Starlink: Battle for Atlas

Starlink: Battle for Atlas – Recensione

In un momento storico nel quale il settore toys-to-life sembrava ormai stagnante, Ubisoft accetta la sfida di immettere sul mercato un titolo tutto nuovo che basa gran parte del suo fascino sull’utilizzo massiccio di giocattoli reali e tutt’altro che economici. Vi abbiamo già parlato, attraverso un dettagliato articolo, dell’enorme livello di versatilità offerto da Starlink: Battle for Atlas; l’interessantissimo open world spaziale frutto del lavoro di Ubisoft Toronto ci immergerà all’interno di un’avventura interplanetaria dandoci la possibilità di decidere in ogni momento il nostro pilota preferito, la navicella che più soddisfa le nostre necessità, ed una serie di gadget offensivi necessari per procedere a tutta velocità fino ai titoli di coda… e oltre.

La versione della quale vi parlerò oggi è quella dedicata all’ibrida Nintendo, ed è anche quella che a conti fatti vi consiglio di acquistare se possedete questa meravigliosa console. I motivi sono molteplici, primo fra tutti la meraviglia di poter portare sempre con noi un titolo di questa portata, e vengono affiancati dal lodevole lavoro degli sviluppatori che non solo sono riusciti a lanciare l’edizione Switch in contemporanea con le altre, ma che l’hanno anche impreziosita con contenuti esclusivi dedicati all’universo di Star Fox.

Starlink: Battle for Atlas
Lanciamoci a tutta velocità verso questa nuova e avvincente avventura! Ma cosa vedo? Un “Aliasingwing”?

Starlink: Battle for Atlas ci renderà partecipi di una piacevole avventura open universe ambientata all’interno di un vasto sistema stellare, contenente al suo interno sette pianeti interamente esplorabili. Vestiremo i panni di uno dei membri dell’equipaggio della Equinox, una gigantesca navicella terrestre capitanata da Vincent St. Grand, l’unico scienziato nell’intero universo ad essere in grado di sintetizzare il Nova, un’antica fonte energetica dall’enorme valore. Una capacità talmente interessante da attirare l’attenzione di Grax che, guarda caso, possiede un malvagio esercito rimasto a corto di carburante. Un incipit semplice, con il quale giustificare il rapimento di St. Grand e dare vita ad un avventura fatta di colpi di scena, nuove alleanze e tanta tanta voglia di esplorare Atlas.

Starlink: Battle for Atlas
Daje Fox! Let’s Rock and Barrel Roll!!!!

All’equipaggio della Equinox si affiancherà fin da subito anche il nostro amico Fox McCloud. La presenza dello Star Fox Team non solo valorizza la produzione, che a mio parere ci avrebbe lasciato in ricordo una serie di personaggi dal carisma piuttosto anonimo, ma la arricchisce con qualche ora aggiuntiva di missioni esclusive capaci di allungare in maniera non forzata un titolo la cui longevità si è dimostrata notevolmente al di sotto delle aspettative (la sola campagna principale si può tranquillamente concludere in un tempo inferiore alle 15 ore). Non solo, la presenza della volpe antropomorfa Fox McCloud e sul suo team di mercenari non risulta mai forzata ma si amalgama alla grande con le vicende narrate. Viene quasi da pensare che la versione di riferimento del team di sviluppo sia stata proprio quella della quale vi sto parlando, ed una conferma di questa mia teoria potrebbe trovarsi in una recente intervista rilasciata da Matthew Rose -producer del gioco- nella quale egli stesso confessa di essersi messo al lavoro sui contenuti che vedono protagonista la famosa IP Nintendo prima ancora di ricevere il via libera da parte della casa giapponese.

