Transistor

Transistor – Recensione

Che cos’è la cosa più importante al mondo? La risposta a questa domanda difficilmente può essere immediata. Immaginiamo di porla a qualcuno con cui siamo perennemente in contatto. Tuttavia, questa persona non è in grado di parlare. Guardando i suoi comportamenti, le sue decisioni, facciamo supposizioni su cosa sia che spinge questo qualcuno ad andare avanti. Tuttavia, è impossibile saperlo con precisione, perché l’unico vero modo per venirne a conoscenza è tramite la bocca, la voce, del diretto interessato.

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Transistor è il secondo gioco di Supergiant Games, già autori di Bastion. Transistor uscì nel 2014 per PC, PS4 e XboxOne. Ora, così come con Bastion, i possessori di Nintendo Switch possono mettere le mani su una delle gemme più brillanti del panorama indie dell’ultimo decennio. Come abbiamo visto nella nostra recensione, Bastion si distingueva per un approccio al game design decisamente particolare, soprattutto per quanto riguardava il comparto narrativo. Transistor prosegue su questa onda di idee ed innovazione, presentando un action-rpg costruito splendidamente, dove ogni singolo elemento è in grado di dire la sua se posizionato all’interno di un contesto più ampio. Infatti, sia dal punto di vista del gameplay che da quello narrativo, i ragazzi di Supergiant Games sono stati di nuovo in grado di far vedere di cosa sono capaci. La versione Nintendo Switch non presenta novità sostanziali rispetto alle versioni più vecchie. Cogliamo però l’occasione per ripassare insieme uno dei migliori giochi nato dalla scena indie.

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La storia di Transistor comincia con un omicidio. La protagonista è una ragazza dai capelli rossi, di nome Red. Da un corpo senza vita, uno spadone blu comincia a parlare e con voce calda rassicura la ragazza. A questo punto, dal corpo lei estrae l’arma, che con tono preoccupato esorta Red a scappare dalla città. Lei non può rispondere: le hanno rubato la voce. Comincia così il nostro viaggio in questa splendida città distopica invasa da il Processo: dei robot che stanno sterminando la popolazione.

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Come ho accennato nell’introduzione, cosa spinge qualcuno ad andare avanti? Perché Red è partita in cerca di Camerata, l’associazione che sta dietro l’invasione dei robot? Durante tutte le 5 ore di gioco che servono per completare il primo playthrough, la protagonista non dirà neanche una parola. Sarà solo la spada a parlare, ad indirizzarci, a commentare quello che sta succedendo. Cosa è successo alla città? Cosa è il Processo? Transistor non mette direttamente nelle mani del giocatore le risposte a queste domande. Tramite l’esplorazione di ambientazioni bellissime, dai colori accesi e precisi, saremo in grado di trovare informazioni aggiuntive sul mondo di gioco, il quale è profondo, complesso. Un futuro distopico, dove la civiltà si è ormai automatizzata e lo scopo di ciascuno è perseguire le proprie passioni, che viene piano piano eroso dall’avanzare del Processo.

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Sicuramente, il comparto artistico è una delle qualità più brillanti di Transistor. Ogni stanza, ogni luogo, è semplicemente meraviglioso. Il giocatore è invitato all’esplorazione, ad osservare il dettaglio con cui la città di Cloudbank è stata ricreata. Con questa scusa, incontriamo lungo la strada dei terminali che provvedono a fornire un po’ di contesto agli avvenimenti di Transistor. Tutto questo risulterebbe però ridondante e ripetitivo, se non fosse per il sistema di combattimento.

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Transistor viene definito un action-rpg. I combattimenti, infatti, sono sono un’unione fra un sistema a turni e uno in tempo reale. Innanzitutto, lo spadone che impugna Red (ovvero, il Transistor) è in grado di assorbire le anime delle persone così da sviluppare nuove funzioni. Queste funzioni non sono altro che abilità, che potremmo assegnare ai quattro pulsanti A, B, Y, X. Nel corso del gioco, aumentando di livello, sbloccheremo altre abilità, le quali possono essere combinate fra di loro. In questo modo, le mosse hanno effetti aggiuntivi, che possono andare da una portata maggiore fino alla capacità di attirare il nemico. I combattimenti si svolgono direttamente sulla mappa, e di solito sono presenti dei ripari, dietro ai quali ci potremo difendere. Questo perché, se premiamo ZR si attiverà una sorta di pausa tattica. In questa modalità, una barra in alto ci segnala la quantità di mosse che possiamo compiere: una volta esaurita, non ne possiamo fare altre. Le battaglie sono perciò incredibilmente tattiche ma al tempo stesso frenetiche. Con cautela dobbiamo pianificare le nostre mosse (le quali possono comunque essere cancellate, finché si sta nella pausa tattica). Nel momento in cui usciremo dalla pausa rilasciando la potenza dei nostri attacchi, ecco che dobbiamo cominciare a correre su e giù, evitando gli attacchi e riparandoci dietro i muri, fino a che la barra non si sarà ricaricata segnalandoci la possibilità di poter andare di nuovo in pausa tattica.

