DARK SOULS: REMASTERED

Dark Souls Remastered – Recensione

Erano ancora i tempi della PS3. Un po’ in sordina, qui da noi in occidente, vediamo arrivare sugli scaffali dei negozi un gioco che, nonostante l’estetica non propriamente super innovativa, mostrava un approccio verso il game design che si rifaceva alle vecchie glorie metroid-vania. Sto parlando precisamente di quel Demon’s Souls, capostipite di un genere che oggi viene definito ‘soulslike’ dai più. In parole povere, il pregio di questo primo esperimento era proprio quello di far convivere in maniera credibile una struttura ludica à la metroid-vania all’interno di un mondo in 3D. Come ogni primo esperimento, le buone idee spuntavano ovunque, in qualsiasi momento nel corso del gioco. Tuttavia, non sempre tutte quante si combinavano in modo armonioso. Ciononostante, la pietra era stata scagliata, il dado era stato tratto, passi indietro non si potevano e dovevano fare. Così, con la successiva riproposizione della struttura ludica di Demon’s Souls, gli angoli più spigolosi sono stati smussati, soprattutto per quanto riguarda il level design. Ed ecco che vide la luce uno dei giochi più importanti di questo inizio millennio, sia dal punto di vista del game design sia dal punto di vista del cuore dei giocatori: Dark Souls rimane, se non il titolo più apprezzato, quello a cui i giocatori sono più legati: d’altronde, il primo amore non si scorda mai.

dark souls remastered
Il primo amore…

Molte cose sono accadute dall’uscita del primo Dark Souls: non solo abbiamo assistito a ben tre capitoli, ma abbiamo potuto provare una variazione del concetto base con Bloodborne. Molte altre case di produzione sono state ispirate da questo modo di fare game design. Così, numerosi cloni riusciti sia bene (Salt and Sanctuary) che l’opposto di bene (Fall of Light) ci hanno continuato a ricordare la bontà di un gioco che sembra sfidare le leggi del tempo. Per questo motivo, quando Dark Souls Remastered fu annunciato, il pubblico di giocatori rimase estasiato. Nonostante i molti lati positivi, il primo Dark Souls soffriva di problemi tecnici non da poco, che minavano in maniera importante l’esperienza di gioco (sto pensando proprio a te, Blighttown). Ma l’annuncio più gradito riguardo questa remastered è stata la conferma di una versione per Nintendo Switch. A quel punto,  la curiosità è stata troppa, e senza rendermene conto mi sono ritrovato a sussurrare ‘sia lodato il Sole’.

dark souls remastered
Il Sole!!

Dark Souls e Nintendo? Cosa? Deve essere un’allucinazione o un sogno, ma meglio non farsi domande in questo caso. Purtroppo, già questo semplice dubbio ha incrinato l’andamento degli eventi, e guarda caso gli utenti Switch si sono visti rimandare la loro versione di Dark Souls Remastered, mentre gli utenti PS, Xbox e PC si godevano di nuovo questo splendido gioco (a ben 60 fps, tra l’altro). Chissà qual è stato il motivo vero, in finale. Qualche effettivo problema tecnico? Magari proprio relativo all’online? O magari Nintendo voleva solo aspettare l’avvio del suo servizio di abbonamento per il multiplayer in rete? La nebbia rimane fitta su questi dubbi, e probabilmente una risposta univoca non l’avremo mai. Perciò, con mesi di ritardo, ecco arrivare finalmente sull’ibrida Nintendo un gioco la cui influenza nell’industria videoludica è ancora oggi più forte che mai. In che modo il versatile tablet Nintendo gestisce l’epopea di Dark Souls Remastered?

dark souls remastered

Partiamo dall’aspetto più propriamente ludico. Dark Souls Remastered rimane in tutto e per tutto quello che abbiamo imparato a conoscere anni fa. La strategia dei combattimenti, anche contro i mobbetti più infimi, l’atmosfera impagabile delle ambientazioni, c’è tutto, non manca niente. Quello che è importante capire con la versione Switch riguarda il lato più propriamente tecnico, perché Dark Souls era un capolavoro ed è rimasto un capolavoro. Sono pochi i giochi che possono vantarsi di invecchiare così bene (o dovrei forse dire, di non invecchiare affatto). Questo aspetto è rimasto invariato nella versione Switch, l’unica differenza riguarda il dispositivo di controllo, cioè i Joy-Con. Utilizzare il Pro Controller equivale ad avere un’esperienza identica a quella avuta all’epoca su PS3, per esempio. Dall’altro lato, l’utilizzo dei Joy-Con può rivelarsi vagamente scomodo durante le battute iniziali. Una volta fatta l’abitudine con la sensibilità degli analogici e il fatto che i tasti A e B sono invertiti nel gioco (B conferma, A cancella), allora non ci saranno più problemi e non si notano differenze così evidenti.