Starlink: Battle for Atlas
Ogni tanto è bello anche fermarsi per riprendere fiato!
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Ultimo aggiornamento: 2023-12-08 at 07:40

Nell’apprestarmi a giocare a Starlink: Battle for Atlas ho deciso di impostare la mia modalità di gioco attraverso l’uso dei modellini giocattolo, configurazione che di fatto dovrebbe essere stata esattamente quella pensata come preferenziale da Ubisoft Toronto in fase di progettazione. Incastrare i JoyCon sul supporto in dotazione con lo Starter Kit risulta un’operazione semplicissima, analoga a quella necessaria per giocare mediante il grip fornito con la console. Le operazioni che seguono riguardano il posizionamento, in successione, del pilota, dello scavo della navicella spaziale, di fino a tre ali per lato ed infine delle due armi attraverso le quali renderci offensivi. La sensazione generale è di grande solidità, sia dei materiali sia delle zone ad incastro, e la rapidità con la quale ciascuna configurazione fisica viene riprodotta nel gioco è sorprendente. Il peso di tutta questa struttura è tale per cui non avremo mai una sensazione di affaticamento, nemmeno giocando per sessioni prolungate (vi basti pensare che nel mio caso con la navicella Neptune ho gestito un peso di circa 425g, e che il gamepad di WiiU ne pesa ben 525g). Quello che potrebbe, invece, creare qualche interferenza è proprio la struttura fisica posta davanti a noi che, seppur non impisca alcuna azione sui tasti del controller, potrebbe limitare la visuale qualora decidessimo di giocare in modalità “da tavolo”.

I primi momenti con questa imponente struttura giocattolo tra le mani riescono a dare la carica giusta per immergersi a gran velocità nel sistema solare Atlas, sensazione che verrà enfatizzata non appena vi renderete conto che il modellino si illuminerà attraverso dei led posti sui motori a propulsione della nave spaziale – capaci di cambiare la loro intensità nel momento in cui andremo ad azionare il turbo. Gran parte del fascino di Starlink: Battle for Atlas è anche conseguenza dell’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori per rendere le navette protagoniste dell’avventura estremamente facili da manovrare, sicuramente per rendere il titolo fruibile anche ai più giovani. Non saranno richieste azioni complesse per mantenere il pieno controllo dei veicoli, che sembrano quasi guidarsi da soli, ed anche per quanto riguarda le fasi di attacco è possibile affidarsi ad un sistema di puntamento automatico che ci permette di non mancare quasi mai i nostri bersagli. Se addirittura volete aumentare la vostra precisione, è possibile accedere ad una modalità zoom mediante la pressione dell’analogico destro e godere di un supporto aggiuntivo da parte dei sensori di movimento del controller.

Starlink Neptune Starship
L’alimentazione dei controller non serve solamente a far comunicare la base con la console, ma illumina anche le navette ed alcune armi per rendere la nostra esperienza di gioco ancora più immersiva!

Nonostante la semplicità dei controlli, ed a seconda del livello di difficoltà impostato ad inizio avventura, non è escluso che prima o poi la vostra nave venga abbattuta. È proprio in queste circostanze che il sistema toys-to-life inizia a mostrare il fianco o, se preferite, il suo lato diabolico. Supponendo che abbiate deciso di acquistare il solo Starter Pack, in vostro possesso avrete solamente l’Airwing, i piloti Fox McCloud e Mason Rana, e due armi (una di tipo gelo ed un’altra di tipo fuoco). Nell’esatto istante in cui i nemici avranno la meglio sul vostro veicolo vi verrà chiesto di prendere una decisione: ricominciare la missione corrente da capo o sostituire lo scafo distrutto con uno ancora intatto. Se voi aveste una seconda nave giocattolo, quello che dovreste fare è semplicemente smontare quella attualmente in uso, smembrarla e sostituirla con una nuova fiammante. Ma se così non fosse? Nonostante nel kit iniziale vi siano anche dei contenuti digitali, questi possono essere utilizzati solamente in combinazioni con altre componenti della stessa natura, e non possono in alcun modo essere virtualmente posizionate sui ciò che abbiamo montato sul controller. Ne consegue che se non siete dotati di numerosi giocattoli fisici, il più delle volte dovrete rinunciare a quei pochi in vostro possesso e cedere all’utilizzo delle loro versioni digitali (accessibili per sette giorni a partire dall’ultima scansione eseguita).