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Questo sistema di combattimento è incredibilmente divertente e frenetico, mantenendo comunque un alto grado di strategia. Le abilità che abbiamo a disposizione sono fondamentali ed è cruciale il modo in cui le combiniamo tra di loro. Fattore interessante di questo sistema è il fatto che, se la barra della vita finisce a zero, la pausa tattica si attiverà automaticamente dandoci la possibilità di metterci in salvo e valutare meglio la situazione. Dopo due volte che ‘sfioreremo la morte’, non ci sarà il game over, ma ci verrà precluso l’utilizzo di una delle nostre abilità. Questa potrà essere riacquisita solo dopo aver fatto visita ad un numero preciso di checkpoint, nei quali possiamo salvare e gestire le nostre abilità.

Altra piccola raffinatezza di Transistor sono i modificatori, i quali aggiungono effetti come per esempio rendendo i nemici più forti, o impedendoci l’utilizzo della pausa tattica prima del game over. Tramite la loro attivazione, l’esperienza di gioco può diventare decisamente più complessa, alzando il grado di sfida in un modo piacevolemente inaspettato.

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Inoltre, nel corso del gioco, ogni tanto ci imbatteremo in delle porte misteriose che conducono su una spiaggia, la quale siamo certi non appartenga a Cloudbank. Qui, potremmo accedere a sfide che testeranno la nostra padronanza del sistema di combattimento, ma anche – e soprattutto – alla modalità allenamento. Questa è fondamentale per provare le varie combinazioni di abilità e capire qual è quella che fa più al caso nostro.

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Per concludere, Transistor era un capolavoro nel 2014 su PC, PS4 ed XboxOne, ed oggi nel 2018 è un capolavoro su Nintendo Switch. I temi trattati dal gioco sono incredibilmente complessi, ed altrettanto complesso è il modo in cui vengono comunicati. Cosa è la cosa più importante al mondo per Red? Salvare la città? E perché? La scelta di design di tenere il personaggio principale muto, mentre è la sua arma a parlare durante il viaggio, fa aumentare a dismisura l’immedisimazione del giocatore in questo personaggio, in questa cantante alla quale hanno rubato la voce. Saremo noi che dovremo capire cosa è che spinge Red, ma attenzione: lei non è noi, lei è una persona a sé, con le sue convinzioni, le sue paure. Sta a noi cogliere i vari segnali.

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La versione Nintendo Switch gira una meraviglia, anche se non fa utilizzo del touch screen o del motion control. Resta comunque un piacere avere la possibilità di poter giocare a Transistor in modalità portatile – come al solito, vero valore aggiunto di questo tipo di port. Tuttavia, se vogliamo vedere il pelo nell’uovo a tutti i costi, ogni tanto si riscontrano dei rallentamenti abbastanza evidenti, ma questi solo nelle situazioni più concitate e con più nemici sullo schermo – specialmente se li facciamo esplodere tutti quanti contemporaneamente.

Transistor è un gioco profondo, molto ambizioso, che ha il coraggio di presentare una prospettiva tutta sua sia per quanto riguarda il design del gameplay che del comparto narrativo. D’altronde, Supergiant games ci aveva già abituato a questo. Come già accennato, il gioco in sé non è lunghissimo – in massimo 4-5 ore si può concludere la prima run. Una volta completato il primo playthrough, si sbloccherà il new game plus, nel quale terremo il nostro livello e le abilità sbloccate fin’ora, ma i nemici saranno più forti e spietati.

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Non presentando novità considerevoli rispetto alle edizioni precedenti, chi ha già giocato a Transistor può tranquillamente passare oltre. Altrimenti, se le strade di Cloudbank vi hanno affascinato senza via di scampo, o ancora non avete avuto la possibilità di esplorarle, non vi resta altro che prendere il vostro Nintendo Switch e tuffarvi nel mondo futuristico di Transistor.

Transistor
Transistor – Recensione
PRO
Il gioco gira perfettamente su Switch...
Comparto artistico e sonoro da brividi
Il sistema di combattimento è originalissimo
La storia è bellissima e commovente
CONTRO
...anche se ci sono dei rallentamenti nelle situazioni più concitate
Nessuna vera aggiunta rispetto all'edizione del 2014
8.8
You can run, but you can't hide