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Per quanto riguarda il lato grafico, ritengo sia necessario fare una premessa, anche se risulterà banale. Il Nintendo Switch è una console decisamente meno performante rispetto alle concorrenti Sony e Microsoft, figuriamoci rispetto ad un PC. Di conseguenza, non deve destare sorpresa il fatto che la versione Switch di Dark Souls Remastered è quella più ‘debole’ sul fronte tecnico. Le texture non sono ritoccate come nella versione PC, per dire, venendo a mancare l’effetto ‘liscio e armonioso’ che la grafica su computer restituisce. Tuttavia, la versione per l’ibrida Nintendo sopperisce a questa carenza con una palette di colori leggermente più accesa, restituendo un colpo d’occhio sicuramente più piacevole se paragonato alla prima versione di Dark Souls.

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Se giocato in versione dock, ovviamente la risoluzione risulta maggiore, ad un prezzo però non proprio piacevole: nelle situazioni più concitate, il piccolo tablet Nintendo fatica leggermente a stare al passo – niente di grave, comunque. Invece, se giocato in portatile, Dark Souls Remastered gira che è una meraviglia, senza alcun tipo di rallentamento. Ed è esattamente questo il valore (forse l’unico) aggiunto della versione Nintendo Switch: la possibilità di poter giocare dove ci pare. Il framerate è saldamente ancorato a 30, e in handheld rimane così, salvo qualche rara e quasi impercettibile eccezione.

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Dal punto di vista dell’online, non c’è assolutamente niente da dire. Le numerose volte che sono entrato nella partita di un altro giocatore, o quando io stesso ho evocato qualcuno, sono filate liscio senza nessun problema di lag o quant’altro. Sarà dovuto al fatto che hanno preso più tempo per perfezionarlo, o forse il servizio online di Switch funziona molto bene. Poco importa alla fine, perchè la parte online di Dark Souls è sempre stata molto importante, uno degli elementi che l’hanno contraddistinto da sempre. Di conseguenza, è confortante vedere che anche la piccola ibrida di Nintendo gestisce tutto ciò alla perfezione.

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Per concludere, Dark Souls Remastered per Nintendo Switch ha una grafica e un’effettistica decisamente inferiori rispetto alle versioni per altre piattaforme. Per chi ha già spolpato il gioco in tutti i modi, questo aspetto potrebbe far storcere vagamente il naso, perché la versione Nintendo non gli offrirebbe qualche novità degna di nota. Senza considerare ovviamente la possibilità di poterlo giocare in modalità portatile, vero e propria caratteristica primaria di questa Dark Souls Remastered. Ma tolto questo, mi sento di consigliare ai veterani di valutare con cautela l’acquisto, perché di migliorie tecniche non se ne vedono molte. Certo, l’infamissima Blighttown ora gira egregiamente, addirittura anche su Switch. Per tutti gli altri giocatori che ancora non hanno avuto il modo di mettere le mani su questo titolo, la versione Nintendo Switch rappresenta un’alternativa decisamente interessante. Ma a quel punto, la domanda che uno deve porsi è: preferisco un lato tecnico al passo coi tempi o sono disposto a sacrificarlo in cambio della possibilità di giocare in modalità portatile?

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Ultimo aggiornamento: 2023-12-07 at 13:30

DARK SOULS: REMASTERED
Dark Souls Remastered – Recensione
PRO
In modalità portatile, il gioco gira egregiamente
Il comparto online funziona senza intoppi
Giocarlo in portatile è veramente tanta roba
CONTRO
Tecnicamente inferiore rispetto a tutte le altre versioni
Qualche sporadico rallentamento in modalità dock
7.9
You Died