Lo stesso discorso può essere fatto con le armi in dotazione, che andrebbero sostituite in moltissime occasioni poiché le nostre probabilità di vittoria sono anche una diretta conseguenza dell’armamentario del quale decideremo di dotarci di volta in volta. Inoltre, alcuni enigmi richiedono dotazioni specifiche per essere risolti. Ed è per questo motivo che, seppur a malincuore, vi confesso di aver prediletto il gioco full digital il quale, paradossalmente, si è dimostrato gran lunga più versatile di quello mediante i cosiddetti toys.

Starlink: Battle for Atlas
Come scusa? Hai esaurito i modellini? *ghigno diabolico*

Dopo aver preso confidenza con il gameplay di Starlink: Battle for Atlas, e dopo aver svolto qualche semplice mansione che funge da vero e proprio tutorial, l’open universe di Ubisoft Toronto è pronto a sfoggiare tutte le sue carte migliori.  Seguire il main plot ignorando tutte le missioni secondarie offerte dai vari pianeti non solo è un modo di procedere che vi sconsiglio, in quanto vi ritroverete così ad affrontare scontri più impegnativi del dovuto, ma andrebbe a minare in parte l’obiettivo che dovrebbe fare da sfondo a qualunque open world di successo: il divertimento dell’esplorazione. Anche se alla lunga molte missioni potrebbero risultare leggermente ripetitive, grazie alla grande mole di compiti da svolgere il giocatore avrà la possibilità di sbloccare sempre più modificatori da applicare successivamente alle componenti in suo possesso attraverso un meccanismo in stile skill tree. Ne consegue un vortice ludico capace di far scoccare la scintilla in coloro che amano collezionare bottini, e svolgere missioni su missioni per raggiungere l’obiettivo finale di “conquistare” ciascuno dei sette corpi celesti presenti in Atlas. Vi assicuro che, durante le mie sessioni di gioco, spesso ho perso la concezione del tempo ritrovandomi ad accumulare ore su ore di dolce far nulla senza quasi rendermene conto.

In linea generale avrete a che fare con missioni che vi richiedono di toccare vari punti della mappa, a volte per sconfiggere determinati nemici, altre per recuperare materiali specifici. Tra gli obiettivi più importanti, sarà fondamentale conquistare diversi avamposti posizionati sui pianeti, attraverso i quali accedere a risorse e nuove missioni. Ma non pensiate che una volta issata la vostra bandiera su tali edifici il vostro compito sia finito, i pirati spaziali sono sempre in agguato e non capiterà di rado di dover sfrecciare a tutta birra per impedire che questi rsi riprendano ciò che gli è stato tolto.

In linea generica impostando il livello di difficoltà consigliato, ovvero quello denominato “Normale”, non dovreste avere grosse difficoltà a portare a termine l’avventura. Se volete innalzare il livello di sfida, oltre a dotarvi di diversi scafi aggiuntivi, potreste volere il supporto di un amico. Anche se non è possibile giocare in multiplayer online, attraverso la sola modalità docked e mediante l’uso dello split screen un secondo giocatore potrà affiancarvi ed assistere in prima persona alle vostre incredibili acrobazie.

Starlink: Battle for Atlas
Ogni arma può essere più o meno efficace contro un certo nemico, motivo in più per cedere al ricatto dei toys-to-life!

