto apprezzata
CONTRO
Ripetitività di fondo
Non proprio adatto per lunghe sessioni di gioco
7.8
Die Potato!