Sul fronte tecnico il lavoro svolto per portare il grande mondo di gioco anche all’interno di Nintendo Switch è sicuramente sorprendente. Innanzitutto, va dato merito al team che ha reso possibile l’esecuzione dello Snowdrop Engine, il motore grafico proprietario di Ubisoft, anche sull’ibrida Nintendo. Nonostante questo non riesca ad esprimere la sua piena potenza a causa delle ovvie differenze tecniche tra Switch e le altre piattaforme, alcuni compromessi quali una qualità delle texture inferiore e l’utilizzo più frequente della tecnica del pop up su molti elementi ambientali non minano in alcun modo l’esperienza di gioco. Se per quanto riguarda gli elementi ambientali dei sette pianeti esplorabili -rigorosamente a bordo dei veicoli- non si possa certo dire che la varietà sia un punto forte, sempre considerando la natura “open universe” del titolo, tali corpi celesti risultano ben differenziati l’uno con l’altro e presentano ciascuno un ecosistema capace di dargli una personalità tutta loro. Tra le varie missioni secondarie da compiere, per esempio, ci verrà spesso richiesto di scansionare le varie specie animali che popolano il sistema stellare, riuscendo nel compito di coinvolgere il giocatore e farlo sentire parte integrante della vita interplanetaria.

Starlink: Battle for Atlas
Il contatto con le creature animali che abitano Atlas è sempre piacevole, anche se a volte queste potrebbero reagire in modo non completamente amichevole!

Altro aspetto da non trascurare è il frame rate ancorato a 30FPS e la totale assenza di caricamenti nel passaggio tra una zona e l’altra. Il titolo è dunque fruibile senza alcuna soluzione di continuità, offrendo un’esperienza priva di pause, se non a seguito della decisione spontanea del giocatore di modificare le componenti montate (anche virtualmente) sul nostro controller. Su quest’ultimo aspetto è importante sottolineare come il giocatore possa decidere, utilizzando i giocattoli, di non far andare il titolo in pausa nemmeno durante la sostituzione delle componenti, un impresa degna del miglior acrobata spaziale dell’universo.

Impossibile non lodare, infine, anche il comparto sonoro. Oltre alle tracce inedite composte da Trevor Yuile, Starlink: Battle of Atlas su Nintendo Switch eredita i diritti di riproduzione anche di alcune delle migliori colonne sonore presenti all’interno di Star Fox, alcune delle quali remixate alla perfezione. Non solo, anche il doppiaggio -rigorosamente in italiano- è stato affidato alle voci celebri dei protagonisti della scena nostrana, al punto tale che chiudendo gli occhi spesso viene da dimenticarsi che siamo di fronte ad un titolo Ubisoft e non Nintendo.

https://www.facebook.com/gamescore.it/videos/425667607962060/

 

Tirando le somme, Starlink: Battle for Atlas rappresenta un piacevole progetto che cerca di dare nuova linfa vitale al mercato, ormai stagnante, dedicato ai toys-to-life. Anche se la formula studiata per convincerci all’acquisto di quanti più giocattoli fisici possibile in più di un’occasione ci sia sembrata una vera forzatura, questa potrebbe essere giustificata dal rilascio di nuovi contenuti dedicati a questa nuova IP Ubisoft (magari in forma gratuita, sognare non costa nulla). Sebbene sia di fatto possibile accontentarsi di ciò che offre lo Starter Pack per completare l’avventura, per godersela come mamma Ubisoft l’ha immaginata ritengo fondamentale comprare almeno un kit aggiuntivo di armi. La vera decisione, alla fine, dovrà prenderla solo il vostro cuore: Airwing fisico o digitale? Fate la vostra scelta, comunque vada ne sarà valsa la pena!

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Ultimo aggiornamento: 2023-12-08 at 09:30

Starlink: Battle for Atlas
Starlink: Battle for Atlas – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Starlink: Battle for Atlas grazie ad un codice digitale della Deluxe Edition ed alcuni pacchetti di espansione fisici gentilmente offerti da Ubisoft. Nonostante la formula toys-to-life si sia rivelata apprezzabile, soprattutto sotto il fronte della personalizzazione, ho preferito giocare con le controparti digitali dei giocattoli a causa dell'eccessiva frequenza di riciclo che questi richiedono durante tutto l'arco della nuova avventura spaziale firmata Ubisoft Toronto!
PRO
CONTRO
7.7
DAI SPAZIO ALLA TUA FANTASIA